Impresa a 1 euro, adesso si può davvero. Lo scorso 29 agosto è infatti entrato in vigore il decreto 138, che ha definito il modello standard dello statuto della cosiddetta società semplificata a responsabilità limitata. Ovvero l'ultimo tassello necessario per completare il mosaico della ssrl, introdotta dall'esecutivo alla fine di gennaio con l'obiettivo dichiarato di favorire l'imprenditoria giovanile.
Lo spirito della norma è quello di ridurre i costi di avviamento di un'impresa, a cominciare da quelli legati al capitale sociale versato: si parte da un minimo di 1 euro fino ad un massimo di 9.999, appena sotto la soglia dei 10mila euro necessari invece per fondare una società a responsabilità limitata. La diminuzione delle spese passa però anche attraverso altri aspetti, come appunto la definizione di un modello di statuto standard. In questo modo i notai dovranno limitarsi a compilare un modulo prestampato, senza dover redigere un vero e proprio atto, ma soprattutto senza alcun onere per i contraenti. Una formula che contribuirà a far scendere per gli startupper lo stanziamento legato alla costituzione dell'azienda. Per quanto rimangano comunque da versare l'imposta di registro (168 euro), la tassa annuale per la bollatura dei libri contabili (309,87 euro) e l'iscrizione alla Camera di Commercio (200 euro). Col risultato che, alla prova dei fatti, la costituzione di un impresa a 1 euro ne costerà comunque almeno 700.
Introdotta con un decreto approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 24 gennaio, la ssrl avrebbe dovuto diventare operativa entro il 25 maggio. Per quella data infatti i tre ministeri coinvolti nell'iter legislativo, ovvero quello dello Sviluppo economico, quello dell'Economia e quello della Giustizia, avrebbero dovuto emanare il decreto contenente il modello standard di statuto. In quella stessa giornata, però, da via Arenula la documentazione è stata inviata al Consiglio di Stato, chiamato per prassi ad esprimere un parere sul testo. Nel frattempo montavano le polemiche, a cominciare da quelle mosse dagli aspiranti imprenditori che aspettavano la ssrl per fondare una società e chiedevano a gran voce al governo di mantenere la promessa. Al punto che l'onorevole Amalia Schirru (Pd) arrivò a presentare un'interrogazione parlamentare per chiedere lumi rispetto all'entrata in vigore della norma.
La Repubblica degli Stagisti aveva seguito l'iter della ssrl, pubblicando a fine luglio un articolo in cui si denunciava il fatto che la ssrl sembrava essere rimasta incagliata nelle secche della burocrazia. Lo stesso dicastero di Grazia e Giustizia non era stato in grado di fornire indicazioni rispetto alle tempistiche di emanazione del decreto necessario per rendere possibile la creazione delle società semplificate a responsabilità limitata. Ora si scopre che il 23 giugno il Guardasigilli ha emanato il decreto 138, contente appunto il modello di statuto, pubblicato però sulla Gazzetta ufficiale solo il 14 agosto. Ed entrato effettivamente in vigore 15 giorni dopo, ovvero il 29 agosto. A questo punto gli under 35 interessati a lanciare una start-up potranno farsi avanti e usufruire di questa normativa semplificata e più economica per lanciare la propria azienda. Nel frattempo il governo ha anche risolto i dubbi di chi sosteneva che nessuno avrebbe concesso crediti, né fornito beni ad imprese che di fatto hanno un capitale sociale nullo, pari anche a 1 solo euro. L'esecutivo ha infatti stabilito che il 25 per cento degli utili dovrà essere accantonato fino a che non sarà raggiunta la somma di 10mila euro, a garanzia dei creditori.
Il requisito dell'età rimane fondamentale: la ssrl non potrà essere costituita da persone giuridiche, e tutti i soci dovranno avere meno di 35 anni. E una volta che saranno 'diventati grandi'? La norma stabilisce che, al momento in cui uno dei soci compie il 35simo anno di età l'azienda si trova di fronte a due possibilità: la prima prevede l'uscita dalla compagine societaria di chi non abbia più i requisiti anagrafici, la seconda la trasformazione della formula giuridica dell'impresa. Ovvero il passaggio da ssrl a srl, piuttosto che a spa.
Con l'entrata in vigore di questa norma, diventa così effettivo il primo dei meccanismi pensati dal governo per incentivare l'imprenditoria giovanile. In attesa che, il prossimo 13 settembre, il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera sveli i contenuti delle proposte del governo in tema di agenda digitale e start-up.
Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it
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