Categoria: Storie

Il mio post-laurea: prevedevo lacrime e sangue, invece ho incontrato un'azienda col bollino

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Alice Pietralunga, assunta con contratto a progetto nella Pianificazione strategica di Chiesi Farmaceutici, a Parma. Ho 25 anni e sono di San Secondo, un paesino vicino Parma. La prima occasione per staccarmi da questa mia piccola realtà l'ho avuta alle superiori, che ho frequentato al liceo classico di Parma, scegliendo l'indirizzo bilingue - inglese e francese. La sensazione che più ricordo di quegli anni è l'entusiasmo, la voglia di sapere e imparare tutto ciò che potevo. Il percorso fino alla maturità è stato impegnativo ma, come si dice, tornassi indietro lo rifarei mille volte. Al di là dello studio, il liceo ha sicuramente rafforzato il mio senso di disciplina, insegnandomi che il futuro bisogna saperselo costruire, cogliendo le occasioni ma a partire da basi solide, che non si possono improvvisare,  ma vanno coltivate fin da piccoli.Dopo la maturità nel 2007, affascinata dalla chimica e da tutto ciò che riguardava la patologia umana, mi sono iscritta Chimica e tecnologie farmaceutiche a Parma, corso di laurea a ciclo unico, di cinque anni, che oltre a essere vicino casa ha fama di essere eccellente. I sacrifici sono stati tanti, ma la determinazione di arrivare alla fine è stata la forza trascinante: in questo ambito ciò che si perde in termini di studio o esperienza di laboratorio lascia sempre delle lacune. Proprio per imparare meglio alcuni strumenti di laboratorio, ho deciso di svolgere la mia tesi di laurea in Chimica analitica - scelta non convenzionale per un Ctf - e a settembre 2012 mi sono laureata con 110 e lode discutendo un elaborato sulla estrazione di complessi metallo-polifenoli negli infusi di thè. Sembrerà strano, vista la fatica fatta per ottenere il titolo, ma il giorno dopo la laurea mi sentivo tutt'altro che serena o "arrivata". Per cinque anni avevo vissuto e sentito parlare della crisi, consapevole che i problemi sarebbero iniziati dopo la laurea e che finché fossi rimasta dentro al corso di studi sarei stata in qualche modo protetta. Ho rinunciato a qualsiasi viaggio post-laurea e ho iniziato subito a inviare cv ovunque. Trovare lavoro è stato il mio primo lavoro! Passavo otto, nove ore ogni giorno davanti al computer a setacciare offerte di lavoro e inviare cv. Un paio di aziende farmaceutiche mi hanno contattato, ma mentre svolgevo le selezioni - era ottobre dell'anno scorso - mi è arrivata una telefonata decisiva: quella del reparto HR di Chiesi Farmaceutici, a cui tempo prima avevo inviato una candidatura spontanea. Mi proponevano uno stage pagato di tre mesi nella direzione Strategic Planning, dove era da poco partito un nuovo progetto di lavoro su malattie rare e farmaci orfani, area di grande interesse per le industrie farmaceutiche negli ultimi anni. Ho sostenuto il primo colloquio di lì a poco; poi il secondo dopo due settimane. Poi è arrivato il sì definitivo, dopo poche ore dall'incontro! Ci ho messo un po' per realizzare che davvero ero stata scelta, forse perché tra le chiamate ricevute in realtà aspettavo solo quella: sono cresciuta sentendo parlare di Chiesi, del suo sviluppo, del bellissimo ambiente di lavoro... Accettai subito. Così a novembre 2012 eccomi a iniziare il mio stage, poi prorogato di altri tre mesi fino a maggio 2013, con un rimborso di 600 euro netti al mese più buoni pasto. Futuro nero? Sfruttamento? Lavori che non piacciono e che non avremmo mai pensato di fare? Il mio stage in Chiesi ha contraddetto ogni previsione, ha rappresentato una grande opportunità di crescita e ora mi sento molto diversa da quella che ero appena laureata. Ho imparato così tante cose che non saprei come elencarle, e ho ricevuto tantissimo dalle persone con cui ho lavorato, anche umanamente. Mi sono come trovata in una grande famiglia e mi sono sentita apprezzata e trattata proprio come una qualsiasi dipendente, anche prima della vera e propria assunzione. Sì, perché