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Protestano i praticanti avvocati bloccati dal Covid: l'esame rischia di slittare ancora

Praticanti avvocati sul piede di guerra. Continuano a protestare, per lo più inascoltati, i laureati in Giurisprudenza con il praticantato già maturato nel corso del 2020 e che a causa della pandemia non hanno potuto sostenere l'esame e abilitarsi alla professione. Non un gruppetto sparuto, ma almeno 20-25mila giovani secondo le stime delle associazioni che li rappresentano. La richiesta principale è una: trovare soluzioni alternative all'esame tradizionale costituito da tre prove scritte e un orale. La via maestra potrebbe essere concentrare l'esame in una sola prova orale, il cosiddetto 'orale abilitante' che non comporterebbe assembramenti e rappresenterebbe la via di uscita dall'impasse. Il rischio è in alternativa restare praticanti ancora per mesi, senza poter esercitare e riuscire finalmente a cominciare a guadagnare.Il caso scoppia a novembre dello scorso anno quando, dopo l'ultimo dpcm, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede annuncia lo slittamento delle prove scritte fissate per il 15, 16, 17 dicembre, come conseguenza «dell'aggravarsi dell'epidemia», e senza aprire a nessuna opzione alternativa per lo svolgimento dell'esame. Succede non solo agli aspiranti avvocati, ma anche a altre categorie professionali tra cui i giornalisti, che a loro volta vedono sospendersi lo scritto.I praticanti avvocati non ci stanno e il 16 dicembre scattano sit in di protesta in tutta Italia, tra Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, Palermo e Vibo Valentia. Nel capoluogo lombardo decine di giovani alzano striscioni in cui chiedono certezze. Rivendicano di essere loro a mandare avanti i tribunali, «se tutti i praticanti di Milano incorciassero le braccia la giustizia a Milano durerebbe dieci giorni» grida da un megafono un manifestante ripreso in un video. «Il ministro ha preferito assumere una linea compiacente verso quella cerchia più ristretta e corporativa dell'avvocatura» accusano in un comunicato congiunto alcune associazioni del settore, tra cui l'Associazione italiana dei praticanti avvocati Aipavv, il Coordinamento dei giovani giuristi italiani, il Comitato per l'esame da avvocato.Una linea che «che sta falcidiando la maggior parte dei liberi professionisti» e che dimostra di «temere la concorrenza dei colleghi più giovani». L'assunto è che gli organi forensi si stiano giocando la carta del Covid per impedire l'accesso di nuove leve alla professione. «Vogliamo lavorare» scrivono, queste «sono decisioni miopi che tolgono l'opportunità di costruire il proprio futuro e rendersi indipendenti».Nel frattempo, il 18 dicembre, il ministero della Giustizia rende note le nuove date per il concorso, che si dovrà tenere secondo i piani il 13, 14 e 15 aprile 2021. Lo stato di emergenza è stato però esteso dal governo fino al 30 aprile, dunque anche su quelle date pende l'incertezza. «Cosa si farà se, ad aprile, non si potrà svolgere l'esame?» chiede dalle proprie pagine Facebook il Comitato per l'esame da avvocato. «Qual è il piano B?». Le nuove date «non risolvono nulla e non offrono soluzioni». Il rischio è infatti saltare anche la sessione 2021, mentre gli altri professionisti procedono senza intoppi grazie all'orale abilitante riconosciuto per esempio a commercialisti e architetti (senza contare le lauree abilitanti introdotte di recente).Alla questione si interessano alcuni politici. Lia Quartapelle, 38enne deputata del Pd, presenta il 23 dicembre un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro della Giustizia, ad oggi ancora senza risposta. «L'attuale esame di abilitazione, composto da tre scritti della durata di otto ore da svolgersi con carta e penna, è anacronistico» è la premessa. In più «c'è una ingiusta disparità di trattamento rispetto alle soluzioni alternative trovate per le altre categorie». L'appello è a chiarire «le misure che saranno prese nel caso in cui l'emergenza persista e l'esame venga di nuovo rinviato». Anche Matteo Richetti, senatore del gruppo misto, classe 1974, prende le parti dei praticanti: «Tra totoministri e ricerche di 'costruttori', il Paese, quello reale, continua a fare i conti con la realtà» scrive sul suo account il 13 gennaio: «Il decreto Milleproroghe ha confermato modalità alternative per le prove di abilitazione» evidenzia, «ma non per gli aspiranti avvocati». E rilancia: «Iniziamo a pensare a come far svolgere questo esame senza continuare a nascondere l’emergenza dietro un dito?».Dagli organi istituzionali per ora nessuna risposta. Tra le associazioni si susseguono proposte, anche se non sempre condivise da tutti i rappresentanti. Tra le ultime quella di ridurre la prova a un solo esame scritto, che non risolverebbe però il problema della presenza fisica e dunque il rischio contagio. Una idea dell'ultima ora – chissà che non sia la definitiva - arriva dal presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano, il 61enne Vinicio Nardo [nella foto a sinistra].«Vanno studiate forme di esame emergenziale» ragiona in un video Facebook del 13 gennaio. Niente a che vedere, precisa, «con la riforma dell'esame, che è allo studio del Parlamento» e per cui sono in corso audizioni informali in Commissione Giustizia alla Camera (l'ultima quella dell'associazione Cogita a favore della proposta di legge Di Sarno e Miceli che prevede una riduzione degli scritti). Escludendo l'esame da remoto «che comporta procedimenti infattibili in quattro mesi» prosegue, si rende necessario «un esame rafforzato orale, con una struttura più ampia e con materie diverse». Senza pensare a questo come a «un condono generale», ma solo come a «un decreto valido per un anno». I tirocinanti e i giovani in generale «sono quelli che patiscono di più questa situazione» ammette, dunque «non possiamo voltarci dall'altra parte» è la conclusione.Ilaria Mariotti

Agenzia Onu per la proprietà intellettuale, stage a Ginevra con oltre 1500 euro di indennità mensile: domande entro fine gennaio

