Categoria: Lettere

La lettera di una giovane pugliese: «La Regione ha sbagliato a calcolare le tasse sulle nostre borse di studio, e ora rivuole indietro migliaia di euro»

Gentile Redazione,vi scrivo a nome di circa un migliaio di ragazzi pugliesi che hanno partecipato con notevoli aspettative e speranze al bando "Ritorno al Futuro" della Regione Puglia.  Il bando, pubblicizzato giustamente sul territorio nazionale come la prima di una serie di misure attuate dalla Regione Puglia per supportare i giovani e per consentire loro di superare il gap economico tra gli universitari del sud e quelli del ben più ricco nord, metteva a disposizione dei fondi per la frequenza di master. Le borse di studio avevano un diverso ammontare a seconda che i master si svolgessero:    •    in Regione, borsa: 7500 euro    •    in Italia, borsa: 15000 euro    •    all'estero, borsa: 25000 euroLe borse erano finanziate per il 50% dalla Comunità Europea e per il restante 50% da Stato (40%) e Regione Puglia (10%).Quando abbiamo aderito al bando (nel 2008), la Regione ha provveduto ad informarci sulla disciplina fiscale delle borse di studio. Dato che in Italia si tassa di tutto, anche le borse di studio sono soggette al pagamento dell'IRPEF, perché sono equiparate a redditi da lavoro dipendente.  Fin qui, tutto chiaro: la Regione si poneva come sostituto d'imposta e prelevava le trattenute alla fonte, ossia prima che noi percepissimo la borsa.  La Regione, in conformità con l’articolo 80 del Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio dell’11 luglio 2006, che prevede che “Gli Stati membri si accertano che gli organismi responsabili dei pagamenti assicurino che i beneficiari ricevano l’importo totale del contributo pubblico entro il più breve termine e nella sua integrità. Non si applica nessuna detrazione o trattenuta né alcun onere specifico o di altro genere con effetto equivalente che porti alla riduzione di detti importi per i beneficiari”, aveva disposto che, all'atto di erogazione delle borse, avrebbe opererato la ritenuta fiscale limitatamente alla quota di contributo a carico dello Stato (40%) e della Regione (10%). Ancora fin qui, tutto bene: secondo i calcoli dell'ufficio ragioneria gli importi netti delle borse erano (non mi dilungo sui conteggi da ragioniere!):    •    in Regione, borsa: 7500 euro    •    in Italia, borsa: 15000 euro    •    all'estero, borsa: 23.467 euroDopo più di un anno dall'erogazione delle borse di studio, ecco la sorpresa: alla Regione si sono SBAGLIATI!! Il prelievo fiscale non si fa solo sul 50% della borsa ma sull'importo totale! Conseguenza: a luglio, a noi "ricchi" ragazzi del sud che devono ricorrere a lungaggini burocratiche e problemi occulti per accedere all'istruzione di grado superiore, spetta il pagamento di un nutrito conguaglio fiscale. Circa 4000 euro per chi, come me, ha ricevuto solo l'80% della borsa, molto di più per gli "sfortunati" che hanno ricevuto l'intera somma. Dopo innumerevoli chiamate in Regione, e dopo aver parlato con il nuovo assessore al Diritto allo studio e alla formazione professionale (la giunta è cambiata dopo le elezioni di marzo), ci siamo sentiti dire che l'errore della Regione c'è stato, è vero, ma che non si può fare nulla. Siamo quindi costretti a pagare. Un bel po' di quattrini.Eravamo i giovani di Vendola, quelli che l'hanno ringraziato a gran voce per le grandi opportunità che la sua politica lungimirante ci aveva dato. Lo siamo ancora, ma ci sentiamo davvero lasciati in balia delle onde, senza alcun appiglio.Il problema è grave: si può pretendere da giovani neolaureati un pagamento così oneroso per una "banale" dimenticanza da parte di un assessorato promotore di una misura di sostegno così straordinaria? Quali sono i nostri diritti se la nostra unica "colpa" è quella di essere nati in un Sud che non ci consente così facilmente di essere davvero competitivi nel mondo del lavoro? Le istituzioni non ci ascoltano... allora va bene solo quando siamo portatori (sani) di voti?Mi scuso anticipatamente per la lungaggine delle spiegazioni, forse però lacunose in alcuni punti.Spero tuttavia di non avervi annoiati ma soprattutto spero che prendiate a cuore la nostra situazione, perchè davvero non sappiamo cosa fare.Con tanta speranza,Eleonora Vitrani, Foggia a nome dei borsisti di "Ritorno al Futuro" - Bandi 1/2008 4/2008 Qui il gruppo fondato su Facebook per cercare di contattare (ed informare) i ragazzi di ritorno al futuroCom'è andata a finire? Leggilo qui:- "Ritorno al futuro", parla Mariella D'Incognito: «Ecco perchè non vogliamo e non possiamo ridare migliaia di euro alla Regione Puglia»- L'Agenzia delle Entrate dà ragione ai giovani pugliesi beneficiari delle borse di studio «Ritorno al Futuro»: non dovranno pagare migliaia di euro alla Regione

Lettera aperta dei superstagisti calabresi al neogovernatore Giuseppe Scopelliti: «Chiediamo rassicurazioni sul nostro futuro»