finito lo stage ho continuato a lavorare sullo progetto, che hanno timeline piuttosto lunghe, e su uno nuovo, ma con un cocopro da 1400 euro netti al mese, più buoni pasto, che scade a dicembre. È un po' presto per dire che succederà dopo, ma fin qui sono entusiasta. Il lavoro di ufficio era fuori dalla mia comfort zone - il laboratorio - ma ho scoperto che mi piace molto; il ruolo manageriale mi è più congeniale, sento che qui riesco a dare il meglio di me e a sentirmi felice. Se dovessi fare un bilancio sbrigativo non ho sentito molte persone soddisfatte di uno stage o della prima esperienza lavorativa come lo sono io. Mi sento una mosca bianca. Insomma, la strada sarà pure lunga, ma chi ben comincia e a metà dell'opera. Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Gaetano, 24 anni e già a tempo indeterminato

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Gaetano La Rosa, programmatore junior a tempo indeterminato per Everis, a Milano. Sono  nato a Messina 24 anni fa; fin da piccolo ho avuto una certa passione per l'informatica e per la tecnologia, dopo le medie mi sono iscritto al liceo scientifico, conseguendo la maturità nel 2008 con una tesina sulla rivoluzione industriale. Dopo mi si è presentato il famoso interrogativo «E ora?». Posto che volevo continuare con l'università - e ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi ha sempre sostenuto - in che facoltà iscriversi? Questo è un momento delicato per i giovani: una delle prime decisioni importanti che bisogna prendere, che indirizzerà tutta la propria vita in una direzione più o meno precisa. Dopo tante riflessioni mi sono iscritto alla triennale di Informatica a Messina; si è rivelata una scelta indovinata, perché non solo penso di aver ricevuto una buona formazione ma, tra amici e professori, ho conosciuto persone splendide. Negli ultimi mesi di università ho iniziato autonomamente un master per migliorare le mie conoscenze di PHP, il linguaggio di programmazione che avevo la necessità di conoscere ad un livello adeguato per sviluppare la tesi triennale, che ho poi intitolato "Sistema web based per la gestione dei dati medici". Così nel marzo del 2012 sono diventato dottore di informatica e il mio progetto di tesi, sviluppato in collaborazione con il Policlinico di Messina, è tutt'ora in uso presso i loro uffici.Nelle settimane successive alla laurea diverse aziende italiane mi hanno contattato per svolgere uno stage, spesso finalizzato all'assunzione, attingendo al mio nominativo tramite i database Almalaurea. Non avevo molta fiducia in questo ente, ma mi sono dovuto ricredere! Tra le proposte ricevute, ho trovato particolarmente interessante quella della società di consulenza spagnola Everis. Mi ha attratto soprattutto l'idea di trasferirmi in una nuova città, Milano, e quella di lavorare per una multinazionale, mettendomi quindi in gioco per dimostrare anche a me stesso se e quanto valevo. Quindi ho preso un volo e sono andato a fare le selezioni, insieme ad un'altra decina di candidati. Le prove erano divise in più parti: colloquio di gruppo, scritto di inglese, colloquio conoscitivo e colloquio tecnico. La giornata si è conclusa con il classico «Le faremo sapere» ma, con una rapidità sorprendente, dopo pochi giorni sono stato ricontattato con la proposta di uno stage di sei mesi, finalizzato all'assunzione a tempo indeterminato e con un rimborso di 750 euro mensili più buoni pasto. Il ruolo era quello di programmatore junior in ambito IBM Mainframe. La voglia di partire era tanta, ma devo confessare che anche la paura di quello che mi sarei lasciato alle spalle, gli amici e la famiglia su tutto, mi ha tenuto sveglio per diverse notti. Alla fine ho deciso di accettare e dare una svolta alla mia vita. Sono arrivato a Milano all'inizio di giugno 2012, prima trovando un alloggio provvisorio e poi affittando una stanza. C'è sempre un po' di tensione quando si sta per cominciare qualcosa di nuovo e impegnativo e devo dire che il primo giorno di lavoro è stato un po' uno shock, perché