«Il nostro obiettivo è quello di sviluppare un rapporto di collaborazione già proficuo tra tre acceleratori d'impresa protagonisti della scena italiana: fare sistema, aumentare la capacità di investimento e concentrarla sulle start-up più interessanti, evitando dispersioni». Riccardo Donadon, patron di H-Farm, racconta così la genesi di Alliance - un progetto che unisce oltre all'incubatore di Ca' Tron anche la realtà milanese di Boox e quella fiorentina di Nanabianca.
Non si tratta di una fusione ma, come dice il nome stesso del progetto, di un'alleanza. «È un'iniziativa nata da diversi co-investimenti», prosegue Donadon, «non è escluso che in futuro siano sviluppate delle iniziative proprie di Alliance, ma al momento si vuole mantenere questo carattere assolutamente operativo e pragmatico, coordinando gli sforzi di tre soggetti indipendenti senza creare sovrastrutture o duplicazioni». Detto altrimenti, uno startupper non potrà chiedere di essere incubato in Alliance ma appoggiandosi ad uno dei tre acceleratori avrà accesso alle competenze e ai servizi forniti anche dagli altri due.
Si tratta di tre dei principali incubatori attivi nel panorama italiano. H-Farm fa base in provincia di Treviso, ma negli anni ha aperto sedi a Seattle, Londra e Mombai. Sono più di trenta le imprese accolte all'interno della struttura, sei delle quali hanno già superato la fase di exit. Ovvero, una volta cresciute e consolidate, sono state cedute ad altre realtà, completando così il loro percorso di start-up. La realtà fondata da Donadon ha ospitato, a maggio e a settembre, l'ISDay, ovvero i due incontri con il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. Durante il secondo c'è stata la presentazione di «Restart Italia», le proposte di sostegno alle nuove aziende formulate da una task force voluta dallo stesso esponente del governo e poi confluite in larga parte nel decreto Sviluppo bis.
Un gruppo del quale oltre a Donadon fa parte anche Andrea Di Camillo, uno dei fondatori di Boox. Questa realtà, con sede a Milano, ha oggi in portafoglio nove start-up. Tra queste ci sono Fubles, social network per chi cerca amici con cui giocare a calcetto, e Viamente, azienda che si occupa di ottimizzazione dei percorsi per corrieri e distributori. Il terzo partner di questo progetto è Nanabianca, incubatore fiorentino creato dal team che nel 1994 diede vita a Dada. Questa realtà ospita oggi Timbuktu, una delle prime realtà raccontate da Startupper.
La nascita di Alliance garantirà innanzitutto nuovi orizzonti alle imprese attualmente incubate nei tre acceleratori. «Sicuramente il network potenziale si amplia in maniera consistente», spiega Donadon alla Repubblica degli Stagisti: «ogni realtà ha un approccio e un bagaglio di competenze specifico e dal confronto scaturiscono sempre grandi vantaggi». Questo non significa che il percorso seguito oggi da queste start-up debba «necessariamente cambiare». Piuttosto, «se dovessero essere intenzionate a spostarsi in una struttura diversa su Milano o Firenze avranno un punto di appoggio importante». Un altro vantaggio è legato alla «dote di competenze e contatti locali, nazionali e internazionali» di ciascuno dei tre incubatori. «Anche sul fronte della capacità di investimento, l'unione di più soggetti permette di spingersi anche oltre il tradizionale seed capital degli acceleratori». I quali, unendo i fondi che mettono a disposizione delle aziende, potranno così sostenere anche un finanziamento più consistente di quelli attualmente concessi alle start-up.
Perché in sostanza di questo si occuperà Alliance: «trovare aziende interessanti, finanziarle e spingerle verso il mercato». Non cambieranno i meccanismi di selezione, nel senso che «ogni acceleratore mantiene assoluta indipendenza nelle sue scelte di investimento, ma ovviamente c'è una forte convergenza nelle modalità di selezione». Mentre non è escluso che un'impresa individuata a Roncade finisca per essere incubata a Milano piuttosto che a Firenze. «Per la localizzazione non ci sono modalità di assegnazione predefinite, si valuta secondo l'opportunità e i singoli casi». Senza dimenticare, poi, che il processo di incubazione potrebbe svolgersi in futuro anche in altre realtà. Sì perché «la naturale evoluzione» di Alliance è proprio quella di «aprirsi ad altri soggetti che ne sposano la visione».
Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it
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