Scritto il 20 Mag 2020 in Notizie
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Anche in Piemonte migliaia di tirocini sono stati sospesi o interrotti, tra marzo e maggio, causa Coronavirus. E anche in Piemonte migliaia di stagisti hanno sofferto le conseguenze di queste sospensioni e interruzioni, perdendo la loro fonte di reddito – l’indennità mensile – insieme alla possibilità di proseguire il proprio percorso formativo.
Come in Veneto, anche in Piemonte la politica si sta accorgendo di questo problema. L’avvocato Alberto Avetta, 51 anni, già vicesindaco della Città Metropolitana di Torino e oggi consigliere regionale del Partito Democratico [nella foto con il candidato governatore del centrosinistra, Sergio Chiamparino, l'anno scorso durante la campagna elettorale], ha depositato nei giorni scorsi una interpellanza per chiedere alla giunta regionale, guidata da Alberto Cirio di Forza Italia, un impegno per tutelare gli stagisti piemontesi danneggiati dall’emergenza.
La richiesta è indirizzata al presidente del consiglio regionale, Stefano Allasia, e ha come oggetto la “Riattivazione Tirocini”. Si parte dalla premessa che «in Piemonte risultano attivati ed attualmente sospesi circa 15mila tirocini» – un numero, specifica Avetta, «riferibile al periodo precedente il lock down» derivante da «stime dell'Agenzia Piemonte Lavoro») – e viene anche sottolineato come «altre regioni italiane (per esempio l’Emilia Romagna) risultano aver stanziato risorse per coprire il mancato introito da parte dei tirocinanti per tutta la durata della sospensione».
Avetta è convinto della utilità dello strumento del tirocinio: «I dati emersi dall’esperienza degli anni passati dimostrano l’importanza dei tirocini in termini di inserimento occupazionale», anche perché essi rappresentano «per molte persone, in particolare per i giovani, un’importante – e spesso l’unica – opportunità di inserimento o di reinserimento nel mondo del lavoro seppur non riconosciuta tra le forme contrattuali di assunzione», si legge nel testo della sua interpellanza. Proprio per questo, «per i tirocinanti sospesi sarebbe davvero importante poter conoscere i tempi certi in cui si intende riprendere le attività sopra richiamate e di poter confidare su di un sostegno economico che copra il periodo di sospensione».
Negli ultimi giorni la parte riguardante la riattivazione si è in qualche modo risolta, dato che la Regione proprio l'altroieri ha dato – attraverso un decreto del Presidente della Giunta Regionale – la possibilità di riattivare i tirocini extracurriculari in presenza precedentemente sospesi o attivati in smart internshipping, a partire dal 18 maggio, a patto che le tre parti in causa (ente promotore, tirocinante e soggetto ospitante) acconsentano.
Resta però in gioco la parte sul sostegno economico. Nell’ultima parte dell’interpellanza Avetta chiede «se e quando saranno stanziate risorse adeguate allo scopo».
L’interpellanza è stata presentata martedì 12 maggio e dovrebbe ricevere una risposta orale in aula, ma sul sito della Regione non vi sono ulteriori informazioni, e ancora non si sa quando verrà calendarizzata: «Dipende da tante variabili», spiega Avetta, «soprattutto da ciò che di volta in volta decide la conferenza dei capigruppo». Purtroppo non risultano a oggi altri consiglieri regionali che abbiano deciso di cofirmare l’interpellanza: sarebbe un gesto importante di attenzione verso questa tematica.
In questi giorni Avetta è stato anche contattato dagli “Stagisti in sospeso”, e ai cinque ragazzi ha risposto che «in questi giorni stiamo iniziando a lavorare su disegno di legge " Riparti Piemonte" che la Giunta Cirio proporrà al Consiglio Regionale per l'approvazione», promettendo che è sua «e di tutto il gruppo del Partito Democratico proporre alla maggioranza soluzioni che cerchino di dare risposta a molteplici aspetti problematici che ci vengono segnalati, sperando che si possa giungere in tempi congrui ad una limitazione o risoluzione del vostro problema».
Gli “aspetti problematici” in Piemonte al momento sono due: il primo è appunto che gli stagisti che hanno subito interruzioni/sospensioni avrebbero bisogno di un sostegno economico, che la Regione non ha ancora nemmeno accennato a voler prevedere; il secondo problema è che, pur essendo stata autorizzata la ripresa degli stage sospesi a marzo, non c'è invece ancora il via libera all’attivazione di nuovi stage. Con il risultato che molte imprese che sarebbero pronte ad accogliere nuovi stagisti, e far partire percorsi formativi on the job (e relative indennità mensili), sono bloccate dal divieto - che invece in quasi tutte le altre Regioni italiane non sussiste più.
In attesa che qualcosa si sblocchi a livello di amministrazione regionale, l’auspicio è quello che molti altri consiglieri regionali piemontesi di maggioranza e opposizione si uniscano ad Avetta nel proporre e richiedere misure a tutela degli stagisti.
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