Dalla Romania a Torino per diventare startupper. E italiano

Riccardo Saporiti

Riccardo Saporiti

Scritto il 08 Gen 2013 in Approfondimenti

Prima che una storia di start-up, quello di Aurelian Vacariuc è un racconto di integrazione: «sono arrivato a Torino dalla Romania con la mia famiglia quando avevo tredici anni. Qui ho studiato, mi sono diplomato al liceo scientifico e mi sono laureato in informatica». Il tutto, ricorda, senza subire particolari forme di discriminazione, se non quelle imposte dalla burocrazia italiana. «Quando ho terminato le superiori vedevo che alcuni miei compagni si prendevano un anno sabbatico. Io, invece, avevo il permesso di soggiorno e dovevo continuare a studiare, altrimenti lo avrei perso». All'epoca, era il 2003, la Romania non faceva parte dell'area Schengen e quindi avrebbe rischiato l'espulsione. Invece ha continuato a studiare prima e a lavorare poi finché, trascorsi dieci anni dal suo arrivo in Italia, ha chiesto la cittadinanza. «Ci sono voluti due anni di burocrazia, ma alla fine l'ho ottenuta. Dodici anni dopo essere arrivato».
Oggi Vacariuc ha 28 anni e oltre al passaporto italiano ha anche un lavoro come consulente informatico a partita Iva. E due start-up. La prima è We-sport.com, un «social network per gli sportivi» fondato nel 2010 insieme a Marco Iacuaniello, un suo compagno di scuola, e da un amico di lui, Marco Ivaldi (32). Si tratta di una srl della quale è socio non operativo che nei primi due anni di vita
è riuscita ad attirare una sponsorizzazione da 100mila euro da parte di Parmalat ed un finanziamento da 30mila euro concesso da Fortras, società di consulenza di Udine. Anche se l'occasione per sviluppare le sue capacità imprenditoriali l'ha sfruttata lo scorso anno, quando si è trovato a dover fare il tagliando della propria auto. «Nello stesso periodo un mio collega, Fabio Petitti (37), aveva la necessità di una riparazione in carrozzeria». Da buoni informatici, si sono mossi su Internet, cercando un'offerta vantaggiosa.
«Abbiamo trovato solo piattaforme statiche. Ci siamo detti che avremmo potuto realizzare un portale in cui trovare tutte le officine in modo dinamico, ovvero potendo interagire e chiedere direttamente a loro un preventivo».
E così è nata RiparAutOnline: l'idea è arrivata ad agosto del 2011, già da settembre i due hanno iniziato a lavorare sul portale. Anche se, formalmente, la società ancora non si è costituita. Sì, perché Vacariuc e Pettiti, insieme a Michele Potenza (27) un altro collega che entrerà da socio operativo come responsabile marketing e comunicazione, hanno deciso di dare vita ad una ssrl, la società semplificata a responsabilità limitata. Promessa a gennaio 2012 dal governo, è diventata operativa solo a metà agosto con l'approvazione dei decreti attuativi. «Questo per noi è stato un problema: volevamo partire il prima possibile e invece abbiamo dovuto aspettare otto mesi», l'ennesimo intoppo della burocrazia italiana nella vita di questo startupper.
E del resto questa attesa era necessaria: «a noi non servono tanti soldi, se non per il marketing». Il capitale versato sarà di 1 euro, come permesso per la ssrl, tutti gli aspetti operativi continueranno ad essere gestiti dai tre soci. Tanto più che «non abbiamo molti liquidi da investire». Il meccanismo per arrivare a fatturare è molto semplice: «le officine pagheranno per acquistare dei crediti tramite i quali possono pubblicare delle offerte e rispondere alle richieste di preventivo».

E questo è esattamente quello che fa RiparAutOnline: «siamo un Stagistiservizio di pubblica utilità che permette di risparmiare sui costi di manutenzione dei veicoli». Attraverso questo portale è possibile entrare in contatto gratuitamente con oltre 2mila officine in tutta Italia, richiedere preventivi e valutare le loro offerte. Oltre alle spese di registrazione del sito, poche decine di euro, e a «tante nottate di lavoro», i tre futuri soci hanno speso 3mila euro, frutto dei loro risparmi, per farsi conoscere. «Abbiamo fatto campagne pubblicitarie su Facebook e su Google, per un paio di mesi anche su una radio locale torinese. E poi ci siamo impegnati molto sui forum e su Yahoo!Answers». Rispondendo con il link al proprio sito a chiunque chiedesse indicazioni su offerte per riparare l'auto.
Ad aprile questa start-up è entrata in Treatabit, incubatore per
aziende web del Politecnico di Torino. «Paghiamo 200 euro a trimestre per una serie di consulenze, soprattutto per la ricerca di partner e investitori». Per il salto di qualità, una volta fondata la ssrl, «stiamo cercando tra i 10 ed i 20mila euro da spendere per il marketing». Ma anche per assumere una persona da impiegare nello sviluppo del sito e per affidare ad un call center il compito di contattare tutte le officine d'Italia. Stando ai dati Autopromotec ne esistono 71mila e il cammino per registrarle tutte sul portale è ancora molto lungo.

Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it


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