Nuovo anno, nuove possibilità di partecipare a tirocini internazionali: è stata prorogata fino al 31 gennaio – inizialmente prevista entro il 30 dicembre dell’anno appena concluso – la possibilità di candidarsi al programma di tirocini 2021 presso la World Intellectual Property Organization: l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, una delle tante agenzie specializzate delle Nazioni Unite con sede principale a Ginevra, in Svizzera.La buona notizia è che la Wipo rientra tra le agenzie delle Nazioni Unite che prevedono un rimborso spese per i suoi stagisti – cosa purtroppo non scontata, dato che l'Onu è una delle realtà internazionali “maglia nera” per quanto riguarda questo aspetto: le migliaia di internship che ogni anno hanno luogo nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a NY e in molte altre sedi in giro per il mondo purtroppo sono tuttora, malgrado da almeno cinque anni vengano periodicamente organizzate proteste e “scioperi” degli stagisti, completamente gratuiti. Il fatto che questa agenzia dell'Onu invece offra ai suoi tirocinanti oltre 1500 euro al mese è un fattore che, affiancato all’esperienza internazionale di pregio, dà un motivo in più per mandare l’application.La scadenza del 31 gennaio è importante perché «per ragioni amministrative, Wipo apre due volte l’anno gli elenchi per candidarsi. Quindi gli stagisti sono reclutati continuativamente nel corso dell’anno dall’elenco corrente o da quello più recente, in base alle esigenze», spiega alla Repubblica degli Stagisti Christine Merjanian, Wipo Talent Acquisition Manager. «Le domande vengono esaminate sulla base delle esigenze interne individuate dalle diverse unità organizzative».L’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale conta 1.508 lavoratori (ultimi dati disponibili aggiornati al 2020) di cui 418 lavoratori “flessibili” (dai contratti a tempo determinato anche di alto livello agli stagisti) e 1.090 di forza lavoro permanente, con una distribuzione a favore delle donne che in totale sono 803 e un’età media poco sotto i 49 anni. Dal 1999 al 2020 ha ospitato 506 tirocinanti, anche in questo caso con una distribuzione a favore del genere femminile che batte 320 a 186 gli uomini. La sede principale è a Ginevra, ma conta anche degli uffici periferici ad Algeri, Rio de Janeiro, Pechino, Tokyo, Singapore, Mosca e Abuja. Di norma ospita annualmente tra i 40 e i 50 stagisti, ma questo numero nel corso del 2020 è calato vertiginosamente a causa della pandemia Covid: «Nel corso dell’anno appena passato Wipo ha ricevuto 2.954 candidature e selezionato 27 stagisti». Nel 2019, invece, il numero di candidature è stato più basso, 1.181 ma in quel caso, spiega Merjanian, «gli stagisti selezionati sono stati 41». A vincere su tutti per numero di candidature l’India, con 122, tallonata dall’Italia, con 119 application e seguita dalla Cina, ferma a 79. Non ci sono però dati precisi sul numero di stagisti selezionati per nazione di provenienza, perché «per quanto riguarda le selezioni archiviamo i dati sulla base delle aree geografiche e non del Paese». Con questa classificazione le prime tre regioni erano Asia e Pacifico, seguita da Europa occidentale e da Africa.Al di là dell’esperienza internazionale, un fattore molto interessante per questo genere di stage è il rimborso spese: «La Wipo ha iniziato a prevedere un pagamento per i suoi tirocinanti dall’avvio del programma di tirocinio, nel 1999», puntualizza Merjanian. Lo stage è pensato per due categorie diverse di stagisti: gli studenti di un corso di laurea di primo livello iscritti al terzo o quarto anno accademico, o titolari di una laurea di primo livello da non più di due anni; e gli studenti di una magistrale o titolari di laurea specialistica o laureati che hanno completato i corsi, ma non la tesi. Per la prima categoria lo stage può durare dai tre ai sei mesi con un rimborso spese mensile di 1.570 franchi svizzeri, circa 1.460 euro, inclusa una tessera per il trasporto, mentre per la seconda categoria il tirocinio va dai tre mesi a un anno e il pagamento mensile sale a 2.070 franchi svizzeri, circa 1.925 euro, con la tessera mezzi inclusa.Il 2020 è stato un anno importante perché sono stati introdotti dei miglioramenti proprio per quanto riguarda le indennità mensili, per rendere questo tipo di stage più accessibile a tutti i candidati a livello globale. E, infatti, non solo è stato aumentato a 1.570 franchi l'emolumento mensile per gli stagisti di categoria 1, precedentemente fermo a 500 franchi svizzeri, ma si è deciso di includere anche la tessera per i trasporti locali per un importo di circa 70 euro, portando quindi i rimborsi agli attuali importi. Da ricordare, però, che la Wipo non è responsabile dell’organizzazione del viaggio per raggiungere Ginevra né dei relativi costi. Questo significa che a parte bisogna calcolare le spese di viaggio. Unica eccezione per gli stagisti che provengono da un paese in via di sviluppo o classificato tra quelli meno sviluppati: in questo caso si ha diritto a un massimo di 1.500 franchi svizzeri di rimborso viaggio a patto che sia effettuato sulla rotta e classe più economica. Una volta assegnati al quartier generale Wipo a Ginevra i tirocinanti hanno diritto anche a una “carte de légitimation” per tutta la durata dello stage, che funge da permesso di soggiorno e di lavoro.Ma cosa fa realmente la differenza in un aspirante stagista per essere selezionato? Christine Merjanian non ha dubbi: «Frequentare o aver frequentato un corso di laurea pertinente, mandare un application lucida e affiancare tutto con una buona lettera di presentazione». Da tenere a mente che tre posti di tirocinio sono riservati alle nazionalità sottorappresentate dagli Stati membri Wipo, che nell’ultimo elenco del 2020 vedevano tra gli stati europei solo Estonia, Lussemburgo, Malta e Slovenia. Oltre ai titoli di studio già elencati è necessario poi avere una buona conoscenza dell’inglese o del francese (la lingua che si parla nel cantone di Ginevra), meglio se entrambe. Chi conosce l’arabo, il cinese, il tedesco, il giapponese, il coreano, il portoghese, il russo e lo spagnolo ha delle possibilità in più. In aggiunta è richiesta una buona conoscenza del pacchetto office e di altri programmi rilevanti.Attualmente è quindi possibile candidarsi per uno stage che si svolgerà nei seguenti ambiti: legge e diritto della proprietà intellettuale, economia e statistica, tecnologia dell’informazione, servizi di cooperazione tecnica, amministrazione di progetto, amministrazione (finanza, risorse umane, pianificazione del programma), esame brevetto e marchio, diritto d’autore, traduzione, e altre aree come comunicazione e sicurezza.Per candidarsi è necessario creare il proprio profilo sul sito della Wipo e registrarsi compilando tutte le sezioni, in particolare indicando l’area preferita di lavoro. Sul sito è disponibile anche una guida molto utile perché mostra passo dopo passo come procedere. Gli ultimi step prevedono l’inserimento della lettera motivazionale e di almeno due contatti da utilizzare per eventuali referenze. Soltanto dopo aver compilato e inviato tutto si riceve un’email di conferma. In ogni momento è possibile modificare o ritirare la propria candidatura. Nel corso dell’anno ogni volta che si apre una nuova possibilità di stage vengono analizzate le application inserite e «se la domanda rispetta i requisiti richiesti sarai contattato direttamente per un’intervista». Il colloquio può essere fatto al telefono, in videoconferenza o di persona e include anche un test scritto.La Wipo scrive chiaramente che «a causa dell’elevato numero di candidature, saranno contattati solo i giovani selezionati»  e se dopo sei mesi dalla data di chiusura dell’avviso di ricerca non si è ricevuta alcuna mail significa che l’application non è stata presa in considerazione. Il tempo di validità massima della propria candidatura è di un anno, quindi all’apertura del nuovo elenco se ancora interessati sarà necessario rifare tutto da capo.La Wipo tutela la proprietà intellettuale a livello globale ed è stata istituita nel 1967, riunendo 193 stati membri. «Affianca governi, società e aziende nella gestione di tutto quello che attiene il campo della proprietà intellettuale e offre programmi e servizi di protezione a livello internazionale, contribuisce alla risoluzione delle controversie e alla definizione di regole equilibrate».Anche questa agenzia ha subito gli effetti della diffusione della pandemia Covid, così come il suo programma di stage: «I tirocinanti che già avevano cominciato il tirocinio con Wipo all’interno degli uffici a Ginevra sono stati trasferiti in smart internshipping, con gran parte di loro che sono rimasti in città durante questo periodo», spiega Merjanian. Pandemia che potrebbe avere ripercussioni anche per l’anno in corso. E infatti, «i tirocinanti già in Wipo continueranno in telelavoro come il resto del personale fino a quando non sarà consentito il ritorno nei locali». Diversa, invece, la situazione per i prossimi stagisti: «una volta che la situazione relativa alla pandemia di Covid sarà tornata alla normalità, riprenderà il reclutamento di nuovi tirocinanti con sede a Ginevra. Nel frattempo stiamo esaminando le richieste di stage caso per caso per determinare se un tirocinio a distanza può essere appropriato a seconda del tipo di stage, della residenza dello stagista e del fatto che nei mesi futuri dovrà essere in ufficio a Ginevra per almeno la metà delle ore totali del suo periodo di stage».Per avere un’idea di quali siano i compiti svolti dalle diverse sezioni dove si potrebbe prendere servizio si può dare un’occhiata a questo link e soprattutto leggere le testimonianze di alcuni ex stagisti che raccontano la loro esperienza, dal background di provenienza all’ufficio assegnato e compiti svolti durante il tirocinio.Svolgere uno stage presso la Wipo non significa, però, avere un posto di lavoro assicurato. I tirocinanti, infatti, sono considerati dei candidati “esterni” per qualsiasi posto libero a tempo determinato per cui eventualmente si candidano. Il che significa che sono tenuti a seguire il normale iter di selezione. Qualcuno ce la fa: «Nel 2019 cinque stagisti sono stati assunti come dipendenti. A questi si aggiunge un altro numero limitato di ex tirocinanti a cui sono stati offerti dei contratti di consulenza», spiega Merjianian.Agli interessati all’esperienza internazionale che non demordono nemmeno dalla possibilità di svolgere questo tirocinio in parte a distanza conviene affrettarsi per rispettare i tempi di chiusura del bando.Marianna LeporeFoto in alto a sinistra: credit Wipo/Berrot in modalità Creative Commons

