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Opportunità nelle istituzioni UE nonostante la pandemia, 15 stage all'Agenzia per la cooperazione tra i regolatori nazionali dell'energia

Nonostante la pandemia in corso non si fermano le opportunità di tirocinio per laureati nelle organizzazioni europee. Una di queste è presso Acer, agenzia per la cooperazione tra i regolatori nazionali dell'energia con sede a Lubiana, in Slovenia, ente che aiuta – spiega il sito - «a garantire il corretto funzionamento del mercato unico europeo del gas e dell'energia elettrica». Il programma di stage «è partito nel 2013» fa sapere Goran Vaskrsic, responsabile del programma tirocini, alla Repubblica degli Stagisti. «Dal 28 aprile 2019 è attiva una call che non prevede deadline» e per cui è quindi possibile candidarsi sempre. «Siamo noi di volta in volta a scegliere i candidati nel momento in cui si aprono delle posizioni» prosegue Vaskrsic. Anche se in verità gli stage hanno solitamente due date di inizio standard, che sono il primo marzo e il primo settembre. «Ma tutto dipende dalla durata dei tirocini che sono ancora in corso, dal fatto che abbiano subito o meno una proroga oppure che siano stati interrotti in anticipo su decisione degli stessi tirocinanti». La durata dei tirocini è infatti solitamente fissata in sei mesi, estendibili di ulteriori sei. Per chi si candidasse adesso dunque, l'inizio dello stage sarebbe presumibilmente a inizio settembre, sempre nell'ipotesi in cui si creassero per allora alcune vacancies, altrimenti non vi sarebbero possibilità di entrare. «Le posizioni in totale sono quindici» chiarisce il responsabile, «e vengono regolarmente ricoperte in base alle richieste che riceviamo». La questione del rischio contagio da Coronavirus non rappresenta un impedimento al regolare svolgimento delle selezioni. Prima di tutto «perché si svolgono sulla base delle application, dunque avviene tutto da remoto» precisa alla Repubblica degli Stagisti David Merino, addetto stampa dell'agenzia. «E anche qualora ci fosse bisogno di un colloquio, si svolgerebbe per telefono». Chi poi si trovava in stage all'entrata in vigore delle misure restrittive (partite anche in Slovenia circa a metà marzo), «è stato subito trasferito a casa, tutti ci troviamo al momento in modalità smart working» aggiunge Merino. In più per i prossimi stagisti l'inizio del tirocinio slitterà a settembre quando – almeno in teoria – l'emergenza sarà rientrata e gli uffici si riempiranno di nuovo. Al solito, come riferisce Vaskrsic, le application degli italiani sono tra le più numerose, un fenomeno che si ripete a ogni bando per un posto da tirocinante nelle istituzioni europee. «Delle 510 application ricevute, 195 provenivano da italiani», oltre un terzo insomma. E dire che il rimborso spese che offre Acer non è neppure tra i più generosi: 600 euro mensili, a cui vanno aggiunti però alcuni benefit. In primis una indennità di affitto «per chi vive a oltre 50 km di distanza dalla sede dell'agenzia» spiega il regolamento, e un rimborso delle spese di viaggio «per chi si è spostato per oltre 200 kim e abbia completato almeno tre mesi di tirocinio». In aggiunta è garantita anche la copertura del trasporto pubblico. L'application si scarica a questo link. Oltre ai propri dati e a una lettera motivazionale di almeno 250 parole va affiancata la copia del diploma di laurea. Ammessi alla selezioni sono i cittadini degli Stati membri con un diploma di laurea e un livello di conoscenza dell'inglese pari a C1. Basta un livello di competenza B2 invece per la seconda lingua europea richiesta. Criterio preferenziale, specificano le faq, è anche che «il campo della laurea sia compatibile con le attività dell'agenzia». Più nel dettaglio, i dipartimenti in cui saranno accolti gli stagisti saranno «la comunicazione, le risorse umane, l'IT, le politiche, il marketing, l'analisi dei dati». Ed è a uno di questi profili che l'aspirante stagista dovrà candidarsi a seconda delle proprie preferenze. Ad esempio per uno stage presso l'ufficio del direttore sarà richiesta una laurea in giornalismo, comunicazione o discipline analoghe, perché il compito principale sarà quello di «collaborare alle modifiche del sito, al monitoraggio dei media, assistere alla pianificazione della comunicazione» si legge nel regolamento. Se invece si opta per l'Amministrazione, occorrerà una laurea in Scienze sociali per «fornire assistenza nella stesura delle politiche e dei documenti dell’agenzia e del piano di comunicazione delle risorse umane, in particolare nel coordinamento delle procedure di selezione». Una laurea in Ingegneria è invece richiesta per il Dipartimento Gas, in cui «collaborare all’installazione, alla configurazione e alla gestione dei sistemi informatici e delle reti dell’agenzia». Una volta spedito il proprio curriculum bisognerà aspettare il responso di Acer, che sarà sempre per iscritto, anche in caso di esito negativo. Ilaria Mariotti 

Sostegno per i tirocinanti, da un mese c'è una proposta ma la Regione Campania non la discute

Grande assente degli ultimi mesi, in questa crisi causata dal Coronavirus, è una misura a sostegno degli stagisti. Il Governo nemmeno con il decreto Rilancio ha pensato ai tirocinanti, nonostante i ripetuti appelli arrivati da più parti, in primo luogo proprio dalla Repubblica degli Stagisti. Così per ora sono le regioni a cercare una soluzione adottando dei provvedimenti a favore degli stagisti, come hanno fatto l’Emilia Romagna, il Lazio, la Calabria, la Toscana. O in alcuni casi solo con delle proposte, come l'Umbria o il Piemonte. Moltissimi tirocinanti, però, restano ancora senza aiuti, con stage senza nemmeno sapere nella maggior parte dei casi quando e se riprenderanno il loro percorso formativo. In questo contesto nasce la nota presentata a inizio maggio da Gianpiero Zinzi, avvocato e consigliere regionale della Campania al Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, per chiedere l’adozione di misure di sostegno a favore degli stagisti. «Durante questa emergenza ho potenziato i canali di comunicazione già attivi per accogliere le richieste di intervento che arrivavano da diversi settori e categorie. Gli stagisti sono stati una di queste», spiega Zinzi alla Repubblica degli Stagisti: «Tanti ragazzi mi hanno scritto illustrandomi la loro situazione e manifestandomi l’insoddisfazione per essere stati dimenticati a livello nazionale e regionale». La Campania infatti è tra le tante Regioni che non ha ancora preso in considerazione un sostegno a favore dei tirocinanti che hanno visto sospeso il proprio stage extracurriculare a partire dall’11 marzo, sospensione poi prolungata fino al 18 maggio. Con l'ordinanza 48/2020, datata 17 maggio, si è permessa la riattivazione in presenza dei tirocini sospesi, ma solo per quelli per cui lo smart internshipping non era possibile e comunque sempre nel rispetto delle medesime prescrizioni di sicurezza applicate ai lavoratori dipendenti. Requisito che in alcuni casi continua a posticipare la ripresa del tirocinio. In Campania si svolgono in media 22mila tirocini all’anno. Molte migliaia di tirocini erano dunque attivi a marzo, e le persone che li stavano svolgendo sono da oltre due mesi in attesa di un segnale di interessamento da parte dei propri rappresentanti politici. In questo solco si cala la nota di Zinzi che racconta: «In questa fase molto particolare, come rappresentante dell’opposizione di centrodestra, ho assunto con i miei colleghi un atteggiamento di collaborazione istituzionale, nell’esclusivo interesse della Campania. E in questa direzione mi sono mosso protocollando questa nota indirizzata al Presidente della Giunta e sottoposta direttamente al suo vaglio. Mi aspetto, quindi, che come ogni proposta di buon senso venga discussa in Consiglio, magari migliorata e infine adottata».Una precisazione va fatta: la nota non ha un obbligo di discussione o risposta come ad esempio l'interrogazione. Di fatto, quindi, nonostante le buone intenzioni, proposte di questo tipo finiscono per rimanere nel cassetto e non attirare l'interesse di Consiglio o Giunta regionale. Non sembrerebbe quindi la migliore arma per convincere una Regione ad adottare un provvedimento di questo tipo. Perché, quindi, non procedere in maniera diversa? «Nessuno degli strumenti normalmente utilizzati dai consiglieri regionali, mozioni, interrogazioni e proposte di legge, era utile al caso specifico» è la spiegazione di Zinzi: «Il presidente De Luca ha chiesto la collaborazione dei consiglieri regionali nell'elaborare proposte utili ad affrontare questa Fase due. Proposte splicitate in una lettera che è stata protocollata e posta tra gli atti all'attenzione diretta di De Luca». Al momento non è arrivata alcuna risposta; il consigliere rimarca che «a molte [altre] nostre proposte è stato dato seguito direttamente in queste settimane». La proposta di Zinzi è quella di adottare misure di sostegno simili a quelle dell’Emilia Romagna, dove è stata prevista un’indennità una tantum di 450 euro agli stagisti extracurriculari e un’indennità pari al doppio per i disabili, per ripagarli dell’investimento in un percorso di tirocinio bruscamente interrotto. Una spesa che il consigliere del gruppo Misto – inizialmente eletto con Forza Italia che ha poi lasciato nel settembre 2018 dichiarandosi indipendente – pensa potrebbe essere sostenuta dalla Regione senza problemi. «Le risorse ci sono: i fondi si possono trovare nelle pieghe del bilancio regionale. Solo una piccola percentuale del Piano Socio economico Campano è finanziato con il bilancio regionale. Si tratta nella stragrande maggioranza di soldi che arrivano dal Fondo sociale europeo, dai fondi Fesr e dal Fondo di sviluppo e coesione».Il riferimento è al Piano per l’Emergenza Socio economica varato dalla Regione Campania, che contiene specifiche misure di sostegno a famiglie e imprese per affrontare le conseguenze del fermo dell’attività sociale e lavorativa. L’investimento è stato di 908 milioni di euro per provvedimenti che mirano ad aiutare microimprese, professionisti, famiglie, casa e migranti. Uno sforzo di risorse notevole che non ha visto, però, ad oggi alcun intervento a favore di stagisti. E su cui Zinzi è abbastanza critico: «Si è pensato solo a macro categorie, senza fare alcuna valutazione né del reale fabbisogno dei cittadini campani né delle esigenze di tutte le categorie, vedi l’esempio degli stagisti ad oggi esclusi».L’avvocato resta però ottimista, e confida che la sua nota venga presa in considerazione e discussa in Consiglio per portare nel breve periodo a un aiuto concreto per gli stagisti. Esclude, però, provvedimenti che prendano in considerazione il clickday e, quindi, che siano diretti a una platea ampia con l’unica selezione affidata alla velocità di connessione e “clic”. «Trovo mortificante pensare che i miei concittadini trascorrano la giornata davanti al pc nel tentativo di collegarsi prima di altri ad una piattaforma che nella maggioranza dei casi va in tilt». Per questo motivo è convinto che vadano valutati i singoli casi e prese in considerazione, per esempio, le casistiche particolari come quelle di chi ha sostenuto anche le spese di alloggio e oltre ad aver perso un’indennità si è trovato a dover far fronte anche a dei costi non più necessari.Certo parlare di modalità al momento è quasi velleitario, quantomeno fino a quando dal restante mondo politico regionale non arriverà un segnale di interessamento al tema. Certo, da alcuni giorni è stata permessa la ripresa in azienda dei tirocini, ma come in altre regioni spesso l'ordinanza regionale non basta perché non tutte le aziende riescono a coprire le spese per le adeguate misure di sicurezza anche per gli stagisti. Resta la possibilità di proseguire i percorsi formativi on the job a distanza, e del resto anche secondo Zinzi «lo smart internshipping è al momento la soluzione migliore». Da parte sua però resta il rammarico per il silenzio e il ritardo che il mondo politico regionale ha impiegato nel trovare una soluzione per gli stagisti: «Il lungo periodo di serrata totale avrebbe dovuto essere utilizzato proprio per elaborare una strategia di ripartenza per tutti: anche per i tirocinanti».Marianna Lepore

