130 stage da 1000 euro al mese al ministero della Cultura, esce il nuovo bando: «Ma il problema è a monte» secondo gli archeologi
Con la cultura si mangia? Non è detto, ma il sapere potrebbe aiutare a conquistare uno stage ben rimborsato. Quest'anno il Mibact rilancia «1000 giovani per la cultura», prendendo atto delle proteste - seguite con attenzione qui sulle pagine della Repubblica degli Stagisti - che si erano scatenate nel 2013 dopo l'uscita del primo bando, che aveva promosso 500 tirocini nelle strutture collegate al Ministero dei Beni culturali proponendo però condizioni discutibili, a cominciare dall'ammontare bassissimo (poi aumentato) del rimborso spese. I nuovi «giovani per la cultura» saranno 130 e riceveranno - come già nell'edizione 2014 che aveva coinvolto 150 laureati - un compenso di mille euro lordi al mese.A confermare l'ammontare dell'emolumento per i tirocini 2015 è stato lo stesso ministro della Cultura, Dario Franceschini, già prima dell'estate: «L’obiettivo è quello di individuare i percorsi di studio più brillanti, laurea a pieni voti e corsi di perfezionamento, attribuendo un titolo preferenziale al dottorato di ricerca. Per questa ragione, secondo quanto già previsto nel 2014, l’indennità per i tirocinanti è stata parametrata all’importo delle borse di dottorato nelle università italiane». La Repubblica degli Stagisti ha dunque contattato in questi giorni il Mibact per commentare le novità di «Mille giovani per la cultura», indirizzandosi sia all'ufficio stampa sia direttamente al dirigente responsabile, Gregorio Angelini, in forza presso la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania. Avremmo voluto raccogliere la voce e il commento del ministero per fare un bilancio delle precedenti edizioni, raccogliere delucidazioni relativamente ai pagamenti dei compensi arrivati in ritardo ad alcuni degli stagisti dell'anno scorso. Avremmo voluto sapere qual è il budget complessivo a disposizione per questi bandi, e da quale fonte arriva il finanziamento. Avremmo voluto che il ministero ci spiegasse la ratio secondo la quale ha deciso di escludere, attraverso il bando, i laureati in antropologia e in storia. E avremmo voluto chiedere perché, nel comparto dei Beni culturali che gestisce un patrimonio artistico importante come quello italiano, e che evidentemente soffre da anni di carenze di personale, non si procede all'assunzione di profili giovani e qualificati anziché ricorrere, anno dopo anno, ai tirocini. Abbiamo telefonato molte volte al ministero, inviato email, anticipando addirittura per iscritto le domande. Dopo oltre una settimana, e dopo esserci sentiti assicurare varie volte che le risposte ci sarebbero arrivate a breve, dobbiamo purtroppo prendere atto che il ministero per ora non ha voluto dire la sua.Per quanto riguarda comunque i documenti "ufficiali", lo scorso 21 agosto è stato pubblicato in Gazzetta il decreto del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (elaborato insieme ai dicasteri del Lavoro e della Pubblica amministrazione) che riguarda l'istituzione di 130 tirocini formativi, utilizzati per la realizzazione di progetti finalizzati a sostenere attività di tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale attraverso il «Fondo mille giovani per la cultura» nelle strutture della Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia (30 giovani - bando n. 1); dei Poli museali regionali presenti sul territorio nazionale e presso la Direzione generale Musei (rispettivamente 45 e 5 giovani - bando n. 2); dell'Archivio centrale dello Stato, l'Istituto centrale per gli Archivi, le soprintendenze archivistiche e gli archivi di Stato e le Biblioteche nazionali di Roma e Firenze e le biblioteche statali (rispettivamente 30 e 20 giovani - bando n. 3).Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro 30 giorni dalla pubblicazione dei bandi; i candidati potranno indicare un ordine di preferenza tra un massimo di tre sedi indicate nell'offerta formativa. Il bando 1, relativo ai progetti formativi su Pompei, Ercolano e Stabia, sarà disponibile sul sito del Mibact entro 30 giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta ufficiale, gli altri 2 entro 45 giorni. Tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre si dovrebbero dunque avere tutte le informazioni sui posti in palio, le modalità di partecipazione e lo svolgimento delle prove. Ma dalle anticipazioni a disposizione è già certo che i tirocini avranno durata semestrale, saranno riservati a ragazzi che hanno fino a 29 anni, da selezionare per titoli e colloquio.«Sicuramente il Mibact ha preso atto di quanto fossero inaccettabili le condizioni del primo bando: nel 2013, per tirocini annuali, il compenso ammontava a poco più di 400 euro al mese»: a commentare l'iniziativa è Salvo Barrano, presidente dell'Associazione Nazionale Archeologi, nata a tutela delle professioni legate al mantenimento e alla valorizzazione del patrimonio artistico, con una pagina Facebook che supera i 14mila iscritti: «Per giunta, inizialmente potevano partecipare "giovani" fino a 35 anni. Su questo già l'anno scorso il ministro Franceschini sembrava aver recepito le nostre indicazioni. Ma il problema è a monte e riguarda tutti e tre le edizioni. Per questo siamo arrivati a impugnare il bando di fronte al Tar».Secondo il presidente dell'Ana quelli proposti dal Mibact sarebbero infatti tirocini "mascherati": «Non si tratta di esperienze formative perchè si cercano giovani già altamente qualificati, con dottorati, scuole di specializzazione o diverse esperienze di stage. E per giunta quesi giovani non hanno alcuna speranza di essere assunti dopo. Ma così, non viene forse meno la finalità stessa del tirocinio ricompensato? E poi, con le urgenze che si dovranno fronteggiare nei principali poli museali e negli archivi italiani, come si avrà tempo di formare i ragazzi?». Il giudizio di Barrano è severo: «Queste iniziative non funzionano né come politiche del lavoro né come esperienze formative. Si calcola che ci siano circa 30mila professionisti del nostro settore, non solo giovani, senza lavoro. E proporre nuovi tirocini farà aumentare questo numero, senza permettere agli altri di essere assunti. Perché per i principali musei e archivi d'Italia non si sono offerti incarichi professionali aperti anche ad aziende private del settore, che potrebbero realmente offrire prospettive future?»Fra manifestazioni, ricorsi e correzioni del ministero, l'iter del bando uscito nel 2013 fu particolarmente lungo: «500 giovani giovani per la cultura», sotto la guida del ministro Bray, venne riscritto, abbassando il voto di laurea richiesto (da 110 a 105) e l'età per la partecipazione (da 35 a 29 anni), modificando il monte ore e l'ammontare dell'indennità. La conseguenza è che le selezioni vennero bloccate più volte. «Ho passato la prima fase, ma tra esiti e ritardi ho aspettato più di un anno per il risultato» racconta per esempio alla Repubblica degli Stagisti Chiara, laureata marchigiana in Scienze del turismo: «A noi hanno chiesto persino il conteggio delle ore degli stage passati controfirmati dai tutor, ma quando si è trattato di comunicare cambi di regolamento e slittamenti non si sono degnati neanche di spedirci una mail: bisognava controllare periodicamente un link e sperare che uscisse qualcosa. In due anni però può capitare di tutto». Il risultato è che i primi 500 stagisti, per cui era previsto un anno di tirocinio, si sono "sovrapposti" per un certo periodo ai 150 colleghi selezionati l'anno successivo. Andrea Morricone, 27enne abruzzese, è uno di quelli del 2014 e si dichiara soddisfatto del suo tirocinio: «Ho studiato Tecnologia e conservazione dei beni culturali alla Sapienza di Roma. Mi sono laureato il 25 settembre e la domanda per il bando è uscita più o meno il quel periodo. L'ho fatta a cuor leggero, pensando di non avere molte speranze. Pur essendomi laureato con un ottimo punteggio e avendo fatto un Erasmus a Valencia, infatti, non avevo molte esperienze di stage alle spalle. Invece ho passato