Categoria: Approfondimenti

Costi, remunerazione minima, articoli richiesti: tutti i requisiti per diventare pubblicisti, Ordine per Ordine

Abruzzo[Pubblicisti iscritti: 1.321; pubblicisti in pensione: 218; popolazione: 1 milione 338.164; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 9,8]Costi: 300,62 euro (carta da bollo da 14,62 euro, tassa di concessione governativa da 168 euro, 118 euro per diritti di segreteria) Articoli richiesti: Per i giornali quotidiani, le agenzie di stampa e i giornali telematici quotidiani un minimo di 60 articoli. Per i settimanali 40. Per i periodici 20.Retribuzione minima nel biennio: 1.500 euro da attestare con modello riepilogativo di fine anno o ricevute (minimo 3-4 per ciascun anno)  Basilicata [Pubblicisti iscritti: 500; pubblicisti in pensione: 55; popolazione: 589.449; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 8,5] Costi: 362,62 euro (80 euro per diritti di segreteria, 100 euro per quota annuale di iscrizione, 168 euro di tassa di concessione governativa, 14,62 euro di marca da bollo) Articoli richiesti: 30 articoli per ogni anno del biennio documentato Retribuzione minima nel biennio: Il Consiglio riterrà congrua una retribuzione che non sia inferiore al 10% di quanto stabilito dal Tariffario del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti relativo all’anno di pubblicazione degli articoli presentati Colloquio di ammissione: Il Consiglio dell’Ordine si riserva, in sede di istruttoria, di ascoltare i programmi giornalistici nei quali è impegnato il richiedente, per riferirne al Consiglio stesso in sede di esame finale della domanda d’iscrizione. Il Consiglio dell’Ordine può chiedere ulteriori elementi che riterrà opportuni per accertare l’esercizio dell’attività giornalistica da parte degli interessati e la regolarità della retribuzione.   Calabria [Pubblicisti iscritti: 1.610; pubblicisti in pensione: 310; popolazione: 2 milioni 8.973; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 8] Costi: nd Articoli richiesti: 70 per i quotidiani, 24 per i periodici Retribuzione minima nel biennio: 3.000 euro per i quotidiani, 1.000 euro per i periodici     Campania [Pubblicisti iscritti: 7.335; pubblicisti in pensione: 473; popolazione: 5 milioni 822.331; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 12,6] Costi: 362,62 euro (marca da bollo da 14.62 euro, 35 euro al momento della presentazione dell’istanza, dopo l’ammissione dell’istanza versamento di 168 euro, pagamento all’Ordine una tantum di 55 euro, 90 euro di quota annuale Articoli richiesti: almeno 70 articoli firmati o siglati (non oltre il 20 per cento del totale) Retribuzione minima nel biennio: 1.000 euro, da attestare con copia delle ricevute (ritenute d’acconto) di tutti i compensi giornalistici percepiti   Emilia Romagna [Pubblicisti iscritti: 3.864; pubblicisti in pensione: 540; popolazione: 4 milioni 369.092; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 8,8] Costi: 337,62 euro (marca da bollo da 14,62 euro; versamento per diritti segreteria esame domanda di 80 euro; diritti segreteria iscrizione 75 euro; tassa di concessione governativa 168 euro) Articoli richiesti: 60 articoli nell’arco del biennio per chi collabora con quotidiani, 40 per settimanali e quindicinali, 30 per periodicità inferiori. Gli articoli non firmati o in fotocopia necessitano di una ulteriore dichiarazione del direttore responsabile che ne confermi l’effettiva redazione. Retribuzione minima nel biennio: 1.000 euro. Per documentare la retribuzione percepita possono essere allegati: sostituto d’imposta o CUD rilasciati annualmente per la denuncia dei redditi; copia delle singole ricevute a saldo rilasciate dal committente nelle quali sia indicato il periodo cui si riferiscono, l’imponibile e la relativa ritenuta d’acconto effettuata.   Friuli Venezia Giulia [Pubblicisti iscritti: 1.490; pubblicisti in pensione: 284; popolazione: 1 milione 233.721; pubblicisti ogni 10.000 abitanti: 12] Costi: 387 euro (90 euro per quota annuale Albo, 103,50 euro per diritti di nuova iscrizione, 25,50 euro per la tessera professionale, 168 euro per tassa di concessione governativa) Articoli richiesti: non meno di 50 articoli per i quotidiani - in ragione di due al mese circa -, 30 per i settimanali, 20 per i mensili Retribuzione minima nel biennio: viene valutata di volta in volta dal Consiglio   Lazio [Pubblicisti iscritti: 10.853; pubblicisti in pensione: 425; popolazione: 5 milioni 664.862; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 19,15] Costi: 500,62 euro (marca da bollo da 14,62 euro; 200 euro di tassa d’iscrizione; 168 euro di tassa per concessioni governative; all'atto dell'iscrizione dovrà essere versata la quota per l'anno in corso pari a 100 +18 euro) Articoli richiesti: 80 articoli di cui 65 a propria firma e 15 tra siglati e con pseudonimo Retribuzione minima nel biennio: 5.000 euro da attestare con  ricevute o fatture periodiche (al massimo quadrimestrali) Colloquio di ammissione: Sì - dinanzi ad una Commissione consiliare, con tanto di verbalizzazione. Materie: le istituzioni pubbliche e della categoria, Carta Costituzionale e Carta dei doveri. Qualche domanda di cultura generale.   Liguria [Pubblicisti iscritti: 1.073; pubblicisti in pensione: 178; popolazione: 1 milione 616.559; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 6,6] Costi:  387,62 euro (marca da bollo da 14,62 euro; 80 euro diritti di segreteria; dopo l'accettazione della domanda, 100 euro di quota iniziale, 25 euro per il tesserino, 168 euro di tassa per concessione governativa) Articoli richiesti: 60-70 per i quotidiani, 48 per i settimanali, 24 per i mensili Retribuzione minima nel biennio: retribuzione non inferiore al 10 per cento di quanto previsto dal Tariffario nazionale relativamente all'anno di pubblicazione e al numero di articoli presentato; da attestare con documentazione nominativa e legalmente valida. Lombardia[Pubblicisti iscritti: 11.682; pubblicisti in pensione: 602; popolazione: 9 milioni 810.160; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 12] Costi: 282,62 euro (marca da bollo da 14,62 euro; tassa di ammissione 100 euro; dopo l’accettazione della domanda, 168 euro per tassa di concessione governativa) Articoli richiesti: 65 quotidiani e settimanali, 40 mensili Retribuzione minima nel biennio: 1.000 euro. La retribuzione deve essere dimostrata con copia delle ricevute dei compensi percepiti nell'ultimo biennio.   Marche [Pubblicisti iscritti: 1.385; pubblicisti in pensione: 126; popolazione: 1 milione 575.927; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 8,8] Costi: 397,62 euro (110 per diritti di segreteria + 105 per quota annuale d'iscrizione, tassa di concessione governativa di 168 euro, marca da bollo da 14,62 euro), Articoli richiesti: circa 70 articoli nel biennio, comunque non meno di 50. Gli articoli siglati o non firmati devono essere meno della metà. Retribuzione minima nel biennio: 750 Euro nel biennio. La retribuzione deve essere dimostrata con copia delle ricevute dei compensi percepiti nell'ultimo biennio.   Molise [Pubblicisti iscritti: 378; pubblicisti in pensione: 30; popolazione: 320.487; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 11,8] Costi: 467,62 euro (carta da bollo da 14,62 euro, versamento di 160 euro per diritti di segreteria che non verranno restituiti in caso di rigetto della domanda, 168 euro per tasse di concessione governativa. All'atto dell'iscrizione dovrà essere versata la quota per l'anno in corso pari a 100 euro+25 euro). Articoli richiesti: 70 articoli per i quotidiani; 50 per i settimanali, bi e trisettimanali; 40 per i quindicinali; 20 per i mensili ed altre periodicità. Retribuzione minima nel biennio: 1.000 euro netti, da attestarsi con documentazione comprovante l'erogazione di compensi per almeno 500 euro annui netti.   