Sussidio agli stagisti, uscito il bando della Regione Toscana: i soldi a partire da luglio

Potranno richiedere un sussidio di 433 euro a partire dal 28 maggio gli stagisti della Toscana che si sono visti sospendere lo stage a causa del Coronavirus. Rientrano nella misura gli stagisti extracurriculari ma anche i praticanti delle professioni ordinistiche; esclusi invece i tirocinanti curriculari. Per tutti vale la regola per cui lo stop del tirocinio debba essere stato tale da escludere anche l'attività da remoto, inibendo di conseguenza l'erogazione dell’indennità.  Il bando, che sarà ufficialmente pubblicato dopodomani – mercoledì 27 maggio – è già consultabile online. La finalità, si legge sul sito, è «fornire una misura di sostegno al reddito, in seguito alle misure che hanno portato alla sospensione dei tirocini per contenere l’emergenza epidemiologica». I contributi serviranno a «mitigare gli effetti economici negativi causati dalla mancata corresponsione del rimborso spese o dell’indennità di partecipazione mensili durante il periodo di sospensione» attraverso la corrisponsione di 433 euro. Il bando stabilisce diversi paletti: «Il contributo è erogato infatti per il periodo di sospensione, ma solo se superiore a 15 giorni, e fino ad un massimo di due mesi» chiariscono le linee guida.Per ricevere la somma i requisiti prevedono due opzioni. In caso di tirocinio tuttora in corso, la condizione è che vi sia stata «una sospensione per un periodo superiore a 15 giorni» è scritto nel bando. Nel caso invece in cui il tirocinio sia concluso, «la data di fine tirocinio deve cadere nel periodo di sospensione per emergenza Covid-19». E ancora, altra condizione è che il tirocinio deve «essere stato sospeso per un periodo superiore a 15 giorni prima della data di fine tirocinio». Vale a dire insomma che la pausa deve essere stata lunga necessariamente almeno due settimane, altrimenti si è esclusi dal sussidio. Ma in tutti i casi, sia che si sia trattato di sospensione che di vera e propria interruzione a causa del Covid, il contributo verrà erogato, assicurano gli uffici tecnici, a patto naturalmente che lo stop coincida con le tempistiche del lockdown. Un primo problema è che una parte dei potenziali fruitori di questa misura sembra essere stata dimenticata nel testo del bando. Sebbene nelle premesse, spiegando la ratio del provvedimento, venga specificato che «l’improvvisa sospensione, e in alcuni casi interruzione, delle esperienze di tirocinio in corso causata dalle misure finalizzate a contrastare il diffondersi dell’epidemia Covid-19, ha determinato il venir meno dell’importo mensile erogato a titolo di rimborso spese e indennità di partecipazione ai tirocinanti e ai praticanti, causando una imprevista situazione di difficoltà», poi di fatto tutto il resto del documento parla solo dei sospesi. Dunque paradossalmente le persone il cui tirocinio è stato direttamente interrotto causa Coronavirus resterebbero escluse da questa indennità. La Repubblica degli Stagisti ha chiesto chiarimenti su questo punto. Mattia Chiosi, delegato ai tirocini della Cgil Toscana, assicura che «in tutti i casi, sia che si sia trattato di sospensione che di vera e propria interruzione a causa del Covid, il contributo verrà erogato», a patto che lo stop coincida con le tempistiche del lockdown. Le complicazioni non finiscono qui. Stando a quanto riportato nel file della domanda, il calcolo dell'importo va fatto dallo stesso richiedente, e cioè sta creando non poca confusione tra i candidati: «Se la sospensione è durata più di 15 giorni le mensilità sono due?» chiede ad esempio Ilenia S. nel gruppo Facebook della Repubblica degli Stagisti. «E chi ha ripreso lo stage, ha ancora diritto ai due mesi sospesi?» chiede ancora una lettrice. «Ma a chi è scaduto il tirocinio, toccherà pure fare i conti?» domanda Sonia F. A quanto pare sì, secondo le spiegazioni date alla Repubblica degli Stagisti dall'assessora al Lavoro della Regione Toscana Cristina Grieco. «In linea di massima le sospensioni sono state di due mesi, dunque si potrà fare domanda per un importo pari a 867 euro» precisa. Ma per i casi di chi ha avuto delle sospensioni che sono avvenute solo parzialmente sotto il periodo del Covid «bisognerà frazionare le cifre». Per fare un esempio, se lo stage doveva terminare a fine marzo e a causa delle misure anticontagio è stato sospeso a metà mese, «allora lo stagista potrà richiedere solo mezzo contributo, ovvero circa 216 euro». Per chi invece si fosse trovato solo per qualche settimana impossibilitato a rientrare in azienda, ad esempio per soli venti giorni, «allora si dovrà fare il calcolo del dovuto sulla base delle giornate di assenza» chiarisce ancora l'assessora. «Abbiamo deciso di lasciare che siano gli stagisti che fanno domanda a fare i calcoli tramite un'autocertificazione, per velocizzare le pratiche» commenta. «Poi gli uffici faranno un minimo di istruttoria per i controlli». C'è poi il paletto dell'età: l'erogazione sarà garantita solo alla fascia di età dai 18 anni ai 29 anni. «Il che non significa che saranno presi in carico esclusivamente i soggetti che partecipano al programma GiovaniSì, e che cofinanziamo attraverso la regione» prosegue l'assessore. Vi rientrano insomma tutti i tirocini extracurriculari e i praticantati svolti in Toscana sospesi a causa del Covid, a patto che si rientri nel limite di età. «È un tetto che ci viene posto dal fondo europeo a cui attingiamo per i finanziamenti» sottolinea Grieco, e quindi non dipende dalla Regione. Il fondo, per la cronaca, è pari a 5 milioni e 107mila euro. Le domande saranno accolte dal 28 maggio fino a esaurimento dei fondi. A fare fede sarà «l’ordine cronologico di arrivo registrato sul sistema informativo Fse» specifica la nota informativa. Per spedirla serviranno «la propria carta sanitaria elettronica Cse della Regione Toscana, o la Carta nazionale dei servizi abilitata Cns e un lettore smart card». In alternativa la compilazione online è ammessa «anche tramite il sistema Spid». Sulle tempistiche di accreditamento dei bonifici il bando tace, quindi nessuna certezza. Grieco però si sbilancia: «Le domande arriveranno fino a tutto giugno». Da luglio quindi «si partirà con le valutazioni di ammissibilità e inizieranno le liquidazioni».Attenzione infine anche alla cumulabilità con altri bonus: nell'autocertificazione da inviare si richiede come condizione per l'accredito della somma «di non usufruire di altri contributi assegnati dalla Regione Toscana o da altri soggetti pubblici per la medesima tipologia di intervento per il quale richiede il contributo». Niente contributo insomma per chi dovesse risultare beneficiario di qualche misura di sostegno in conseguenza della pandemia. Ma tanto, almeno per ora, il Decreto Rilancio non prevede nulla a favore degli stagisti. Ilaria Mariotti 

