La società semplificata a responsabilità limitata resta incagliata nella burocrazia. Il ministero della Giustizia non ha infatti ancora definito il modello standard di statuto societario - e non è chiaro se l'abolizione del limite di età deciso con il decreto Sviluppo, ora al vaglio del Parlamento per la conversione in legge, possa incidere o meno sul percorso di attivazione della cosiddetta «impresa a 1 euro». Il risultato è che, a sei mesi dalla sua approvazione, nessuno ha ancora potuto approfittare di una norma voluta (e sbandierata) dal governo con l'obiettivo dichiarato di favorire l'imprenditoria giovanile.
A metà giugno la Repubblica degli Stagisti si era occupata della questione, raccontando di come l'iter si fosse bloccato. Entro il 25 maggio il ministero della Giustizia avrebbe dovuto definire il modello standard dello statuto societario, in pratica un modulo prestampato da compilare all'atto della costituzione dell'azienda. In questo modo, riducendosi per i notai l'impegno, sarebbero calati anche i costi per gli aspiranti imprenditori. Via Arenula, però, si è mossa in ritardo. Proprio lo stesso giorno in cui avrebbe dovuto emanare il decreto, il dicastero lo ha inviato al Consiglio di Stato per un parere. La magistratura amministrativa ha esaminato la questione il 7 giugno, rendendo note le proprie conclusioni una decina di giorni dopo.
Due i rilievi: il primo riguarda la necessità di acquisire il concerto del ministero dello Sviluppo Economico. In pratica, il CdS rileva come la norma preveda che siano i tre ministeri coinvolti – il terzo è quello dell'Economia – ad emanare «in concerto» il decreto attuativo. Il punto è che non è stato il ministro Corrado Passera ad esprimere l'adesione al modello standard di statuto. Semplicemente, un funzionario di questo dicastero ha confermato, lo scorso 15 maggio, l'adesione al progetto. Una formula ritenuta insufficiente dal Consiglio di Stato che – questa la seconda osservazione – ha anche suggerito una nuova formulazione per l'articolo 1 del decreto attuativo dedicato al modello standard di statuto societario.
Cavilli burocratici che, per quanto mettano il testo al riparo dai vizi di forma, stanno rallentando l'applicazione della norma sulla ssrl. La Repubblica degli Stagisti ha contattato più volte l'ufficio stampa del ministero della Giustizia, chiedendo se il parere del CdS sarebbe stato recepito e, nel caso, quale sarebbe stata la tempistica prevista per l'emanazione del decreto. L'ufficio stampa non è stato però in grado di fornire una risposta, a causa del fatto che l'ufficio legislativo opera senza una guida da quando lo scorso 7 giugno l'ex responsabile Augusta Iannini è stata eletta dal Parlamento alla vicepresidenza dell'autorità garante per la privacy. Allo stesso modo non è stato possibile chiarire se l'iter di conversione in legge del decreto Sviluppo, che ha esteso la possibilità di dar vita a una ssrl anche agli over 35, possa in qualche modo rallentare ulteriormente la definizione del modello standard di statuto societario, ultimo tassello mancante nel mosaico disegnato dall'esecutivo per definire la società semplificata a responsabilità limitata.
Poca fortuna ha avuto anche Amalia Schirru del Partito Democratico, che già a fine maggio aveva presentato un'interrogazione per chiedere al governo chiarimenti rispetto alla tempistica di definizione dei provvedimenti necessari a permettere la creazione delle ssrl. Lo scorso 11 giugno la deputata sarda ha ricevuto una risposta firmata da Marcella Panucci, capo della segreteria del ministro Paola Severino. Risposta ben poco esauriente, in cui si legge solo un'informazione scontata - cioè che il 25 maggio il ministero ha trasmesso la documentazione al Consiglio di Stato per un parere - e una rassicurazione generica circa una «rapida approvazione del decreto» una volta ricevuto il pronunciamento del CdS.
Nonostante le promesse, però, dopo quasi un mese ancora nulla si è mosso. «Ci aspettavamo la messa in atto del regolamento» dice alla Repubblica degli Stagisti la Schirru «ma non ci sono novità rispetto a questo provvedimento. Non vorrei che siccome nel decreto Sviluppo di modificano i criteri del limite di età, questo comporti un ulteriore allungamento dei tempi». L'auspicio è che «si trovi una soluzione entro luglio: parliamo di crescita e ripresa economica, ma mettendo continuamente cavilli rimaniamo in ritardo su tutto». Senza che nemmeno si riesca a capire quanto tempo ci vorrà prima che la Ssrl esca dalle secche della burocrazia.
Riccardo Saporiti
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