Piemonte [Pubblicisti iscritti: 5.117; pubblicisti in pensione: 299; popolazione: 4 milioni 442.517; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 11,5] Costi: 242,62 euro (carta da bollo da 14,62 euro, 60 euro per diritti di segreteria, 168 euro di tasse di concessione governativa) Articoli richiesti: quotidiani: minimo di 70 articoli negli ultimi 24 mesi;  pubblicazioni settimanali, bi o trisettimanali: minimo di 60 articoli negli ultimi 24 mesi;  pubblicazioni quindicinali: minimo di 40 articoli negli ultimi 24 mesi;  pubblicazioni mensili o con altre periodicità: minimo di 20 articoli negli ultimi 24 mesi. Per gli articoli non firmati, firmati con pseudonimo o siglati, occorre una controfirma del direttore responsabile Retribuzione minima nel biennio: 1.250 euro da attestare con copia delle ricevute dei compensi percepiti negli ultimi ventiquattro mesi. E’ obbligatorio dimostrare che i compensi sono stati assoggettati a ritenuta d’acconto.   Puglia [Pubblicisti iscritti: 2.930; pubblicisti in pensione: 343; popolazione: 4 milioni 82.466; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 7,2] Costi: 372,62 euro (carta da bollo da 14,62 euro, tassa per concessioni governative da 168 euro, 190 euro per diritti di Segreteria - importo che sarà restituito nel caso di mancato accoglimento della domanda di iscrizione) Articoli richiesti: 60 articoli nel biennio Retribuzione minima nel biennio: retribuzione non inferiore al 10 per cento di quanto previsto dal Tariffario nazionale relativamente all'anno di pubblicazione e al numero di articoli presentato; da attestare con documentazione nominativa e legalmente valida   Sardegna [Pubblicisti iscritti: 1.299; pubblicisti in pensione: n.d.; popolazione: 1 milione 671.929; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 7,8] Costi: 282,62 euro (100 euro per diritti di segreteria, tassa di concessione governativa da 168 euro, marca da bollo da 14,62 euro) Articoli richiesti: non meno di 40 articoli regolarmente retribuiti (con annessa documentazione contabile e copia degli articoli stessi) pubblicati nell'arco di due anni. Retribuzione minima nel biennio: 300 euro corrisposti in non meno di quattro soluzioni semestrali Colloquio: questionario di ammissione   Sicilia [Pubblicisti iscritti: 2.707; pubblicisti in pensione: 1.250; popolazione: 5 milioni 42.013; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 5,4] Costi: 582,62 euro (marca da bollo da 14,62 euro; 400 euro di spese di istruzione pratica, di cui 266 a fondo perduto e 134 restituibili in caso di reiezione della domanda; 168 euro per tassa di concessione governativa). Articoli richiesti: almeno 90 articoli scritti e pubblicati nell’arco dell’ultimo biennio, se questi vengono pubblicati su quotidiani, e di 60 su periodici; nel concetto di “articolo” non rientra la notizia in breve. Gli articoli non firmati non dovranno superare comunque il 20% del totale (18 su 90 e 12 su 60 ). Retribuzione minima nel biennio: 1000 euro da attestare con modelli  F24 rilasciati al massimo per ogni anno di attività e non cumulativi. Colloquio di ammissione: sì, sui seguenti temi - storia del giornalismo, deontologia, le leggi che regolano il giornalismo italiano, le  responsabilità penali e civili, separazione tra informazione e comunicazione ( divieto di pubblicità), normativa vigente sulla privacy, carta dei doveri, carta di Treviso, carta di Roma, le norme sul  giornalismo economico e sportivo, le fonti d’informazione, il ruolo e la funzione degli uffici stampa, diritti d’autore e copyright   Toscana [Pubblicisti iscritti: 3.426; pubblicisti in pensione: 436; popolazione: 3 milioni 726.311; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 9,2] Costi: 506,24 euro (carta da bollo da 14,62 euro; da presentare dopo l’accettazione della domanda: ricevuta di versamento della tassa di concessione governativa di 168  euro, assegno di 323,62 euro corrispondente a 200 euro per quota di prima iscrizione, a 95 euro per la quota dell'anno in corso, a 25 euro per la tessera e 3,62 euro per bolli quietanza). Articoli richiesti: le ricevute dei compensi devono essere almeno due per ciascun anno. Retribuzione minima nel biennio: è ritenuto sufficiente un compenso per ogni singolo servizio non inferiore al 25% di quello previsto dal Tariffario dell’Ordine, oppure una retribuzione complessiva del biennio di almeno 1033 euro per i quotidiani a diffusione locale e di 1549 euro per quelli a diffusione nazionale, e di almeno 671 euro per i periodici a diffusione locale e di 1033 euro per quelli a diffusione nazionale.   Trentino Alto Adige [Pubblicisti iscritti: 1.041; pubblicisti in pensione: 148; popolazione: 1 milione 25.898; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 10] Costi: 292,62 euro (carta da bollo da 14,62 euro, tassa di concessione governativa da 168 euro, tassa d'iscrizione di 110 euro di cui 10 di diritti di segreteria) Articoli richiesti: 50 per i quotidiani, 25 per i periodici Retribuzione minima nel biennio: nd     Umbria [Pubblicisti iscritti: 972; pubblicisti in pensione: 62; popolazione: 899.551; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 10,8] Costi: 262,62 euro (tassa di concessione governativa da 168 euro, marca da bollo da 14,62 euro, 80 euro quale tassa di ammissione) Articoli richiesti: almeno 80 articoli per collaborazione ai quotidiani, almeno 70 per periodici settimanali, 60 per periodici quindicinali e 30 per mensili. Retribuzione minima nel biennio: 900 euro. Non sono ammessi pagamenti che cumulino periodi superiori a quattro mesi. Colloquio: sì - valutazione dell’adeguatezza e della continuità dell’attività giornalistica effettivamente svolta   Val d’Aosta [Pubblicisti iscritti: 196; pubblicisti in pensione: 50; popolazione: 127.721; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 15,3] Costi: 392,62 euro (carta da bollo da 14,62 euro, 60 euro per diritti di segreteria; da versare dopo la presentazione della domanda e su richiesta della segreteria:  tasse e concessioni governative per 168 euro; 50 euro per il rilascio della tessera professionale,  100 euro per quota annuale di iscrizione) Articoli richiesti: 40 articoli da attestare con modello riepilogativo di fine anno o con ricevute e quietanza di ritenuta d’acconto (non meno di 3 o 4 per ciascun anno) Retribuzione minima nel biennio: i compensi percepiti non potranno essere inferiori ad un importo tale da coprire l’ammontare delle quote minime previste dalla legge: iscrizione all’Ordine  e contributi minimi dovuti all’Inpgi Gestione Separata.   Veneto [Pubblicisti iscritti: 2.975; pubblicisti in pensione: 616; popolazione: 4 milioni 907.823; pubblicisti ogni 10mila abitanti: 6] Le iscrizioni all'Elenco dei pubblicisti proseguiranno sulla base delle "vecchie" modalità in relazione alle domande presentate entro e non oltre il 31 luglio 2010 (in caso di domande inviate via posta farà fede il timbro postale). Tutte le domande di iscrizione presentate successivamente a tale data saranno trattate secondo quanto previsto dal nuovo documento di indirizzo del Cnog per l'iscrizione all'Elenco dei pubblicisti: ovvero, il richiedente dovrà attestare al Consiglio regionale l'avvenuta frequenza del corso di formazione organizzato dall'Ordine regionale, o del corso on-line promosso dal Consiglio nazionale. Costi: 464,43 euro (180 euro quale tassa di iscrizione all’elenco, marca da bollo da 1,81 euro, tassa di concessione governativa da 168 euro, marca da bollo da 14,62 euro, ad iscrizione avvenuta dovrà essere versata la quota d'albo annuale di 100 euro) Articoli richiesti: 60 nell’arco del biennio per chi collabora con quotidiani, 40 per settimanali e quindicinali, 24 per periodicità inferiori. Retribuzione minima nel biennio: 1.000 euro. Non è ritenuto valido il pagamento corrisposto in unica soluzione o al termine del biennio.I dati sul numero dei pubblicisti sono stati forniti alla Repubblica degli Stagisti direttamente dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, e sono aggiornati al settembre 2009.I dati sulla popolazione sono tratti dalle rilevazioni Istat e riferiti al medesimo periodo.Andrea CuriatPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - La testimonianza di Franca: «Dopo una serie di stage logoranti, la scelta di pagarmi da sola i contributi da pubblicista»;- La testimonianza di Carlo: «Sono diventato pubblicista scrivendo gratis: ma almeno le ritenute d’acconto me le hanno pagate»; - Da 250 a 500 euro: quanto costa diventare pubblicista e quali sono le altre differenze tra le varie regioni; - L'avvocato Gianfranco Garancini: «Chi falsifica la documentazione pur di entrare nell'albo dei giornalisti pubblicisti commette reati penali»