Tirocini sospesi per Coronavirus, si può riprendere anche in Lazio, Sardegna, Umbria, Abruzzo, Molise e Puglia

Il 25 maggio sarà ricordata per tanti stagisti italiani come la data di ritorno alla normalità. O quasi. Proprio da lunedì molte delle regioni che fino ad ora non avevano ancora riattivato la possibilità di riprendere i tirocini sospesi con lo scoppio dell’epidemia da Coronavirus o di ritornare a svolgerli in azienda e non in smart internshipping danno finalmente la possibilità ai giovani di riprendersi il tempo perduto. C’è però una nota da sottolineare: in un modo o nell'altro, tutte le regioni consentono la ripresa degli stage nel caso in cui le aziende non siano state coinvolte dalla cassa integrazione. Una scelta comprensibile: lì dove l’impresa non può garantire il lavoro per i propri dipendenti da mesi in attesa anche dei pagamenti della cassa integrazione, non avrebbe alcun senso riprendere con gli stage. In aggiunta le aziende devono essere in grado di garantire il distanziamento all’interno del posto di lavoro e fornire i dispositivi di protezione individuale, motivo per cui in caso contrario si consente la possibilità di riprendere lo stage in smart internshipping, ovvero da casa. La riattivazione in presenza era già stata consentita per Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Calabria, Sicilia. Al momento, invece, nessuna notizia sulla situazione in Basilicata che risulta quindi ancora con stage sospesi o in smart internshipping. Da lunedì la ripresa in azienda dei tirocini extracurriculari sospesi causa emergenza Coronavirus sarà consentita anche in Lazio, Sardegna, Umbria, Abruzzo, Molise e Puglia.LazioAlla fine la circolare tanto attesa – la numero 0450614 – è arrivata nella serata del 22 maggio; consente l’avvio e il riavvio dei tirocini in presenza nelle sedi dei soggetti ospitanti a partire dal 25 maggio. Quindi, non solo ripresa degli stage già cominciati prima dell’emergenza Covid19 ma anche attivazione di nuovi. Nella circolare è precisato che l’attivazione e riattivazione in presenza è possibile qualora i tirocini «non siano nelle condizioni di essere svolti e gestiti a distanza con tecnologie idonee». Lo smart internshipping e lo smart training, restano però le modalità prevalenti. Anche perché – se svolti in sede – il soggetto ospitante deve obbligatoriamente garantire «ai tirocinanti i medesimi dispositivi di sicurezza sanitaria previsti per i dipendenti, nonché il rispetto delle regole in tema di accesso e distanziamento sociale». Se poi il soggetto ospitante ha messo in cassa integrazione i suoi dipendenti, allora lo stage si potrà svolgere solo per i profili formativi non equivalenti a quelli rientranti nella Cigs o Cig in deroga. Resta comunque facoltà del soggetto ospitante valutare «l’opportunità di riprendere immediatamente le attività di tirocinio o proseguire la sospensione». SardegnaUn’ordinanza notturna del 17 maggio, la numero 23, ha permesso la ripresa dei tirocini extracurriculari scrivendo all’articolo 13 comma j che è possibile la ripresa dei tirocini extracurriculari, – laddove soggetto promotore, ospitante e tirocinante concordino sul riavvio – ma ricordando che è sempre possibile avviare o proseguire stage con modalità a distanza, in smart internshipping. Lo stage in presenza deve essere svolto rispettando le linee guida nazionali e regionali. I tirocini quindi possono riprendere a partire dal primo giugno sia in modalità in presenza sia a distanza: nel primo caso devono essere d’accordo stagista e azienda che non deve aver chiesto gli ammortizzatori sociali né procedure di cassa integrazione in corso, nel secondo è necessaria anche la compatibilità delle attività di svolgimento del tirocinio con lo smart internshipping. Dal 25 maggio è possibile anche la presentazione dei progetti per l’attivazione di cantieri finalizzati all’occupazione per disoccupati e disoccupate del territorio regionale. UmbriaFino al 22 maggio sono rimaste in vigore le misure adottate da Arpal Umbria, ovvero la sospensione di tutte le attività formative, anche dei tirocini extracurriculari, fatta salva la possibilità dello svolgimento a distanza. Poi con l’ordinanza numero 28 del Presidente della Giunta regionale del 22 maggio è stata disposta sia la ripresa dei tirocini sospesi durante l’emergenza sia l’attivazione di nuovi tirocini extracurriculari a partire da lunedì 25. Nell’allegato numero 4 dell’ordinanza sono elencati i protocolli di sicurezza che vanno adottati per riprendere il tirocinio e che devono essere controllati dall’ente promotore. È consentito ed è sempre preferibile lo svolgimento del tirocinio con modalità mista, parte a distanza parte in presenza per favorire il tutoraggio aziendale. AbruzzoIl 22 maggio è arrivata l’ordinanza numero 64 del Presidente della Regione relativa ai tirocini: all’articolo 1 si autorizza dal 25 maggio «la ripresa e lo svolgimento dei tirocini extracurricolari nel territorio regionale in modalità in presenza, nell’ambito delle aziende le cui attività sono tra quelle autorizzate ad essere svolte». Il soggetto ospitante dovrà applicare nei confronti dei tirocinanti tutti i protocolli e disposizioni previste per i lavoratori dipendenti. Il soggetto ospitante prima dell’attivazione e riattivazione di un tirocinio extracurriculare in presenza deve verificare lche ci siano le condizioni necessarie, tra cui i livelli di protezione, senza le quali lo stage non può essere attivato. Resta comunque consentita la prosecuzione o attivazione di nuovi tirocini extracurricolari in smart training, quindi a distanza, secondo quanto stabilito dall’ordinanza numero 51 del 30 aprile. La modalità a distanza è sempre preferibile, motivo per cui si può prevedere anche una modalità mista quindi «momenti alternati di presenza in azienda e formazione a distanza». Per procedere con la riattivazione anche in questo caso è necessario che il soggetto ospitante non abbia procedure di Cassa integrazione ordinaria in corso.MoliseLa determina numero 46 del 22 maggio permette la cessazione della sospensione e il riavvio con effetto immediato delle attività di tirocinio extracurriculare in Molise.  Nel testo si autorizza il riavvio con effetto immediato di tutte le tipologie di stage extracurriculari «a condizione che i soggetti ospitanti, con l’avvallo dei soggetti promotori, si assumano la responsabilità di mettere in campo a tutela dei tirocinanti, tutti gli accorgimenti dettati dalle normative inerenti anche la sicurezza». Gli stage quindi possono riprendere in sede ma anche proseguire in modalità a distanza. Nel caso del ritorno in azienda i soggetti promotori dovranno almeno una volta al mese accertare che sui luoghi di svolgimento dello stage sia attiva la sicurezza sanitaria.PugliaA partire dal 20 maggio l’ordinanza numero 240 consente la ripresa delle attività dei tirocini extracurriculari, anche in Garanzia Giovani, nella regione Puglia. Anche in questo caso è necessario il rispetto degli obblighi di sicurezza. L’assessore al lavoro Sebastiano Leo ha, infatti, specificato che il soggetto ospitante «dovrà applicare al tirocinante gli stessi protocolli di sicurezza previsti per il settore e il luogo di lavoro dove si realizza l’attività formativa prevista». Su questo punto c’è da aggiungere, però, che sul sito Sistema Puglia il portale dedicato al lavoro e formazione professionale della Regione campeggia un avviso in cui si comunica che in settimana saranno approvate le disposizioni specifiche in merito, non ancora pubblicate.Marianna Lepore

Umbria, un sussidio per gli stagisti sospesi: la proposta c'è ma la Giunta regionale non risponde

