Tirocini in Garanzia giovani presso gli enti pubblici: nessun divieto, è "solo" una raccomandazione
A seguito della pubblicazione dell’articolo «Cento stagisti al Comune di Napoli, un tirocinio formativo ma senza sbocchi lavorativi (in violazione di una certa circolare…)», l’assessorato ai giovani del Comune ha fatto pervenire alla Repubblica degli stagisti una email con una serie di precisazioni. La più rilevante: l’esistenza di una seconda circolare del ministero del Lavoro, datata 30 aprile 2015, che formula più precisamente la impossibilità di svolgere tirocini in Garanzia Giovani all'interno di enti pubblici come una “raccomandazione” e non come un “divieto”.La Repubblica degli Stagisti ha quindi chiesto direttamente a Salvatore Pirrone, dal maggio 2016 direttore generale dell’Anpal e firmatario delle due circolari in quanto dg della Direzione per le Politiche attive del ministero del Lavoro, di far luce sulla questione.La notizia più rilevante dell’intervista a Pirrone è che «non c’è mai stato un divieto dal ministero a tirocini in Garanzia Giovani negli enti pubblici, ma solo una generale raccomandazione». Che, «non essendo fondata su norme che vietano un determinato percorso, visto che non è vietato né nei regolamenti europei né nella normativa regionale, non poteva spingersi fino al divieto». Il Comune di Napoli, quindi, non è caduto nell’errore di non rispettare un divieto, ma ha semplicemente scelto di non seguire una raccomandazione.Effettivamente il testo della nota del 3 aprile 2015 non mette nero su bianco la frase “è fatto divieto” – ma prescrive che, considerato il principio secondo cui l’accesso agli impieghi presso la pubblica amministrazione debba avvenire mediante concorso come prescrive l’articolo 97 della Costituzione, «gli enti pubblici locali, nazionali e trasnazionali vadano esclusi dal novero dei soggetti ammessi ad ospitare i tirocini nell’ambito del Programma, vista l’impossibilità che i periodi di tirocinio presso tali soggetti consentano un successivo inserimento lavorativo».Ma la successiva circolare del 30 aprile ritorna sull'argomento e raccomanda di non fare – ma non vieta – lo svolgimento dei tirocini negli enti pubblici. Sonia Palmeri, assessora al Lavoro e alle risorse umane della Regione Campania, sottolinea che «il Comune di Napoli, come altre pubbliche amministrazioni campane, ha potuto attivare i tirocini» – si riferisce naturalmente ai tirocini in Garanzia Giovani legati ai fondi messi a disposizione dalla Regione attraverso un apposito bando – «in funzione dell’attuazione del regolamento regionale a quell’epoca in vigore, approvato dalla precedente amministrazione di centrodestra del governatore Caldoro». Dall’assessorato confermano che le richieste delle varie pubbliche amministrazioni sono state tutte risalenti al primo semestre 2015, quando al governo della Regione vi era la precedente giunta: «La Regione Campania ha tenuto in considerazione la raccomandazione, controllando ogni forma di possibile abuso e riducendo il rischio che il tirocinio si trasformasse in un’inutile perdita di tempo».Se però «gli enti pubblici locali, nazionali e trasnazionali vanno esclusi», come dice la prima circolare, è presumibile che per quanto non esista un divieto esplicito, essi non dovrebbero attivare questo genere di tirocini. Anche perché, spiega Pirrone, «l’indicazione nei confronti delle regioni ad evitare l’utilizzo dei tirocini negli enti pubblici era spiegata nella nota: le possibilità di stabilizzazione sono sostanzialmente nulle». Da qui la «calda raccomandazione a limitare strettamente» questi stage, soprattutto «per evitare che, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno, si crei una sorta di aspettativa al posto pubblico».L’assessora Palmeri è di altro avviso, e precisa che ai giovani partecipanti «è stata data la possibilità attraverso il tirocinio in Garanzia Giovani di fare un’esperienza formativa importante di sei mesi non replicabili e di cui, sin dal primo momento, è stato evidenziato il carattere della temporaneità. Il programma europeo punta all’occupabilità dei giovani, quindi a realizzare percorsi che rimettano i neet in condizioni stimolanti per la costruzione di una propria identità professionale» continua l’assessora: «È il neet a scegliere se candidarsi a vacancy nel pubblico o di datori privati».Nella sua email alla Repubblica degli Stagisti l’assessorato ai giovani del Comune di Napoli evidenzia anche che il DD 566 del 2014 «definisce il tirocinio extracurriculare Garanzia Giovani un’esperienza di formazione pratica presso un luogo di lavoro che non costituisce rapporto di lavoro né prevede un obbligo di assunzione diretta», visto che lo stage «consente al tirocinante di acquisire competenze professionali per arricchire il proprio curriculum vitae e favorire l’inserimento o il reinserimento lavorativo futuro».Su questo punto Pirrone conferma come la raccomandazione europea si sia espressa per un’offerta di qualità, anche se è difficile definire cosa si intenda: «Dal nostro punto di vista è quella in grado di incrementare le competenze della persona coinvolta e quindi migliorarne le prospettive di inserimento lavorativo. Anche l’esperienza presso l’amministrazione pubblica, come il servizio civile nazionale – che difficilmente preludono a un inserimento lavorativo immediato – sono comunque esperienze finalizzate a incrementare le competenze, e quindi a rendere il soggetto più appetibile dal mercato del lavoro in generale».Palmeri è ancor più netta: «I giovani conoscono bene il dato immutabile che nella pubblica amministrazione si accede, a norma di legge, per pubblico concorso. Dovrei forse vietare ai giovani di esprimere la loro volontà nel fleggare la candidatura ad una posizione di stage nella pa?». Quanto all’utilità di un tirocinio di questo tipo, senza appunto sbocchi lavorativi, l’assessora al lavoro campano ribadisce: «L’obiettivo chiaro è far partecipare il neet alla vita sociale, allontanando lo spettro dell’immobilità».Sul caso specifico dei tirocini in Garanzia giovani presso il Comune di Napoli Pirrone specifica che non conosce il progetto, e che come ministero hanno dato indicazioni volte a scoraggiare il finanziamento dei tirocini nelle pubbliche amministrazioni, ma ammette: «È chiaro poi che le Regioni, nell’ambito della normativa vigente, hanno facoltà di finanziare ciò che ritengono più utile».In tutta la questione c’è infatti anche un tratto formale, riferito ai risultati dell’ultimo referendum costituzionale. L’Anpal, infatti, ha la responsabilità di gestire il programma Garanzia Giovani che, però, «è configurato con le regioni come organismi intermedi principali, visto che c’è un sistema costituzionale che prevede la competenza legislativa concorrente in materia di politiche del lavoro e, di conseguenza, la competenza in materia di organizzazione dei servizi da parte delle regioni». La proposta di riforma della Costituzione di due anni fa prevedeva di riportare la competenza legislativa in materia di formazione allo Stato, ma il risultato referendario ha invece condotto ad un altro esito. Per questo motivo, spiega Pirrone, «oggi ci muoviamo nel sistema costituzionale attuale». Che vuol dire anche un’interpretazione diversa dell’applicazione della raccomandazione da regione a regione.Il Comune di Napoli, dunque, non ha violato una circolare, come erroneamente scritto dalla Repubblica degli Stagisti, ma ha deciso di non seguire una raccomandazione – su un punto delicatissimo di tutta la questione Garanzia giovani, ovvero l’effettiva possibilità di assunzione al termine del tirocinio. Marianna Lepore