Da 250 a 600 euro: quanto costa diventare giornalisti pubblicisti e quali sono le altre differenze tra le varie regioni

Sessanta euro in Piemonte, 200 euro nel Lazio, 400 euro in Sicilia. No, non sono le ultime vincite sulle ruote del Lotto, ma le spese di segreteria previste dai vari ordini regionali dei giornalisti per presentare le domande di iscrizione all’albo dei pubblicisti. Cifre cui vanno sommati i costi per marche da bollo, i 168 euro di tasse per concessione governativa e altri pagamenti ancora, per arrivare a totali che variano dal minimo di 262 euro dell’Umbria al massimo di 582,62 euro per la Sicilia. Il calcolo si basa su quanto riportato nella modulistica ufficiale e nelle istruzioni reperibili nei siti degli Ordini che, però, in molti casi non specificano le spese immediatamente successive all’ammissione della domanda: emissione del tesserino e prima quota annuale. Anche le regioni apparentemente più “convenienti”, quindi, potrebbero riservare esborsi aggiuntivi tali da far lievitare il costo finale. A conti, comunque, fatti la spesa media cui va incontro un aspirante pubblicista si attesta oggi intorno ai 350 euro. E in alcune regioni la concentrazione di giornalisti è molto elevata: nel Lazio c'è un pubblicista ogni 500 abitanti, e sommando anche professionisti, pensionati, stranieri e iscritti all'elenco speciale la proporzione raddoppia addirittura a uno su 250. Le differenze nei regolamenti d’iscrizione all’albo non si riducono esclusivamente ai costi per l’iscrizione. Anche i requisiti fissati dagli Ordini variano drasticamente di regione in regione, rispondendo a logiche diverse: da un lato, l’esigenza di non porre paletti troppo rigidi per consentire al maggior numero di giovani possibili di diventare pubblicisti; dall’altro, la volontà di evitare lo sfruttamento dei ragazzi con paghe da fame. La maggior parte degli Odg ha individuato un compromesso in una retribuzione minima fissata ad almeno mille euro netti nel biennio; altri, come gli Ordini di Liguria e Puglia, chiedono il 10% di quanto previsto dal Tariffario nazionale, mentre il Friuli Venezia Giulia valuta ogni caso come a sé stante. La Sardegna [nell'immagine qui a sinistra, l'homepage del sito dell'ordine] ha optato per paletti meno rigidi, richiedendo una remunerazione di 300 euro nel biennio, corrisposta però in non meno di 4 soluzioni semestrali, mentre il Lazio versa all’estremità opposta dello spettro con una barriera all’ingresso di 3mila euro.Il numero di articoli necessario per diventare pubblicisti è sostanzialmente uniforme presso i vari Odg: da 60 a 80 in quasi tutte le regioni per chi scrive nei quotidiani, con sconti di entità variabile per chi lavora in periodici a cadenza mensile o settimanale. La Val d’Aosta costituisce l’unica eccezione significativa, richiedendo appena 40 articoli pubblicati e firmati nel biennio.Un ultimo dato rilevante emerso dall’indagine della Repubblica degli Stagisti è dato dalla densità di giornalisti pubblicisti presenti nelle varie Regioni in rapporto alla popolazione locale. Così, in base ai dati degli Ordini e dell'Istat al 30 settembre 2009, in Abruzzo, Umbria, Trentino Alto Adige e Toscana ci sono circa 10 pubblicisti iscritti all’albo e non in pensione ogni 10mila abitanti; in Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise e Piemonte, tale rapporto sale a 12 su 10mila. I picchi più alti si registrano nel Lazio (quasi 20 pubblicisti ogni 10mila abitanti) e, forse più sorprendentemente, in Val d’Aosta (15,3 su 10mila). Chi è interessato a lavorare in ambienti meno affollati dovrebbe forse trasferirsi in Liguria, Sicilia o Veneto, dove incontrare dei colleghi pubblicisti è molto più difficile: ce ne sono soltanto 5 o 6 ogni 10mila residenti. Andrea Curiat   Per saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Costi, remunerazione minima, articoli richiesti: tutti i requisiti per diventare pubblicisti, Ordine per Ordine; - Disposti a tutto pur di diventare giornalisti pubblicisti: anche a fingere di essere stati pagati. Ma gli Ordini non vigilano?;   E anche: - La testimonianza di Franca: «Dopo una serie di stage logoranti, la scelta di pagarmi da sola i contributi da pubblicista»; - L'avvocato Gianfranco Garancini: «Chi falsifica la documentazione pur di entrare nell'albo dei giornalisti pubblicisti commetto reati penali»

Disposti a tutto pur di diventare giornalisti pubblicisti: anche a fingere di essere pagati. Ma gli Ordini non vigilano?

Falsi pubblicisti, prevenire è meglio che curare. Non sono rari, purtroppo, i casi di giovani aspiranti giornalisti costretti da aziende truffaldine a pagarsi da soli i contributi, falsificando documenti e ricevute fiscali per dimostrare l’esistenza di un’attività remunerata e poter ottenere così l’ambito tesserino. Ma è possibile giocare d’anticipo e impedire il ripetersi di questa pratica illegale, che costituisce reato tanto per le testate coinvolte quanto per i ragazzi che si lasciano convincere? La Repubblica degli Stagisti lo ha chiesto ai venti Ordini regionali dei giornalisti, ottenendo un coro di risposte pressoché uniforme: i controlli ci sono, ma vengono effettuati solamente sulla documentazione fiscale presentata dagli aspiranti pubblicisti (che consiste nelle singole ricevute dei pagamenti assoggettati a ritenuta d'imposta o nel modello riepilogativo di fine anno dei compensi rilasciato dall'azienda in base al Dpr 600 del 1973 con allegata quietanza del versamento della ritenuta d'acconto). Impossibile, di fatto, un'azione preventiva, in primo luogo perchè gli stessi Ordini non conoscono la situazione dei ragazzi sino a che non presentano domanda per diventare publicisti.  «Per l’iscrizione all’albo elenco pubblicisti» ricorda Gianni Rossetti [nella foto], presidente dell’Ordine giornalisti delle Marche «bisogna dimostrare una collaborazione “continuativa” e “retribuita” relativa agli ultimi due anni. Per quanto riguarda i compensi non è sufficiente la dichiarazione del direttore o dell’editore, ma chiediamo una documentazione certa, cioè il Dpr 600, che sarebbe il modulo riepilogativo che ogni azienda manda all’interessato per la denuncia dei redditi, oppure il versamento della ritenuta d’acconto». In questo caso, riconosce Rossetti, ci potrebbe essere qualche operazione truffaldina: «Noi chiediamo la documentazione certa dell’avvenuto pagamento e del versamento della ritenuta d’acconto. Se poi il collaboratore restituisce i soldi all’editore e paga lui stesso la ritenuta d’acconto, noi non abbiamo strumenti per verificarlo». Ad agevolare parzialmente il controllo, però, contribuisce proprio la natura locale dell’ente: «Sul piano teorico è possibile costruire una documentazione fittizia per una iscrizione all’albo dei pubblicisti, ma le dimensioni territoriali delle Marche ci aiutano a evitare inganni. Conosciamo un po’ tutte le testate e sappiamo chi paga e chi no e in caso di qualche sospetto non esitiamo a mandare la documentazione alla Guardia di Finanza che ha poi strumenti di verifica molto più attendibili dei nostri». Claudio Laugeri, presidente dell’Odg valdostano [nell'immagine qui a destra, l'homepage del sito], invita direttamente gli aspiranti giornalisti a segnalare eventuali irregolarità, per consentire all'Ordine di avviare accertamenti in proprio oppure affidarli all'autorità giudiziaria: «Le contromisure potrebbero essere legate all'attribuzione di un potere ispettivo anche all'Ordine, come già avviene per l'Inpgi, ma questo può avvenire soltanto con legge dello Stato. E nel progetto di riforma non pare sia prevista un'eventualità del genere». Altre misure di controllo prevedono la presentazione da parte del candidato di ricevute fiscali emesse a cadenza regolare nel tempo, così da minimizzare la possibilità di truffe. Nessun Ordine accoglie come pubblicista chi presenta un pagamento cumulato per l’intero biennio e molti richiedono una frequenza ben maggiore; in Umbria, ad esempio, è richiesto un pagamento che sia almeno trimestrale, mentre la Sardegna richiede 300 euro corrisposti in ben 4 soluzioni semestrali. Il presidente dell’Odg del Piemonte Sergio Miravalle [nella foto qui a sinistra] descrive così la situazione: «Noi abbiamo istituito una serie di procedure per verificare che ciò che viene dichiarato dai futuri pubblicisti corrisponda al vero. Oltre a non accettare versamenti sanatori biennali, invitiamo molti dei ragazzi che presentano la domanda a parlarci di persona, per conoscerli, sentire direttamente le loro testimonianze: la verità cartacea è un conto, quella che emerge da un colloquio diretto è un altro. E poi, ci auguriamo che l’etica media della categoria sia migliorata e stia migliorando, e che non ci siano così tanti direttori disposti a dichiarare il falso nei documenti ufficiali presentati all’Ordine». L’unico caso in cui sia possibile un intervento preventivo, e anche il più raro, è quello in cui vi sia una denuncia specifica all’Ordine. In tal caso i documenti vengono passati alla procura o la segnalazione è inoltrata alla Guardia di finanza. Severo il giudizio di Stefano Pallotta, presidente dell’Odg d’Abruzzo: «In genere la retribuzione minima richiesta dagli Ordini è molto bassa, e i contributi ammontano a cifre spesso irrisorie o comunque alla portata di molti. Anche per questo sono possibili fenomeni del genere e casi di omertà. Sono i ragazzi per primi a non doversi prestare a queste falsificazioni e a dover venire subito a denunciare la situazione. Se non lo fanno, si rendono loro stessi colpevoli di falsa dichiarazione e vanno sicuramente incontro a conseguenze molto gravi». Lo stesso Pallotta prospetta poi una soluzione netta alla questione: «C’è una sola via d’uscita: democratizzare il sistema e permettere ai giovani di accedere all’Ordine istituendo una laurea in giornalismo».   Andrea Curiat Per saperne di più su questo argomento, leggi anche: - La testimonianza di Franca: «Dopo una serie di stage logoranti, la scelta di pagarmi da sola i contributi da pubblicista»;- La testimonianza di Carlo: «Sono diventato pubblicista scrivendo gratis: ma almeno le ritenute d’acconto me le hanno pagate»; - Costi, remunerazione minima, articoli richiesti: tutti i requisiti per diventare pubblicisti, Ordine per Ordine; - Da 250 a 500 euro: quanto costa diventare pubblicista e quali sono le altre differenze tra le varie regioni; - L'avvocato Gianfranco Garancini: «Chi falsifica la documentazione pur di entrare nell'albo dei giornalisti pubblicisti commette reati penali» E anche: - Crisi dell'editoria: per i neogiornalisti il futuro è incerto - Pianeta praticanti: inchiesta della Repubblica degli Stagisti / quarta puntata; - Praticantato in redazione: l'esperienza di Caterina Allegro in un service editoriale; - Praticantato d'ufficio, il calvario di A., giornalista free lance, per diventare professionista; - Il Fortino, una riflessione di Roberto Bonzio sui giornalisti di domani: «Oggi chi è dentro le redazioni è tutelato, ma fuori ci sono troppi sottopagati»