Alla redazione della Repubblica degli Stagisti arriva una email con la richiesta, da parte di «una rappresentanza dei 350 "superstiti" superlaureati calabresi, ai quali sono state fatte tante promesse perchè vincitori di una selezione pubblica, che ma che breve (5 mesi) verranno abbandonati al loro destino: quello di emigrare dalla loro terra, dopo essere stati stra-formati ed inseriti in delle amministrazioni locali», di pubblicare una lettera aperta al neogovernatore della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti.Della questione questo sito si occupa ormai da un anno e mezzo: dal primo articolo, nel gennaio 2009 (In Calabria il consiglio regionale attiva i «superstage») all'ultimo, del febbraio 2010 (Calabria, approvata la legge per stabilizzare i superstagisti. Nuova interrogazione parlamentare di Ichino: «Esito paradossale») passando per le critiche del senatore Pietro Ichino e altri giuslavoristi al progetto, non conforme alla vigente normativa in materia di stage dal punto di vista della durata dei tirocini (addirittura 24 mesi quando il limite massimo sarebbe 12), e gli editoriali del direttore della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolina (Superstagisti calabresi assunti? Una bella notizia solo in apparenza).Ecco il testo integrale della lettera aperta:Caro Presidente,siamo una rappresentanza di giovani “superlaureati” (come siamo stati simpaticamente definiti) calabresi, vincitori della selezione nota come “Programma Stages 2008”, che hanno avvertito la necessità di scriverLe per sottoporLe la nostra attuale situazione.Sicuramente conoscerà perfettamente chi siamo e che tipo di esperienza stiamo vivendo, ad oggi sono trascorsi 19 mesi dell’inizio del programma, e ci sentiamo di dire che, oltre ad aver incentivato l’arricchimento del nostro bagaglio professionale e culturale è stato enormemente costruttivo e motivante per noi metterlo al servizio delle Amministrazioni Locali, questo per il forte legame che avvertiamo per la nostra terra e perché tutti noi coltiviamo il sogno di riuscire con coesione ed impegno a curare quell’emorragia devastante, che si perpetua oramai da decenni in Calabria, dovuta al triste fenomeno della emigrazione dei giovani, specie dei più brillanti, che tanto potrebbero e vorrebbero fare per consentire al proprio amato territorio di risollevarsi.I risultati che abbiamo ottenuto sono notevoli: con il nostro lavoro e la nostra buona volontà siamo riusciti a guadagnarci la stima e l’apprezzamento delle Istituzioni, come dimostrano le lettere aperte rivolte alla Regione Calabria di alcuni Sindaci e Presidenti di Provincia e le relazioni valutative dei funzionari che ci stanno affiancando. Su di noi incombe però la data del 20/10/2010, che segna il termine di questa iniziativa e che diffonde in noi una preoccupazione immensa. Dopo aver impiegato due anni della nostra vita e della nostra carriera, dopo esserci inseriti perfettamente nelle varie Amministrazioni locali, dopo aver “imparato un mestiere” direttamente sul campo, finiremo nuovamente tra la schiera già satura dei disoccupati del Mezzogiorno. E nulla conterà che siamo i “cervelloni” della Regione Calabria, che siamo stati selezionati grazie alla nostra lunghissima lista di titoli, che per noi sono state impiegate notevoli risorse economiche regionali ed europee, e, soprattutto, che l’iniziativa “programma stages” sia nata, per come testualmente riferito nella citata legge regionale, al fine di “promuovere un percorso di eccellenza finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria  dei giovani (…) che abbiano capacità e competenze necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della Regione”.In verità il Governo Regionale a cui Lei è subentrato, nel tentativo di tutelare il nostro lavoro ha inserito nella legge di bilancio 2010 un articolo che ci riguarda, il 14, in base al quale “la Regione contribuisce mediante erogazione a favore degli Enti utilizzatori di un incentivo annuale di Euro 10.000,00 per ogni soggetto assunto a tempo indeterminato nel rispetto delle norme per l’accesso al pubblico impiego e che ha concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal Regolamento Stages…”.E’ chiaro come questo provvedimento, così come è stato concepito, sia pressoché inutile: - in primis perché non è stata effettuata un’ analisi a monte sulle reali condizioni (e volontà) degli Enti che ci ospitano di assumerci, poiché, se si fossero considerate queste variabili, sarebbe venuto chiaramente alla luce una prospetto drammatico di Enti per lo più con bilanci in dissesto e patto di stabilità non rispettato, quindi impossibilitati dal bandire concorsi.- Secondariamente, una selezione come la nostra, nata in maniera assolutamente trasparente e basata su criteri oggettivi di merito, con un simile provvedimento, chiaramente discrezionale ed iniquo per tutti, finirebbe per divenire solo l’ennesimo strumento di disparità di trattamento, tipico da decenni nella nostra terra. In pratica, finiremmo per essere divisi in due categorie, stagisti di serie A e stagisti di serie B: chi di noi è più imparentato con i politici dell’Ente dove si trova, ammesso che questo sia nelle condizioni finanziarie di poter bandire un concorso, ha decisamente ottime opportunità di risultare “necessario” alla causa, mentre gli altri, seppur supertitolati e meritevoli, risulterebbero stranamente non indispensabili.Le situazioni precedentemente illustrate potrebbero ben presto diventare una prassi negli Enti dove attualmente siamo collocati, del resto si stanno già verificando in alcune Amministrazioni strane selezioni di esperti esterni, ricalcanti i curricula di alcuni di noi, oppure, addirittura, neanche a selezioni pubbliche, ma determinazioni dirigenziali o deliberazioni legittimanti l’assegnazione di contratti esterni a termine, a stagisti, guarda caso affini di partito, sindacato o parenti stretti di politici e assessori. Caro Presidente, ricordiamo perfettamente le Sue parole pronunciate durante il Meeting dei Giovani a Lamezia Terme e ribadite in tantissime altre occasioni. Lei ha messo in evidenza come le grandi professionalità formate debbano essere utilizzate nella rivoluzione burocratica, ha sottolineato come sia inammissibile che ogni anno partano dai 30 ai 40 mila giovani verso il nord Italia, ed ha anche giurato sul suo onore che avrebbe tutelato i migliori a prescindere dalle loro idee politiche. Nell’ascoltarla si è riaccesa la speranza in noi, per cui confidiamo nel Suo supporto,   affinché quelle parole di meritocrazia e di lavoro vengano concretizzate dal Governo calabrese prendendo dei provvedimenti finalizzati a non abbandonare l’immensa risorsa dei più brillanti e titolati giovani autoctoni, a fare in modo che ci venga data l’opportunità di continuare al lavorare per la crescita della nostra terra e, soprattutto, dei provvedimenti finalizzati alla tutela del lavoro di NOI TUTTI, e non di soli pochi eletti.Noi in parte abbiamo avuto una grande occasione ma fra qualche mese, quando scadrà il termine del nostro stage, torneremo nuovamente ad essere attori protagonisti di quello scenario drammatico della disoccupazione calabrese, e non illudiamoci che conterà qualcosa avere fatto un’esperienza altamente formativa, perché è palese che l’unica soluzione a quel punto sarebbe solo emigrare altrove, abbandonare la nostra terra per trasferirci al Nord Italia o all’estero. Soluzione che è già stata intrapresa da molti di noi i quali, assolutamente sfiduciati, hanno deciso di rinunciare allo stage onde evitare di ritrovarsi, al termine dell’esperienza, invecchiati di due anni e senza un contratto tra le mani (attualmente siamo rimasti in 350 circa).Ci rivolgiamo, pertanto, a Lei ed alla Regione Calabria nel suo complesso e chiediamo rassicurazioni sul nostro futuro, chiediamo di sapere se e come è volontà del nuovo Governo regionale trattenere e dare un’occasione concreta a 350 giovani autoctoni, che dopo tanti anni di sacrifici, ampiamente documentati, hanno raggiunto brillanti risultati nello studio e nel lavoro. “La Calabria chiama… i migliori rispondono”, era il claim della nostra selezione, per mettere l’accento sulla meritocrazia, merce rarissima, e non solo in Calabria. A questo punto, in dirittura d’arrivo, possiamo a tutta ragione trasformarlo in “I migliori chiamano… la Calabria risponde?”. Noi speriamo di sì.Con affetto e stima,una rappresentanza di giovani del “Programma Stages 2008”[La email è firmata da Francesco Foglia e Francesca Greco]Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Superstage calabresi, in arrivo un emendamento-traghetto verso l'assunzione - I consiglieri Giamborino e Borrello: «Niente proroghe ai superstage, i ragazzi vanno assunti: ci riduciamo lo stipendio per incentivare gli inserimenti»- Maurizio Del Conte, professore di diritto del lavoro della Bocconi: «L'emendamento ai superstage avrà ricadute negative sulla Calabria»- Consiglio regionale calabrese, la lettera aperta di una superstagista al presidente Bova: non siamo altro che manovalanza per enti assetati di personale- Superstage calabresi, ancora nessuna risposta all'interrogazione parlamentare. Pietro Ichino: il governo non sa che pesci pigliareE anche:- Dopo la Calabria, anche in Basilicata piovono «superstage». E Ichino presenta un'altra interrogazione a Sacconi e Brunetta- Il testo integrale dell'interrogazione parlamentare del senatore Pietro Ichino sul caso dei superstage della Regione Basilicata- Superstage in Basilicata, la replica a distanza dell'assessore Antonio Autilio e le domande aperte della Repubblica degli Stagisti