mi sono trovato immerso sin da subito in un ambiente dinamico e proattivo, che lavorava a pieno regime, presso la sede di un cliente di Everis. Sono stato fortunato: i miei responsabili e colleghi con più esperienza si sono immediatamente presi cura di me quasi come una famiglia vera e propria, mi hanno fatto sentire parte del gruppo e il piano formativo di stage è stato organizzato e gestito ottimamente. Dopo cinque mesi, con mia enorme felicità, mi hanno detto che sarei stato assunto. Capita spesso che quella dell'assunzione rimanga solo una promessa, un escamotage per incentivare i ragazzi a dare il massimo per poi scaricarli. Ma per me la promessa è stata mantenuta e a dicembre dell'anno scorso ho firmato il mio primo contratto di lavoro, a tempo indeterminato, e con una Ral di circa 21mila euro suddivisa in 14 mensilità, più buoni pasto da 8,50 euro. Credo sia stato uno dei giorni più importanti che ho vissuto, sia per me che per la mia famiglia.Oggi vivo solo in un bilocale a Milano e sono piuttosto soddisfatto del mio tenore di vita, considerando anche il difficile periodo economico. Chiaramente vivere soli a Milano non è semplice e il costo della vita è decisamente superiore a quello della Sicilia; ma so che nei momenti duri posso sempre contare sul supporto della mia famiglia. Quello che vorrei oggi è soprattutto poter dimostrare il mio valore e ricompensare con il mio contributo tutti quelli che hanno creduto in me: spero di riuscire ad emergere e a fare la differenza nel mio contesto di lavoro, nella "mia" azienda. Testo raccolto da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

«Il mio stage in ALD? Ogni giorno ho imparato qualcosa di nuovo»

La Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità, e la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito. Di seguito quella di Aldo De Finis, analista in ALD Automotive a Roma con contratto di apprendistato.   NB: al momento della pubblicazione di questo articolo ALD Automotive faceva parte dell'RdS network; dall'aprile del 2014 non ne fa più parte. Chi l'avrebbe detto: dal liceo classico all'analisi finanziaria. Sono Aldo, romano, e ho 28 anni. Ho alle spalle studi classici, ma dopo il diploma nel 2003 ho virato verso le discipline economiche: per quanto gli studi liceali mi abbiano arricchito culturalmente, mi sentivo attratto dal mondo finanziario e bancario. Perciò mi sono iscritto alla facoltà di Economia di Torvergata, conseguendo la laurea triennale in Economia dei mercati e degli intermediari finanziari a dicembre 2008, con la votazione di 110 e lode. Sentivo di aver scelto gli studi più adatti a me e non ho avuto dubbi sul continuare o meno con la specialistica: a giugno 2011 ho discusso la mia tesi biennale in Finanza Quantitativa, sempre a Torvergata, questa volta ottenendo, oltre alla lode, anche la menzione accademica. Durante gli studi ho cercato di guadagnare qualcosa facendo ripetizioni e facendo dei lavoretti come assemblatore di personal computer presso un negozio di informatica; per il resto vivevo con i miei genitori e non avevo le spese che hanno tutti i fuori sede.Poco dopo la laurea - era l'inizio dell'estate 2011 - navigando in internet un annuncio ha catturato la mia attenzione: si trattava di un'offerta di stage di sei mesi in ALD Automotive per il ruolo di Pricing Analyst. La descrizione del percorso formativo, pagato 500 euro netti al mese - più buoni pasto - mi ha attratto da subito e il mio interesse è cresciuto durante i colloqui. Dopo pochi giorni dalla candidatura, infatti, sono stato contattato telefonicamente dalle Risorse umane dell'azienda, con cui ho fissato le date dei due step di selezione: il primo con un addetto HR ed il secondo con il manager del reparto Pricing. L'intero iter è stato molto fluido e fin dall'inizio ho avuto un quadro chiaro sia dell'azienda sia dell'attività che avrei intrapreso in caso fossi stato scelto. Sono rimasto anche colpito dal modo in cui i titolari della selezione sono riusciti a farmi sentire a mio agio. Alla fine è