Con lo scoppio dell'emergenza Covid-19 decine di migliaia di stagisti si sono ritrovati da un momento all'altro senza tirocinio. E per chi non ha avuto la possibilità di proseguirlo da remoto, anche senza quella minima indennità mensile che serve a sostentarsi. Nel Decreto Rilancio pubblicato in Gazzetta Ufficiale nelle scorse ore degli stagisti non si fa neppure menzione. È solo grazie alla politica locale che sembrerebbero invece aprirsi alcuni spiragli per la categoria. Dopo il caso della Calabria, dell'Emilia Romagna, del Lazio e della Toscana, si sono susseguite le richieste di interessamento alla questione stagisti rivolte agli enti regionali. Una delle ultime riguarda la Regione Umbria, dove nel solo 2019 sono stati oltre 5mila i tirocini extracurriculari attivati.Il capogruppo Pd del Consiglio regionale umbro Tommaso Bori, classe 1986, ha presentato lo scorso 8 maggio una mozione dal titolo «Misure per la continuità dei percorsi individuali per l'inserimento lavorativo. Contributi a favore delle persone inserite in tirocini extra curriculari che hanno dovuto sospendere il proprio progetto a causa dell'emergenza Covid-19». Alla base del documento la volontà «di impegnare la Giunta regionale» si legge nel comunicato, «a promuovere un intervento in favore di quanti hanno iniziato a seguire un iter di formazione e avviamento al lavoro e hanno dovuto sospenderlo a causa dell'emergenza sanitaria». La decisione di Bori arriva proprio sulla scorta dell'operato dei suoi colleghi degli altri enti locali. «Altre regioni lo hanno già fatto» spiega alla Repubblica degli Stagisti, senza risparmiare una stoccata alla presidente della Giunta, la leghista Donatella Tesei: «Evidentemente» dice riferendosi alle Regioni in cui i sussidi sono stati approvati, «sono amministrate da soggetti che hanno una sensibilità nei confronti di soggetti pià svantaggiati». La proposta di Bori va infatti nella stessa direzione degli stanziamenti già realizzati dagli altri esecutivi locali a favore degli stagisti. Il sistema da seguire, secondo le intenzioni, dovrebbe essere quello dell’erogazione di un pagamento una tantum sul modello dell'Emilia Romagna. Nello specifico Bori chiederebbe dunque un contributo una tantum di almeno 450 euro, che salirebbe a 900 nel caso dei disabili. Una maggiorazione «quanto mai indispensabile per colmare l'assenza di altre misure di sostegno e inclusione sociale» e «assolutamente replicabile anche in Umbria».Per i fondi, l'invito della mozione è quello di «stanziare le risorse necessarie a valere sulle disponibilità previste del Fondo sociale europeo», di nuovo sulla scia delle altre regioni. «Sarà poi compito della Giunta e dei funzionari regionali individuare le modalità migliori e più funzionali per gli adempimenti burocratici» precisa il consigliere alla Repubblica degli Stagisti: «L’importante è che si comprenda l’importanza della questione e che ci sia un intervento il prima possibile».I tirocini curriculari nella mozione di Bori resterebbero esclusi. Il fine, è scritto nel documento, è «intervenire immediatamente per prevedere ed erogare risorse a sostegno di coloro che avevano avviato un percorso di formazione tramite tirocini extracurriculari». La ratio è dare una mano a chi è più in difficoltà, in particolare «i tanti giovani, donne e disoccupati che erano impegnati in queste importanti attività: sono categorie svantaggiate che necessitano di un accompagnamento verso una piena inclusione».Sulle speranze di approvazione della mozione Bori non si fa però grandi illusioni: «Dipende dalla sensibilità che la Giunta Regionale mostrerà nei confronti dei cittadini umbri interessati». La battaglia è iniziata da subito per «trovare le soluzioni necessarie e le risposte giuste alle tante domande che provengono da tutte le differenti realtà sociali ed economiche della regione», ma «purtroppo fino ad ora la Giunta Tesei ha sempre rifiutato ogni nostra proposta di un tavolo comune». Nessuna risposta è arrivata, dice Bori, alle «nostre istanze, lettere, mozioni, richieste: un rifiuto di ogni forma di dialogo e di interazione». Il consigliere ne è rammaricato: non dovrebbero essere «i giochi politici a prevalere», dice, ma «la continuità dei percorsi delle persone per l’inserimento lavorativo». Nel frattempo in Umbria i tirocini restano ancora fermi, in attesa della ripresa prevista a partire da domani, venerdì 22 maggio. Proseguono però le attività in smart internshipping, una modalità su cui il giudizio di Bori è positivo: «Quando è fattibile sono d’accordo». Non sempre però è così, perché «ci sono alcuni tirocini che, ai fini della formazione, hanno bisogno di presenza fisica nell’azienda». Senza contare «che non tutte le persone hanno a disposizione gli strumenti tecnologici necessari per lavorare da remoto, o una connessione funzionante e all’altezza». Ben vengano quindi le modalità a distanza, ma sempre con l'obiettivo «di non lasciare indietro nessuno». Ilaria Mariotti 

Stagisti danneggiati dal Covid in Piemonte, l'interpellanza alla Regione: “Verranno stanziate risorse adeguate?»

Anche in Piemonte migliaia di tirocini sono stati sospesi o interrotti, tra marzo e maggio, causa Coronavirus. E anche in Piemonte migliaia di stagisti hanno sofferto le conseguenze di queste sospensioni e interruzioni, perdendo la loro fonte di reddito – l’indennità mensile – insieme alla possibilità di proseguire il proprio percorso formativo.Come in Veneto, anche in Piemonte la politica si sta accorgendo di questo problema. L’avvocato Alberto Avetta, 51 anni, già vicesindaco della Città Metropolitana di Torino e oggi consigliere regionale del Partito Democratico [nella foto con il candidato governatore del centrosinistra, Sergio Chiamparino, l'anno scorso durante la campagna elettorale], ha depositato nei giorni scorsi una interpellanza per chiedere alla giunta regionale, guidata da Alberto Cirio di Forza Italia, un impegno per tutelare gli stagisti piemontesi danneggiati dall’emergenza.La richiesta è indirizzata al presidente del consiglio regionale, Stefano Allasia, e ha come oggetto la “Riattivazione Tirocini”. Si parte dalla premessa che «in Piemonte risultano attivati ed attualmente sospesi circa 15mila tirocini» – un numero, specifica Avetta, «riferibile al periodo precedente il lock down» derivante da «stime dell'Agenzia Piemonte Lavoro») – e viene anche sottolineato come «altre regioni italiane (per esempio l’Emilia Romagna) risultano aver stanziato risorse per coprire il mancato introito da parte dei tirocinanti per tutta la durata della sospensione».Avetta è convinto della utilità dello strumento del tirocinio: «I dati emersi dall’esperienza degli anni passati dimostrano l’importanza dei tirocini in termini di inserimento occupazionale», anche perché essi rappresentano «per molte persone, in particolare per i giovani, un’importante – e spesso l’unica – opportunità di inserimento o di reinserimento nel mondo del lavoro seppur non riconosciuta tra le forme contrattuali di assunzione», si legge nel testo della sua interpellanza. Proprio per questo, «per i tirocinanti sospesi sarebbe davvero importante poter conoscere i tempi certi in cui si intende riprendere le attività sopra richiamate e di poter confidare su di un sostegno economico che copra il periodo di sospensione».Negli ultimi giorni la parte riguardante la riattivazione si è in qualche modo risolta, dato che la Regione proprio l'altroieri ha dato – attraverso un decreto del Presidente della Giunta Regionale – la possibilità di riattivare i tirocini extracurriculari in presenza precedentemente sospesi o attivati in smart internshipping, a partire dal 18 maggio, a patto che le tre parti in causa (ente promotore, tirocinante e soggetto ospitante) acconsentano. Resta però in gioco la parte sul sostegno economico. Nell’ultima parte dell’interpellanza Avetta chiede «se e quando saranno stanziate risorse adeguate allo scopo».L’interpellanza è stata presentata martedì 12 maggio e dovrebbe ricevere una risposta orale in aula, ma sul sito della Regione non vi sono ulteriori informazioni, e ancora non si sa quando verrà calendarizzata: «Dipende da tante variabili», spiega Avetta, «soprattutto da ciò che di volta in volta decide la conferenza dei capigruppo». Purtroppo non risultano a oggi altri consiglieri regionali che abbiano deciso di cofirmare l’interpellanza: sarebbe un gesto importante di attenzione verso questa tematica.In questi giorni Avetta è stato anche contattato dagli “Stagisti in sospeso”, e ai cinque ragazzi ha risposto che «in questi giorni stiamo iniziando a lavorare su disegno di legge " Riparti Piemonte" che la Giunta Cirio proporrà al Consiglio Regionale per l'approvazione», promettendo che è sua «e di tutto il gruppo del Partito Democratico  proporre alla maggioranza soluzioni che cerchino di dare risposta a molteplici aspetti problematici che ci vengono segnalati, sperando che si possa giungere in tempi congrui ad una limitazione o risoluzione del vostro problema».Gli “aspetti problematici” in Piemonte al momento sono due: il primo è appunto che gli stagisti che hanno subito interruzioni/sospensioni avrebbero bisogno di un sostegno economico, che la Regione non ha ancora nemmeno accennato a voler prevedere; il secondo problema è che, pur essendo stata autorizzata la ripresa degli stage sospesi a marzo, non c'è invece ancora il via libera all’attivazione di nuovi stage. Con il risultato che molte imprese che sarebbero pronte ad accogliere nuovi stagisti, e far partire percorsi formativi on the job (e relative indennità mensili), sono bloccate dal divieto - che invece in quasi tutte le altre Regioni italiane non sussiste più.In attesa che qualcosa si sblocchi a livello di amministrazione regionale, l’auspicio è quello che molti altri consiglieri regionali piemontesi di maggioranza e opposizione si uniscano ad Avetta nel proporre e richiedere misure a tutela degli stagisti.