Il ministero degli Esteri a Globalpress: «Nei vostri annunci per i corsi di giornalismo a pagamento formule equivoche e non veritiere, modificatele»

Il ministero degli Esteri non ha apprezzato il fatto di essere stato citato dalla testata giornalistica Globalpress - Kronoplanet editore in un annuncio che pubblicizzava un corso di giornalismo a pagamento.Il caso, sollevato dalla Repubblica degli Stagisti dopo le richieste di help di tre lettori, riguarda un'offerta destinata ad aspiranti giornalisti, veicolata sul web da principio come uno stage a pagamento, poi come un corso (inizialmente intitolato a Indro Montanelli, ora non più dopo la diffida della Fondazione Montanelli Bassi che non aveva dato il suo consenso all'utilizzo del nome) e ora addirittura come un master. In sostanza, la Globalpress vende un corso di giornalismo "a distanza", chiedendo a ogni partecipante di versare una quota di partecipazione di 300 euro, promettendo poi che i migliori potranno essere presi a collaborare.Ma cosa c'entra la Farnesina? C'entra perché, tra i numerosi annunci disseminati in Rete nel corso del 2010 da Globalpress per promuovere questa iniziativa, ve ne sono almeno due - entrambi pubblicati domenica 4 aprile, uno sul Primaonline e l'altro su Immediapress - in cui viene fatto il nome del ministero. Il testo è pressoché identico: «Giovani giornalisti italiani in Nordamerica: l'occasione della vita. Vuoi lavorare per tre mesi in Nordamerica e imparare la vita vera di redazione all'interno di un giornale italiano gestito dal ministero degli Affari Esteri? La Globalpress Italia agenzia stampa per gli italiani nel mondo porta i giovani giornalisti italiani dall'altra parte del mondo…». L'inserzione prosegue facendo riferimento al master in giornalismo, e nel caso della pagina su Primaonline, Globalpress si presenta come «agenzia stampa per gli italiani nel mondo, service editoriale, organo ufficiale inserito tra i media riconosciuti dal ministero degli Affari Esteri». Non è difficile fare confusione, e pensare che il ministero citato collabori con questa testata, o a questa iniziativa, o dia in qualche modo una "certificazione di qualità" all'operato di Globalpress e alla sua "offerta formativa".La Repubblica degli Stagisti ha girato la domanda direttamente alla Farnesina che, dopo aver avviato una procedura di verifica interna, ha fatto sapere: «Globalpress Italia figura nella banca dati “L'Italia dell'Informazione nel Mondo”, accessibile sul sito www.esteri.it, alla pagina Italiani nel Mondo / Informazione» aggiungendo subito dopo: «Tuttavia, come precisato nella stessa pagina web, questo database è semplicemente un repertorio dei media italiani editi o diffusi all'estero, tra cui rientrano anche le varie agenzie di stampa specializzate. Di conseguenza, la formula “organo ufficiale inserito tra i media riconosciuti dal ministero degli Affari Esteri” è senz’altro equivoca perché lascia erroneamente intendere che GlobalPress sia un organo ufficiale del Ministero degli Esteri». «Non risponde inoltre al vero» prosegue la nota «quanto riportato riguardo al periodo di lavoro offerto agli stagisti “presso un giornale italiano gestito dal Ministero degli Affari Esteri”, considerato che non esistono giornali “gestiti” da questo Ministero». Evidentemente la replica del direttore di Globalpress e amministratore di Kronoplanet Vito Bruschini (che qualche giorno fa alla Repubblica degli Stagisti aveva scritto che «“Gestito” vuol semplicemente dire – come ognuno capirebbe - che “il giornale in questione” è sovvenzionato dal Mae (come è) e non che i tre mesi in Canada siano sovvenzionati dal Ministero» e che «nessuno ha millantato un coinvolgimento del ministero nell’iniziativa, come invece assai subdolamente l’articolista vorrebbe far intendere») non ha convinto nemmeno il ministero. Che, in concreto, nei giorni scorsi ha preso contatto con Globalpress avviando i primi passi formali «per evitare la permanenza online di annunci che a nostro giudizio appaiono non veritieri». La risposta di Globalpress, arrivata a stretto giro di posta, è simile a quella che la stessa aveva fornito alla Fondazione Montanelli Bassi: «Abbiamo ricevuto assicurazioni formali sul fatto che l'agenzia provvederà a modificare i propri annunci online, non utilizzando ulteriormente la parola “gestita”, e nemmeno la parola “organo ufficiale”» fanno sapere dalla Farnesina: «Noi continueremo a monitorare. E ringraziamo la Repubblica degli Stagisti per la segnalazione».La Repubblica degli Stagisti gira i ringraziamenti ai suoi lettori che hanno segnalato questo caso alla rubrica help [chiocciola] repubblicadeglistagisti.it, contribuendo ad evitare che, in un'offerta già di per sé fumosa di stage-corso-master a pagamento per aspiranti giornalisti, venissero spesi in maniera impropria e non autorizzata il nome di Indro Montanelli e quello del ministero degli Esteri.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Aspiranti giornalisti, attenzione agli annunci di stage a pagamento in Rete: la richiesta di help di tre lettori- La Fondazione Montanelli diffida Globalpress: «Non siete autorizzati a usare il nome di Indro Montanelli per il vostro corso di giornalismo»- La replica di Vito Bruschini, direttore di Globalpress e amministratore di Kronoplanet, alla Repubblica degli StagistiE anche:- Globalpress, Kronoplanet, Servicepress: radiografia delle società e cronologia degli annunci in Rete- Vito Bruschini, direttore di Globalpress e amministratore di Kronoplanet: «Nessuna promessa di assunzione. I 300 euro che chiediamo ai ragazzi? Soltanto un rimborso spese» - La richiesta di aiuto di Alessandro: «Da Globalpress vaghe promesse e la certezza di dover pagare per un lavoro»

Pochissimi giovani nei consigli regionali: da nord a sud, degli eletti meno di uno su dieci è under 35. E in Basilicata non c'è nessuno sotto gli "anta"

