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Abbandonata dal Tutor

Dividiamo il discorso in due: primo, come migliorare la tua situazione attuale; secondo, come evitare di perdere altre opportunità.Per quanto riguarda la situazione attuale, la cosa migliore è che tu prenda un appuntamento e parli apertamente di questo problema con il tuo tutor del soggetto promotore (chi è? Il centro per l'impiego della tua città?). Tecnicamente non è "vietato" che il tutor vada in trasferta o in ferie mentre gli è assegnato uno stagista; e dunque non si tratta di una situazione inaudita. Il buon senso vorrebbe però che, per i giorni di assenza, affidasse lo stagista (specie se appena arrivato!) a una persona di sua fiducia, chiamiamola "vice-tutor", che possa fare le sue veci e seguire lo stagista nelle attività quotidiane. Potresti dunque porre al tutor del soggetto promotore questo tema, chiedendo il suo intervento affinché venga designata una seconda persona nell'ufficio, tra i cinque colleghi che nomini, che possa seguirti da vicino quando il capo non c'è (e magari anche quando c'è... ma non ha abbastanza tempo per te).In questo modo potrai vedere se la situazione migliora, se senti di essere più seguita e di imparare di più.Contemporaneamente, specie se non sei convinta di questa esperienza che stai facendo, continua a guardarti intorno! Se vedi qualche annuncio che ti interessa, candidati senza remore; e se ti chiamano a colloquio, trova il modo di fissare un giorno/orario fattibile, e sostieni il colloquio. Il mondo del lavoro è complesso, e anche se stai facendo uno stage, è perfettamente corretto che tu ti tenga aperte altre strade, e possa serenamente valutare eventuali opportunità in caso se ne presentassero. Se avessero voluto legarti in maniera più solida e permanente a loro, del resto, ti avrebbero fatto un contratto di lavoro, anziché uno stage.

Ultimo Post: 2 anni, 6 mesi fa

Di: Redazione_RdS

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Borsa di studio e tirocinio

Il tema è scivoloso. Lo stage non è lavoro, dunque non si può dire che l'indennità mensile che tu percepisci (già? lo stage è già in corso?) rientri in una transazione soldi in cambio di lavoro. Lo stage è formazione, l'indennità una sorta di "ricompensa", un riconoscimento del valore economico dell'attività dello stagista, ma non è uno stipendio, non è una retribuzione. Inoltre, purtroppo a volte capita che l'indennità di stage venga definita "borsa di studio" (specie nel caso di tirocini curricolari) o "borsa lavoro".Però l'indennità mensile non è nemmeno un "aiuto economico".La cosa migliore sarebbe chiedere lumi direttamente all'ente che ha emesso il bando, per capire se l'indennità mensile di un tirocinio extracurricolare rientra nelle fattispecie della incompatibilità.

Ultimo Post: 2 anni, 6 mesi fa

Di: Redazione_RdS

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Ore di assenza

Il proprietario dell'attività presso cui stai svolgendo il tuo stage, Elis, ha le idee un po' confuse. Lo stage non è un contratto di lavoro, lo stagista non è un dipendente, e gli orari indicati sul progetto formativo individuale sono sostanzialmente "indicativi": nel senso che vanno rispettate il più possibile, ma che non rappresentano un vincolo tassativo per lo stagista. Come abbiamo scritto anche a un altro lettore poco fa qui sul Forum, non si può far timbrare il cartellino agli stagisti, né metaforicamente né tantomeno fisicamente, oppure chiedere loro di recuperare le ore di assenza. Quando parli del 70% vuoi sottintendere che si tratta di un tirocinio inserito in qualche programma particolare, come ad esempio Garanzia Giovani? Oppure c'è un altro motivo che ti spinge a credere che ci sia una soglia percentuale minima/massima per le assenze durante un qualsiasi tirocinio formativo? (in ogni caso, un pomeriggio di assenza in due mesi di stage full time equivale ad avere perso un ottantesimo del tempo indicato per il percorso formativo. Un ottantesimo non ci sembra una quota rilevante) Chi è il soggetto promotore di questo stage che stai facendo? Il centro per l'impiego della tua città? Potresti contattarlo e chiedere di intervenire per spiegare meglio al tuo tutor come funziona la normativa sugli stage, in modo che in futuro siate tutti sulla stessa pagina... e che lui si renda conto di non avere a disposizione un dipendente! Il fatto che la normativa regionale pugliese in materia di tirocini non espliciti nulla in merito alle assenze non autorizza a "fantasticare" sul significato "implicito". Anzi, se mai effettivamente esistesse davvero (cosa peraltro tecnicamente impossibile) una sorta di "divieto di assenza" durante uno stage, esso dovrebbe essere (grosse risate) per forza esplicitato espressamente.