Tirocini, finalmente si riprende quasi ovunque: la panoramica Regione per Regione

Un grande caos: questa è la fotografia della Fase II nel mondo dei tirocini extracurriculari. Dopo più di due mesi di sospensione – che ha riguardato la maggior parte degli stage – i tirocinanti italiani si sarebbero aspettati dal Governo centrale più chiarezza. Invece il testo del decreto legge n° 33, entrato in vigore il 16 maggio, ribadisce all’articolo 13 che le attività didattiche di ogni ordine e grado nonché corsi professionali e attività formative sono svolte secondo le modalità del decreto legge 19 del 25 marzo quello che sospendeva tutto ma consentiva la modalità a distanza; e il seguente decreto del Presidente del Consiglio del 17 maggio, che in pratica consente la Fase II con la riapertura di alcune attività, all’articolo 1 lettera q continua a sospendere le attività didattiche delle università salva la possibilità di svolgerli a distanza e alla lettera s precisa che le attività curriculari possono essere svolte a distanza e che nelle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e negli enti pubblici di ricerca possono essere svolti tirocini «a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi e del lavoro» per ridurre le aggregazioni.E i tirocini extracurriculari? Non nominati. Così alle richieste serrate dei giovani per capire se il 18 maggio si potessero riprendere gli stage negli uffici o da remoto, ha iniziato a susseguirsi nella giornata di domenica 17 tutta una serie di provvedimenti regionali per cercare di dare risposta. Il presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome, Stefano Bonaccini, già il 7 maggio aveva chiesto al Presidente del Consiglio di permettere con la Fase 2 la ripresa anche di stage e tirocini, anche extracurriculari, rimuovendo la sospensione del 9 marzo attenendosi a «specifiche misure anticontagio previste dal Governo». Ma dal Governo non è arrivata risposta, e alla fine i vari governatori regionali hanno deciso ognuno per conto suo come comportarsi. Ad oggi le regioni che continuano ancora con la sospensione dei tirocini o la loro prosecuzione a distanza ma non in presenza sono: Abruzzo, Umbria, Molise, Lazio e Basilicata. Permettono, invece, la riattivazione in presenza: Lombardia, Valle d‘Aosta, Piemonte, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. LombardiaGià il 15 maggio la Regione Lombardia ha definito gli indirizzi per la ripresa di tutti i tirocini, curriculari ed extracurriculari, a partire dal 18. Si può quindi attivare nuovi stage e riattivare quelli sospesi causa Covid 19 a meno che non sussistano restrizioni per l’esercizio dell’attività derivanti da disposizioni governative. Per farlo però è necessario che ci siano tutti i dispositivi di protezione individuale disponibili e in ogni caso si preferisce la modalità a distanza, prevedendo un mix di distanza – presenza. Valle d’AostaÈ stata tra le prime regioni a riparire ai tirocini extracurricolari in presenza: dal 3 maggio, infatti,  è possibile riattivare quelli interrotti o sospesi a condizione che siano rispettate tutte le norme di sicurezza e di distanziamento sociale previste. Nel caso in cui le aziende dove sono attivi i tirocini stiano beneficiando di ammortizzatori sociali per i propri dipendenti, le attività di stage potranno ripartire con la presenza del tutor ma non si possono attivare nuovi tirocini negli stessi settori per cui è previsto l’ammortizzatore. Piemonte Il 18 maggio è stato pubblicato il Decreto del Presidente della Giunta Regionale numero 58 che al punto 26 riattiva dal 18 maggio su tutto il territorio regionale i tirocini extracurriculari in presenza precedentemente sospesi o attivati in smart internshipping. Per farlo, però, devono essere garantite le distanze di sicurezza e deve esserci consenso tra ente promotore, tirocinante e soggetto ospitante. Nel caso in cui le distanze di sicurezza non possono essere garantite, i tirocini possono proseguire eccezionalmente in modalità smart internshipping. Non è al momento consentita l'attivazione di nuovi tirocini.LiguriaCon l'Ordinanza numero 30 del 17 maggio del Presidente della Giunta regionale si stabilisce al punto 4 che è possibile l'attivazione o riattivazione dei tirocini extracurriculari in presenza da lunedì 18 maggio. A condizione, però, che ci sia un'organizzazione degli spazi tale da ridurre il più possibile il rischio di prossimità e aggregazione. Anche in questo caso l'avvio del tirocinio è ammesso dopo consenso espresso da tirocinante, soggetto ospitante e promotore. Dunque non solo riattivazione - prosecuzione dei tirocini sospesi o continuati in modalità smart internshipping - ma anche attivazione di nuovi stage. Già il 23 aprile era stata consentita l'attivazione di nuovi tirocini ma in quel caso solo in modalità smart training e solo per il settore del turismo. Sul sito della Regione è disponibile anche il file con tutte le faq per questa nuova fase.Trentino Alto AdigeIn Provincia di Trento è possibile riprendere un tirocinio extracurriculare in presenza, quindi in ufficio, solo se il soggetto ospitante può garantire le condizioni di sicurezza, salute, igiene e sorveglianza sanitaria. In caso contrario il tirocinio può continuare in modalità a distanza. Per attivare un nuovo tirocinio in smart internshipping è necessario avere determinate coperture assicurative. Nella Provincia di Bolzano, invece, la promozione dei tirocini è ripresa il 23 aprile. Tutti i tirocini sospesi possono ricominciare da questa data osservando le nuove misure di sicurezza e igienico sanitarie ma resta a discapito del soggetto ospitante decidere se riattivare il progetto o proseguire con la sospensione. Friuli Venezia GiuliaGià il 13 maggio è stato pubblicato il decreto 8083 che disciplina l’attivazione o la ripresa dei tirocini extracurriculari in presenza. Nel testo all’articolo 12 si stabiliva già dal 4 maggio la possibilità di svolgere gli stage in presenza «a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi tale da ridurre al massimo il rischio di prossimità e aggregazione». Possibile anche l’avvio di nuovi tirocini in presenza. E si puntualizza che è comunque ammissibile la modalità a distanza degli stage anche per le nuove attivazioni. VenetoAnche in questo caso l’ordinanza è uscita domenica 17 maggio: la numero 48 che stabilisce alla lettera f dedicata al tirocinio professionale che è «ammessa la ripresa delle esperienze di tirocinio curricolare ed extracurricolare nel territorio regionale, in modalità in presenza» per tutti i soggetti ospitanti che svolgono attività produttive nei settori non sospesi. Anche in questo caso, però, lo svolgimento del tirocinio potrà avvenire solo se l’organizzazione degli spazi nei locali sia tale da ridurre al massimo il rischio di aggregazione. Emilia RomagnaIl decreto numero 82 di domenica 17 maggio approvato dalla Regione Emilia Romagna, stabilisce al punto 4 che possono riprendere i tirocini extracurriculari in presenza laddove soggetto ospintate, promotore e tirocinante concordino sul riavvio dello stage, «ferma restando la possibilità di avviare o proseguire il percorso formativo con modalità a distanza». Anche in questo caso il tirocinio in presenza, però, deve essere svolto