Il panorama della rappresentanza politica giovane è desolante non solo in Lombardia, ma un po' in tutta Italia. E per giovane già si intende una fascia allargata, di persone nate dal 1975 in poi. Le ultime elezioni, che avevano l'obiettivo di eleggere i consigli regionali, li hanno certamente rinnovati ma lasciando ben poco spazio alle nuove leve. Ecco una ricognizione, ovunque deprimente, con veri e propri picchi di disillusione al sud rappresentati dalla Basilicata (nemmeno un consigliere regionale under 35) e dalla Calabria (solo uno su 47). Da tenere presente che queste non sono (nè potrebbero essere) le composizioni definitive dei consigli regionali: perchè ci saranno le modifiche di chi rinuncerà (prevedibilmente, Mara Carfagna resterà a fare la ministra lasciando quindi vacante il suo posto al consiglio regionale campano), e chi optando per circoscrizione o listino lascerà libera una postazione.Comunque, in linea di massima i risultati non dovrebbero scostarsi troppo da questi.PIEMONTE. In Piemonte (3 milioni 635.069 aventi diritto, 2 milioni 338.487, votanti, quasi il 36% di astenuti) i posti sono 60 tondi tondi (13+47). Qui il neogovernatore Roberto Cota è giovane (a luglio compirà 42 anni). Nel suo listino però un solo under 35: Augusta Montaruli, torinese 26enne (già nota per un battibecco con Marco Travaglio durante una puntata di Annozero, a questo link una sua vecchia intervista alla Stampa). In consiglio regionale sarà l'unica donna under 35 perchè gli altri quattro neoconsiglieri, eletti con le preferenze, sono tutti maschi: due grillini (Fabrizio Biolé, classe 1977, eletto nella circoscrizione di Cuneo con 738 preferenze, e Davide Bono, 29enne torinese, eletto a Torino con oltre 6mila preferenze) e due leghisti (Riccardo Molinari, classe 1983, che ad Alessandria ha raccolto 5mila preferenze, e Claudio Sacchetto [nella foto], 30enne che a Cuneo, dove dall'anno scorso era assessore provinciale all'agricoltura, ne ha ottenute quasi 12mila). Cinque su 60 equivale all'8%.VENETO. Anche in Veneto (3 milioni 962.272  aventi diritto, 2 milioni 631.569 votanti, astensione al 44,6%) il vincitore delle elezioni, Luca Zaia, ha 42 anni, e i posti in consiglio regionale sono 60 (7+53). Nel listino di under 35 non ce n'era neanche uno, ma in consiglio ne arriveranno quattro, tutti della Lega Nord: Cristiano Corazzari (avvocato che in realtà è "under" ancora per poco, dato che a novembre compirà 35 anni), eletto a Rovigo con quasi 3mila preferenze; Arianna Lazzarini [nella foto con il neogovernatore], classe 1976, che a Padova  (dov'era già assessore provinciale alle politiche famigliari) ne ha ottenute oltre 6mila; Andrea Bassi, che a Verona ha fatto il sold-out portandosene a casa 11.468 (anche lui era già assessore provinciale, in questo caso alla viabilità); e infine il più giovane, Nicola Ignazio Finco, 26 anni, eletto nella circoscrizione di Vicenza con 7.720 preferenze. Quattro su 60: il 6,5%.EMILIA ROMAGNA. In Emilia Romagna (3 milioni 463.713 aventi diritto, 2 milioni 357.733 votanti, percentuale di astenuti appena sopra il 30%) ha vinto Vasco Errani, classe 1955. In consiglio ci sono 50 posti (11+39), ma i consiglieri under 35 soltanto due, entrambi eletti nella circoscrizione di Bologna: il grillino Giovanni Favia, 29 anni, che si è portato a casa oltre 9mila preferenze; e il trentaquattrenne Galeazzo Bignami del PDL [nella foto] - figlio di Marcello Bignami, per tre mandati consigliere regionale di Alleanza Nazionale, scomparso nel 2006 - che di preferenze ne ha ottenute più di 13mila. Due su cinquanta: il 4%.UMBRIA. In Umbria (713.679 aventi diritto, 466.670 votanti, astensionismo sotto il 35%) è stata eletta governatrice Catiuscia Marini, 45 anni, già sindaco di Todi per due mandati. Dei 30 posti in consiglio regionale (8+22) solo uno andrà a un under 35, e precisamente al comunista Damiano Stufara , classe 1978, rieletto nella circoscrizione di Terni con oltre 3mila preferenze nelle fila della Federazione della sinistra (ma alle precedenti elezioni regionali, nel 2005, il suo risultato era stato ancora migliore: 4mila). Uno su 30: il 3%.LIGURIA. In Liguria (1 milione 385.791 elettori, 844.249 votanti, quasi il 40% di astenuti) in consiglio regionale ci sono 40 posti (9+31). Il governatore Burlando aveva già messo una under 35 nel suo listino, "C. Burlando - La Liguria di tutti": Maruska Piredda, classe 1976, la hostess pasionaria dell'Alitalia cooptata dall'Italia dei Valori. Insieme a lei siederanno in consiglio altri due giovani, entrambi al loro secondo mandato: Lorenzo Basso del PD [nella foto], 34 anni appena compiuti, rieletto a Genova con quasi 8mila preferenze, e Roberta Gasco del PDL, che i 34 li compierà a settembre. La Gasco, già segretario nazionale del Movimento giovanile Popolari Udeur, nella precedente legislatura aveva la vicepresidenza della Commissione Controlli; quest'anno nella sua circoscrizione, Savona, si è portata a casa oltre 4mila preferenze. Da notare che in Liguria non ci sarà neanche un consigliere nato negli anni Ottanta. Tre consiglieri under 35 su 40 posti: 7,5%. LAZIO. In Lazio (4 milioni 722.155 cittadini con diritto di voto, 2 milioni 875.469 votanti, astensionismo quasi al 40%), dove i posti in consiglio sono 73 (15+58), i consiglieri regionali under 35 saranno sei. Solo uno ci è arrivato però attraverso la scelta dei cittadini: Vincenzo Maruccio, classe 1978, candidato nelle fila dell'Italia dei Valori ed eletto con oltre 8mila preferenze. Maruccio era già assessore regionale e si occupava di consumatori, semplificazione amministrativa e lavori pubblici. Gli altri cinque neoconsiglieri, tutti nati a Roma e di età compresa tra i 23 e i 33 anni, erano stati inseriti da Renata Polverini (lei stessa, a 48 anni, abbastanza "giovane" per i parametri della politica italiana) nel listino regionale "Per il Lazio". C'è Francesco Pasquali, classe 1976; Carlo De Romanis [nella foto], nato nel 1980 (già segretario di Forza Italia Giovani del Lazio dal 2001 al 2007); Veronica Cappellaro, 1981 (ex moglie di Luca Pompei, il nipote di Donna Assunta Almirante, la moglie del defunto leader del Movimento sociale); Giancarlo Miele, 1982; e infine Chiara Colosimo, la più giovane, nata nel 1986, che il 2 giugno festeggerà al consiglio regionale non solo la festa della Repubblica ma anche il suo 24esimo compleanno. Sei su 73 equivale all'8%.CAMPANIA. In Campania (4 milioni 945.381 aventi diritto, 3 milioni 114.075 votanti, percentuale di astenuti 37%) è stato eletto il cinquantenne Stefano Caldoro. Nessun under 35 nel suo listino, ma cinque eletti con le preferenze: due in provincia di Avellino (Antonia Ruggiero del PDL [nella foto], classe 1977, già assessore provinciale, eletta con oltre 11mila preferenze; ed Ettore Zecchino dell'UDC, giornalista, che in realtà a fine maggio compierà 35 anni, ed ha ottenuto oltre 5mila preferenze); due in provincia di Salerno (Anna Petrone del PD, classe 1975, già consigliere dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare, eletta con oltre 14mila preferenze, e il ministro Mara Carfagna per il PDL, anche lei nata nel 1975, che ha sbancato ottenendone quasi 56mila), e uno in provincia di Napoli (Mafalda Amente, 30 anni a giugno, eletta per il PDL con più di 16mila preferenze e "figlia d'arte" dato che suo padre e suo nonno sono stati leader locali della Democrazia Cristiana). Cinque su 59 seggi: 8,5%. CALABRIA. In Calabria (1.887.078 iscritti, 1.118.429 votanti, astensione sopra il 40%, con un picco negativo del 47% in provincia di Crotone) di consigliere regionale under 35 ne è stato eletto (anzi: riconfermato) soltanto uno, Antonino De Gaetano detto Nino [nella foto], classe 1977, che con Rifondazione - Comunisti Italiani ha ottenuto quasi 9mila preferenze nella circoscrizione di Reggio Calabria. Nel precedente mandato Gaetano era stato assessore al Lavoro e alle politiche sociali. Uno su 47 fa 2%.BASILICATA. E infine, la Basilicata (569.365 elettori, 357.607 votanti, astensionismo al 37%), dove nessuno dei prossimi 30 consiglieri regionali (4+26) avrà meno di trentacinque anni. Nessuno! I più giovani (Michele Napoli del PDL e Luca Braia del PD) sono nati nel 1970. Un'altra nota deprimente, rispetto a queste ultime due regioni, è che oltre ad avere una rappresentanza microscopica se non nulla di giovani, hanno anche il primato negativo di non avere, tra gli eletti (provvisori), nemmeno una donna. Neanche una su 30 nel caso della Basilicata, neanche una su 47 nel caso della Calabria. Si può dire "che tristezza"? Che tristezza.Eleonora VoltolinaNota: il 28 e 29 marzo si è votato in 13 regioni. I risultati di nove di queste (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Campania e Basilicata) sono disponibili sul sito del ministero dell'Interno. Per reperire i dati relativi alle regioni mancanti la Repubblica degli Stagisti si è attivata: per ora è riuscita a recuperare quelli della Calabria (citata infatti in questo articolo), il prima possibile verrà pubblicato un altro articolo con i risultati delle regioni mancanti (Toscana, Marche e Puglia).Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Solo otto consiglieri regionali under 35 eletti in Lombardia: giovani senza rappresentanza e senza voce- Elezioni alle porte: se tutti votassimo un candidato giovane, entrerebbe un po' di aria fresca nei consigli regionali- Progetto Lombardia 2010, SPAZIO AGLI UNDER 35: videointerviste ai candidati più giovani delle prossime elezioni regionali