Stage alla Commissione europea, aperto il nuovo bando: centinaia di posizioni con rimborsi da 1230 euro mensili

Sono aperte le candidature per gli stage alla Commissione europea, uno dei più conosciuti – e ambiti – programmi di tirocinio delle istituzioni europee. Online dallo scorso 5 gennaio, le domande si potranno inviare fino al 29 gennaio a mezzogiorno. E, come per tutte le edizioni, ci si aspetta un numero altissimo di application. In base alle statistiche pubblicate sul sito, in alcune edizioni, come quella del 2016, si sono perfino superate le 18mila candidature. Un numero a cui fanno fronte centinaia di posizioni disponibili, che variano di anno in anno a seconda «delle esigenze e del budget». Gli italiani sono sempre in testa per numero di domande, con una media superiore alle 2mila application per ogni sessione, una a semestre. E primi sono anche per numero di stagisti selezionati, attestandosi sopra il centinaio nelle ultime tornate. In particolare, per la sessione in partenza a ottobre 2020, le application degli italiani sono state 2.309, e i selezionati del nostro Paese 120. A farcela è stato insomma circa uno su venti. Più nel dettaglio, come chiarito sul sito, «sono circa 2000 i preselezionati appuntati di volta in volta nel Blue Book [il libro dei candidati che dà il nome anche al programma di tirocini, ndr]». Dunque sono tre i candidati per ogni posizione disponibile, «che ammontano in totale a circa 650 per ogni tornata». L'interesse verso i tirocini alla Commissione europea è legato al prestigio dell'istituzione, ma anche al buon rimborso spese, pari a 1229,32 euro mensili, maggiorato del 50 per cento in caso di disabilità, e a cui va aggiunta l'indennità di viaggio (per distanze superiori ai 50 km) e coperture extra in caso di incarichi per qualche missione. A chi ha svolto il tirocinio non è però concesso un corridoio speciale per entrare nell'organico della Commissione Ue: «L'ammissione a un tirocinio non conferisce ai tirocinanti lo statuto di funzionari o di dipendenti, né comporta eventuali diritti o priorità per quanto riguarda un'eventuale assunzione nei servizi della Commissione europea» mette nero su bianco il regolamento. Per candidarsi bisogna rispettare una serie di requisiti, variabili a seconda che si opti per i tirocini amministrativi o per quelli nella traduzione. Per entrambi occorre la laurea, almeno triennale, e il non aver avuto in passato esperienze professionali «di alcun tipo» - sottolinea il regolamento - di oltre sei settimane nelle istituzioni europee. Quanto alla conoscenza delle lingue, per i tirocini amministrativi serve la padronanza di almeno due lingue europee, di cui una necessariamente l'inglese, il francese o il tedesco. Per i tirocini nella traduzione, occorre la capacità di saper tradurre verso la propria lingua principale da almeno altre due lingue. Non esistono preferenze per la facoltà seguita, anche se le statistiche online suggeriscono quali sono le tendenze. Per i tirocini amministrativi, circa la metà dei selezionati ha alle spalle studi in Scienze politiche o Giurisprudenza (il 48 per cento). Per quelli nella traduzione, la metà – circa il 49 per cento – in Lingue o interpretariato. Anche aver fatto l'Eramus può dare qualche chance in più, considerando come l'esperienza sia presente in oltre il 20 per cento dei curriculum finalisti.La procedura per l'application va fatta online, a seguito della registrazione sul sito. Non sarà necessario allegare nessuna documentazione se non dopo aver superato la fase della preselezione. Il sito è molto chiaro su come presentare il proprio curriculum. Ci sono anche consigli pratici, come per esempio quello di evitare di indicare esperienze minori, «come lavoretti estivi o di poche settimane». I tirocini per cui ci si candida adesso inizieranno il primo ottobre 2021, per terminare il 28 febbraio 2022. La fase di preselezione si collocherà dunque tra febbraio e marzo. Inizia così il primo screening dei curriculum, sulla base di profilo accademico, competenze linguistiche, presenza di un profilo internazionale e così via. Una volta superato il passaggio sarà richiesto il caricamento di documenti ufficiali e si sarà registrati nel cosiddetto Virtual Blue Book, il database contenente le schede di tutti i candidati che hanno superato le preselezioni. Si passa quindi alla selezione vera e propria, tra giugno e settembre, ad opera delle direzioni generali e delle agenzie. Si compila infine la lista dei preferiti in base a una ultima scrematura che passerà per interviste telefoniche o in presenza. Alla fine del procedimento arriverà la proposta ufficiale di tirocinio. Da specificare poi sono le conseguenze dell'emergenza epidemiologica nell'organizzazione dei tirocini. La sede ufficiale della Commissione Europea è Bruxelles, dunque è lì che si svolge la maggior parte dei tirocini, pur essendovene una parte in altre città tra cui Lussemburgo o altre rappresentanze in altre sedi. Ma l'incertezza, sottolinea un avviso sul sito, «non permette di dire se i tirocini potranno svolgersi come programmato». Lo scoppio dell'epidemia ha costretto infatti i tirocinanti dell'edizione di marzo a scegliere se continuare lo stage in versione smart 'internshipping' oppure interromperlo. Per tutti c'è stata la possibilità di «reiniziare il tirocinio nella sessione di ottobre 2020».  Per i selezionati si tratterà, come spiega il sito, di «assistere a meeting, partecipare a gruppi di lavoro e conferenze, svolgere attività di ricerca e correzione di documenti, fornire risposte alla cittadinanza». Una serie di mansioni che richiedono, evidenzia l'avviso pubblicato in homepage, «l'interazione personale tra colleghi e la presenza fisica laddove possibile». A cui entro ottobre 2021 si spera di poter tornare senza troppe preoccupazioni. Ilaria Mariotti 

Stage sospesi causa Covid, la Toscana mette quasi 3 milioni di euro sul nuovo bando: aperto anche a chi ha più di 30 anni