nel rispetto delle indicazioni delle linee guida nazionali. ToscanaAnche in questo caso l’ordinanza del Presidente della Regione è arrivata domenica 17 maggio, ed è la numero 57 che consente la ripartenza dei tirocini extracurriculari anche in presenza a partire dal 18 maggio. Per riavviare lo stage è necessario l’accordo tra soggetto promotore, ospitante e tirocinante e agli stagisti si applicano gli stessi protocolli di sicurezza definiti a livello nazionale e regionale. I tirocini, però, che hanno proseguito il proprio percorso formativo con modalità a distanza possono continuare in smart internshipping. MarcheAnche in questo caso la nuova circolare arriva solo il 18 maggio ed è la numero 19692063 in cui si precisa che da questa data se il tirocinio è prorogabile perché scaduto da meno di cinque giorni o non ancora terminato può riprendere con una semplice nota ma dopo che l’azienda ha dichiarato al soggetto promotore il rispetto dei protocolli di sicurezza. Se il tirocinio è invece terminato durante il periodo di sospensione, tra il 13 marzo e il 17 maggio, si può procedere in deroga con attività di recupero del periodo formativo non fruito.UmbriaSono state prorogate fino al 22 maggio le disposizioni di Arpal Umbria, vale a dire la sospensione delle attività formative e dei tirocini extracurriculari con possibilità di attività formativa a distanza. Questo per consentire anche l’introduzione di modalità organizzative che consentano la graduale riapertura degli uffici nel rispetto delle misure di sicurezza anticontagio. Quindi chi ha ripreso in smart internshipping può continuare mentre per gli stage che non possono essere svolti da casa bisognerà aspettare ancora qualche giorno. LazioIn Lazio il 18 maggio è stata pubblicata la nuova circolare 432102 che proroga la sospensione cautelativa dei tirocini fino al 24 maggio, in vista della progressiva ripresa delle attività dei soggetti ospitanti. Nel testo si precisa che l’ulteriore sospensione si applica ai tirocini «che si intendono attivare o riattivare in presenza presso la sede operativa dei soggetti ospitanti» ed è correlata alla ripartenza delle attività economiche e all’organizzazione in sicurezza delle attività anche per i tirocinanti. Resta comunque valida la possibilità di avviare o riprendere i tirocini extracurriculari attraverso tecnologie per la formazione a distanza, come stabilito nella circolare 255844.AbruzzoIl 15 maggio gli uffici regionali del Dipartimento lavoro hanno emesso un avviso con cui confermano quanto stabilito nell’ordinanza 51 del 30 aprile, ovvero la sospensione dei tirocini extracurriculari e curriculari che potranno, però, proseguire o essere attivati solo ed esclusivamente a distanza, eccetto per quelli che necessitano della presenza fisica dello stagista. Nel documento, però, si precisa che proprio dalla riunione di coordinamento tecnico della Conferenza delle Regioni del 19 maggio si saprà se anche gli stage in presenza possono ripartire. MoliseNell’ordinanza del 17 maggio del Presidente della giunta regionale non si fa riferimento ai tirocini extracurriculari perché già il 14 maggio il Dipartimento Terzo della Regione aveva comunicato che «le sospensioni dei tirocini extracurriculari permangono, data la prevalente natura di percorsi formativi e salvo le eccezioni previste» dai documenti precedenti. Bisogna quindi rimanere in attesa di una nuova determinazione di riavvio in presenza. Nel frattempo il 30 aprile con la determina numero 39 del Direttore del Terzo Dipartimento si è consentita l’attivazione di nuovi tirocini extracurriculari presso il domicilio del tirocinante in modalità assimilabile alla FAD/E-learning, autorizzando lo smart training così come il 6 aprile la Determinazione numero 32 aveva autorizzato lo svolgimento del tirocinio in smart internshipping.CampaniaL’assessore al lavoro Sonia Palmeri dopo aver spiegato sulla sua pagina facebook che i tirocini continuavano ad essere sospesi  in attesa di ricevere indicazioni dal Governo ha poi annunciato con un nuovo video che da lunedì 18 «nel perimetro della massima sicurezza riprenderanno i tirocini extracurriculari in presenza» applicando i massimi livelli di sicurezza e che in ogni caso si priviligerà la modalità a distanza. Nell’ordinanza 48 del 17 maggio all’articolo 1 lettera h si precisa che «l’attività di tirocinio extracurriculare e di laboratori tecnico-pratici è svolta preferibilmente a distanza; ove incompatibile con detta modalità, è svolta in presenza, purchè nell’ambito dei servizi e delle attività commerciali e produttive consentiti sul territorio regionale e nel rispetto delle medesime prescrizioni di sicurezza applicate ai lavoratori dipendenti». BasilicataNell'ultima ordinanza del 17 maggio, la numero 22, non si fa alcun riferimento ai tirocini. Né ci sono chiarimenti in merito nelle circolari precedenti. La Basilicata, però, pur avendo in precedenza sospeso i tirocini extracurriculari ha fin da subito lasciato al soggetto ospitante la libertà di scelta tra proseguire in modalità ordinaria, continuare in smart internshipping o sospendere i tirocini. PugliaL’assessore al lavoro, Sebastiano Leo, ha annunciato su facebook che da mercoledì 20 maggio riprendono tutte le attività di tirocinio extracurriculare. Per farlo, «il soggetto ospitante, cioè l’impresa, dovrà applicare al tirocinante gli stessi protocolli di sicurezza definiti a livello nazionale e regionale, previsti per il settore e il luogo di lavoro dove si realizza l’attività formativa prevista dal progetto di tirocinio». La nuova ordinanza arriva a pochi giorni da quella del 17 maggio, dedicata alla fase due in Puglia che nulla diceva in merito ai tirocini extacurriculari. Anche se già in quella fase l’assessore al lavoro aveva dichiarato di avere allo studio  le modalità per riavviare in sicurezza i tirocini in presenza, sia curriculari che extracurriculari. CalabriaGià il 14 maggio la Regione ha approvato la nota numero 163309 in cui autorizza dal 25 maggio la riattivazione dei tirocini curriculari, extracurriculari e delle attività formative on the job ma osservando tutte le misure precauzionali di carattere generale e specifico per il rischio di esposizione al Covid19 negli ambienti di lavoro.SiciliaCon l’ordinanza numero 21 del 17 maggio la Regione Siciliana ha autorizzato all’articolo 12 lo svolgimento degli stage professionali e dei tirocini formativi che si svolgono presso le attività produttive, finalizzati alla formazione al lavoro, rispettando le linee guida e sempre con l’adozione di adeguati mezzi di protezione individuale. Anche in questo caso, quindi, i tirocini possono ripartire, ma è necessario che il datore di lavoro adotti le misure di protezione anche per i tirocinanti. SardegnaAnche in questo caso a dare delle risposte è stata un’ordinanza notturna, la numero 23 che all’articolo 13 comma j stabilisce la ripresa dei tirocini extracurruculari a mercato, laddove soggetto promotore, ospitante e tirocinante concordino sul riavvio ma si ricorda anche la possibilità di avviare o proseguire lo stage con modalità a distanza, in smart internshipping. Per riprendere il tirocinio in presenza devono essere rispettate le linee guida nazionali e regionali.  Marianna Lepore