Ultimo Post: 2 anni, 6 mesi fa

Di: Redazione_RdS

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4 giorni di assenza in 3 mesi è grave?

Ma perché dovrebbe essere "grave"? Può capitare di fare dei giorni di assenza durante uno stage, così come se si ha un contratto di lavoro: a volte capita di essere malati o di avere dei contrattempi che impediscono di andare in ufficio. L'importante è che tu lo abbia sempre comunicato tempestivamente al tuo tutor e/o all'ufficio HR. Lo hai fatto, Gianlorenzo? In particolare, non essendo lo stage un contratto di lavoro, le ore di attività indicate nel progetto formativo individuale sono in un certo senso "indicative", non tassative; insomma non si può far timbrare il cartellino agli stagisti, né metaforicamente né tantomeno fisicamente, oppure chiedere loro di recuperare le ore di assenza. Ovviamente è importante che lo stagista frequenti assiduamente e rispetti gli orari concordati... ma non è una tragedia se per un giorno non può essere presente perchè ha una visita medica o un esame all'università, insomma! A meno che, ovviamente, l'assenza dello stagista sia molto prolungata, e quindi l'accorciamento del periodo di stage metta in pericolo l'acquisizione delle competenze prevista all'interno del progetto formativo. In quel caso (ma stiamo parlando appunto di assenze prolungate, 2 settimane o più), lo stagista può cercare la collaborazione del soggetto promotore e del soggetto ospitante per prolungare lo stage al fine di recuperare il tempo di assenza e poter portare a termine il proprio percorso formativo. Quattro giorni di assenza su 78 non sono pochissimi, è vero, ma nemmeno tanti!

Ultimo Post: 2 anni, 6 mesi fa

Di: Redazione_RdS

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Stage, non mi piace

Partiamo dalla fine: non si può rimanere in un'azienda anche se ci si trova malissimo per senso di colpa, cioè per paura di deludere le aspettative di qualcuno. Il senso di colpa non è un sentimento sano, né nelle relazioni personali né in quelle professionali. Si rimane in un'azienda se ci si sente a proprio agio, se ci si sente rispettati e possibilmente anche valorizzati; a maggior ragione quando si tratta di uno stage, e non c'è dunque nell'equazione nemmeno la questione dello stipendio per mantenersi (tutt'al più una indennità mensile). La situazione che descrivi è quasi comica nella sua sgangheratezza: un solo dipendente regolarmente assunto, tutti gli altri (quanti?) a Partita IVA (probabilmente l'ispettorato del lavoro avrebbe a che ridire), leggi bellamente ignorate (non fumare sul luogo di lavoro non è un suggerimento alle aziende, è una imposizione normativa). Dulcis in fundo, una gestione delle risorse in stage completamente fuori dal mondo: da una parte non si rispetta il progetto formativo, cioè non si investono tempo ed energie per insegnare allo stagista cosa fare, trasferirgli delle competenze; dall'altra parte però si pretende che lo stagista "dia risultati", che sia magicamente in grado di fare cose anche complesse per conto suo e metterle a disposizione dell'azienda. (Ci manca anche solo che facciano un investimento sulla base di un tuo studio... e se poi l'investimento andasse male cosa farebbero? Se la prenderebbero con te? Ti addosserebbero la responsabilità? Non ci sono proprio i presupposti, stando al tuo racconto, perché questa cosa possa essere accettabile nel quadro di una relazione sana tra uno stagista e il suo soggetto ospitante...) Cara D, in definitiva, quello che descrivi non ci sembra un posto sano dove svolgere uno stage. Se ci tieni a dar loro "l'ultima possibilità", puoi provare a parlare in maniera franca con il tuo tutor del soggetto promotore (di chi si tratta? Dell'ufficio tirocini dell'università dove ti sei laureata) e capire se insieme potete elaborare una strategia per rimettere sui giusti binari questo stage. Nella fattispecie, il soggetto promotore potrebbe richiamare all'ordine il soggetto ospitante, "rinfrescandogli la memoria" rispetto a come è corretto trattare uno stagista. A cominciare dal fatto che ti devono seguire nel quotidiano, ti devono insegnare a fare le cose, non ti possono lasciare tutto il tempo a svolgere attività da sola... e non devono fumare! Non solo nella tua stanzetta: non devono proprio fumare in tutto l'edificioooo! ;-) La cosa importante non è che tu non deluda le loro aspettative, bensì che tu non perda il tuo tempo. Fare uno stage è un vero e proprio investimento per lo stagista: dev'essere ben ponderato, e non ha molto senso portarlo a termine se si impara poco e niente. Facci avere tue notizie!