arrivato un sì e dal primo settembre 2011 sono entrato a far parte del team ALD.Ho potuto sperimentare in prima persona come lo spirito di gruppo non sia solo uno slogan aziendale, ma una realtà quotidiana. Con il mio tutor in particolare si è instaurato da subito un ottimo rapporto umano e professionale, che non si è fermato alla spiegazione delle varie attività di stage, ma mi ha fornito un quadro più ampio e organico dell'attività che svolgevo, per altro sempre con molto interesse verso i miei feedback e le mie opinioni. Passo dopo passo ho visto crescere il mio coinvolgimento nelle attività dell'ufficio - analisi del pricing di prodotti e servizi, definizione del  pricing e ottimizzazione dei margini, attività di reportistica, verifica dell'allineamento del prezzo con le strategie di pricing - e posso sicuramente dire di aver vissuto un'esperienza di stage realmente formativa. Mi sono sentito sempre parte della realtà aziendale e non sono mai tornato a casa senza aver imparato qualcosa di nuovo.Questo processo di continuo miglioramento professionale continua tuttora, ma con un vero contratto di lavoro: un apprendistato biennale con una retribuzione netta di circa 1200 euro al mese, che ho firmato subito dopo lo stage, a marzo 2012. Sono stato inserito nel team Fleet Intelligence, che si occupa di analisi specifiche su clienti importanti, e ho iniziato a seguire progetti speciali che coinvolgono tutta la Customer base dell'azienda. Il tutto in un clima aziendale sereno, incentrato sul supporto reciproco e sulla condivisione degli obiettivi. Ho da poco ricevuto la nomina di Contract Management Coordinator ed attualmente mi occupo del coordinamento del gruppo di lavoro che segue le modifiche contrattuali dei clienti. Sono molto soddisfatto di quello che ho. Ho sempre ambito a lavorare nel settore finanziario e l'impiego in ALD mi gratifica e mi garantisce autonomia economica: proprio in questo periodo sto per trasferirmi a vivere da solo. Confrontandomi con i miei amici ed ex-colleghi universitari mi sento una mosca bianca: le storie lavorative e di stage che mi raccontano sono scoraggianti, ben diverse dalla mia.  Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Dalla ricerca universitaria alla consulenza aziendale in PwC: la storia di Francesca

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Francesca Pozzi, consultant in PwC, a Milano, con contratto di apprendistato.   Vivo a Seregno, in provincia di Monza Brianza, e sono nata a Como 27 anni fa. Ho frequentato Ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, facoltà [oggi dipartimento, ndr] scelta sulla base delle mie attitudini personali e delle mie aspirazioni lavorative. Durante gli anni del liceo e dell'università ho lavorato come cameriera in un bar e ho fatto altri lavoretti occasionali come hostess ad eventi e come commessa, il che mi permetteva di sostenere almeno parzialmente le spese universitarie e di finanziare i miei hobby. Dopo la laurea specialistica, a dicembre 2009, il professore che mi ha seguito per la tesi mi ha proposto di collaborare con il dipartimento di Ingegneria con un assegno di ricerca. L'offerta era interessante - l'assegno ammontava a 1.500 euro al mese - e la qualità del gruppo di ricerca alto, di profilo internazionale, quindi ho accettato volentieri. In sostanza ho proseguito e ampliato il mio lavoro di tesi, che rientrava all'interno di un progetto europeo per l'applicazione dei principi del lean manufacturing ["produzione snella": politica industriale finalizzata a minimizzare gli sprechi, ndr] nello sviluppo di nuovi prodotti.   