Stage sospesi e indennità negate in tempi di Covid, cosa possono fare i giovani: il caso degli “Stagisti in sospeso”

Sono uno stagista, l'emergenza Coronavirus mi sta mettendo in difficoltà. Il mio stage è stato interrotto, oppure sospeso. Non ricevo più l'indennità mensile, eppure le spese per il mio affitto non si sono interrotte. La condizione di inattività mi pesa. Cosa posso fare? È una domanda che è arrivata spessissimo alla Repubblica degli Stagisti nelle ultime settimane. I nostri lettori, sul Forum o sulle nostre pagine sui social network, non vanno solo in cerca di informazioni: cercano anche di fare rete e di smuovere le acque, sensibilizzando politici e amministratori pubblici.In particolare un gruppo di ragazzi intraprendenti ha avviato un mail bombing efficace. I cinque hanno scritto una lettera, indirizzandola singolarmente a politici regionali, citando anche le proposte/richieste della Repubblica degli Stagisti apparse il 28 aprile nell’articolo “Covid, le quattro priorità per gli stage: urgono interventi della politica”).In questa fase è importante farsi sentire; riverberare e far conoscere il più possibile ciò che altre Regioni stanno facendo, in modo da creare un effetto positivo di “emulazione” delle best practice; e contemporaneamente valorizzare e condividere le informazioni su chi, a livello regionale (sopratutto a consiglieri regionali o parlamentari singoli), si sta impegnando per portare a casa qualcosa per gli stagisti.I giovani – la ligure Chiara Collarà, la campana Ilaria Esposito e i piemontesi Gianluca Ruggiero, Kudra Andrée e Flavia Giardina, tutti tra i 26 e i 29 anni – hanno anche coniato per loro un nome collettivo: si sono autodefiniti “gli stagisti in sospeso”. Noi li consideriamo  “ambassadors” della RdS, e speriamo che altri si aggiungano a loro: i giovani in tutta Italia possono muoversi e attivarsi affinché siano tutelati gli stagisti e la qualità degli stage, mettendosi a fianco della nostra testata che da oltre dieci anni opera in questo campo.Pubblichiamo quindi volentieri la email che gli “stagisti in sospeso” stanno inviando ai presidenti delle Regioni, alle giunte regionali e ai consiglieri regionali, in modo che possano fungere da ispirazione per altri che volessero cimentarsi in azioni simili. Molto importante fare attenzione, in questi casi, al linguaggio. Se nella propria “richiesta” per esempio si parla di stagisti come “lavoratori", se ci si riferisce allo stage come a un “contratto", o all’indennità come a una “retribuzione", ci si mette automaticamente in una posizione di debolezza. I detrattori hanno a quel punto gioco facile, infatti, a derubricare la proposta asserendo che arrivi da persone ingenue e non consapevoli – del fatto che lo stage non è un contratto di lavoro, che gli stagisti non sono lavoratori, che l’indennità non è una retribuzione… e così via. Per questo bisogna fare particolare attenzione a essere “inattaccabili” nella formulazione delle richieste; e per questo il “template” degli “stagisti sospesi” risulta particolarmente efficace.Va ovviamente rimodellato e “costumizzato” per adattarsi a ogni singola realtà regionale.TEMPLATE A CUI ISPIRARSI Alla cortese attenzione del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.Gentile Presidente Cirio,Siamo Chiara Collarà, Ilaria Esposito, Gianluca Ruggiero, Kudra Andrée e Flavia Giardina. Siamo al momento impiegati come tirocinanti in ambito Risorse Umane/formazione in organizzazioni attive in Piemonte e scriviamo alla sua attenzione per esporle la nostra situazione attuale.Ormai da due mesi i nostri tirocini sono stati sospesi in linea con le indicazioni della Regione Piemonte per tutelare la salute e la sicurezza dei tirocinanti durante l’emergenza Coronavirus.La possibilità, prevista intelligentemente e previdentemente dalla Regione, di lavorare in “smart- internshipping” non è stata resa operativa al momento in nessuno dei nostri casi e per alcuni di noi non sarebbe comunque applicabile. A oggi tutti noi, come molti dei nostri colleghi tirocinanti in Piemonte (circa 6mila a fine Marzo) e in tutta Italia, siamo a casa in attesa di poter riprendere i tirocini presso le nostre aziende.Contestualmente alla sospensione del nostro tirocinio, come previsto dalla normativa, anche le nostre indennità sono state sospese.Siamo consapevoli che il tirocinio non costituisce formalmente un rapporto di lavoro. Tuttavia, data la nostra giovane età, questo strumento è stato per noi un mezzo efficace per fare un primo passo nel mondo del lavoro.Iniziare come tirocinanti ci ha permesso di dare avvio alla carriera dei nostri sogni, in aziende con la "A" maiuscola. Vederci corrisposto un rimborso per i nostri tirocini ha dato la possibilità ad alcuni di noi di trasferirsi dalla propria Regione di nascita e mantenersi autonomamente qui in Piemonte e ad altri di non gravare più economicamente sulla propria famiglia. Il nostro entusiasmo e la nostra voglia di dare un contributo ci hanno reso forti in questi mesi (per alcuni di noi, anni) di tirocinio. Questi sarebbero stati per noi i primi passi verso l’indipendenza professionale e economica, indipendenza che ora vediamo inevitabilmente rimandata a data da definirsi.Alcuni di noi, infatti, sono stati costretti, in questi mesi, a tornare a chiedere aiuti economici ai propri genitori e parenti per pagare l’affitto e comprare generi alimentari. Altri stanno valutando se dover lasciare il proprio tirocinio per potersi sostentare momentaneamente con prestazioni occasionali di baby-sitting o altro, rinunciando così all’avvio delle proprie carriere.È dunque in queste circostanze e con questi pensieri che abbiamo deciso di rivolgerci a lei e alla giunta della Regione Piemonte per chiedere di rompere insieme il silenzio sulla categoria dei tirocinanti e per sottoporvi i seguenti punti, che abbiamo deciso di portare avanti insieme alla testata “La Repubblica degli Stagisti”, e riteniamo fondamentali:1. Sostegno economico agli stagisti. È indispensabile prevedere un sussidio a favore di tutti coloro che si sono visti interrompere o sospendere il tirocinio causa Coronavirus e per i quali non è stato possibile proseguire da casa. La maggior parte dei tirocini e relativi rimborsi è stata sospesa a Marzo e perciò è necessario muoversi al più presto per sostenere economicamente questa categoria, soprattutto pensando ai tanti tirocinanti “fuori sede” e a coloro che pagano un affitto. La nostra proposta è che il sussidio debba essere garantito per tutti coloro che stessero svolgendo un tirocinio con indennità di durata superiore alle 160 ore (un mese), indipendentemente dalla natura curricolare o extracurricolare del tirocinio. Su questo punto confidiamo in un vostro riscontro viste anche le azioni già intraprese in merito da altre regioni quali Emilia Romagna, Toscana e Lazio.2. Chiarire le tempistiche di ripresa dei tirocini. È importante decidere e comunicare con chiarezza quando i tirocini (sia curricolari sia extracurricolari) sospesi causa Coronavirus, potranno ricominciare e a quali condizioni: potranno ricominciare contestualmente alla riapertura delle attività e dei negozi? Se l’ufficio è aperto questo comporterà che potremo riprendere il nostro tirocinio? Sappiamo che è difficile prevedere il futuro anche prossimo in queste circostanze, ma è fondamentale per noi dare un orizzonte certo agli stagisti sospesi.Sentiamo forte, soprattutto in questo momento, la responsabilità di essere la futura generazione di lavoratori italiani e desideriamo, più di ogni altra cosa, di poter tornare a dare un contributo in presenza o in modalità smart e dare il massimo per far ripartire la nostra Regione Piemonte e la nostra Italia. In attesa che questo sia di nuovo possibile vogliamo evitare che le energie di questa fresca generazione di futuri lavoratori si disperdano e che i giovani tirocinanti perdano il proprio scopo, la speranza e la motivazione.Ci appelliamo a voi, alle Regioni, soprattutto ora, che nemmeno il tanto atteso “Decreto Rilancio” include la nostra categoria tra quelle che verranno sostenute economicamente dallo Stato nei prossimi mesi aumentando tra i tirocinanti una diffusa percezione di “invisibilità sociale”.Siamo certi che il nostro appello sarà accolto da lei e dalla giunta, che questo “silenzio degli innocenti” sarà spezzato e che smetteremo di essere invisibili, nel frattempo la ringraziamo di cuore per il tempo che ci ha dedicato e rimaniamo in attesa di un suo cordiale riscontro.Distinti Saluti,Chiara, Ilaria, Gianluca, Kudra e Flavia (Stagisti in Sospeso – Piemonte)