Un lettore chiede alla Repubblica degli Stagisti: se prendo il posto di un collega dimissionario mi spetta anche il suo contratto?

Sono un lettore della Repubblica degli Stagisti fin dai tempi del blog, e vorrei farvi una domanda su un contratto che mi è stato offerto dopo aver terminato lo stage (e lo so che già questa è una cosa abbastanza rara). Sono entrato in azienda con uno stage durato tre mesi (rimborso spese 300 euro mensili), dopodiché mi è stato proposto un contratto a progetto di due mesi (prolungati poi di un ulteriore mese), contratto col quale adesso lavoro e che mi dà uno stipendio netto di 900 euro mensili. Ora un mio collega ha deciso di andarsene, e mi hanno proposto di subentrare al suo posto. Siccome lui, come tutti gli altri che svolgono le sue mansioni, aveva un contratto a tempo indeterminato, volevo sapere se fosse giusto (o almeno possibile secondo le leggi) assumere me per la stessa mansione lasciata vacante dal mio collega dimissionario con un contratto a tempo determinato di un anno.email firmataPremessa: nel settore privato ogni assunzione è a sé stante, fatta salva la contrattazione sindacale che può avvenire – specie in realtà molto grandi. Ogni impresa, cioè, è libera di proporre il contratto che vuole a chi vuole (chiaramente sempre nel rispetto delle leggi: per esempio, non potrebbe proporre un contratto di apprendistato a un ultratrentenne, o un contratto a progetto laddove non ci fosse un concreto progetto – anche se purtroppo questo accade molto spesso...). L'aspetto positivo è però che il lavoratore è altrettanto libero di accettare, rifiutare o anche rilanciare.La situazione che il lettore descrive è piuttosto comune: in un ufficio se ne va un dipendente con un contratto a tempo indeterminato, e chi è chiamato a prendere il suo posto (e magari è lì dentro con un contratto atipico, come appunto il cocopro) ambirebbe a prendersi non solo le mansioni del dimissionario, ma anche la sua tipologia di contratto. La legge però non prevede per l'impresa obblighi in questo senso: i lavoratori sono distinti e separati, e il contratto a tempo indeterminato (o determinato) non si "eredita". Però, poichè spesso i responsabili delle risorse umane dicono "Vorrei poterti fare un contratto a tempo indeterminato ma ho le mani legate, non ho margine di manovra, non ci sono posizioni aperte", quando qualcuno abbandona la sua posizione – lasciandola di fatto libera e finalmente aperta – è comprensibile che a uno o più aspiranti venga l'acquolina in bocca.Vi sono casi in cui il lavoratore precario, con gentile fermezza, ha fatto all'ufficio del personale questo ragionamento, riuscendo ad ottenerne un contratto a tempo indeterminato o almeno determinato (nella maggior parte dei casi, fra molti mugugni). Certo però si tratta di casi in cui questa persona ha fatto una scelta rischiosa, mettendo l'azienda di fronte a un aut-aut e dicendosi "o la va o la spacca". Insomma: domandare è lecito, rispondere è cortesia. Se il lettore andrà a ricoprire esattamente lo stesso ruolo e a svolgere le stesse mansioni del collega dimissionario, potrebbe chiedere che il suo contratto a progetto venga trasformato almeno in un contratto a tempo determinato, se non indeterminato. Però la richiesta potrebbe anche cadere nel vuoto. Diverso (e ben più lungo e complesso) sarebbe il caso in cui invece l'azienda stesse utilizzando il lettore la tipologia di contratto a progetto impropriamente, e cioè senza che ci sia un vero progetto... Ma questa è un'altra storia, e la potremo raccontare solo un'altra volta – se il nostro lettore vorrà darci qualche particolare in più sulla sua vicenda.

La replica di Vito Bruschini, direttore di Globalpress e amministratore di Kronoplanet, alla Repubblica degli Stagisti