Dopo un anno al dipartimento ho deciso di intraprendere la via della consulenza, che da sempre mi attirava. Ho partecipato alla settimana della consulenza organizzata dal Career Service del Politecnico, ho inserito il cv nel sistema di job placement e dopo qualche giorno sono stata contattata da PwC Advisory per un colloquio. L'iter di selezione è avvenuto in due step: un primo incontro conoscitivo e motivazionale con un director e un secondo incontro tecnico con il senior manager, che sarebbe poi diventato il mio tutor. Onestamente, vista l'esperienza maturata al Politecnico, mi aspettavo di ricevere subito un'offerta di lavoro - invece mi è stato proposto uno stage: sei mesi a 800 euro lordi al mese, più buoni pasto e rimborso spese per eventuali trasferte, e la prospettiva di una successiva assunzione. Alla fine ho accettato: le condizioni di stage offerte da PwC effettivamente sono ottime rispetto alla media. Durante lo stage mi è stato affidata la preparazione di documenti per un progetto in collaborazione con l'ufficio Affari legali e fiscali e ho supportato una collega su un progetto di piano di sviluppo. Svolgevo quindi attività di ricerca, preparavo il materiale e le presentazioni per le riunioni con il cliente, partecipavo a colloqui e interviste. Mi sono sentita coinvolta e ben accolta da subito, e anche il rapporto con il tutor è stato immediatamente collaborativo. Al termine dei sei mesi di stage, come anticipato durante le selezioni, mi è stato proposto un contratto di apprendistato di due anni con una retribuzione annua lorda di circa 22mila euro, più rimborso spese trasferte e buoni pasto, che ho firmato ad agosto 2011. Da quando ho iniziato a percepire un vero stipendio non nascondo che mi sarebbe piaciuto prendere casa a Milano, ma gli affitti sono troppo alti; quindi al momento vivo ancora a casa con la mia famiglia, ma sto meditando di prendere casa da sola, rimanendo comunque in provincia di Monza. Nel mio futuro lavorativo spero ci sia la possibilità di offrire consulenza alle aziende del settore design e arredamento, per il quale nutro da sempre particolare interesse, ma ad oggi sento di dover imparare ancora molte cose prima di essere una brava manager. Anche fare un'esperienza lavorativa è un obiettivo nella mia whish list lavorativa. Anzi, è proprio uno dei motivi per cui ho scelto PwC: trattandosi di una società affermata anche in ambito internazionale, spero di riuscire a sfruttare qualche buona occasione di lavoro fuori dall'Italia. Ho diversi amici e compagni di università che sono andati all'estero: guadagnano di più e hanno un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

«In Nestlé ho trovato l'opportunità che cercavo»: da Salerno a Milano sola andata

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Francesco Brancaccio, assunto nel marketing di Nestlé, a Milano, con contratto di apprendistato.Ricordo ancora il primo giorno che ho lasciato la mia città e mi sono trasferito a Parma per iniziare la specialistica. Ero carico di energia, le dieci ore di viaggio in treno non mi avevano stancato per nulla, con me avevo due valige - di cui una quasi più grande di me - la borsa del pc e la mia chitarra a tracolla. Alla fine la voglia di esplorare una città diversa aveva prevalso.Ho 28 anni e sono originario di Salerno, dove ho frequentato l'istituto tecnico commerciale, appassionandomi molto alle materie economiche. Di conseguenza dopo la maturità, nel 2004, mi sono iscritto a Economia e amministrazione delle imprese all'università della mia città, scegliendo l'indirizzo Marketing e distribuzione. Ho sempre studiato e lavorato insieme; fin dalle superiori ho voluto avere una certa indipendenza economica, perciò ho fatto diversi lavoretti: cameriere, porta pizze, barman , animatore nei villaggi turistici... Ma ho tenuto il passo con la triennale, e a fine 2007 il primo obiettivo era raggiunto: l'Italia aveva un dottore in Economia in più. A quel punto toccava capire che scelta fare. Salerno iniziava un po' a starmi stretta, e a Parma avevo individuato un  corso di laurea specialistica interessante, in Trade Marketing e Strategie Commerciali. Dopo aver riflettuto un po', ho preso la mia decisione e ho fatto i bagagli - tanti bagagli! Col senno di poi, è stata la decisione giusta: sono stati due anni molto belli, davvero intensi e ricchi di novità, e la scelta del corso universitario si è rivelata azzeccata. Parma poi è una città molto bella e vivibile, e il costo della vita è accessibile anche ad uno studente che è costretto a lavorare per mantenersi agli studi. In quegli anni ho vissuto in diverse case, come capita a tanti studenti fuorisede, sempre condividendo l'appartamento con altri ragazzi.  