Si aprirà domani mattina, giovedì 14 gennaio, alle ore 9 la possibilità di far domanda per un contributo straordinario per tirocinanti e praticanti over 29 che si sono visti sospendere o interrompere lo stage in Toscana nel corso del 2020 a causa delle restrizioni per l’emergenza Covid. La Regione ha, infatti, finalmente pubblicato il nuovo bando che si rivolge anche alla platea precedentemente esclusa dal provvedimento. L’avviso arriva sei mesi dopo il suo primo annuncio, quando con una delibera di giunta si comunicava l’ampliamento imminente della platea dei destinatari agli over 30 con l’allora assessora al lavoro Cristina Grieco che parlava di un «decreto di approvazione dell’avviso pubblico entro la metà di agosto».Ora il bando è arrivato: potranno, quindi, richiedere l’indennità straordinaria anche gli over 29, inattivi e disoccupati, che si siano trovati in difficoltà economica a causa di «un tirocinio extracurriculare o un praticantato sospeso per oltre 15 giorni a causa dell’emergenza Covid 19, oppure coloro che abbiano svolto un tirocinio non curriculare o praticantato, con scadenza nel periodo di sospensione a causa dell’emergenza sanitaria, a condizione che sia stato sospeso per oltre 15 giorni prima del suo termine».Per questo bando ci sono a disposizione 2 milioni 830mila euro. 30mila sono lo stanziamento ad hoc, a cui però vanno aggiunti 2 milioni 800mila euro “avanzati” dalla deliberazione di qualche mese fa che attivava il “contributo straordinario FSE per il sostegno al reddito dei tirocinanti e dei praticanti i cui tirocini sono sospesi per effetto delle misure di contenimento dell'emergenza epidemiologica COVID-19” in Toscana. Con la pubblicazione del nuovo avviso si supera quindi un aspetto insolito del testo precedente, che contemplava il limite massimo dei 30 anni per far domanda: fino ad oggi, infatti, i destinatari del provvedimento finivano per coincidere perfettamente con i partecipanti al programma GiovaniSì, in vigore dal 2011 e cofinanziato dalla regione. Ora, invece, qualcosa cambierà, visto che «in relazione al perdurare dell’emergenza Covid-19» si consente «l’erogazione del contributo straordinario a un più ampio numero di beneficiari».È importante sottolineare un altro elemento previsto dal decreto di approvazione numero 21672 del 28 dicembre scorso, che consente l’emanazione del nuovo avviso. Nel testo, infatti, si dispone, a partire dal 13 gennaio, la chiusura della prima edizione del bando: in pratica il testo pubblicato a metà maggio e destinato ai soli under 30. Questo significa che chi ancora non avesse fatto domanda dovrà a questo punto rifarsi al nuovo avviso e alle nuove modalità di richiesta.Il bando appena pubblicato sarà attivo fino a esaurimento fondi, quindi conviene non rimandare troppo l’invio della domanda, anche perché come si legge dal decreto del 28 dicembre scorso, si assicura la copertura dell’avviso per un importo pari a 30mila euro.Visto che l’incentivo garantito dalla Regione ammonta a 433,80 euro per le sospensioni che vanno dai 15 ai 45 giorni e sale a 867,60 euro per periodi superiori, se a far domanda fossero tutti stagisti che hanno visto il tirocinio sospeso per almeno due mesi, il numero totale di tirocinanti che potrebbero beneficiare di questo nuovo bando sarebbero appena 35. La platea potenziale a prima vista sembrerebbe molto esigua. Ma alle risorse regionali già stanziate si integrarano quelle residue della deliberazione numero 558 del 2020: che altro non è che il documento iniziale con cui si predisponevano le spese «per la concessione di un contributo straordinario FSE per il sostegno al reddito dei tirocinanti e dei praticanti i cui tirocini sono sospesi per effetto delle misure di contenimento dell'emergenza epidemiologica COVID-19».In pratica ai 30mila euro del nuovo stanziamento si affiancheranno i residui non spesi per il bonus per soli under trenta. In quel contesto le risorse destinate al programma erano 5 milioni 107mila euro, di cui 3 milioni 507mila destinati a tirocini di orientamento e formazione, inserimento e reinserimento e praticantato e 1 milione 600mila ad incentivi all’assunzione. Da questo primo bacino di risorse ne sono avanzate non poche, visto che per il bando che oggi va a chiudersi definitivamente e che nei piani iniziali doveva accogliere circa 7mila richieste alla fine il numero di beneficiari totali è stato di 2.481, considerando le sette graduatorie degli ammessi pubblicate. Numeri confermati anche dalla segreteria dell'assessore all'istruzione Alessandra Nardini. Certo ci sono stati anche vari esclusi perché non in possesso dei requisiti, ma qualcosa deve essere andato in corto circuito se a conti fatti il numero dei richiedenti è stato meno della metà di quelli previsti.E dunque si arriva a «una dotazione finanziaria complessiva di 2 milioni 830mila euro», come dall'assessorato confermano alla Repubblica degli Stagisti, che potenzialmente potrebbero soddisfare le richieste di oltre 3mila beneficiari.Nel testo dell’avviso si legge che le misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica Covid «hanno comportato la sospensione dei tirocini non curriculari e dei tirocini per l’accesso alle professioni ordinistiche sul territorio regionale» e che questi, pur non configurandosi come rapporti di lavoro, «danno luogo ad una forma di sostegno economico» che è venuta meno causando una imprevista situazione di difficoltà. Per questo la Regione ha pensato a una indennità straordinaria «finalizzata a mitigare gli effetti economici negativi» causati dal mancato incasso dell’indennità di partecipazione mensile. Uniche categorie di stage escluse dal nuovo avviso sono i tirocini presso gli uffici giudiziari e quelli per l’accesso alla professione di psicologo.Ora, quindi, gli over 30 finora esclusi o i più giovani che non hanno fatto in tempo a partecipare al primo bando possono provare a fare richiesta grazie al nuovo avviso. Per partecipare devono per prima cosa essere inattivi o disoccupati e svolgere un tirocinio in Toscana che sia stato sospeso a causa del Covid per più di 15 giorni e al momento sia ancora in corso o aver svolto uno stage che sia stato sospeso per più di due settimane e sia stato concluso nel periodo dell’emergenza. È importante ricordare anche che i tirocinanti e i praticanti che abbiano già partecipato al primo bando e ottenuto un contributo parziale, ma al momento siano in possesso dei requisiti del nuovo bando, possono presentare una nuova domanda per lo stesso tirocinio per integrare il contributo ricevuto, fino al raggiungimento dell’importo massimo di 867euro per stage sospesi per più di 46 giorni.La domanda di partecipazione è solo online ed è necessario utilizzare la carta sanitaria toscana o la carta nazionale dei servizi abilitata e un lettore di smart card. In alternativa per accedere si possono utilizzare anche le proprie credenziali Spid. La modalità di consegna è “a sportello” tramite questo link. Una volta compilato il form online e allegati i documenti si ottiene il numero di protocollo. Entro l’ultimo giorno di ogni mese sono pubblicati gli elenchi delle domande ammesse e non ammesse e l’erogazione dell’indennità avviene solo in seguito alla pubblicazione di un decreto di impegno di liquidazione. Per farsi un’idea dei tempi si può dare un’occhiata all’andamento del primo bando aperto il 28 maggio 2020 e per cui il primo elenco beneficiari arriva il 10 luglio, l’impegno di liquidazione una settimana dopo e i pagamenti veri e propri ai primi di agosto.Marianna Lepore

Tirocini alla Corte dei conti UE pagati 1350 euro al mese: il bando è aperto, ma lo stage potrebbe essere a distanza