Ultimo Post: 2 anni, 6 mesi fa

Di: Redazione_RdS

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Master HR 24ore business school

Ciao,io ho seguito il master in HR Management part time (online) di 24Ore Business School circa un anno e mezzo fa. Onestamente io la consiglierei per il nome, perché è sicuramente la più famosa Business School e apre molte porte in termini di networking; per quanto riguarda i contenuti, ho trovato l'organizzazione sotto alcuni punti di vista carente, e spesso le lezioni (che erano preregistrate) erano palesemente vecchie e fornivano informazioni datate e ormai non più veritiere. Probabilmente i master full time sono tutta un'altra cosa, ma costano anche molto di più. Il mio consiglio è: se lavori già nel settore e vuoi semplicemente ampliare le tue competenze, cercati un master meno famoso e meno costoso e va bene comunque; se vuoi entrare nel mondo delle Risorse Umane, può essere un buon trampolino di lancio (ti posso dire che se non sbaglio la stragrande maggioranza dei miei compagni di corso, anche quelli che avevano 0 esperienza nel settore, hanno poi trovato lavoro in uffici hr o agenzie per il lavoro).Spero di esserti stata utile, in bocca al lupo!

Ultimo Post: 2 anni, 7 mesi fa

Di: sabba

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Se il tirocinio non piace...

Come fai ad avere una certezza cosi' netta che il lavoro, l'ambiente, i colleghi, non facciano per te, dopo appena una settimana? Potrei capire se avessi anni di esperienza lavorativa alle spalle, magari in aziende/ambienti/contesti diversi, per cui è un po' piu' veloce fare confronti e trarre qualche giudizio. Dopo una settimana di stage io neanche avevo conosciuto tutti i colleghi, e tutto quello che mi trovavo a fare era imparare protocolli interni e familiarizzare con i sistemi gestionali. Non so in che ambiente lavori, e non so quali siano le tue aspettative, ma una settimana mi sembra decisamente presto per sentenziare che non è il lavoro che ti appassiona. Anche perchè mi pare di capire che tu l'abbia scelto per affinità ai tuoi studi e interessi, e non ad occhi chiusi, quindi probabilmente solo il tempo e l'esperienza potranno farti capire se è qualcosa che ti piace. E' proprio come dici tu, si prova.

Ultimo Post: 2 anni, 7 mesi fa

Di: sofychan

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Stagista senior

Scusa la schiettezza, ma credo che a questa età sarebbe meglio scendere a compromessi con un lavoro a contratto anche se non inerente ai tuoi studi, piuttosto che fare la stagista tra i ventenni, tanto comunque ti trovi lo stesso a fare un lavoro che non è il tuo, e senza percepire un reale stipendio. 

Ultimo Post: 2 anni, 7 mesi fa

Di: ladyoscar94

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Avere la Naspi studiando

Certo che sì, un contratto part time è comunque un regolare contratto, al termine puoi richiedere la NASPI che sarà ovviamente proporzionata ai tuoi contributi. Quì trovi maggiori informazioni: https://www.money.it/NASpI-lavoro-part-time-cosa-cambia-requisiti-durata-importo

Ultimo Post: 2 anni, 7 mesi fa

Di: ladyoscar94

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Risorse Umane: un pentimento unico