Puntualmente ad ottobre 2009 ho discusso la mia tesi specialistica, in cui ho analizzato le problematiche legate ai listing fee - le commissioni pagati dai produttori per vendere i propri prodotti in supermercati e ipermercati - come strumento regolatore che può limitare lo sviluppo della concorrenza sia distributiva che industriale. Dopo la discussione ero entusiasta, finalmente era arrivato davvero il momento di entrare nel mondo del lavoro. Nei miei ultimi mesi da studente e nei primissimi da neolaureato l'università di Parma aveva inviato il mio curriculum a diverse aziende del proprio circuito, il che mi ho portato a fare diversi colloqui.  In particolare a novembre, dopo qualche settimana dalla laurea, ho iniziato le selezioni in Compass, la società finanziaria di Mediobanca, e alla fine mi è stato offerto uno stage di sei mesi, con un rimborso mensile di 600 euro, più buoni pasto - e sede di lavoro proprio a Parma, dove ancora vivevo dopo la specialistica. È stata un'esperienza molto utile, da più punti di vista. Innanzitutto, quello dell'arricchimento professionale: all'inizio mi occupavo di front office e di back office, poi col tempo ho avuto anche l'opportunità di lavorare sul campo, sia gestendo i dealers convenzionati che andando alla ricerca di nuovi clienti. Però, soprattutto, lo stage mi ha aiutato a capire che non era quello il lavoro che volevo fare nella vita e quando, conclusi i sei mesi, mi è stato proposto di rimanere in azienda con un contratto annuale da mille euro al mese, mi sono trovato di fronte a una scelta davvero difficile. Alla fine ho scelto di rimettermi nuovamente in gioco. Dopo aver studiato tanti anni e aver fatto sacrifici, per me era giusto provare a fare un'esperienza lavorativa in quello che desideravo davvero, quello per cui avevo studiato.Ed è stato così che ho iniziato a inviare cv alle aziende per cui sognavo di lavorare. Tra queste c'era Nestlé... Non era passato molto tempo dalla mia autocandidatura online quando sono stato contattato dalle Risorse umane, per iniziare le selezioni per uno stage. Era l'opportunità che cercavo: l'ingresso in una grande azienda e proprio nel settore che mi appassionava, il trade marketing - nel quale le strategie di marketing vengono elaborate e applicate al settore distributivo, più che alla fascia dei consumatori. Lo stage, di sei mesi, prevedeva per altro un ottimo rimborso, circa 710 euro netti mensili, con accesso gratuito alla mensa aziendale e alla palestra. Poi dopo ho sperimentato in prima persona che lo stage in Nestlé è un'esperienza che ti arricchisce enormemente: non sei li a fare fotocopie, ma ti senti parte integrante del team e impari davvero. Le selezioni infatti - quattro step, tra colloquio conoscitivo, di gruppo, tecnico e  finale - hanno avuto esito positivo e a settembre 2010 ero parte della divisione Buitoni. Posso dire che quei sei mesi sono serviti a imparare un lavoro, a conoscere la realtà aziendale; e naturalmente è servita all'azienda per conoscere me. Certo non è stato tutto rose e fiori, il trasferimento da Parma a Milano è stato duro. Sono due città completamente diverse: il costo della vita a Milano è molto più alto e la mia qualità di vita è decisamente cambiata; sono cambiati i ritmi, le persone, la velocità, i paesaggi... Il rovescio della medaglia è che se hai un'ambizione, se pensi di voler fare qualcosa, a Milano ce la puoi fare, le opportunità non mancano.In Nestlé tutto è andato come speravo: alla fine dello stage mi è stato proposto un contratto di apprendistato professionalizzante della durata di 24 mesi, con uno stipendio di 25mila euro annui, e adesso lavoro come assistente sell-out per Buitoni. Organizzo eventi e attività nei punti vendita, sono di supporto al category manager per lo studio delle dinamiche di acquisto e della collocazione dei prodotti a scaffale, metto a punto progetti di visibility con l'obiettivo di migliorare l'esperienza d'acquisto dei nostri acquirenti.  