Innovative, attive nel settore del Made in Italy o in quello della cultura. Sono queste le start-up che possono partecipare al premio Gaetano Marzotto. In palio ci sono premi in denaro e periodi di incubazione per un valore complessivo di 800mila euro. Per partecipare c'è tempo fino al 30 giugno. Ecco la storia di una delle aziende vincitrici della passata edizione.
«Innanzitutto noi consentiamo ai nostri clienti di recuperare metalli preziosi riducendo i tempi di manutenzione ed aumentando la produttività dell'impianto. Con benefici anche sotto il profilo della responsabilità sociale, visto che vengono utilizzate meglio le materie prime in ingresso». Dietro a questo “noi” ci sono due 26enni pugliesi, Salvatore Modeo [a destra nella foto] e Antonio Andrea Gentile: ingegnere gestionale il primo, fisico il secondo, si sono conosciuti frequentando a Lecce l'Isufi e nel marzo del 2011 hanno dato vita a Mrs.
Si tratta di un'azienda che sfrutta un brevetto, «un'idea che ha avuto Antonio quando si è trovato di fronte allo stesso problema in laboratorio», racconta Modeo. La questione riguarda quei forni - il nome tecnico è evaporatore termico - che vengono utilizzati nella produzione di microchip, circuiti integrati e lenti: si tratta di apparecchiature che raggiungono temperature tali da far evaporare i metalli preziosi necessari alla produzione fino a che non si depositano per realizzare il pezzo desiderato. Nella parte bassa del forno si depositano di volta in volta le diverse materie prime, in alto lo stampo di silicio sul quale si vuole arrivare a depositare una pellicola d'oro piuttosto che di titanio o di cromo.
Il problema è che, come avviene ad esempio in una pentola d'acqua portata ad ebollizione, le polveri di metallo prezioso si depositano anche sui lati del forno. E devono quindi essere eliminate: «La maggior parte delle aziende utilizza degli schermi statici alle pareti», sulle quali si depositano i vari metalli. Una volta ogni mese questi crogiuoli devono essere fermati per effettuare la pulizia, che consiste nello smontare le pareti e sabbiarle per rimuovere i metalli, il recupero dei quali richiede poi l'utilizzo di diversi solventi chimici come i cianidi o il mercurio. La soluzione offerta da Mrs è tanto all'apparenza semplice quanto efficace: uno «schermo dinamico». Si tratta di pareti formate da tanti singoli elementi che, visti in sezione, hanno la forma di un prisma. Il meccanismo ruota questi elementi ad ogni cambio di metallo portato in evaporazione, così che su ogni lato si depositino le polveri di un unico materiale. «Su ogni lato noi inseriamo prima uno strato di polimero che poi rimuoviamo insieme alle polveri ed immergiamo in acqua: una volta sciolto, rimangono delle pellicole dei metalli che volevamo recuperare».
I due giovani startupper, ai quali da qualche mese si è aggiunto con una quota di minoranza ed il compito di occuparsi degli aspetti finanziari anche il 35enne Giovanni Doria, impiegato al Monte dei Paschi di Siena e professore associato all'università del Salento, hanno registrato questo sistema con un brevetto che copre Europa, Cina ed America. «Ci è costato intorno ai 20mila euro». Questi soldi, come i 2mila necessari nel 2011 per creare una società a nome collettivo, sono arrivati grazie ai premi vinti nel corso degli anni. Il primo, a novembre del 2010, è stato “Principi attivi”, concorso per start-up indetto dalla Regione Puglia che li ha premiato con 25mila euro. «Con questi soldi abbiamo realizzato un prototipo e abbiamo iniziato la procedura per il brevetto», completata grazie ai 15mila euro del premio “Startup Puglia” conseguito l'anno successivo.
A fine 2012, poi, è arrivata la vittoria anche al Premio Gaetano Marzotto, che ha offerto ad Mrs la possibilità di essere incubata all'interno dell'acceleratore milanese SeedLab. «Questa esperienza è iniziata da poco più di un mese, noi stiamo seguendo fin dove e possibile le presentazioni in streaming. Non riusciamo però ad essere fisicamente presenti a Milano perché il premio non comprende le spese di vitto e alloggio», per cui ogni settimana dovrebbero pagarsi «treno andata e ritorno e tre notti in albergo, ci costerebbe 1.200 euro al mese». Soldi che i due startupper non hanno a disposizione, visto che ancora non hanno iniziato a fatturare.
Ma allora come si mantengono? Al momento Gentile ha un assegno di ricerca all'università del Salento, Modeo segue un master retribuito. «Stiamo aspettando una prima commessa da un gruppo, che quindi potrebbe richiederci più di un impianto». Oltre alle prime entrate, questo accordo permetterebbe anche di validare la tecnologia a livello industriale, dimostrare cioè che il procedimento funziona. Nell'attesa i due non smettono di guardarsi intorno alla ricerca di nuove opportunità, come quelle garantite dal decreto Crescita 2.0, convertito in legge dal parlamento a dicembre dello scorso anno. Così che con il 2013 Mrs è diventata una isrl, ovvero una start-up innovativa. «Ho seguito tutto il cammino della norma, sono stato a entrambi gli ISDay ad H-Farm ed ho apprezzato tanto i contenuti, anche se ancora ci sono dei punti che mancano all'appello». Come ad esempio «gli aspetti legati alla flessibilità del lavoro, che ancora è troppo ingessato. Il Paese è troppo burocraticizzato, dobbiamo sveltire le pratiche». E poi rimane il problema dei finanziamenti. Mentre ancora si attendono le regole per il crowdfunding, l'unica soluzione è quella di rivolgersi alle banche. Peccato che spesso chiedano i bilanci di addirittura due anni per concedere un prestito: «Ma una start-up non ha questi dati, anche perché in 24 mesi può nascere e morire». Il risultato è che ad oggi gli unici vantaggi del decreto Crescita 2.0 cui fa ricorso Mrs sono quelli legati alla possibilità di non pagare le imposte di registro in Camera di Commercio.
Le difficoltà sul mercato italiano non riguardano però solo gli aspetti normativi: «È tutto il sistema ad essere lento. Abbiamo chiesto dei preventivi per un piccolo motore e le aziende italiane ci hanno risposto dopo tre settimane. In Cina lo hanno fatto dopo dieci minuti. E dopo venti ci hanno scritto per dire che ci stavano inviando gratuitamente un pezzo così che potessimo testarlo». In un contesto del genere, guardare all'estero è quasi obbligatorio. Giusto la settimana scorsa i due startupper sono volati a Dublino per partecipare all'Intel Business Challenge Europe. In palio un viaggio all'università di Berkeley. «Siamo arrivati tra i nove finalisti, ma non tra i cinque che voleranno negli Stati Uniti», racconta Modeo, senza riuscire a nascondere un pizzico di amarezza.
Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it
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