le selezioni per titolo col punteggio minimo, ma all'orale sono andato davvero bene, tanto che sono risultato vincitore per la Sopritendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia».A differenza del primo bando, l'edizione 2014 si è svolta regolarmente e secondo i tempi prestabiliti. «A ottobre ci hanno convocato per gli iscritti e a dicembre avevano già comunicato i vincitori. Abbiamo iniziato il 9 febbraio e terminato pochi giorni fa, il 9 agosto» racconta Andrea: «Io in particolare mi sono occupato della catalogazione e informatizzazione dei reperti archeologici del sito di Pompei, lavorando molto in laboratorio. È stata un'esperienza davvero formativa, tanto che spero di poter partecipare anche al nuovo bando. I tutor sono stati molto gentili con noi: c'incoraggiavano e ci hanno detto di sperare loro stessi in un prossimo ricambio generazionale». Certo che sarà difficile realizzarlo solo attraverso tirocini semestrali.Ma qualcosa in realtà è andato storto anche nel 2014: in particolare le tempistiche di erogazione delle indennità. In effetti a fine maggio, quando Franceschini aveva annunciato anche dal suo account su Facebook l'uscita del nuovo bando entro il 2015, alcuni stagisti avevano commentato la notizia denunciando di non aver ricevuto ancora un euro. Fra i commenti, particolarmente tagliente quello di Alessandra Montanaro: «Io faccio parte del tirocinio dei 150, stiamo lavorando da febbraio e non abbiamo ancora visto uno stipendio, mentre paghiamo affitto e tutto il resto. Dovete solo vergognarvi». In effetti anche Andrea Morricone racconta di aver ricevuto tre mensilità insieme, all'inizio di giugno - cioè a quattro mesi dall'avvio dello stage. Ora, secondo le informazioni raccolte dalla Repubblica degli Stagisti, la maggior parte dei 150 stagisti del 2014 attende ancora solamente l'ultima mensilità. Anche su questo punto, come detto, avevamo chiesto un riscontro al Mibact, senza però ricevere risposta.Tornando al nuovo bando, e scorrendo la lista dei titoli validi per le selezioni, si notano alcune novità rispetto alle precedenti edizioni. In Gazzetta viene già anticipato che fra i requisiti di ammissione vi sarà il diploma di laurea specialistica o magistrale, ottenuto con votazione di almeno 105/110 in una delle seguenti discipline: Archeologia, Architettura, Archivistica e biblioteconomia; Beni culturali, Economia, Economia e gestione dei beni culturali, Geologia, Giurisprudenza, Ingegneria, Ingegneria ambientale, Ingegneria civile, Ingegneria informatica, Scienza e tecnologia per i beni culturali, Scienze forestali e ambientali, Storia dell’arte, Tecnologia per la conservazione e il restauro dei beni culturali. Potranno fare domanda anche i laureati in altre discipline se in possesso di diploma delle scuole di alta formazione e di studio che operano presso l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, l’Opificio delle pietre dure, l’Istituto centrale per la patologia del libro, la Scuola di specializzazione beni archivistici e librari, o le Scuole di archivistica del Mibact presso gli archivi di Stato. Quest'anno restano dunque fuori i laureati in Scienze del turismo e, come già nel 2014, i laureati in Lettere, Antropologia e soprattutto Storia. «Mi sembra giusto che questi bandi siano aperti a ingegneri e geologi, tutti capiamo quanto il loro lavoro sia fondamentale a Pompei» riflette Salvo Barrano: «Spero che i laureati in Scienze del turismo siano stati esclusi perché avranno altre specifiche opportunità, ma trovo inconcepibile l'esclusione dei dottori in Storia, che potrebbero dare una grande contributo negli archivi di Stato». Dando una apertura di credito al ministro dei Beni culturali, che contiene però anche un appello: «Apprezziamo che, rispetto ai suoi predecessori, Franceschini abbia messo al centro la questione dei finanziamenti per il suo dicastero. Ma ci aspettiamo politiche innovative e una nuova gestione dei beni culturali che parta proprio dagli operatori che devono tutelarli».Silvia Colangeli