Insomma, il sogno iniziato con lo stage ad oggi continua. Lo stipendio mi permette di vivere lontano dal mio luogo d'origine, in piena autonomia economica, e in una città come Milano, dove condivido un appartamento con la mia ragazza. Gli amici di Salerno che hanno deciso di rimanere lì invece si sono dovuti accontentare, nella situazione in cui ci troviamo oggi non puoi di certo sperare di trovare il lavorare che hai sempre sognato sotto casa. I più fortunati lavorano come ragionieri o nel settore pubblico mentre altri sono ancora in cerca di occupazione. Io ho fatto qualche sacrificio in più ma ora sono soddisfatto di quello che ho, mi sento arricchito da tante nuove esperienze e fiducioso per il futuro. Mi aspetto tanto da me stesso. Mi impegnerò affinché tutti i miei sacrifici siano sempre ripagati, e un giorno, chissà… sarebbe bello poter essere una guida per chi come me, crede in ciò che fa. Testo raccolto da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

All'agenzia del farmaco di Londra stage da 1600 euro al mese: e non solo per medici e biologi

C'è tempo fino a sabato 15 giugno per candidarsi a una delle quaranta posti per tirocinanti all'Agenzia del farmaco di Londra. Sei mesi di stage per profili scientifici (ma non solo) e un rimborso spese che ammonta a circa 1600 euro al mese. Enrico Del Zotto, 29enne di Udine, ha raccontato la sua esperienza di stagista all'Ema alla Repubblica degli Stagisti. Sono friulano doc, nato a Udine nel 1983 e quindi trentenne quest'anno. Ho una formazione scientifica: liceo scientifico, laurea breve in Informatica, e ora sto concludendo la magistrale in Informatica all'università di Udine. Mio papà è insegnante di educazione fisica, e da quel punto di vista ho ereditato la passione per lo sport diventando un pallavolista a livelli agonistici: ma il mio profilo professionale non è stato minimamente influenzato dai miei genitori, che mi hanno sempre lasciato libertà di scelta.Prima di Londra avevo lavorato in diversi contesti. La prima volta nel 2006, in una piccola azienda informatica (E-moz) il cui ceo è un mio amico: lì ho sviluppato un software di medio-basso livello (per una retribuzione di 1500 euro circa). Successivamente ho svolto un tirocinio curricularedi sette mesi, senza rimborso spese purtroppo, per un'azienda nel settore della sicurezza informatica (Emaze), a Trieste. Al termine dello stage a dire il vero mi avevano proposto un contratto, ma ho rifiutato per continuare il percorso accademico. Poi ho partecipato a un concorso per un posto al Centro di calcolo dell'università di Udine. Su 100 candidati sono arrivato al colloquio finale ma, come si sa, i concorsi pubblici sono fatti per assumere chi ha già un'esperienza pregressa nella struttura: e quindi non l'ho vinto. Un paio di settimane dopo mi hanno però richiamato per una collaborazione con il Dipartimento di fisica, dove sono stato per due anni - fino al 2009 - guadagnando più o meno 700 euro mensili. È stata un'esperienza di confronto con persone molto preparate, ma distante dal reale mondo del lavoro.Sei mesi dopo sono entrato a tempo determinato come analista programmatore in un'azienda parastatale di Udine. Era il 2010. Qui avevo sicurezza economica - 23mila euro lordi annuali, più o meno 1.300 al mese - ma scarse possibilità di carriera. Il profilo poi non era quello prospettato e gran parte delle mansioni erano di tipo amministrativo: estrazioni dati, assistenza pc... tutti motivi per cui alla scadenza del contratto ho rifiutato il rinnovo. Così sono approdato allo stage all'Ema, per me la prima esperienza internazionale. L'European Medicine Agency si trova nel nuovo polo economico di Londra: Canary Wharf, sede delle maggiori aziende britanniche come Morgan&Morgan, City Bank e Barclays Personal Banking. Visto l'annuncio su internet, dopo vari ripensamenti ho deciso di candidarmi. