Nasce nel 2012 dall’idea di un laureato in filosofia e di un suo amico ingegnere e da allora è riuscita a collezionare successi e ad essere sempre più seguita sul web tanto da avere ad oggi circa 7mila utenti. È Intertwine, una piattaforma di storytelling collaborativo che prende il nome dalla parola inglese “intreccio” e che basa il suo successo proprio grazie alle connessioni fra gli utenti. Ideatore di questa srl è Gianluca Manca, trentenne napoletano che insieme a Salvatore Imparato, Gennaro Mangani e Luigi Maiello, tutti coetanei, e Daniele Moretti e Stefano Imparato, 24 e 23 anni, costituisce il team di questa startup digitale innovativa. Che ha ben tre sedi, una a Fisciano, una operativa a Napoli e una a Milano.
«Eravamo già tutti amici, così è stato più semplice sviluppare questa idea che si è creata un po’ per insoddisfazione lavorativa, quindi per darci un’opportunità che ci permettesse di fare un lavoro che ci piace, e un po’ per passione» spiega Manca alla Repubblica degli Stagisti: «L’idea è nata mettendo insieme proprio le cose che ci piacciono, quindi la letteratura, il cinema, la musica».
I sei giovani si sono buttati a capofitto nel progetto, lavorando per un anno e mezzo senza vedere guadagni. Poi hanno partecipato a un concorso, che si chiama Vulcanicamente, e hanno vinto: «Da lì è diventato tutto più serio: abbiamo ampliato il sito e dopo circa un anno abbiamo avuto il primo finanziamento da 110mila euro da Digital Magics». Una cifra importante che ha permesso ai soci di Intertwine di investire per sviluppare il software, di fare un po’ di comunicazione e di darsi anche un rimborso spese.
Nell’aprile dello scorso anno, Intertwine è stata poi incubata da RCS nest, un acceleratore di startup di Rcs MediaGroup e Digital Magics che offre un’incubazione di tre anni mettendo a disposizione una sede a Milano, computer, rapporti commerciali con il gruppo RCS, e la possibilità di un finanziamento che può arrivare a 500mila euro. E la startup, che è quindi al primo dei tre anni di incubazione, ha cominciato a crescere.
«La nostra è una piattaforma di narrazione collaborativa che funziona secondo una logica un po’ particolare» spiega Gianluca Manca: «C’è un utente che scrive una trama e su questa gli altri utenti possono aggiungere testo, video, immagine e continuare l’incipit che è stato creato dall’autore. Una volta raccolti tutti i contenuti, il primo scrittore sceglie quelli migliori, li edita e noi pubblichiamo questa storia a più mani, che non è solo testuale ma multimediale». A quel punto comincia la fase della distribuzione digitale, attraverso la vendita delle opere multimediali prodotte «con prezzi che vanno dagli 0,99 ai 4,99 euro». Ed è qui che cominciano anche i guadagni di Intertwine. Perché la ripartizione degli utili avviene tra tutti gli autori e la piattaforma, in proporzione alla quantità della collaborazione.
In linea di massima, anche se Manca ci tiene a precisare che è una proporzione non fissa, il guadagno è diviso tra l’autore che intasca il 50% da ogni libro venduto, i brickers, ovvero gli altri utenti che hanno collaborato, a cui va il 30% e Intertwine a cui resta il 20%. «Siamo ancora in una fase di crescita» spiega l’ideatore: «Non ci paghiamo uno stipendio, ma un piccolo rimborso spese quando possiamo. Stiamo facendo traction, ma è anche una nostra scelta quella di investire quello che guadagniamo nel progetto e non nei nostri stipendi, o quantomeno pagarci il meno possibile. Stiamo facendo, però, qualcosa che ci appassiona molto. E per noi, che andiamo dai 23 ai 30 anni, già il fatto di avere un lavoro che facciamo con estrema passione è importante. Se da un punto di vista economico non ci sono ancora grandissime soddisfazioni, da un punto di vista personale siamo molto contenti di quello che stiamo facendo».
Per questo motivo al momento sono tutti concentrati solo su Intertwine, per pianificare meglio i prossimi traguardi e lavorare sull’aumento di fatturato. Il trend, comunque, è in crescita: al momento Intertwine è già abbastanza conosciuta e nei prossimi quattro-cinque mesi potrebbe diventare, a detta del suo fondatore, una realtà aziendale consolidata. Per questo ha partecipato all’ultimo Salone del libro, a Torino, nell’area dedicata alle startup, Book to the future, dove ha presentato la nuova piattaforma e ha avuto il primo vero contatto con un pubblico non esclusivamente tecnologico. «Partecipare al Salone è stata una gran bella esperienza» spiega Manca alla Repubblica degli Stagisti, «abbiamo incontrato un pubblico molto interessato e verticale su ciò che facciamo». Ora l’obiettivo è continuare a crescere e diventare ancora più strutturati.
Nel frattempo si festeggia il superamento della prima fase di avviamento, con le prime fatture: «La possibilità di fare azienda in questo modo, soprattutto nel digitale che comporta poche spese iniziali, è un’opportunità reale. Bisogna crederci e lavorarci. Però a mio avviso il fatto di guadagnare poco ma essere felici è un dato impagabile. Durante questi due anni e mezzo ho imparato molto più di quanto sarebbe stato possibile se avessi fatto l’impiegato da qualche parte. E oggi possiamo festeggiare ben tre sedi fisiche per Intertwine». Traguardi che fanno dire orgogliosamente a Gianluca Manca di aver superato il primo miglio, quello più difficile. E che danno alla startup la possibilità di vedere un futuro davanti a sé.
Marianna Lepore
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