In tempi di scarse opportunità lavorative, tra le opportunità ghiotte ci sono gli stage presso la Corte dei conti europea. Si può mandare la propria application fino al 31 gennaio per provare a partecipare agli stage che prenderanno il via a maggio. Ogni anno questa istituzione europea con sede a Lussemburgo offre un minimo di cinquanta stage a giovani laureati e ha sempre un alto numero di richieste italiane.È stato così anche per l’ultima sessione di tirocini cominciata il primo ottobre 2020: «Abbiamo ricevuto 1.725 application, 865 dall’Italia, 316 dalla Spagna e 85 dal Portogallo», conferma Damijan Fiser, addetto stampa della Corte dei conti alla Repubblica degli Stagisti. Significa che metà delle candidature sono arrivate dal nostro Paese e che gli italiani hanno quasi triplicato gli spagnoli, secondi per numero di richieste di stage. Nel caso specifico – ma è bene ricordare che non capita sempre – gli stagisti selezionati hanno poi rispettato in parte la proporzione numerica con le popolazioni dei Paesi membri. E infatti per quella tornata «la Corte ha selezionato 16 tirocinanti: tre dalla Spagna, due dall’Italia e dalla Francia, e uno rispettivamente da Svezia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Irlanda, Grecia, Belgio, Austria, Portogallo e Olanda». Il numero degli stagisti selezionati è un po’ più basso rispetto al solito perché alcuni dei tirocinanti che avevano cominciato l’ultima sessione –interrotta causa pandemia Covid – hanno potuto ripetere lo stage ex novo. A febbraio, invece, la Corte aveva ricevuto 1.743 domande, di cui ben 665 italiane. Il nostro Paese, nemmeno a dirlo, è stato anche in questo caso il primo per numero di application, seguito dalla Grecia con meno della metà delle domande italiane (290) e dalla Spagna (208). Sono state, però, Francia e Svezia ad ottenere il maggior numero di tirocinanti selezionati – tre a testa – e l’Italia si è dovuta accontentare di due stagisti, al pari di Austria, Belgio, Bulgaria, Spagna, Irlanda e Lussemburgo. La verà novità per lo stage cominciato a ottobre e tutt’ora in corso è stata per la modalità: per la prima volta, infatti, uno stage è cominciato e si sta svolgendo tutt’ora direttamente in smart internshipping, quindi dalla propria abitazione del Paese di origine. Una scelta adottata dalla Corte per evitare di cancellare la sessione autunnale di tirocinio come era già successo per quella estiva. Questo, però, non significa che gli stagisti siano stati abbandonati a loro stessi. «I tirocinanti sono guidati quotidianamente tramite Microsoft Teams per garantirgli un’esperienza di stage di successo», assicura Fiser: «Ci sono incontri di gruppo introduttivi a inizio stage per incontrare il loro team e colleghi. E successive riunioni dipendono dai requisiti di ciascun progetto a cui partecipano i tirocinanti. All’interno della Corte dei Conti crediamo fermamente che la comunicazione sia la chiave per creare fiducia con gli stagisti che hanno bisogno di molta attenzione all'inizio del loro tirocinio. E il modo migliore per garantirgli di svolgere con successo il programma di stage è comunicare quotidianamente con loro. Ci assicuriamo di essere disponibili nel caso in cui abbiano bisogno di supporto, assistenza, guida o qualsiasi tipo di domande».Lo smart internshipping non ha influito sul rimborso spese o il monte ore di attività: gli stagisti hanno continuato ad avere un’indennità mensile di 1.350 euro per un totale di 40 ore settimanali, otto al giorno. Indennità che sale a 1.850 euro al mese per gli stagisti che abbiano una disabilità certificata, policy che non cambia nemmeno con lo stage a distanza. In aggiunta, «per qualsiasi richiesta di flessibilità ogni manager può decidere per circostanze eccezionali». Computer e connessione internet sono quindi a carico di ogni stagista; la European Court of Auditors, però, fornisce l’accesso remoto, in pratica la connessione tra due o più computer a distanza tra loro in modo da poter seguire passo passo il lavoro.Regole che potrebbero essere valide anche per gli stage per cui ora si può far domanda e che partiranno a maggio: è bene ricordare che per il momento si organizza tutto come se il tirocinio continuerà a svolgersi da remoto, ma «la modalità di svolgimento dipenderà dalla situazione Covid nel corso dell'anno».Per fare domanda per uno stage alla Corte dei Conti europea c’è quindi tempo fino alla fine di gennaio: per farlo è necessario essere cittadini di uno degli Stati membri dell’Unione europea, avere almeno una laurea triennale o aver superato quattro semestri di studi universitari in uno dei campi di interesse per la Corte, avere una conoscenza approfondita di una delle lingue ufficiali dell’Ue e una buona di un’altra lingua, non aver avuto condanne o sentenze di colpevolezza di nessun tipo, non aver beneficiato di un altro tirocinio presso una qualsiasi istituzione o organo dell’Unione Europea. I candidati selezionati devono poi presentare un estratto recente del casellario giudiziario e un certificato medico attestante l’idoneità fisica all’impiego. Come spesso capita per questo tipo di selezioni che ricevono molte domande di partecipazione, la Corte contatterà solo i candidati selezionati, quindi non tutti riceveranno una risposta. Per candidarsi allo stage bisogna compilare online l’application, rispondendo ad alcune domande, tra cui anche la scelta della durata – tre, quattro o cinque mesi – o l’area di gradimento, e compilare tutti gli step presenti sul sito.Se selezionati si accede all’organo di controllo delle finanze dell’Unione europea, il cui lavoro è utilizzato da Commissione, Parlamento e Consiglio per sorvegliare la gestione del bilancio dell’Unione. E si entra a far parte di un organico di circa 900 persone di tutte le nazionalità, con tre quarti del personale in servizio che a fine 2019 aveva un’età compresa tra i 40 e i 59 anni e una proporzione uguale di donne e uomini. Lo stage non offre però sbocchi occupazionali – visto che per riuscire ad avere un posto presso la Corte è necessario partecipare ai concorsi banditi dall’Ufficio europeo di selezione del personale (Epso). Nel corso del 2019 la Corte dei conti europea ha offerto un totale di 55 stage, contro i 60 del 2018, sempre per una durata variabile tra i tre e i cinque mesi. Decisamente più basso il numero del 2020, condizionato dalla cancellazione dello stage di maggio: 43 tirocini attivati complessivamente tra febbraio e ottobre.Sul sito della Corte ci sono molte informazioni circa l’organizzazione e il funzionamento con la possibilità di vedere di cosa si occupano le varie sezioni e chi sono le persone che ne fanno parte. Se poi si vuole avere qualche notizia in più da chi è passato per questa esperienza si può tenere d’occhio la pagina facebook della Corte  dove si trovano anche le testimonianze degli ex stagisti. Certo l’esperienza in smart internshipping potrà essere decisamente diversa dal passato. Ma il buon rimborso spese, la possibilità di entrare in contatto – seppure a distanza – con altri stagisti in Europa e con personalità di spicco all’interno della Corte sono sempre validi motivi per tentare questa opportunità.Marianna Lepore

Servizio civile universale, quasi 47mila opportunità nel 2021: domande entro l’8 febbraio

È arrivato come promesso, entro la fine dell’anno, il bando per il servizio civile universale, aperto ai giovani dai 18 ai 28 anni. Le candidature si potranno inviare fino a lunedì 8 febbraio 2021 alle ore 14, presentando domanda di partecipazione a uno dei 2.814 progetti che si realizzeranno tra il 2021 e il 2022 su tutto il territorio nazionale e all’estero, per una durata variabile tra gli otto e i dodici mesi. Il bando arriva al termine di un anno particolare, quello del Coronavirus, che ha visto uno sforzo eccezionale da parte del mondo del servizio civile e degli operatori volontari, cui ha fatto seguito anche l'impegno per un investimento significativo in termini di fondi destinati alle attività (400 milioni in più per il prossimo biennio), nonché l’istituzione della giornata nazionale del servizio civile universale il 15 dicembre. «Nel 2020 il servizio civile universale è riuscito a dare il meglio di sé» commenta Immacolata Postiglione, direttrice dell’Ufficio per il servizio civile universale: «Migliaia di ragazzi si sono messi a disposizione della comunità e dei territori, portando assistenza, aiuto, conforto: un grande esempio di cittadinanza attiva e di difesa non armata della patria.»In particolare, «nel corso di quest'anno sono stati circa 32mila i ragazzi avviati al servizio, di cui 751 all’estero» è il bilancio di Postiglione «portando a oltre 533mila i volontari che hanno svolto il servizio civile dal 2001, di cui 8mila impegnati all’estero. Attualmente abbiamo in servizio oltre 28mila volontari, di cui trecento all’estero».Si tratta di ragazze (63 per cento) e ragazzi (37 per cento) impegnati in progetti che spaziano dall’assistenza (47 per cento), all’educazione e promozione culturale, paesaggistica, ambientale, del turismo sostenibile e sociale e dello sport (32 per cento) al patrimonio storico, artistico e culturale (14 per cento). E ancora, in progetti per la salvaguardia del patrimonio ambientale e riqualificazione urbana e in progetti di Protezione civile.I 46.891 posti messi a bando per il 2021 sono così distribuiti: 39.538 nei 2.319 progetti da realizzarsi in Italia, 605 quelli per i 111 progetti all’estero e, novità di quest’anno, 6.748 per 384 progetti da realizzarsi nei territori delle regioni che hanno aderito alla Misura 6 “Servizio civile universale del Programma operativo nazionale - Iniziativa occupazione giovani (Pon-Iog) Garanzia giovani”, ossia Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia. Posti, per questi ultimi, dedicati a giovani Neet, che non studiano, non lavorano e non seguono un percorso di formazione, oppure a giovani disoccupati.Sono inoltre presenti nel bando progetti con posti riservati a chi si trova in condizioni di difficoltà economiche, in condizioni di disabilità o ha una bassa scolarizzazione.Altra novità di quest’anno è che ogni singolo progetto è parte di un più ampio programma di intervento che risponde a uno o più obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e riguarda uno specifico ambito di azione individuato tra quelli indicati nel Piano triennale 2020-2022 per la programmazione del servizio civile universale.Per il nuovo anno il numero di operatori volontari attivato potrebbe crescere. «In discussione in Parlamento c’è il disegno di legge di bilancio per il prossimo triennio che prevede 200 milioni di euro aggiuntivi sul Fondo sia per il 2021 che per il 2022» conclude Postiglione: «Significherebbe avere 50mila giovani in servizio civile all’anno, una cifra importante che meglio risponderebbe alle tante aspettative dei ragazzi. L’auspicio è che questo aumento possa diventare strutturale, così da avvicinare sempre più il servizio civile all’obiettivo di essere universale».Come candidarsi? Gli aspiranti operatori volontari devono presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on line (Dol), raggiungibile tramite pc, tablet o smartphone, scegliendo mediante i filtri di ricerca il progetto desiderato e procedendo alla candidatura. Informazioni utili per orientarsi nella scelta sono disponibili sul portale "Scelgo il servizio civile".Rossella Nocca