Vorrete, ai sensi e per gli effetti dell’art. 8 l. n. 47/48 e s.m.i., gratuitamente pubblicare sul Vostro sito, con gli stessi corpi editoriali e la stessa enfasi degli articoli di seguito menzionati, il testo integrale della presente, in reazione alle affermazioni considerate lesive della dignità del sottoscritto e di tutti coloro che collaborano nel periodico informatico Globalpress Italia. A tal riguardo ci pregiamo rappresentare quanto in appresso: 1)  Non esiste «una ragnatela di società e testate i cui rapporti non sono sempre facili da ricostruire», né «galassie». La coop. Globalpress non esiste più essendo stata chiusa a ottobre del 2008 (la Servicepress non sappiamo cosa sia, se non un indirizzo email), mentre la Kronoplanet srl è l’unica proprietaria della testata giornalistica Globalpress Italia della quale il sottoscritto è il direttore responsabile. Nell’articolo «…radiografia delle società…» firmato dalla signora Eleonora Della Satta, la nostra struttura viene presentata ai lettori come formata come da una sorta di “scatole cinesi”, che renderebbero incomprensibili o comunque scarsamente trasparenti al pubblico i reali intenti operativi della nostra società;2)   Nel medesimo articolo viene poi scritto che «nel frattempo la Kronoplanet / Globalpress si mette in tasca 300 euro per ogni aspirante giornalista, cioè stando ai numeri forniti da Iannaccone e Bruschini, più o meno 30mila euro». Alla data odierna la Kronoplanet/Globalpress non si è “messa in tasca” neppure un centesimo, laddove dal tenore del pezzo emerge che i soldi siano già nelle tasche della società. È inutile dire inoltre che né Bruschini, né Iannaccone si sarebbero mai sognati di fornire “numeri” che allo stato attuale sono ancora da definire;3)   L’articolo prosegue «E non è tutto. In un ennesimo annuncio, pubblicato il 2 aprile, viene promessa nel titolo la possibilità di diventare giornalisti professionisti attraverso questo corso: “Giornalismo: diventa professionista con la Globalpress Italia”».Naturalmente anche questa è un’informazione del tutto falsa, determinata da una vistosa e suggestiva forzatura del testo dell’annuncio pubblicitario che ci riguarda. La frase surriportata non potrebbe in alcun modo essere interpretata nel senso che la Globalpress Italia offre la possibilità del praticantato, altrimenti sarebbero stati usati termini più univoci (es. “prendi la tessera da giornalista professionista” o simili), ma semplicemente che il corso aiuta a conseguire la professionalità necessaria per questo difficile mestiere;4)   Sempre nell’articolo «…radiografia delle società…» la SATTA scrive: «Il 4 aprile Iannaccone si spinge a promettere nel titolo dell'annuncio su Bakeca “l'occasione della vita, tre mesi nel grande Canada” e a tirare in ballo nel testo dell'annuncio su Primaonline addirittura il ministero degli Affari esteri».L’annuncio di Iannaccone in realtà recava: «Vuoi lavorare per tre mesi in Nordamerica e imparare la vita vera di redazione all'interno di un giornale italiano gestito dal ministero degli Affari Esteri?». “Gestito” vuol semplicemente dire – come ognuno capirebbe - che “il giornale in questione” è sovvenzionato dal Mae (come è) e non che i tre mesi in Canada siano sovvenzionati dal Ministero; comunque, nessuno ha millantato un coinvolgimento del ministero nell’iniziativa, come invece assai subdolamente l’articolista vorrebbe far intendere. Il Ministero quindi non c’entra nulla con la nostra proposta. Ma la signora Della Satta lo propone come se fosse, ci si passi l’espressione, appena per porci sullo stesso tono del velenoso articoletto - un bidone…!5)   Infine, quanto al riferimento al compianto Indro Montanelli, si era pensato di glorificare la memoria del grande Maestro, essendo il corso indirizzato alle nuove generazioni di futuri giornalisti, intitolando il corso proprio a Lui, ritenendo in perfetta buona fede di averne pieno diritto. Alla cortese richiesta della Fondazione Montanelli di espungere tale riferimento abbiano dato riscontro positivo addirittura lo stesso giorno (3 aprile) ricevendo la risposta, compiaciuta di tanta rapidità e senz’altro comprensiva del malinteso, del responsabile della Fondazione che è qui il caso di riportare:«Gentile signor Vito Bruschini, la ringrazio davvero molto della pronta risposta. Come ho avuto modo di dire al telefono al signor Alfredo Iannaccone: nulla di personale. Il fatto è che la stessa Fondazione, che si chiama Montanelli Bassi e ha sede a Fucecchio, opera in questo campo e dunque sarebbe imbarazzante creare malintesi. Cordiali saluti e naturalmente Buona Pasqua, Letizia Moizzi». Dunque nessuna diffida (ad onta dell’articolo della sig.ra Voltolina «La Fondazione Montanelli diffida Globalpress: “Non siete autorizzati a usare il nome di Indro Montanelli per il vostro corso di giornalismo”), ma scambio di gentili richieste come usuale tra professionisti.In definitiva, viene fornita attraverso il Vs. giornale informatico una gran quantità di insinuazioni ed illazioni, che alla prova dei fatti si rivelano macroscopicamente infondateOperiamo da decenni in questo settore in totale trasparenza.Se al sig. “Alessandro” (costantemente menzionato come Vs. lettore, sentitosi raggirato) aveste suggerito di approdare al sito WEB www.globalpress.it e di entrare nel link “Corso base di giornalismo”, egli, come chiunque, avrebbe trovato tutte le risposte di cui aveva bisogno, essendo ivi puntualmente specificato con ogni dettaglio le motivazioni del corso, quel che promette, come è strutturato, quanto costa e cosa ci si può aspettare alla fine dei tre mesi. Ad esito della campagna diffamatoria che inspiegabilmente ci state riservando ed in ordine alla quale abbiamo già attivato primario studio legale per la valutazione degli aspetti penali dell’intera vicenda e per la richiesta risarcitoria dei danni subiti e subendi, sul sito WEB, «blog.corsincitta.it» il 10 aprile appare il seguente articolo: «Truffe online: la GlobalPress segnalata per stage a pagamento non autorizzati», evidentemente determinato da tale condotta frontalmente ed ingiustificatamente lesiva della nostra onorabilità.Con espressa riserva di investire l’Ordine dei Giornalisti per l’adozione dei provvedimenti necessari ed utili per il rispetto dei canoni deontologici della comune professione.Tanto dovevasiDistinti salutiVito BruschiniLa Repubblica degli Stagisti prende atto delle considerazioni del dottor Vito Bruschini, rilevando però alcuni elementi. 1) Il nome Servicepress srl, con l'indirizzo email "servicepress [chiocciola] yahoo.it", è stato utilizzato da Globalpress - Kronoplanet per pubblicare i primi annunci di ricerca stagisti, nell'autunno 2009, sui siti Stageadvisor, Immediapress e Bakeca.it; 2) se con le parole "vistosa e suggestiva forzatura" il dottor Bruschini intende che la Repubblica degli Stagisti abbia esagerato il  carattere ingannevole dell'annuncio, è opportuno ricordare che il titolo di quell'annuncio è precisamente «Giornalismo: diventa professionista con la Globalpress Italia» e che che quando qualcuno pubblica un'inserzione ne compone in prima persona sia il testo sia il titolo, ed è quindi responsabile di ogni eventuale "forzatura"; 3) per "diffida" si intende comunemente un «invito, rivolto a una persona, ad astenersi da un determinato comportamento o a compiere una determinata attività» e cioè proprio quello che, pur con toni garbati, la Fondazione Montanelli Bassi ha rivolto a Globalpress; 4) il sito web di Globalpress è rimasto non funzionante fino alla metà di marzo, rendendo difficile al lettore reperire le "risposte di cui aveva bisogno".Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Aspiranti giornalisti, attenzione agli annunci di stage a pagamento in Rete: la richiesta di help di tre lettori- Globalpress, Kronoplanet, Servicepress: radiografia delle società e cronologia degli annunci in Rete- La Fondazione Montanelli diffida Globalpress: «Non siete autorizzati a usare il nome di Indro Montanelli per il vostro corso di giornalismo»- Vito Bruschini, direttore di Globalpress e amministratore di Kronoplanet: «Nessuna promessa di assunzione. I 300 euro che chiediamo ai ragazzi? Soltanto un rimborso spese»- La richiesta di aiuto di Alessandro: «Da Globalpress vaghe promesse e la certezza di dover pagare per un lavoro»

Come funziona lo spazio "Annunci" della Repubblica degli Stagisti? La domanda di una lettrice

