In occasione della messa in onda su RaiTre della puntata «Generazione Sfruttata» della trasmissione Presa Diretta, domenica 2 ottobre su alle 21:30, uno degli autori del reportage scrive alla Repubblica degli Stagisti.
Cari lettori della Repubblica degli Stagisti,
abbiamo dedicato una puntata di Presadiretta a voi. Domenica su RaiTre Presadiretta manderà in onda in prima serata «Generazione Sfruttata»: abbiamo deciso di dar voce alle migliaia e migliaia di persone che hanno perso il diritto al futuro, ai giovani che sono costretti a piegarsi ai contratti atipici di cui esistono infinite tipologie. E poi gli stage appunto, che non sono nemmeno un contratto di lavoro. Ed è la prima volta che si parla di stage raggiungendo il vasto pubblico della prima serata. Come sapete molto bene questo è un vero e proprio scandalo. Tutti, nessuno escluso, enti pubblici e aziende private, fanno ricorso agli stage che è la più recente forma di sfruttamento. E a raccontarci le loro terribili esperienze saranno in prima persona proprio quelli che, sperando di imparare qualcosa o di arricchire il proprio cv, si sono trovati a fare un vero e proprio lavoro subordinato.
Abbiamo cominciato a lavorare a questa puntata diversi mesi fa e grazie alla collaborazione della redazione della Repubblica degli Stagisti e di tutti i singoli lettori che hanno voluto aiutarci abbiamo scoperto un mondo, un mercato enorme fatto di 500 mila stagisti ogni anno, tanti ragazzi che si sottopongono a ripetuti tirocini che non danno alcun reale accesso al mercato del lavoro. Solo 1 su 10 diventa un contratto vero, di qualsiasi tipo. E abbiamo visto che lo stage in Italia è uno strumento ancora troppo facile da utilizzare, tanto è vero che ora il Governo sta cercando di correre ai ripari; ma i controlli sono scarsi e i limiti troppo generici, non in linea con gli altri Paesi dell'Unione Europea dove per esempio è prevista un'età massima, per legge c'è un dignitoso rimborso spese, si impedisce alle aziende in crisi di utilizzare stagisti. Faremo vedere come tutto questo in Italia invece è un vero e proprio far west: anche la pubblica amministrazione si avvale di molti stagisti per coprire carenze d'organico e assenze di concorsi, mentre le aziende private possono nascondere sotto questa forma dei veri e propri lavori utilizzando manodopera a basso costo e senza diritti.
C'è anche però il modo di sottrarsi allo sfruttamento, l'abbiamo visto con i nostri occhi: selezionate molto bene gli annunci e lasciate perdere quelli troppo generici e imprecisi. Chiedete subito se ci sono concrete possibilità di assunzione, cioè se l’azienda ha delle posizioni di lavoro aperte. E se vi rendete conto che vi stanno sfruttando, non abbiate paura a denunciare l'abuso alle istituzioni competenti: università, ispettorati del lavoro, sindacati. Eviterete ad altri di fare la stessa brutta esperienza che avete fatto voi. E sfatiamo un mito: non è vero che le aziende si parlano tra di loro e che chi fa valere i propri diritti viene etichettato come "rompiscatole" al quale non dare più opportunità di lavoro. Per la prima volta negli ultimi mesi in molte città d’Italia rabbia e malcontento sono usciti dai blog e dai siti internet per trovare forma politica. La rassegnazione sembra finita per sempre, ma questo è solo l'inizio di una battaglia giusta per cambiare questo assurdo mercato del lavoro. Come può ripartire un Paese che tratta così i suoi giovani? A domenica. Un saluto da tutta la redazione di PresaDiretta.
Alessandro Macina
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