Approvato il decreto “Rilancio” che rilancia tutti tranne gli stagisti: nessuna misura di sostegno per loro

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 14 Mag 2020 in Notizie

Coronavirus covid sospensione stage sostegno al reddito sussidio per gli stagisti

Nessun “rilancio” per gli stagisti, e nemmeno un sostegno economico di qualsiasi tipo. Il decreto legge ribattezzato appunto “Rilancio” è stato approvato dal consiglio dei ministri nel pomeriggio di ieri, ma nelle sue 464 pagine non contiene niente che riguardi le decine di migliaia di persone che dal 23 febbraio in poi si sono viste interrompere o sospendere il tirocinio che stavano svolgendo, perdendo di conseguenza anche l’indennità mensile.

L’allarme lanciato da questa testata lunedì, e ripreso anche dal quotidiano Repubblica in un articolo dal titolo “Non c’è un euro per stagisti e tirocinanti: mezzo milione di giovani senza alcun tipo di sostegno”, non è bastato. E non sono bastate le centinaia di messaggi accorati, su tutti i social network e via email, degli stagisti dimenticati ai politici.

Ignorato l’ordine del giorno a prima firma Chiara Gribaudo del PD che impegnava il governo a prevedere «misure di sostegno al reddito per tutti coloro il cui tirocinio extracurricolare è stato sospeso o terminato in anticipo, consentendo ai giovani e a tutti gli interessati di mantenersi e riconoscendo la dignità del loro lavoro». Un ordine del giorno sottoscritto anche da Lia Quartapelle, Gea Schirò, Massimo Ungaro, Fausto Raciti, Luca Rizzo Nervo, Enza Bruno Bossio, Fausto Longo, Giuditta Pini e Matteo Orfini.

Ancor più paradossale la sorte dell’altro ordine del giorno approvato ad aprile sugli stagisti, quello di Rosalba Testamento del Movimento 5 Stelle. Il testo di Testamento impegnava il governo a incrementare «le risorse previste nel “Fondo per il reddito di ultima istanza”, assicurandone l'accesso anche agli stagisti e ai tirocinanti operanti in ministeri, enti locali e aziende private». La richiesta è stata in parte accolta, dato che è stata effettivamente aumentata la dotazione del Fondo per il reddito di ultima istanza: l’articolo 81 del decreto “Rilancio”, intitolato “Modifiche all’articolo 44 recante istituzione del Fondo per il reddito di ultima istanza a favore dei lavoratori danneggiati dal virus Covid-19”, parla proprio dell’indennità di 600 euro “per il sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria”, prevedendo che il fondo a disposizione per tale misura venga quasi quadruplicato, passando
da 300 milioni a 1 miliardo e 150 milioni.

Peccato che quest’aumento della dotazione finanziaria non serva in alcun modo agli stagisti: il fine indicato dalla parlamentare pentastellata dunque, e cioè che a tale fondo incrementato potessero avere accesso anche i tirocinanti, è rimasto completamente disatteso.

Resta il reddito di emergenza, per il quale il decreto prevede un limite di spesa di poco meno di 955 milioni di euro per l’anno 2020. Ma esso non è una misura rivolta ai singoli individui, bensì ai “nuclei familiari”, e per giunta solo a quelli “in condizioni di necessità economica”. Infatti per accedervi è richiesto che il valore del patrimonio mobiliare dell’intera famiglia sia inferiore a 20mila euro e che l’Isee sia inferiore a 15mila euro, due paletti estremamente rigidi che fanno in modo che qualsiasi famiglia non per forza benestante, ma anche solo della classe media e con qualche risparmio in banca resti al di fuori del raggio d’azione di questo provvedimento. Inoltre si è automaticamente esclusi se anche un solo membro della famiglia rientra in una serie di categorie come quella di pensionato, o percettore di reddito di cittadinanza, o fruitore di una delle indennità previste dal decreto legge di marzo.

Ma il punto fondamentale è che il reddito di emergenza non è la misura adatta a sostenere gli stagisti. Non si tratta di una indennità destinata a loro in quanto individui, bensì di soldi destinati al nucleo familiare, e solo a condizione che esso sia in comprovata difficoltà.

Gli stagisti hanno bisogno di una somma che vada direttamente a loro, indipendentemente da se la famiglia d'origine sia abbiente oppure no. Il centro della misura dev’essere il fatto che ciascuno di loro stesse facendo uno tirocinio e che il tirocinio si sia interrotto o sospeso improvvisamente causa Covid, e con esso l’indennità mensile – non il fatto che i genitori siano o meno in difficoltà economiche. E la somma dev’essere corrisposta a loro, in quanto adulti: non al nucleo familiare del quale essi non sono che una parte, una “appendice”.

Dato che il decreto legge è un atto normativo con valore di legge utilizzato dal governo in casi straordinari di necessità e urgenza – disciplinato dall’articolo 77 della Costituzione – esso ha effetto immediato. Dunque il decreto “Rilancio” approvato ieri è immediatamente valido.

Dovrà però essere convertito in legge dal Parlamento entro sessanta giorni, quindi ogni ramo (Camera e Senato) deve sbrigarsi e approvarlo entro un massimo di un mese. La palla dunque passa ai parlamentari: la speranza ancora una volta è che si formi un fronte compatto di deputati e senatori pronti a portare avanti la battaglia per gli stagisti.

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