Ho 26 anni appena compiuti e mi sono laureata alla triennale in Scienze e cultura della gastronomia e della ristorazione, interfacoltà dell'università di Padova. Ho già fatto uno stage presso Vicenza Qualità, azienda speciale della Camera di Commercio di Vicenza, e trovo il vostro sito molto interessante per gli stagisti che spesso non sanno dove sbattere la testa.Ho visto che avete gli annunci delle aziende che cercano stagisti e avrei bisogno di alcune informazioni: avete annunci e offerte solo da aziende che aderiscono alla "Carta dei diritti dello stagista"? E poi: è possibile candidarsi come studente in cerca di stage tramite annunci sul vostro sito e venire reclutati o è fattibile solo il contrario? Vi ringrazio, Lucia Gentile Lucia, lo spazio Annunci sul questo sito è esclusivamente riservato alle aziende (ad oggi una trentina - a questo link l'elenco completo) che hanno aderito all'iniziativa Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello stagista. Questo perchè vogliamo che questo spazio sia un luogo "protetto" per i giovani, da consultare stando sicuri di non incappare in fregature. Nello spazio Annunci, insomma, non ci sarà mai un annuncio per uno stage gratuito, o per uno stage di 6 mesi per imparare a fare la cassiera al supermercato!Per quanto riguarda il secondo chiarimento: la parte del sito dedicata agli annunci è configurata come una vetrina, e non come un luogo di incontro domanda-offerta. Quindi appaiono gli annunci delle aziende aderenti al Bollino, e i lettori interessati possono decidere di rispondere a questi annunci: il loro cv viene recapitato direttamente a queste aziende, senza intermediazione della Repubblica degli Stagisti. Il procedimento inverso, e cioè permettere agli utenti di caricare il proprio cv e di venir "pescati" dalle aziende interessate, per ora non è disponibile.

La lettera aperta di Fernando Gallone, candidato IDV in Lazio, alla Repubblica degli Stagisti:«Le aziende in crisi non dovrebbero poter ospitare stagisti»

L'editoriale scritto qualche settimana fa dal direttore della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolina, «Elezioni regionali alle porte: se qualche candidato se la sente di impegnarsi per i giovani, ecco le proposte della Repubblica degli Stagisti», sortisce nuovi effetti. È arrivata in redazione la lettera di Fernando Gallone, 34enne candidato alle elezioni regionali del Lazio (circoscrizione di Roma e provincia) nelle fila dell'Italia dei Valori.Ho letto con interesse e molta attenzione il vostro editoriale del 28 febbraio in cui sono state  lanciate delle proposte per migliorare la vita dei tanti giovani che decidono o si trovano a dover iniziare uno stage. Ritengo che tutti i punti da voi proposti abbiano grande rilevanza, ma ce ne sono alcuni che ho particolarmente a cuore e che in caso di elezione mi impegno a realizzare.Mi riferisco alla creazione di una database regionale per coordinare ed armonizzare l’attività di tutti quei soggetti pubblici, privati, università che ogni giorno lavorano in prima persona con gli stagisti o per gli stagisti, ma soprattutto per fare in modo che lo stage sia davvero un’occasione importante e formativa per i ragazzi e che tramite questo strumento possano effettivamente acquisire quel know how da spendere nel mondo del lavoro.Le altre proposte che trovo particolarmente interessanti ed anche in linea con il mio programma elettorale sono il divieto di accogliere stagisti per quelle aziende che abbiano di recente licenziato del personale o che abbiano dei lavoratori in cassa integrazione o in mobilità, e la concessione di contributi o sgravi fiscali a quelle imprese che prendono un numero di stagisti proporzionato alla percentuale dei lavoratori a tempo indeterminato e che si impegnano ad assumerli al termine del periodo di stage o tirocinio.Nel mio programma politico i temi legati al lavoro e alla lotta al precariato sono predominanti. Se sarò eletto infatti, oltre a proporre incentivi per le aziende che assumono a tempo indeterminato, mi impegnerò anche per l’estensione a tutti i cittadini disoccupati della legge sul reddito minimo garantito e per una maggiore trasparenza nei concorsi pubblici.Fernando GallonePer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Elezioni regionali alle porte: se qualche candidato se la sente di impegnarsi per i giovani, ecco le proposte della Repubblica degli Stagisti- La lettera aperta di Pietro Bussolati, candidato PD in Lombardia, alla Repubblica degli Stagisti: «Mi impegnerò per realizzare il database degli stage»- La lettera aperta di Mauro Buti, candidato IDV in Lombardia, alla Repubblica degli Stagisti: «Metto le vostre proposte sugli stage nella mia agenda politica»

La lettera aperta di Mauro Buti, candidato IDV in Lombardia, alla Repubblica degli Stagisti: «Metto le vostre proposte sugli stage nella mia agenda politica»