Lavorare per due anni alle Nazioni Unite, stipendio base 47mila dollari all'anno: ultimi giorni per candidarsi al JPO

È fissata al 29 dicembre la scadenza per il programma JPO, Giovani Funzionari delle Organizzazioni Internazionali, organizzato dalla Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e l’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo e curato dal dipartimento degli Affari economici e sociali delle Nazioni Unite (UN/DESA).Il JPO offre a giovani italiani di età non superiore a trent'anni la possibilità di candidarsi per un’esperienza professionale nelle organizzazioni internazionali della durata di due anni. Altri requisiti necessari per l’invio della candidatura, inoltrabile solo online attraverso il sito undesa.it, sono la nazionalità italiana; un’ottima conoscenza della lingua inglese e italiana; una laurea specialistica/magistrale o magistrale a ciclo unico, laurea triennale accompagnata da un master universitario. Novità di questa edizione l’assegnazione di un numero limitato di posizioni a candidati provenienti da alcuni paesi in via di sviluppo (“Least Developed Countries” e paesi prioritari per la cooperazione allo sviluppo italiana), il cui elenco e requisiti per fare domanda sono riportati sempre sul sito www.undesa.it.Al momento, fanno sapere dall’organizzazione del programma, non sono disponibili informazioni sul numero finale di posizioni per l’edizione 2020/2021 del JPO: il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale negli ultimi quattro anni ha stanziato fondi per 41 posizioni nel 2019/2020, 42 nel 2018/2019, 46 nel 2017/2018 e 40 nel 2016/2017.Per i candidati selezionati è previsto un contratto di due anni come staff delle Nazioni Unite. I JPO vengono reclutati al livello P2 della categoria dei funzionari - P2/1 il primo anno e P2/2 il secondo anno. Il salario base per tale livello è attualmente di circa 47mila dollari l’anno. Il contratto comprende, oltre al salario, un “post adjustment”, cioè un adeguamento, che varia a seconda del paese di assegnazione, l'assicurazione medica, i contributi pensionistici ed altre indennità.Relativamente all’iter di reclutamento ogni singola Organizzazione o Agenzia ONU gestisce la fase del colloquio o prova scritta secondo i propri procedure di reclutamento. Invece, per quanto riguarda l’iter, la valutazione preliminare dei candidati per l'ammissione alla fase di selezione è svolta dall'Ufficio UN / DESA di Roma. Questa fase si traduce generalmente in elenchi di 12-15 potenziali candidati per ciascuna posizione JPO. L'esito della valutazione preliminare delle domande viene ulteriormente esaminato da una Commissione delle Nazioni Unite composta da esperti delle risorse umane del Segretariato delle Nazioni Unite a New York, che fa una seconda valutazione approfondita delle candidature ricevute al fine di preselezionare un massimo di 8 candidati per ciascuna posizione JPO.L'ultima fase del processo di selezione è svolta dai rappresentanti delle organizzazioni internazionali a cui verranno assegnati i candidati JPO vincitori. Questa fase di selezione di solito consiste in un esercizio scritto e un colloquio di gruppo. Prima del reclutamento ufficiale da parte delle organizzazioni internazionali, i candidati prescelti frequentano un corso di formazione obbligatorio di due settimane organizzato dallo United Nations System Staff College, insieme a JPO di altri paesi. L'elenco finale dei candidati selezionati viene pubblicato sul sito web dell'UN/DESA al termine del processo di selezione una volta che tutte le formalità di reclutamento sono state completate. L'elenco è disponibile solo per un anno.Dal 1976, anno di inizio del programma, il numero di candidature inviate si è attestato annualmente su una media di 2500. Di queste, la maggior parte è stata inoltrata da donne, con una percentuale di circa il 60% del totale. Secondo i dati a disposizione dell’organizzazione, circa il 70% dei partecipanti al programma ha poi trovato stabilmente lavoro in una delle organizzazioni internazionali. Chiara Del Priore 

Vuoi fare uno stage alla Asl? Devi pagare. Il caso dell'azienda sanitaria di Matera

La richiesta di pagare per svolgere un tirocinio. È la condizione posta dalla Asm, azienda sanitaria locale di Matera, alle persone interessate a iniziare un percorso formativo presso la sua sede (o anche da remoto, visti i tempi). A segnalarlo sul forum della Repubblica degli Stagisti è Giovanni Aliuzzi, classe 1970, già infermiere presso quella stessa Asl e allievo di un master per diventare coordinatore sanitario erogato da Unitelma Sapienza, un ateneo che offre corsi a distanza. «Qualcuno sa dirmi» scrive nel post, «se è lecito prevedere nel regolamento sui tirocini di un'azienda sanitaria pubblica il pagamento da parte del tirocinante di un contributo economico?». L'obbligo di versare una quota partecipazione è infatti fissata nero su bianco nel documento che regolamenta i tirocini presso la Asm. «L’attivazione del tirocinio richiesto da istituzioni formative private, riconosciute ed autorizzate» si legge al punto 7, «è subordinata al versamento, da parte del soggetto promotore o, in alternativa, dell’aspirante tirocinante, del seguente contributo economico». E via con l'elenco delle tariffe: sono 50 euro per tirocini da 100 a 150 ore, 100 per tirocini fino a 450 ore, 150 per quelli superiori a 450 ore. «Tale contributo» è scritto ancora, «deve essere versato all’Asm dal soggetto promotore o in alternativa dall’aspirante tirocinante prima dell’inizio del tirocinio, tramite bonifico».E qui vengono a galla gli aspetti di dubbia opportunità della richiesta. Il primo e più macroscopico è che ad Aliuzzi è stato richiesto un “dazio” da pagare per iniziare il tirocinio. Rispetto a questo è specificato che non è obbligatorio per tutti, ma solo per i soggetti «privati»: una poco comprensibile differenziazione tra studenti di enti di formazione pubblici e studenti di enti di formazione privati. Di non poco conto, inoltre, il fatto che sia proprio l'azienda pubblica presso cui l'infermiere risulta dipendente che avrebbe dovuto, cosa un poco assurda, inquadrarlo parallelamente come stagista. «Non stiamo infrangendo nessuna legge» si difende Anna Rita Ditaranto, dirigente della formazione della Asm, al telefono con la Repubblica degli Stagisti. Aliuzzi è un dipendente, ma «può svolgere il tirocinio fuori dall'orario di lavoro». In più, «laddove il tirocinante paga una retta all'istituto universitario per il corso, noi chiediamo un contributo per l'attivazione dello stage» taglia corto. L'obiezione per certi versi regge, perché i tirocini curriculari (quelli inseriti in un percorso di studi formalmente riconosciuto, come appunto un master) si trovano in una zona d'ombra normativa, non essendovi una legge che li disciplina in modo specifico, a differenza degli extracurriculari. Ed è trincerandosi dietro questo vuoto legislativo che si può agire senza contravvenire a nessun divieto di legge. Come quello, per gli stage extracurriculari, che impedisce per esempio ai dipendenti di svolgere un tirocinio presso la propria azienda, o come quello che vieta di ospitare tirocinanti senza erogare loro una indennità mensile (altro che chiedere!).C'è da dire che la richiesta di denaro arriva agli aspiranti stagisti solo in seconda battuta: i primi a cui si rivolge la Asm sono gli enti promotori, come chiarisce il regolamento. «Sì, è vero, la Asm ci ha fatto pervenire la richiesta» conferma Davide Bartoli, responsabile della formazione di Unitelma. «Ma la convenzione era già avviata e noi, che comunque siamo contrari, non abbiamo accettato un cambiamento dei patti in corso d'opera».Bartoli ammette che non è la prima volta che accade: «La situazione si ripete spesso, anche se nella nostra esperienza è circoscritta ai tirocini dei master in ambito sanitario» prosegue, «specie quelli, come nel caso di Giovanni Aliuzzi, che hanno come sbocco il ruolo di coordinatore», che sarebbe in parole povere il caposala. Qui lo stage è giocoforza nelle Asl o in altre strutture sanitarie, «dalle quali arrivano di consueto richieste simili». Anche perché gli studenti sono spesso proprio dei dipendenti che si mettono a studiare per salire di grado, come nel caso di Aliuzzi, che ha 50 anni. Non quindi dei ragazzi alle prime armi. Unitelma «si è sempre sottratta» assicura, «ma tra i nostri corsi ci sono almeno una ventina di studenti all'anno che accettano di pagare per completare l'iter». Dall'Istituto Skinner di Roma che eroga corsi in psicoterapia e che risulta avere all'attivo convenzioni con la Asm fanno invece spallucce e liquidano la questione con un secco «a noi non risulta nulla». Altri atenei pubblici, come l'università di Bari, confermano che con loro la Asm non ha mai avanzato pretese di questo tipo (del resto i soldi li chiedono solo ai privati, dice il regolamento). E si dicono all'oscuro in riferimento a problematiche rilevate dagli studenti: «Nessuno ha mai evidenziato alcunché» è sicura Teresa Fiorentino, direttrice del placement. Qualcuno però ci tiene a smarcarsi dalla discutibile pratica: «Nella Asl in questione dal 2015 sono stati inviati quattro tirocinanti per i corsi dell'area di psicologia» chiarisce Federica Stagni, responsabile tirocini dell'università dell'Aquila. «Non siamo assolutamente a conoscenza di 'contributi' richiesti e, rispondendo a titolo personale, non condivido» conclude Stagni. Aliuzzi si è nel frattempo sistemato altrove, «e lo stage avrà luogo in un'altra struttura» fa sapere, sperando che arrivi presto il salto di carriera. «Ma sono sicuro» commenta, «che tanti altri stagisti, magari più giovani di me, saranno disposti a pagare il tirocinio pur di portare a termine il master».  Ilaria Mariotti 