Lombardia 2010 - SPAZIO AGLI UNDER 35, si chiude il sipario (per ora). Tutti i risultati elettorali dei candidati videointervistati

Ci sono stati i giornali, meno i blog. C’è stata l’idea, meno i voti. Quasi 7mila persone hanno visualizzato le videointerviste sul canale Stagisti TV di Youtube e su tutti gli altri siti e blog dove erano state pubblicate. I candidati videointervistati hanno raccolto complessivamente quasi 45mila preferenze (per la precisione 44.893, dalle 12.962 per il piddino trentunenne Maurizio Martina - eletto nella circoscrizione di Bergamo - alle 14 ottenute da Stefano Tevini, candidato a Brescia nelle fila della Federazione della Sinistra). Questo il riassunto dell’iniziativa volta al ricambio generazionale in Lombardia. 45mila sembra un grande numero, ma in effetti è molto piccolo rispetto al totale dei votanti in Lombardia. Noi abbiamo provato a sostenere, al di fuori della logica dei partiti, i candidati giovani, under 35, per favorire un rinnovamento del consiglio regionale. Degli intervistati solo tre ce l’hanno fatta. Una bassa percentuale, come basso era il numero degli under 35 nelle liste, ma l’idea di fondo rimane la stessa: servono volti, idee, persone, programmi nuovi, diversi, innovativi. Ce ne sono stati pochi, e non crediamo nemmeno che under 35 significhi per forza nuovo: è evidente che ci sono tanti giovani che hanno poco da dire, ma è altrettanto chiaro che serve agire, fare, tentare, provare. Ecco perché noi, al di fuori dei partiti, abbiamo messo insieme questa iniziativa, nata nel solco delle esperienze precedenti fatte da ognuno di noi. Ecco perché, in questa forma o con altre idee, torneremo a occuparci di politica anche in vista delle elezioni comunali di Milano, giugno 2011. Eleonora Voltolina Antonio Incorvaia Alessandro Rimassa Alessandro Rosina Risultati elettorali dei 32 candidati videointervistati:1) MAURIZIO MARTINA (Calcinate, 9 settembre 1978), 12.962 preferenze - ELETTO2) GIUSEPPE CIVATI DETTO PIPPO (Monza, 4 agosto 1975), 10.256 preferenze - ELETTO3) GIULIO CAVALLI (Milano, 26 giugno 1977), 3.835 preferenze a Milano + 528 a Varese - ELETTO4) ANDREA TREMAGLIA (Bergamo, 25 settembre 1987), 4.676 preferenze5) PIETRO BUSSOLATI (Milano, 2 maggio 1982), 3.528 preferenze6) CHIARA CAPELLETTI DETTA CHIARA (Cremona, 9 aprile 1978), 2.643 preferenze7) ALESSANDRA GATTI (Segrate, 19 novembre 1988), 895 preferenze8) MAURO BUTI (Ancona, 22 ottobre 1979), 680 preferenze9) LUIGI SIBILIO (Codogno, 30 giugno 1984), 639 preferenze10) FEDERICO VILLA (Trescore Balneario, 15 luglio 1990), 616 preferenze11) DANILO RADAELLI (Milano, 11 maggio 1976), 603 preferenze12) DARIO ANZOLA (Guastalla, 4 marzo 1982), 503 preferenze13) ALESSANDRO MARCUCCI (Lecco 26 ottobre 1988), 408 preferenze14) SARA FLORIO (Milano, 19 aprile 1980), 382 preferenze15) IVAN CATALANO (Legnano, 17 ottobre 1986), 273 preferenze16) ANDREA SCIOTTI (Chiari, 27 ottobre 1987), 269 preferenze17) MATTEO PANDOLFI (Genova, 28 agosto 1978), 223 preferenze18) GABRIELE STRAZIO (Garbagnate Milanese, 13 marzo 1984), 189 preferenze19) DIJANA PAVLOVIC (Krusevac - Serbia, 11 novembre 1976), 161 preferenze20) ANITA GIURIATO (Vimercate, 3 ottobre 1976), 135 preferenze21) MICHELE BAROSSELLI (Voghera, 18 agosto 1988), 123 preferenze22) ALESSANDRO DONZELLI (Giussano, 14 agosto 1979), 115 preferenze23) IVAN PELLEGRINO (Siracusa, 11 marzo 1977), 115 preferenze24) SILVIA CASAROLLI (Sesto San Giovanni, 4 gennaio 1979), 99 preferenze25) GIRGIS SORIAL (Brescia, 12 luglio 1983), 90 preferenze26) ALBERTO ANZALONE (Palermo, 6 settembre 1980), 48 preferenze27) FABIO LOBOSCO (Milano, 4 maggio 1991), 47 preferenze28) MASSIMO IDRA (Brescia, 13 luglio 1975), 43 preferenze29) ANDREA GIULIANI (Brescia, 1 gennaio 1990), 34 preferenze30) SIMONE DONAT CATTIN (Milano, 3 luglio 1978), 31 preferenze31) STEFANO TEVINI (Brescia, 2 aprile 1981), 14 preferenze32) MARUSKA CONSOLATI (Brescia, 3 maggio 1987), nessuna preferenza perchè inserita nel listino regionale della Federazione della sinistra.[dati tratti dal sito del ministero dell'Interno]Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Solo otto consiglieri regionali under 35 eletti in Lombardia: giovani senza rappresentanza e senza voce

Superstage in Basilicata, la replica a distanza dell'assessore Antonio Autilio e le domande aperte della Repubblica degli Stagisti

Il caso dei “superstage” in Basilicata? Ogni accostamento alla vicenda dei tirocini calabresi sarebbe «del tutto fuorviante» e le accuse di assistenzialismo «del tutto infondate». La replica dell’assessore lucano alla formazione Antonio Autilio è secca, ma giunge soltanto per via indiretta, attraverso un comunicato stampa, e lascia ancora alcune domande aperte. E intanto la scadenza del bando viene rimandata al 30 aprile. L’articolo della Repubblica degli Stagisti e l’interrogazione parlamentare del senatore e giuslavorista Pietro Ichino avevano messo in luce, due settimane fa, alcune anomalie in un programma di tirocini promosso dal consiglio regionale lucano, che prevede l’inserimento di 1.000 disoccupati come stagisti nelle pubbliche amministrazioni locali. Anzitutto la durata: 12 mesi a fronte dei 6 mesi previsti dalla legge. In secondo luogo l’utilità del programma stesso, visto il rischio di creare infondate aspettative di stabilizzazione presso i tirocinanti disoccupati. In un comunicato, l’assessore Autilio fa appello alla riforma del Titolo V della Costituzione, sostenendo il «riconoscimento pieno della competenza esclusiva delle Regioni» e le «piene competenze della Regione la regolamentazione anche della durata dei tirocini». Lo stesso assessore, però, aggiunge che «il programma regionale rispetta anche le disposizioni statali che prevedono la durata di 12 mesi dei tirocini per la categoria degli svantaggiati. Attualmente per effetto della evoluzione normativa comunitaria del concetto di svantaggio, i destinatari dei tirocini, previsti dal programma regionale, rientrano a pieno titolo in detta categoria e pertanto perde ogni consistenza il giudizio di illegittimità espresso sull’azione regionale». Delle due, l'una: se è vero che l’intento del consiglio regionale lucano era di rispettare le disposizioni statali, resta da capire quali siano esattamente le disposizioni comunitarie che consentirebbero di superare la distinzione effettuata dalla legge nazionale e assimilare i lavoratori disoccupati e inoccupati alla categoria degli svantaggiati. Se invece è valida l’affermazione secondo la quale la Regione avrebbe applicato la propria competenza legislativa, viene da chiedersi se un semplice avviso pubblico sia sufficiente a scalzare un atto statale avente forza di legge, e perché nello stesso bando di questo programma di stage il decreto ministeriale 142/98 sia stato citato come una delle fonti legislative di riferimento quando l’intento era proprio di superarne i limiti. La Repubblica degli Stagisti ha rivolto queste domande all’assessore Autilio, che però ad oggi non ha avuto modo di rispondere. La redazione aveva provato a contattare il suo ufficio già dai primi di marzo, prima della scadenza del bando, per poi rinnovare le richieste d’intervista all’indomani dell’uscita del primo articolo  (il 15 marzo) e del comunicato stampa dell'assessore (datato 17 marzo). All’ultima e-mail di domande, inviata il 22 marzo, lo staff dell’assessore aveva promesso alla Repubblica degli Stagisti una risposta; oggi, a distanza di una settimana, ci fa però sapere che in questo periodo Autilio è impossibilitato a rispondere a causa degli impegni elettorali. Qualche giorno ancora di pazienza, assicurano, e l’intervista si farà. In attesa delle risposte, la Repubblica degli Stagisti condivide con i suoi lettori almeno le domande.Andrea CuriatPer saperne di più leggi anche: - Il testo integrale dell'interrogazione parlamentare del senatore Pietro Ichino sul caso dei superstage della Regione Basilicata - Dopo la Calabria, anche in Basilicata piovono «superstage». E Ichino presenta un'altra interrogazione a Sacconi e Brunetta   E anche: - In Calabria il consiglio regionale attiva i «superstage»

