Ilaria Mariotti
Scritto il 21 Mag 2020 in Notizie
Coronavirus covid diritti degli stagisti Regione Umbria sospensione stage sussidio per gli stagisti
Con lo scoppio dell'emergenza Covid-19 decine di migliaia di stagisti si sono ritrovati da un momento all'altro senza tirocinio. E per chi non ha avuto la possibilità di proseguirlo da remoto, anche senza quella minima indennità mensile che serve a sostentarsi. Nel Decreto Rilancio pubblicato in Gazzetta Ufficiale nelle scorse ore degli stagisti non si fa neppure menzione.
È solo grazie alla politica locale che sembrerebbero invece aprirsi alcuni spiragli per la categoria. Dopo il caso della Calabria, dell'Emilia Romagna, del Lazio e della Toscana, si sono susseguite le richieste di interessamento alla questione stagisti rivolte agli enti regionali. Una delle ultime riguarda la Regione Umbria, dove nel solo 2019 sono stati oltre 5mila i tirocini extracurriculari attivati.
Il capogruppo Pd del Consiglio regionale umbro Tommaso Bori, classe 1986, ha presentato lo scorso 8 maggio una mozione dal titolo «Misure per la continuità dei percorsi individuali per l'inserimento lavorativo. Contributi a favore delle persone inserite in tirocini extra curriculari che hanno dovuto sospendere il proprio progetto a causa dell'emergenza Covid-19». Alla base del documento la volontà «di impegnare la Giunta regionale» si legge nel comunicato, «a promuovere un intervento in favore di quanti hanno iniziato a seguire un iter di formazione e avviamento al lavoro e hanno dovuto sospenderlo a causa dell'emergenza sanitaria».
La decisione di Bori arriva proprio sulla scorta dell'operato dei suoi colleghi degli altri enti locali. «Altre regioni lo hanno già fatto» spiega alla Repubblica degli Stagisti, senza risparmiare una stoccata alla presidente della Giunta, la leghista Donatella Tesei: «Evidentemente» dice riferendosi alle Regioni in cui i sussidi sono stati approvati, «sono amministrate da soggetti che hanno una sensibilità nei confronti di soggetti pià svantaggiati».
La proposta di Bori va infatti nella stessa direzione degli stanziamenti già realizzati dagli altri esecutivi locali a favore degli stagisti. Il sistema da seguire, secondo le intenzioni, dovrebbe essere quello dell’erogazione di un pagamento una tantum sul modello dell'Emilia Romagna. Nello specifico Bori chiederebbe dunque un contributo una tantum di almeno 450 euro, che salirebbe a 900 nel caso dei disabili. Una maggiorazione «quanto mai indispensabile per colmare l'assenza di altre misure di sostegno e inclusione sociale» e «assolutamente replicabile anche in Umbria».
Per i fondi, l'invito della mozione è quello di «stanziare le risorse necessarie a valere sulle disponibilità previste del Fondo sociale europeo», di nuovo sulla scia delle altre regioni. «Sarà poi compito della Giunta e dei funzionari regionali individuare le modalità migliori e più funzionali per gli adempimenti burocratici» precisa il consigliere alla Repubblica degli Stagisti: «L’importante è che si comprenda l’importanza della questione e che ci sia un intervento il prima possibile».
I tirocini curriculari nella mozione di Bori resterebbero esclusi. Il fine, è scritto nel documento, è «intervenire immediatamente per prevedere ed erogare risorse a sostegno di coloro che avevano avviato un percorso di formazione tramite tirocini extracurriculari». La ratio è dare una mano a chi è più in difficoltà, in particolare «i tanti giovani, donne e disoccupati che erano impegnati in queste importanti attività: sono categorie svantaggiate che necessitano di un accompagnamento verso una piena inclusione».
Sulle speranze di approvazione della mozione Bori non si fa però grandi illusioni: «Dipende dalla sensibilità che la Giunta Regionale mostrerà nei confronti dei cittadini umbri interessati». La battaglia è iniziata da subito per «trovare le soluzioni necessarie e le risposte giuste alle tante domande che provengono da tutte le differenti realtà sociali ed economiche della regione», ma «purtroppo fino ad ora la Giunta Tesei ha sempre rifiutato ogni nostra proposta di un tavolo comune».
Nessuna risposta è arrivata, dice Bori, alle «nostre istanze, lettere, mozioni, richieste: un rifiuto di ogni forma di dialogo e di interazione». Il consigliere ne è rammaricato: non dovrebbero essere «i giochi politici a prevalere», dice, ma «la continuità dei percorsi delle persone per l’inserimento lavorativo».
Nel frattempo in Umbria i tirocini restano ancora fermi, in attesa della ripresa prevista a partire da domani, venerdì 22 maggio. Proseguono però le attività in smart internshipping, una modalità su cui il giudizio di Bori è positivo: «Quando è fattibile sono d’accordo». Non sempre però è così, perché «ci sono alcuni tirocini che, ai fini della formazione, hanno bisogno di presenza fisica nell’azienda». Senza contare «che non tutte le persone hanno a disposizione gli strumenti tecnologici necessari per lavorare da remoto, o una connessione funzionante e all’altezza». Ben vengano quindi le modalità a distanza, ma sempre con l'obiettivo «di non lasciare indietro nessuno».
Ilaria Mariotti
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