Piattaforme per trovare opportunità di formazione e lavoro, tre startup aiutano i giovani (e non solo)

Trovare la propria strada, formarsi e intercettare opportunità di lavoro: per conto proprio non è semplice, così a venire in aiuto sono alcune piattaforme web, che fanno da intermediazione verso chi è alla ricerca di un primo impiego o di una ricollocazione professionale. Startup nate da poco, il cui target sono i giovani, e che sono a loro volta fondate da ragazzi. Una di queste si chiama start2impact, un sito creato a febbraio del 2017 da due trentenni, Gherardo Liguori e Virginia Tosti, e che offre corsi di specializzazione a pagamento nei mestieri del web più richiesti – digital marketing, data science, sviluppatori –  mettendo alla prova i candidati con progetti da sottoporre a coach del settore. A loro volta le aziende che cercano profili specialistici nel digitale si rivolgono alla startup per individuarli. Liguori [nella foto a destra], una laurea in Giurisprudenza alla Bocconi finita nel cassetto, aveva iniziato una carriera nel personal branding digitale, firmando progetti importanti tra cui la campagna del comitato per il NO al referendum costituzionale del 2016. «Un lavoro che mi piaceva, in cui ero bravo e per cui ero ben retribuito (120mila euro in tre anni)» scrive su LinkedIn. «Ma non mi bastava». Con Virginia, sua moglie, laureata in Ingegneria, decide di mettere su «una piattaforma di formazione online che permetta di fare carriera nei lavori del futuro».Una accademia da cui si esce già pronti per il mercato del lavoro, e che – dati alla mano – ha già all'attivo la creazione di 150 posti di lavoro grazie alla collaborazione con Binario F, il centro italiano di Facebook dedicato alla formazione e allo sviluppo delle competenze digitali, con sede a Roma. Il programma di job placement messo in piedi prevedeva l'iscrizione gratuita, solo per il primo mese, alla piattaforma di start2impact e ai corsi, grazie alle coperture offerte da Facebook. Dietro la startup si muovono circa duecento aziende – tra cui Bending Spoons (la società che ha sviluppato l’app Immuni), Microsoft, Intesa San Paolo per citarne alcune – che finora hanno pubblicato le proprie offerte di lavoro sul sito. «Ma non sono nostre clienti» puntualizza Liguori: il servizio di ricerca dei candidati per loro è gratuito. Nelle testimonianze disponibili sul sito c'è chi, come Nicky Silvestri, trent'anni, faceva il broker assicurativo ed è diventato un digital marketing specialist con contratto a tempo indeterminato. Damiano Casula, invece, ha trovato lavoro come programmatore. Nel frattempo i due founder sono stati selezionati come membri della Coalizione Competenze Digitali e Lavoro promossa dalla Commissione Europea e Liguori è stato indicato dalla rivista Millionaire come uno dei migliori quindici giovani imprenditori in Italia. Sul fatturato però riserbo assoluto: «Stiamo crescendo molto, stiamo preparando un nuovo round e vorremmo evitare di far uscire un dato vecchio» afferma Liguori. Più focalizzata sull'orientamento scolastico e i tirocini è invece StageAir, la startup con sede a Padova fondata nel 2018 da Anita Da Ros, 32enne di Vittorio Veneto, all'estero da quando aveva 18 anni. L'idea nasce dalla volontà «di offrire ai giovani italiani opportunità di fare esperienze all'estero e diventare competitivi sul mercato internazionale» spiega la ceo alla Repubblica degli Stagisti. La piattaforma «è a metà tra LinkedIn e Airnbn». Si cercano per i candidati «offerte di formazione e lavoro in giro per il mondo, ma anche in Italia».Loro pagano per i servizi ottenuti, come per esempio l'alloggio e l'organizzazione del viaggio, «e noi tratteniamo una fee» continua Da Ros. Lo stesso per le aziende che vogliono pubblicare le loro offerte, a cui è richiesta previamente una quota da versare. «Ma non si tratta di matching tra domanda e offerta di lavoro, è l'utente che sceglie l'offerta di suo interesse» chiarisce Da Ros, «come accade per altri siti di offerte di lavoro». Dopodiché «noi gestiamo la parte organizzativa». Chi si iscrive può contare poi quasi sempre – nell'80 per cento dei casi, specifica Da Ros – su percorsi associati a rimborsi spese. Anche se le regole da applicare «sono quelle delle aziende straniere, quindi la normativa cambia da paese a paese». Se in Thailandia, per capirsi, il rimborso medio per un tirocinio si aggira sui 300 euro, in Giappone è sui 900.Il focus è dunque l'estero, con progetti in Asia, Sudafrica, Australia, ma anche l'Europa «con la Spagna e la Scozia». Con quest'ultima in particolare, prosegue la fondatrice, «prima che scoppiasse il Covid abbiamo lavorato su progetti di alternanza scuola lavoro - un filone che seguiamo molto – mandando sedicenni di istituti tecnici presso aziende di lavorazione del legno». Un successo, tanto che «siamo stati ricontattati per organizzare nuovi viaggi quando sarà possibile». E abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che questa volta sarà previsto un rimborso benché non obbligatorio per l'alternanza. Sono duecentocinquanta i tirocini che StageAir ha organizzato finora. Senza fermarsi neppure con il Covid perché «sono stati attivati anche percorsi a distanza». I premi per questa startup sono fioccati: da quello Digital Magic come incubatore più importante, a quello della Luciano Miotto della Camera di commercio di Padova e Treviso. Troppo presto però per parlare di fatturati: «Siamo attivi da pochi mesi, ma l'obiettivo è quello di arrivare a 500mila euro per quest'anno». Infine SkillsJobs, piattaforma ideata nel 2017 dal 42enne Paolo Cerra [nella foto a destra]. «Venivo da un passato come consulente aziendale» spiega alla Repubblica degli Stagisti «e a un certo punto ho deciso di cambiare vita». Alla base del progetto un concetto diverso di piattaforma di ricerca di opportunità di lavoro: «Abbiamo ribaltato il paradigma e messo al centro le soft skills, quelle competenze che tutti hanno e che rivestono una grande importanza nel mercato del lavoro» commenta Cerra. In questo caso poi «non è il candidato a offrirsi, ma l'azienda che chiede se quella determinata offerta può risultare interessante al candidato». Il sistema genera la ricerca cercando il match tra candidati e azienda, e una volta trovato «è l'azienda a inviare il messaggio all'utente».La caratteristica è inoltre «che non si inseriscono dati sensibili come età o sesso del candidato, ma è solo richiesta una autovalutazione delle proprie soft skills». L'utente non paga, mentre le aziende versano un abbonamento. Le cose andavano bene prima di marzo, «eravamo arrivati a circa 15 iscrizioni al giorno» fa sapere il founder. Poi più nulla a seguito del lockdown, «con aziende ferme nelle assunzioni per la cassa integrazione e in più il blocco dei licenziamenti». E il fatturato non è purtroppo decollato, «attestandosi sotto i 100mila euro». Per il futuro la scommessa sta in nuove linee di business, usando «la piattaforma per ricevere o erogare formazione». In attesa di tempi più rosei. Ilaria Mariotti