Master dei Talenti della Fondazione CRT: quasi mille candidati per i 75 stage all'estero del bando 2010

Quasi mille candidati. Un successo senza precedenti per il bando 2010 del Master dei Talenti, il progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Torino e destinato ai migliori neolaureati degli atenei piemontesi e valdostani che desiderano fare un'esperienza di stage all'estero. In 914 hanno risposto all'appello e si contenderanno le 75 posizioni di tirocinio contenute nel bando. Un incremento di oltre il 26% rispetto all'anno scorso, in cui già si era registrato un 40% in più di candidature rispetto alle precedenti edizioni: il che significa che tra il 2008 ed oggi gli aspiranti tirocinanti CRT sono più che raddoppiati.Proprio ieri si è conclusa la fase del vaglio dei cv: una squadra costituita da una ventina di ex partecipanti, coordinati da Luigi Somenzari (il responsabile del progetto) e Chiara Ventura della Fondazione CRT, ha valutato una per una le candidature, verificando quali fossero maggiormente in linea con i profili richiesti. Ora a tutti i soggetti ospitanti (aziende ma non solo: anche enti pubblici, organismi internazionali, istituti di ricerca) verrà fornita una short-list di 5-10 curricula, e ciascuno di loro autonomamente deciderà come quando e a chi fare il colloquio, e chi scegliere come vincitore della posizione di stage.Ma dove vogliono andare di più i ragazzi? A Londra: il fascino della City non accenna a diminuire. Mediobanca è al top, con ben 133 richieste per una sola posizione: il fortunato prescelto andrà per sei mesi, a partire da maggio, nell'Equity solutions team della banca, ricevendo nel contempo dalla Fondazione CRT un super-rimborso spese di 3mila euro lordi al mese (più o meno 2400 netti). Per altre due posizioni di stage a nella capitale inglese, offerte da un altro gruppo che si occupa di finanza (Nomura) le candidature sono state 154.Anche i tirocini all'Onu sono come sempre molto richiesti: 185 autocandidature per le tre posizioni presso l'Ilo - International Labour Organisation (12 mesi tra l'Italia e la Svizzera, 1900 euro di compenso mensile), 95 aspiranti per i due posti all'Unicri - United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute (entrambi della durata di un anno, il primo da svolgersi tra Torino e Ginevra, il secondo addirittura tra Torino e Vientiane, in Laos!), 72 richieste per i due posti all'Unicef in Bolivia (4 mesi a La Paz, 2200 euro al mese). Da evidenziare le 125 richieste per i due stage messi a bando da No peace without justice, la ong fondata nel 1993 da Emma Bonino che si occupa di democrazia e diritti: qui l'attrattiva è consistita certamente, oltre che dal settore interessante dei diritti umani, anche dalla costruzione per così dire "logistica" degli stage: 12 mesi di cui sei a Bruxelles e gli altri sei a New York, con un rimborso spese forfettario di 2550 euro al mese.Ottimi risultati anche per le due aziende del Bollino OK Stage che hanno partecipato quest'anno al bando proprio grazie alla sinergia tra la Repubblica degli Stagisti e la Fondazione CRT: Ferrero per lo stage in ambito marketing nel suo quartier generale di Lussemburgo ha ricevuto 91 candidature, ed Everis per le due posizioni di tirocinio in Spagna (una a Valencia e l'altra a Madrid) ne ha totalizzate 43.Infine, da segnalare il grande interesse che come negli anni passati hanno suscitato le posizioni di stage nei grandi parchi naturali americani: in 76 si contendono il posto allo Yellowstone National Park (sei mesi a Mammoth Hot Springs, nello stato del Wyoming, con un rimborso della Fondazione CRT di 2500 euro lordi al mese), pochi di meno (72) quello allo Zion (sei mesi a Springdale, nello Utah), e 39 hanno espresso la loro preferenza per Isle Royale National Park: qui i mesi di stage saranno dodici, di cui uno a Grand Portage, in Minnesota, e i successivi undici a Houghton, in Michigan.A tutti i 914 candidati di nuovo il più grande in bocca al lupo dalla Repubblica degli Stagisti. Alcuni di voi verranno contattati nelle prossime settimane, convocati per i colloqui, messi sotto torchio per capire chi è il più adatto. Solo in 75 partiranno: e a loro la Repubblica degli Stagisti rivolge l'invito di venire qui, alla fine del percorso, a raccontare la propria esperienza di stage.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Da oggi aperto il nuovo bando del Master dei Talenti: 75 stage a cinque stelle per i migliori neolaureati di Piemonte e Val D'Aosta- Occupati e ben pagati: ecco l'identikit di chi ha partecipato al Master dei Talenti della Fondazione CRT- Due parole con Andrea Martina, ideatore della campagna di comunicazione Master dei Talenti 2009- Marketing al gusto di nutella: c'è anche Ferrero nel bando Master dei Talenti 2010 - «Con due tutor e un mentor, seguiremo i tirocinanti CRT passo per passo nella loro avventura spagnola»: quest'anno anche Everis è nel bando del Master dei Talenti E leggi anche le testimonianze degli ex borsisti:- Chiara Santi, grazie alla CRT ho scoperto la sicurezza sul lavoro e me ne sono innamorata- Antongiuseppe Stissi, un ingegnere piemontese sul treno per Pechino- Nicola Rivella, un anno alla World Bank di Washington per studiare i paesi in via di sviluppo- Michele Bertolini, l'artista della computer graphic sospeso tra Milano e Los Angeles- Francesco Imberti, dalla Cina con amore (per il cibo italiano)- Paola Laiolo, da Torino a Bruxelles inseguendo l'Europa

Il testo integrale dell'interrogazione parlamentare del senatore Pietro Ichino sul caso dei superstage della Regione Basilicata