L'editoriale scritto il 28 febbraio dal direttore della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolina, «Elezioni regionali alle porte: se qualche candidato se la sente di impegnarsi per i giovani, ecco le proposte della Repubblica degli Stagisti», sortisce nuovi effetti. È arrivata in redazione la lettera di Mauro Buti, 30enne candidato alle elezioni regionali della Lombardia (circoscrizione di Milano e provincia) nelle fila dell'Italia dei Valori.Ho letto con interesse l'editoriale del 28 febbraio della Repubblica degli Stagisti. Le vostre sei proposte mi sembrano tutte degne di interesse, e non mi costa alcuna fatica farle mie. In particolar modo la creazione di un database unico di riferimento mi sembra un approccio semplice ma efficace al problema del precariato e dell'uso e abuso degli stage. La nostra generazione è stata martoriata e deprivata di tutti i suoi diritti in merito al lavoro. Oggi ci troviamo a combattere una vera e propria guerra di sopravvivenza, e dopo anni di attesa non possiamo più permetterci di sperare in un soccorso che arrivi dall'esterno.Dobbiamo lottare anche da soli, se necessario. E l'unica speranza di ottenere qualche risultato passa dalla nostra capacità di trasformare la debolezza attuale in forza. Dalla nostra capacità di essere solidali, di costituire una comunità e di fare gruppo. Utilizzando in maniera mirata tutti gli strumenti moderni e innovativi che la rete e l'informatica ci mettono a disposizione. Per fare informazione, per denunciare le illegalità, e in ultimo per difenderci e tutelarci dall'ingiustizia e dai soprusi.Ora non voglio dilungarmi, ma dal momento che il tema lo merita prendo un altro impegno. In caso di successo alle elezioni mi occuperò personalmente di organizzare a mie spese un incontro con la Repubblica degli Stagisti, nel quale cominciare a trasformare le vostre sei brevi proposte in una agenda più strutturata ed ambiziosa. Con l'obiettivo di proporla al mio partito, Italia dei Valori, per una estensione a livello nazionale. Mauro ButiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Elezioni regionali alle porte: se qualche candidato se la sente di impegnarsi per i giovani, ecco le proposte della Repubblica degli Stagisti- La lettera aperta di Pietro Bussolati, candidato PD in Lombardia, alla Repubblica degli Stagisti: «Mi impegnerò per realizzare il database degli stage»

La lettera aperta di Pietro Bussolati, candidato PD in Lombardia, alla Repubblica degli Stagisti: «Mi impegnerò per realizzare il database degli stage»

L'editoriale scritto qualche giorno fa dal direttore della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolina, «Elezioni regionali alle porte: se qualche candidato se la sente di impegnarsi per i giovani, ecco le proposte della Repubblica degli Stagisti», comincia a sortire i primi effetti. In redazione è arrivata oggi la lettera di Pietro Bussolati, 27enne candidato alle elezioni regionali della Lombardia nelle liste del PD (circoscrizione di Milano e provincia), che promette di impegnarsi specialmente sul primo punto suggerito dall'editoriale.Ho letto sul vostro sito l’invito ai candidati alle prossime regionali a impegnarsi su alcune proposte che riguardano il mondo degli stagisti.Mi sono soffermato attentamente sui punti che vengono elencati nell’editoriale e subito mi sono trovato in sintonia. In particolare vorrei impegnarmi per realizzare il database regionale che viene inserito al primo punto delle proposte, perché ancora prima di leggere l’editoriale della Repubblica degli Stagisti, era una delle proposte a cui sto lavorando insieme al mio staff.Nella mia proposta prende il nome di incubatore stage, inteso come una banca dati degli stagisti presenti sul territorio che, a fronte di un’analisi delle esigenze delle aziende, abbia la funzione di creare un punto di incontro tra i giovani in cerca di lavoro e le figure professionali richieste. Tutto questo senza sminuire il lavoro che già fanno gli uffici stage delle università, i centri per l’impiego, gli sportelli stage e tutti quegli attori che operano per permettere i primi passi ai giovani nel mondo del lavoro. Con l’incubatore stage o database regionale, si avvierebbe un importante coordinamento che consentirebbe di non disperdere informazioni sul percorso formativo e professionale degli stagisti. Questo anche per evitare di prolungare all’infinito il susseguirsi di stage per un ragazzo e soprattutto per controllare il corretto approccio a questo strumento da parte delle aziende.Con questa lettera aperta voglio quindi accogliere l’invito che viene fatto a noi candidati e rinnovo il mio impegno affinché venga realizzato questo primo punto.Si tratta, in ogni caso di un impegno trasversale, nel senso che da giovane candidato, che come tanti altri ragazzi e come tanti amici ha frequentato degli stage dopo l’università e sa quali criticità ci sono, il mio impegno sarà quello di rendere, in tutti i suoi aspetti, il percorso degli stagisti migliore.Pietro BussolatiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Elezioni regionali alle porte: se qualche candidato se la sente di impegnarsi per i giovani, ecco le proposte della Repubblica degli Stagisti  

Dopo uno stage di un anno potrò farne altri o il limite massimo è raggiunto? La domanda di un lettore laureato in Farmacia

Mi sono laureato in Farmacia nell'ottobre del 2008; in febbraio 2009 mi sono iscritto ad un master di durata biennale di secondo livello attivo presso l'università di Pavia. Tramite il master ho ottenuto uno stage di 12 mesi presso una nota casa farmaceutica. Lo stage sta terminando, è stata un'esperienza davvero felice e formativa ma non rinnovata a causa delle condizioni economiche poco felici dell'azienda stessa.Per cui ho iniziato nel solito invio e giro di curriculum e colloqui, fino ad essere contattato da un'azienda che purtroppo ha da offrirmi un altro contratto di stage di 6 mesi (forse rinnovabili). Calcolando che ho già effettuato 12 mesi continuativi di stage, posso giuridicamente effettuare un ulteriore periodo di stage in un'altra azienda? Ho contattato la segreteria del master e mi hanno detto che non ci sono problemi per il rinnovo di un altro stage, basta che ci sia la convenzione tra università e azienda.Leggendo la legge Treu, articolo 7, in teoria non potrei continuare con la formula di stage (e mi sembra più che giusto ed equo). Vorrei avere una consulenza in materia e vi ringrazio anticipatamente della disponibilità AlbertoIl personale del master dell'università di Pavia ha dato le informazioni corrette: i limiti massimi di durata per lo stage indicati nella legge Treu (e nel successivo decreto ministeriale 142/1998) si riferiscono a ciascuno stage. Pertanto, la casa farmaceutica non potrebbe proporre una proroga dello stage, perchè il lettore Alberto lì dentro ha già fatto 12 mesi. Ma altre imprese sì: quindi la seconda azienda non ha commesso nulla di illecito proponendo lo stage. Ogni volta che si cambia impresa ("soggetto ospitante", dice la normativa), infatti, è come se il "timer" della durata dello stage si riazzerasse.A questo punto però sta certamente al singolo valutare la proposta e decidere se accettarla o rifiutarla: avendo Alberto già una laurea, un master di secondo livello e 12 mesi di esperienza come stagista in una importante casa farmaceutica, potrà decidere di scartare d'ora in poi le proposte di stage e vagliare solo le proposte di lavoro. Magari cominciando a inviare il cv anche all'estero!Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Proroghe allo stage, maneggiare con cura: la durata massima non è un'opinione- Problemi con lo stage: vanno segnalati subito all'ente promotore- Cosa costituisce tirocinio formativo e cosa no (secondo la legge italiana)- Stage attivati dai centri per l'impiego: ecco la radiografia annuale dell'Isfol- Rapporto Excelsior 2009: sempre più stagisti nelle imprese italiane, sempre meno assunzioni dopo lo stage