Aziende virtuose, ecco quelle che hanno vinto gli AwaRdS speciali della Repubblica degli Stagisti e perché

Ai tre AwaRdS “classici” che la Repubblica degli Stagisti assegna ogni anno alle aziende del suo network che si sono particolarmente distinte per alcuni dettagli della loro policy o performance rispetto ai giovani nel corso dell'anno precedente – quello dedicato al miglior rimborso spese, quello per il miglior tasso di assunzione post stage e quello per il miglior risultato di assunzioni dirette di giovani – se ne aggiungono altri tre “speciali”. Ecco i vincitori di quest'anno.La Repubblica degli Stagisti celebra quest'anno con l'AwaRdS “Speciale Piccola Impresa” la casa editrice Giappichelli, marchio storico in Italia per i testi giuridici ed economici in ambito universitario ed accademico. Giappichelli, che ha sede a Torino e conta una trentina di dipendenti, è entrata a far parte dell'RdS network proprio nel 2020: si tratta della prima azienda del settore editoriale a impegnarsi con la Repubblica degli Stagisti per promuovere una gestione virtuosa degli stage. Giulia Giappichelli, che della casa editrice che porta il suo nome è oggi, a 35 anni, general manager e rappresenta la “nuova generazione” della famiglia, ricevendo il premio ha lanciato un messaggio: «Le aziende familiari offrono molte opportunità di impiego e di lavoro per i giovani, o anche per i meno giovani che rimettono sul mercato del lavoro attraverso uno stage» ha detto: «Avreste spazio: non solo di entrare, di fare un’esperienza più di natura “imprenditoriale”, ma per fare poi una carriera e diventare gestori o co-gestori insieme alla famiglia. Tutto questo dipende anche un po’ da voi: assumete consapevolezza su questo tema. Non esistono solo le multinazionali! Le aziende familiari sono un substrato dell’economia italiana ed europea, e hanno bisogno di voi».Giappichelli peraltro festeggerà proprio l'anno prossimo, nel 2021, il suo centenario: «E l’azienda sta andando molto bene: sta facendo performance molto molto positive nonostante un trend di mercato non del tutto favorevole» ha aggiunto Giulia Giappichelli: «Quindi non è neanche detto che aziende piccole non diano opportunità di crescita!»Un AwaRdS speciale anche per illimity – già vincitrice quest'anno del premio per la miglior performance di "Assunzioni dirette di giovani" – che porta a casa anche il riconoscimento “Speciale Women in Stem” per il suo progetto “illimitHER”, un programma di incontri aperti al pubblico, sia in presenza sia online, in cui vengono chiamate a parlare donne brillanti, prevalentemente esperte di materie scientifiche o tecnologiche. Obiettivo: fornire modelli femminili autorevoli e ispirare i giovani e, soprattutto, le ragazze a intraprendere strade coraggiose negli studi e nel lavoro, sbloccando il proprio potenziale. «Illimity è una realtà molto sensibile su queste tematiche» ha confermato la communication manager di illimity Francesca D'Amico: «IllimitHER è fatto proprio per l’empowerment delle giovani donne; è un progetto edutoriale, quindi di entertainment ma anche formativo, per cui ci sono una serie di role-model under 35 che si interfacciano con le ragazze più giovani e giovanissime che devono entrare nel percorso lavorativo o universitario. L’obiettivo è quello di condividere esperienze e competenze sopratutto digitali di persone che si sono distinte negli ambiti scientifici e nell’imprenditoria: abbiamo avuto scienziate, astrofisiche, esperte di blockchain, imprenditrici» per aumentare sempre di più la visibilità delle donne nei piani alti del mondo del lavoro e naturalmente «la partecipazione» delle più giovani.Infine, il riconoscimento che la Repubblica degli Stagisti assegna in collaborazione con il Comune di Milano: si tratta dell' “AwaRdS Speciale Lavoro Agile”, che premia le imprese dell'RdS network che hanno aderito alla Settimana del Lavoro Agile indetta dal Comune di Milano nel 2019 – quando ancora lo smart working non era “forzato”, com'è divenuto oggi a causa del Covid, bensì una scelta delle aziende. Ad aggiudicarsi questo riconoscimento sono state quest'anno Nestlé, Danone Company e Manpower.«Noi facciamo dello smart working uno dei cardini della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare» ha detto Polikseni Shani, Talent Acquisition manager Italy & Greece di Danone: «Quindi siamo orgogliosissimi di questo premio in ambito ancora “non sospetto”» ha aggiunto sorridendo. Anche Nestlé sottolinea che la scelta dello smart working è appunto «una scelta»; esiste in azienda dal 2013. «La nostra motivazione a scegliere questa modalità di lavoro è quella di supportare il work-life balance, quindi garantire alle nostre persone la possibilità di lavorare al meglio facendo leva sul rapporto di fiducia con il proprio line manager» ha spiegato Giovanna Raffi, Talent Attraction specialist di Nestlé.  Dal 2013 a oggi il numero di persone di Nestlé che hanno utilizzato lo smart working è costantemente cresciuto, «e questa flessibilità ci ha permesso sicuramente di gestire l’emergenza Covid senza particolari ripercussioni in termini di continuità di business delle nostre attività». Perché la novità 2020 è certamente stata quella di aprire la modalità “agile” anche agli stagisti.La terza azienda premiata con l'AwaRdS Speciale Lavoro Agile è Manpower, che rispetto alle altre due vincitrici ha un punto di vista “duplice”: «Noi abbiamo questa natura un po’ mista, di essere datori di lavoro diretti ma anche di accompagnare decine di migliaia di persone ogni anno a un lavoro o a uno stage» ha confermato infatti Emanuele Odazio, People & Culture director di ManpowerGroup: «Il tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro cambia e diventa integrazione tra vita e lavoro, perché lavorando “from anywhere” non è più soltanto vero che bisogna conciliare, ma bisogna poi cercare di trovare un contesto nel quale l’esperienza del singolo, che sia un intern o che sia un dipendente, abbia dei punti di contatto forti e una continuità forte» con l'azienda.Le tredici aziende vincitrici sono state annunciate lunedì nel corso dell'evento “Best Stage 2020”, realizzato online, che ha visto come ospiti l'assessora al Lavoro del Comune di Milano Cristina Tajani e l'eurodeputato Brando Benifei.Continua a leggere per scoprire le aziende che si sono aggiudicate gli altri AwaRdS 2020!