Qui di seguito il testo integrale dell'interrogazione parlamentare presentata dal senatore Pietro Ichino martedì 16 marzo 2010 sul caso dei superstage della Regione Basilicata scoperto dalla Repubblica degli StagistiINTERROGAZIONEdei Senatori Ichino e Negriai ministri del Lavoro e della Funzione Pubblicapresentata il 16 marzo 2010Premesso che   - il 15 gennaio 2009 abbiamo presentato ai ministri del Lavoro e della Funzione Pubblica una interrogazione riguardante l’attivazione da parte della Regione Calabria di 500 pretesi “stage” della durata di 24 mesi, a 1000 euro al mese, presso enti pubblici della stessa Regione;   - il dibattito seguito a quella interrogazione, in larga parte riportato sui siti repubblicadeglistagisti.it e pietroichino.it,  ha messo in luce il gravissimo difetto di contenuti formativi dei suddetti “stage” e il loro carattere puramente assistenziale;   - ciononostante, la Regione Calabria ha ultimamente disposto, col supporto unanime dell’intero arco delle forze politiche rappresentate in Consiglio regionale, un bando per l’attivazione di altrettanti rapporti di impiego pubblico a termine di tre anni, sostanzialmente riservati agli stessi giovani che hanno già beneficiato dei due anni di stage; ed è fin troppo facile prevedere che al termine di questi tre anni verranno disposte in un modo o nell’altro altrettante stabilizzazioni; in proposito abbiamo presentato una nuova interrogazione ai ministri del Lavoro e della Funzione Pubblica il 9 febbraio 2010;   - né all’interrogazione del 15 gennaio 2009 né a quella del 9 febbraio 2010, a tutt’oggi,  è stata data alcuna risposta;   - il pessimo esempio calabrese è ora seguito, qui pure col supporto unanime dell’intero arco delle forze politiche rappresentate in Consiglio regionale, dalla Regione Basilicata: sta scadendo in questi giorni il termine per la presentazione delle candidature per un bando di 1000 pretesi “tirocini formativi” della durata di un anno, con “indennità” pari a complessivi 10.000 euro per ciascun tirocinante (a carico della Regione e del Fondo Sociale Europeo), da attivarsi anche questi soltanto presso enti pubblici dislocati nella stessa Regione;   - sul contenuto formativo specifico dei suddetti pretesi “tirocini” il bando della Regione Basilicata non dice assolutamente nulla, né esso dispone alcun controllo in proposito, cui sia condizionata l’erogazione dei 10.000 euro al singolo interessato;   - quand’anche potesse prescindersi dall’indeterminatezza totale del contenuto formativo dei pretesi “tirocini”, la violazione della legislazione vigente sarebbe comunque ravvisabile nella loro durata di un anno, a fronte del limite massimo di sei mesi fissato dalla legge n. 196/1997 e dal d.m. attuativo della stessa, n. 142/1998;tutto ciò premessosi chiede di sapere   - se i ministri interrogati intendano anche in questo caso, come già in riferimento a quello calabrese denunciato nel gennaio 2009, coprire con il loro silenzio l’operato illegittimo della regione Basilicata;   - in caso contrario, che cosa i ministri interrogati intendano fare per impedire questo nuovo evidente e grave abuso assistenzialistico dei contributi del Fondo Sociale Europeo e questa altrettanto evidente violazione della disciplina legislativa in materia di tirocini formativi, finalizzata - come l’esperienza calabrese insegna - all’aggiramento del principio costituzionale dell’accesso ai pubblici uffici per concorso.Per saperne di più su questo argomento, leggi anche le notizie più recenti:- Calabria, approvata la legge per stabilizzare i superstagisti. Nuova interrogazione parlamentare di Ichino: «Esito paradossale» - Superstagisti calabresi assunti? Una bella notizia solo in apparenza- I consiglieri Giamborino e Borrello: «Niente proroghe ai superstage, i ragazzi vanno assunti: ci riduciamo lo stipendio per incentivare gli inserimenti»E anche quelle più "datate":- In Calabria il consiglio regionale attiva i «superstage»- Consiglio regionale calabrese, la lettera aperta di una superstagista al presidente Bova: non siamo altro che manovalanza per enti assetati di personale- Superstage calabresi, l'interrogazione parlamentare di Ichino- Superstage calabresi, ancora nessuna risposta all'interrogazione parlamentare. Pietro Ichino: il governo non sa che pesci pigliare- Serena Carbone: una proposta al consiglio regionale per valorizzare davvero noi superstagisti- Francesco Luppino, l'ingegnere stagista- Pietro Canale, il commercialista stagista- Francesco Bonsinetto, dalla cattedra allo stageE anche i commenti degli esperti:- Michele Tiraboschi e Michel Martone sui superstage calabresi: «Per i giovani sono un boomerang»- Maurizio Del Conte, professore di diritto del lavoro della Bocconi: «L'emendamento ai superstage avrà ricadute negative sulla Calabria»

Dopo la Calabria, anche in Basilicata piovono «superstage». E Ichino presenta un'altra interrogazione a Sacconi e Brunetta

Di nuovo un programma di stage nelle pubbliche amministrazioni. Vera e utile formazione o assistenzialismo finanziato  con fondi pubblici? Dopo il caso dei superstage calabresi, scovato dalla Repubblica degli Stagisti e proseguito tra polemiche e interrogazioni parlamentari, questa volta si passa in Basilicata, dove il consiglio regionale ha approvato un "Programma tirocini formativi" per mille cittadini inoccupati o disoccupati.Il bando, in scadenza proprio oggi a mezzogiorno, prevede stage di 12 mesi per un totale di 1.430 ore di attività formative, di cui 1.248 (quasi il 90%) da svolgersi presso i 250 enti locali lucani coinvolti. I partecipanti percepiranno un'indennità di partecipazione pari a 6,95 euro l'ora, circa 770 euro al mese.Un'iniziativa apparentemente lodevole, se non fosse per alcuni dettagli balzati all'occhio attento della Repubblica degli Stagisti: primo fra tutti la durata abnorme e contra legem di questi stage. Dodici mesi, infatti, sono il limite massimo (proroghe incluse) concesso dal decreto ministeriale 142/1998 per i tirocini – che pure è citato come riferimento normativo all'articolo 1 del bando in questione.  Ma questo termine non vale per i disoccupati e gli inoccupati, che formano una categoria a parte per cui la normativa prevede un limite dimezzato: sei mesi. Quindi, dato che proprio per questa categoria il programma è stato pensato, gli stage non dovrebbero durare più di sei mesi. E invece, come il consiglio regionale calabrese aveva incautamente raddoppiato la durata massima dei tirocini per i laureati (da 12 a 24 mesi), così quello lucano adesso prova a raddoppiare quella per i disoccupati, facendola lievitare da 6 a 12. Con il rischio concreto, tra l'altro, che uno stage tanto lungo generi aspettative di stabilizzazione nei partecipanti, aspettative che verranno frustrate per forza – dato che negli enti pubblici si viene assunti solo tramite concorso – salvo provvidenziali (e costosi) interventi ex-post del consiglio regionale: come è accaduto, per l'appunto, nel caso dei superstage calabresi.C'è in più il problema dell'età dei potenziali superstagisti: da un minimo di 18 anni a un massimo di 39. Anziché contribuire alla formazione di giovani privi di esperienze lavorative la Regione Basilicata andrà a spendere oltre 15 milioni di euro (presi dal Fondo per lo sviluppo europeo 2007-2013) per parcheggiare nelle pubbliche amministrazioni persone di trenta o quasi quarant'anni, riducendole a "stagisti" malgrado l'età non più verde, dando loro il contentino dei 770 euro al mese.Aggiungendo a tutte queste considerazioni la concomitanza dell'iniziativa con il periodo elettorale,  la Repubblica degli Stagisti ha deciso di chiedere qualche chiarimento all'assessore regionale alla formazione professionale e al lavoro Antonio Autilio [Italia dei Valori, nella foto], che in occasione del lancio del bando aveva affermato che la finalità centrale del programma fosse «favorire la transizione alla vita attiva e la crescita delle competenze professionali dei tirocinanti» e «ampliare il quadro delle opportunità occupazionali». Purtroppo l'assessore, contattato più volte, non è ancora riuscito a trovare il tempo per rispondere alle domande. La Repubblica degli Stagisti resta in attesa e nel frattempo raccoglie il commento di Pietro Ichino, senatore e giuslavorista che già si era occupato del caso-fotocopia dei superstage calabresi: «Vicende come queste mostrano come nel circolo vizioso dell’arretratezza del Mezzogiorno italiano non entrino soltanto la criminalità organizzata, l’arretratezza delle infrastrutture e il difetto diffuso di senso civico» dice Ichino alla Repubblica degli Stagisti «ma anche una gravissima deformazione assistenzialistica delle politiche del lavoro e più in generale della spesa pubblica: deformazione che in questi ultimi due casi risulta oltretutto sostenuta dall’intero arco delle forze politiche. Gioca poi la sua parte anche l’inerzia del governo centrale, che avrebbe il potere di impedire queste evidenti violazioni delle leggi dello Stato e truffe ai danni del Fondo Sociale Europeo». E annuncia  che domani presenterà, insieme alla collega senatrice Magda Negri, un'interrogazione parlamentare ai ministri Maurizio Sacconi (Lavoro) e Renato Brunetta (Funzione pubblica) per chiedere conto di questa situazione e degli effetti deleteri che potrebbero prodursi se, com'è successo nel caso dei superstage calabresi, alla fine anche i superstagisti lucani dovessero essere assunti negli enti pubblici della Basilicata: «Che cosa i ministri interrogati intendano fare per impedire questo nuovo evidente e grave abuso assistenzialistico dei contributi del Fondo Sociale Europeo e questa altrettanto evidente violazione della disciplina legislativa in materia di tirocini formativi, finalizzata - come l'esperienza calabrese insegna - all'aggiramento del principio costituzionale dell'accesso ai pubblici uffici per concorso».Andrea Curiatcon la collaborazione di Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- In Calabria il consiglio regionale attiva i «superstage»- Superstage calabresi, l'interrogazione parlamentare di Ichino- Superstage calabresi, in arrivo un emendamento-traghetto verso l'assunzione - Superstagisti calabresi assunti? Una bella notizia solo in apparenzaE anche:- Progetto "Les 4" di Promuovi Italia: il rovescio della medaglia