Eccomi con l'ennesima storia di scelte sbagliate, rimpianti e poca speranza nel futuro, motivo per cui, pur essendo una persona fin troppo razionale e metodica, mi trovo in crisi da mesi. Ho 27 anni, varie esperienze lavorative alle spalle avendo iniziato a lavorare ancora prima dei 18 (per la maggioranza impiegatizie) e ad oggi ho quello che anni fa desideravo ardentemente, eppure mi trovo a scrivere qua. Finito il liceo scientifico, nonostante avessi una buona predisposizione per le materie tecniche, faccio il primo errore: seguo la passione del momento e mi iscrivo a psicologia. Secondo errore, scelgo la magistrale in Clinica, per poi arrivare, dopo pochi mesi, a capire che il ramo che più mi piaceva di Psicologia, era proprio quella meno umanistico: psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Avrei fatto in tempo a cambiare corso ma no, da brava testarda ho finito ciò che ho cominciato, per altro in corso e a pieni voti, ma con l'amaro in bocca. Dopo un anno passato a fare l'insegnante di sostegno (lavoro bellissimo da tanti punti di vista ma assolutamente non per me), arriva il colpo di fortuna più grosso della mia vita: riesco a farmi assumere nel reparto HR in un'importante multinazionale, direttamente, senza passare nemmeno per uno stage. Un sogno. Si trattava di una sostituzione di maternità, il lavoro mi piaceva così tanto che non mi accorgevo nemmeno di che ore fossero. Specifico che mi occupavo poco di selezione del personale (colloqui, telefonate ai candidati ecc), e moltissimo di reportistica, analisi di dati, monitoraggio dei KPI, utilizzo di gestionali, insomma settore Risorse umane si, ma ben poco umanistico: tanto PC, quasi zero telefono, per capirci. Alla scendenza del contratto, a cui ero putroppo preparata, vengo assunta in un'agenzia per il lavoro, dove mi trovo in sostanza a fare selezione del personale, tradotto: mille chiamate, colloqui, straordinari non pagati, arrivare al venerdì con la voglia di parlare solo col mio gatto, nostalgia per il lavoro precedente (stipendio compreso). Nel frattempo faccio il colloquio per un'altra azienda simile, ma a 2 km da casa, in cui mi viene promessa una retribuzione leggermente superiore, così do le dimissioni, e attualmente lavoro qui. Va sicuramente meglio, ma la tipologia di lavoro, anche se meglio organizzato, è molto simile. Voi direte, ma di che ti lamenti? Mi lamento di aver scelto un settore umanistico quando sono molto più portata per tutto ciò che è tecnico o quantomeno non preveda di parlare al telefono tutto il giorno. Tornassi indietro, cambierei totalmente le mie scelte, puntando sul settore IT o addirittura, con molto coraggio, su Ingegneria gestionale, che mi avrebbe dato mille sbocchi per ciò che piace a me ora. A 27 anni e con le bollette da pagare però, non posso certo mollare tutto e buttarmi in una facoltà del genere. E inoltre, la voglia di tornare a studiare manca totalmente, voglio (e devo) lavorare. Sono disposta a corsi di aggiornamento, questo si, ma non ad impegni di studio a lungo termine. Tirando le fila del discorso, non so che fare. In estremo, ho pensato addirittura di mollare tutto e candidarmi a posizioni come operaia. Non mi fa paura il lavoro pesante, ne tantomeno i turni (anzi, è il ritmo 9-18 a pesarmi),  che mi permetterebbero anche una retribuzione decisamente migliore all'attuale e sicuramente meno mal di stomaco. D'altro canto penso che sarebbe assurdo, dopo essere riuscita ad ottenere subito ciò che molti ottengono dopo magari 2 stage non retribuiti. Chiedo quindi un consiglio, da chi magari è nel settore o ha avuto un percorso simile (esiste?), su come in qualche modo rendermi appetibile per realtà meno "umanistiche", l'unica carta che posso giocarmi è l'esperienza nella multinazionale, che include anche un attestato sull'utilizzo di alcuni gestionali abbastanza richiesti. Tant'é che mi era arrivata un'offerta di lavoro simile, che avrei accettato su due piedi se non fosse stata in un'altra regione (non ho al momento possibilità di trasferirmi). Scusate il pippone interminabile e grazie a chiunque se lo sorbirà fino in fondo.

Ultimo Post: 2 anni, 7 mesi fa

Di: ladyoscar94

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