Ripartono i tirocini in Lombardia, via libera della Regione da lunedì 18 maggio

In Lombardia, dopo un “Dry spell” di quasi due mesi, si torna a poter attivare tirocini. Lo annuncia nel pomeriggio di venerdì 15 maggio la Regione, pubblicando sul suo sito un avviso informativo rivolto a “enti e operatori”, ma che ovviamente riguarda in primo luogo le migliaia e migliaia di giovani che da settimane si chiedono quando potranno ricominciare.Già dal titolo – “Tirocinio extracurriculare e curriculare - Coronavirus - Indicazioni valide dal 18 maggio 2020” – l’avviso rende chiaro l’orizzonte temporale: le indicazioni entreranno in vigore a partire dal prossimo lunedì, tra due giorni.«Regione Lombardia ha definito, nella nota allegata, gli indirizzi per la ripresa dei tirocini curriculari ed extracurriculari a partire dal prossimo 18 maggio» si legge sul sito: «E' possibile attivare nuovi tirocini, curriculari ed extracurriculari, e riattivare quelli sospesi per emergenza COVID-19 negli ambienti lavorativi per i quali non sussistano le restrizioni all’esercizio dell’attività derivanti dalle disposizioni governative».Dunque la nota agisce su due fronti: da una parte consente a chi si era visto sospendere lo stage di riprenderlo “in presenza”, cioè recandosi nella sede di lavoro; dall’altra ripristina la possibilità di attivare nuovi stage. I due divieti combinati avevano gettato, negli scorsi due mesi, nella disperazione migliaia di stagisti – o aspiranti tali – in Lombardia. In particolare il blocco della possibilità di attivare nuovi stage, formalizzato dalla Regione con un comunicato del 30 marzo, aveva congelato (o talvolta purtroppo anche fatto “saltare”) centinaia e centinaia di opportunità di stage, già predisposte e sulla griglia di partenza, lasciando aziende e giovani a bocca asciutta.Scaricando dalla pagina della Regione il pdf con il testo completo della nota si arriva a una documento di due pagine e mezzo, intitolato “Nuove indicazioni per lo svolgimento delle esperienze di tirocinio curricolare e extracurriculare nella fase di emergenza epidemiologica da Covid-19”. L’obiettivo dichiarato, si legge, è quello di «disciplinare la ripresa anche dei tirocini, in quanto esperienze formative che si svolgono in ambito lavorativo o nei laboratori delle istituzioni formative, compresi gli enti che erogano formazione di tipo musicale e artistico».Ed era in effetti ora e tempo che Regione Lombardia lo facesse, considerando che sul suo territorio si svolge oltre un quinto dei tirocini extracurricolari di tutta Italia (75mila su 148mila, solo considerando il 2018). A partire dal 18 maggio sarà dunque possibile attivare nuovi tirocini, «curriculari ed extracurriculari», oltre che «riattivare quelli sospesi per emergenza COVID-19». Naturalmente, dato che «ai tirocinanti si applicano gli stessi protocolli di sicurezza» che si applicano per i dipendenti e in particolare «previsti per il settore, l’attività e il luogo di lavoro ove è esercitata l’esperienza formativa in tirocinio», affinché l’attivazione e riattivazione di stage possa avere luogo vi sono delle condizioni: «la possibilità di attivazione o riattivazione di un tirocinio è inoltre subordinata», si legge, al rispetto di due condizioni: «verificare la presenza, alla luce della normativa vigente, delle condizioni necessarie per lo svolgimento dell’attività lavorativa che costituisce l’oggetto della formazione del tirocinante (e quindi che non vi siano restrizioni all’esercizio dell’attività o alla mobilità, in base ai codici Ateco e alle ordinanze in essere)» e poi verificare anche «la presenza delle condizioni, come richiesto dalle disposizioni governative, che assicurino adeguati livelli di protezione per lo svolgimento delle attività in azienda da parte dei lavoratori (uso di dispositivi di protezione individuale, distanza di sicurezza, orari, ecc…)».Se questi requisiti vengono soddisfatti, il tirocinio può partire (o riprendere, se era stato sospeso). Se non vengono soddisfatti, no. Se in un primo momento vengono soddisfatti e poi non più, il tirocinio – avverte la nota – «dovrà essere interrotto».Curiosamente i due aspetti più rilevanti della nota stanno nell’ultima pagina, dove si legge innanzitutto che «la modalità “a distanza” deve essere preferibile, ove possibile»: perché comunque è poco prudente obbligare gli stagisti a presentarsi in ufficio se possono svolgere le loro mansioni anche da casa, in questo periodo in cui è ancora molto importante tenere le strade, i mezzi pubblici e i luoghi di lavoro il meno affollati possibile. Si può prevedere, specifica la nota, un «mix distanza-presenza, limitando il tempo di presenza allo stretto necessario a garantire la qualità del tutoraggio». Il secondo punto importante è quello relativo alle imprese che sono entrate in questi mesi in cassa integrazione: possono continuare a ospitare stagisti? La risposta della Regione Lombardia è sì: «Le imprese in cassa integrazione che hanno sospeso parzialmente la propria attività possono ospitare i tirocinanti», facendo riferimento alla “normale” normativa lombarda in materia di tirocini in vigore dal giugno del 2018.Il resto del documento contiene un elenco di sette indicazioni indirizzate ai soggetti promotori di stage (che sono principalmente i centri per l’impiego, gli uffici tirocini/placement delle università, le agenzie per il lavoro): si va dalla acquisizione della «dichiarazione del soggetto ospitante nella quale assicura l’applicazione, nei confronti del tirocinante, degli stessi protocolli di sicurezza previsti per i lavoratori» all’integrazione del progetto formativo di tirocinio con la descrizione delle «attività che potranno essere svolte preferibilmente in modalità “a distanza”», fino all’assunzione della responsabilità che il contenuto formativo del tirocinio non si perda in questa modalità (il soggetto promotore deve infatti assicurare «tutti gli altri elementi che caratterizzano e qualificano l’esperienza di tirocinio, ivi compreso il tutoraggio, anche nello svolgimento delle attività formative da svolgersi “a distanza”»).Quattro indicazioni invece sono indirizzate ai soggetti ospitanti: oltre all’assicurare le condizioni di sicurezza ai tirocinanti, gli aspetti qui più rilevante sono quelli che impongono di definire «tempi e modalità per lo svolgimento delle attività formative, individuando quelle che è possibile svolgere in modalità “a distanza” (in analogia a quelle svolte dai lavoratori in regime di smart working)» e di consegnare a ciascuno stagista una «dichiarazione dei giorni e l’orario di presenza in sede, per il periodo di durata del tirocinio, che consente anche di giustificare la mobilità del tirocinante per il tragitto necessario a raggiungere il luogo di lavoro per tutto il periodo residuo dell’emergenza sanitaria», ovviamente solo fintanto che tale dichiarazione sarà richiesta dalla legge.La decisione della Regione Lombardia – e di altre Regioni in queste ultime settimane – smentisce la “leggenda popolare” circolata di recente, per cui tutte le Regioni avrebbero dovuto mettersi d’accordo su una data comune per la ripresa dei tirocini. Va ricordato però che molte altre Regioni devono ancora pronunciarsi in merito, e stanno lasciando i loro stagisti – decine di migliaia di persone – in un limbo di incertezza che certo non fa loro onore. L'auspicio è che possano prendere al più presto una decisione e comunicarle tempestivamente, in modo da dare finalmente qualche certezza.

Approvato il decreto “Rilancio” che rilancia tutti tranne gli stagisti: nessuna misura di sostegno per loro

Nessun “rilancio” per gli stagisti, e nemmeno un sostegno economico di qualsiasi tipo. Il decreto legge ribattezzato appunto “Rilancio” è stato approvato dal consiglio dei ministri nel pomeriggio di ieri, ma nelle sue 464 pagine non contiene niente che riguardi le decine di migliaia di persone che dal 23 febbraio in poi si sono viste interrompere o sospendere il tirocinio che stavano svolgendo, perdendo di conseguenza anche l’indennità mensile.L’allarme lanciato da questa testata lunedì, e ripreso anche dal quotidiano Repubblica in un articolo dal titolo “Non c’è un euro per stagisti e tirocinanti: mezzo milione di giovani senza alcun tipo di sostegno”, non è bastato. E non sono bastate le centinaia di messaggi accorati, su tutti i social network e via email, degli stagisti dimenticati ai politici. Ignorato l’ordine del giorno a prima firma Chiara Gribaudo del PD che impegnava il governo a prevedere «misure di sostegno al reddito per tutti coloro il cui tirocinio extracurricolare è stato sospeso o terminato in anticipo, consentendo ai giovani e a tutti gli interessati di mantenersi e riconoscendo la dignità del loro lavoro». Un ordine del giorno sottoscritto anche da Lia Quartapelle, Gea Schirò, Massimo Ungaro, Fausto Raciti, Luca Rizzo Nervo, Enza Bruno Bossio, Fausto Longo, Giuditta Pini e Matteo Orfini. Ancor più paradossale la sorte dell’altro ordine del giorno approvato ad aprile sugli stagisti, quello di Rosalba Testamento del Movimento 5 Stelle. Il testo di Testamento impegnava il governo a incrementare «le risorse previste nel “Fondo per il reddito di ultima istanza”, assicurandone l'accesso anche agli stagisti e ai tirocinanti operanti in ministeri, enti locali e aziende private». La richiesta è stata in parte accolta, dato che è stata effettivamente aumentata la dotazione del Fondo per il reddito di ultima istanza: l’articolo 81 del decreto “Rilancio”, intitolato “Modifiche all’articolo 44 recante istituzione del Fondo per il reddito di ultima istanza a favore dei lavoratori danneggiati dal virus Covid-19”, parla proprio dell’indennità di 600 euro “per il sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria”, prevedendo che il fondo a disposizione per tale misura venga quasi quadruplicato, passando da 300 milioni a 1 miliardo e 150 milioni.Peccato che quest’aumento della dotazione finanziaria non serva in alcun modo agli stagisti: il fine indicato dalla parlamentare pentastellata dunque, e cioè che a tale fondo incrementato potessero avere accesso anche i tirocinanti, è rimasto completamente disatteso.Resta il reddito di emergenza, per il quale il decreto prevede un limite di spesa di poco meno di 955 milioni di euro per l’anno 2020. Ma esso non è una misura rivolta ai singoli individui, bensì ai “nuclei familiari”, e per giunta solo a quelli “in condizioni di necessità economica”. Infatti per accedervi è richiesto che il valore del patrimonio mobiliare dell’intera famiglia sia inferiore a 20mila euro e che l’Isee sia inferiore a 15mila euro, due paletti estremamente rigidi che fanno in modo che qualsiasi famiglia non per forza benestante, ma anche solo della classe media e con qualche risparmio in banca resti al di fuori del raggio d’azione di questo provvedimento. Inoltre si è automaticamente esclusi se anche un solo membro della famiglia rientra in una serie di categorie come quella di pensionato, o percettore di reddito di cittadinanza, o fruitore di una delle indennità previste dal decreto legge di marzo.Ma il punto fondamentale è che il reddito di emergenza non è la misura adatta a sostenere gli stagisti. Non si tratta di una indennità destinata a loro in quanto individui, bensì di soldi destinati al nucleo familiare, e solo a condizione che esso sia in comprovata difficoltà. Gli stagisti hanno bisogno di una somma che vada direttamente a loro, indipendentemente da se la famiglia d'origine sia abbiente oppure no. Il centro della misura dev’essere il fatto che ciascuno di loro stesse facendo uno tirocinio e che il tirocinio si sia interrotto o sospeso improvvisamente causa Covid, e con esso l’indennità mensile – non il fatto che i genitori siano o meno in difficoltà economiche. E la somma dev’essere corrisposta a loro, in quanto adulti: non al nucleo familiare del quale essi non sono che una parte, una “appendice”.Dato che il decreto legge è un atto normativo con valore di legge utilizzato dal governo in casi straordinari di necessità e urgenza – disciplinato dall’articolo 77 della Costituzione – esso ha effetto immediato. Dunque il decreto “Rilancio” approvato ieri è immediatamente valido.Dovrà però essere convertito in legge dal Parlamento entro sessanta giorni, quindi ogni ramo (Camera e Senato) deve sbrigarsi e approvarlo entro un massimo di un mese. La palla dunque passa ai parlamentari: la speranza ancora una volta è che si formi un fronte compatto di deputati e senatori pronti a portare avanti la battaglia per gli stagisti.