Simoncini risponde: «Ecco perché noi Regioni chiediamo di eliminare l'articolo sugli stage»
Venerdì mattina l'assessore regionale toscano Gianfranco Simoncini, nella sua qualità di coordinatore degli assessori al Lavoro all'interno della Conferenza delle Regioni, durante un intervento alla Commissione Lavoro del Senato sul disegno di legge del governo in materia di lavoro ha chiesto che venga soppresso l'articolo 12. Cioè quello che riguarda il riordino della normativa sui tirocini e prevede tra le altre cose l'introduzione di un rimborso spese obbligatorio a favore degli stagisti e l'introduzione di sanzioni a carico di chi non rispetta le regole. Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti, ha commentato aspramente questa presa di posizione delle Regioni, giudicandola irragionevole e auspicando che una legge-quadro nazionale possa guidare le Regioni nel legiferare in materia, evitando che si arrivi tra qualche anno ad avere 20 leggi diverse sullo stage, e stagisti sottoposti a differenti diritti e doveri a seconda del luogo dove svolgono la loro esperienza formativa. Gianfranco Simoncini ha scritto alla Repubblica degli Stagisti per spiegare le ragioni della posizione delle Regioni su questo tema. Ecco di seguito la sua lettera. Solo per completezza di informazione, voglio dirvi che la proposta che ho avanzato l'altroieri nell'audizione al Senato è di eliminare l'articolo 12 dal disegno di legge, poiché lo riteniamo incostituzionale, ed il suo mantenimento porterebbe inevitabilmente ad una serie di ricorsi di fronte alla Corte da parte della grande maggioranza delle Regioni. Ho inoltre proposto di andare ad accompagnare l'approvazione del disegno di legge sul mercato del lavoro con un ordine dl giorno che impegni il governo ad aprire immediatamente un confronto in Conferenza Stato-Regioni per un accordo su linee guida condivise sui tirocini. Accordo che le Regioni da un anno propongono ai due governi che si sono succeduti.Non si tratta quindi di volere una situazione a macchia di leopardo, ma solo il rispetto di quelle che riteniamo le nostre competenze costituzionali, evitando un contenzioso di fronte alla Corte.Sulla competenza abbiamo pochi dubbi, perché sicuramente i non curricolari non rientrano nell'ambito dell'istruzione dove sarebbero di competenza statale e sulla quale allora non avrebbe alcun senso giuridico lo strumento dell'intesa. Mi sembra che anche voi riteniate che non rientrino nella materia del lavoro, che sarebbe materia concorrente che giustificherebbe la proposta dell'intesa. Non essendo nè lavoro nè istruzione rimane la formazione che rientra tra le materie di esclusiva competenza regionale e per le quali non è previsto, dalla Costituzione, l'intervento prefigurato dall'articolo 12.Quindi se di follia si tratta, è una follia che nasce sulla base di un ragionamento istituzionale e dalla volontà di arrivare una volta per tutte a mettere un punto fermo sulla vicenda tirocini, che solo da un accordo Stato-Regioni può arrivare.D'altra parte se questo governo, ed in particolare il ministro del lavoro, fosse dotato della capacità di ascolto, il lavoro anche su questo tema poteva essere attivato da mesi. Ma ci sono voluti due mesi e un paio di articolacci sul Sole 24 Ore per avere un primo incontro col Ministro, senza che per altro la nostra disponibilità a collaborare, salvo sull'apprendistato, sia stata minimamente presa in considerazione. Gianfranco Simoncini Assessore alle Attività produttive, lavoro e formazioneRegione ToscanaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- L'assessore al lavoro della Regione Toscana: «La Corte costituzionale confermerà che i tirocini sono competenza nostra». E sulla circolare del ministero: «Non vale quanto la legge»- Regioni e riforma del lavoro, è guerra al governo sull'articolo sui tirocini- Tirocini, il costituzionalista: «Lo Stato potrebbe fare una legge quadro»