Lo stage-seminario si fa al museo, ma i partecipanti pagano il centro: la replica del Centro studi umanistici

Il Centro studi umanistici M.G. Lowthian Bell di Viterbo ci chiede di pubblicare e pubblichiamo.Replica della responsabile del Centro sperimentale di ricerca, formazione e documentazione per gli studi umanistici "M. G. Lowthian Bell" agli articoli del 26 ottobre 2009, Lo stage-seminario si fa al museo, ma i partecipanti pagano il centro e Cosa costituisce tirocinio formativo e cosa no, a firma di Andrea Curiat e Eleonora Della Ratta, pubblicati su www.repubblicadeglistagisti.itIntendiamo in questa sede fugare i dubbi immotivatamente espressi dai giornalisti in questione sulla correttezza e liceità delle procedure amministrative poste alla base di ogni attività proposta dal nostro Centro e e che ha portato, nel caso dello Stage di formazione presso il Museo di Roma - Palazzo Braschi, tenutosi nei giorni dal 9 al 13 novembre 2009, alla conclusione di un protocollo d'intesa tra il Centro studi umanistici "M. G. Lowthian Bell" e la Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma. I partecipanti allo stage, che non ha comportato e non poteva comportare alcuna attività lavorativa, non essendo in questo caso applicabile la disciplina prevista dal D.M. 142/1998, hanno ricevuto circa 40 ore di formazione qualificata versando una quota di iscrizione di 420 euro, comprensive di IVA, cifra peraltro perfino al di sotto della media normalmente richiesta anche per un monte ore decisamente inferiore, da altri corsi di aggiornamento analoghi.L'organizzazione di un qualsiasi corso o stage comporta delle spese: assicurazioni, materiale didattico, spese di segreteria, spese telefoniche, spese postali, compenso del tutor (che ovviamente non è stata la dottoressa Bufacchi ma era un nostro collaboratore), trasferimenti e soggiorni a Roma, materialie didattico, pubblicazione delle dispense, acquisto del materiale fotografico del Museo di Roma utilizzato nelle dispense ed è anche logico pensare che un'azienda debba ottenere un minimo di utili non solo per garantire la sopravvivenza delle proprie attività, ma anche per fare fronte ad eventuali necessità durante gli stessi momenti formativi, nell'interesse degli stessi partecipanti. I giornalisti citano, poi la Libera Associazione per gli Studi Etruscologici e Topografici e l'organizzazione del primo stage al Museo di Roma. Anche in questo caso le indicazioni sullo stage in questione sono facilmente accessibili visitando moltissimi siti web del settore ed il nostro sito ufficiale, così come accade per tutti i corsi di perfezionamento da noi organizzati e descritti sempre con profusione di dettagli. E' evidente, dunque, in relazione alla espressione usata dai giornalisti "la responsabile del Centro corregge il tiro" e relativa ad alcune dichiarazioni contenute in una delle mie email ove ho rimarcato che la collaborazione dei funzionari del Museo di Roma con il Centro Studi, nell'ambito dello stage, è gratuita (altrimenti i costi sarebbero stati ben più alti, e di conseguenza anche la quota di iscrizione) che non vi era alcunché da correggere, considerata la legittimità di tutta l'operazione e che forse esse sono state erroneamente interpretate anche quando si afferma che "anche dal museo sarebbe giunta una nuova versione circa l'organizzazione del corso: il tutor non sarebbe Nicoletta Bufacchi, come inizialmente dichiarato (da chi? Certamente non dalla sottoscritta né dalla dottoressa Bufacchi) bensì un incaricato esterno del Centro Bell". Trattandosi di affermazioni non prive di rilevanza per lo scopo dichiaratamente informativo alla base della conduzione della testata on-line, sarebbe stato forse più opportuno rivolgere alla sottoscritta una richiesta di intervista da pubblicare integralmente sul giornale, al fine di chiarire ai lettori eventuali dubbi che fossero sorti in merito.Caterina PisuGli articoli della Repubblica degli Stagisti sono improntati al rigoroso rispetto della deontologia professionale e quindi si attengono scrupolosamente ai tre principi di verità, continenza e pertinenza delle informazioni. Confermiamo pertanto tutti i contenuti pubblicati.Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Stage a pagamento: un lettore chiede «help» alla Repubblica degli Stagisti- Lo "stage-seminario" si fa al museo, ma i partecipanti pagano il Centro- La Repubblica degli Stagisti al servizio dei lettori: al via la nuova rubrica «Help»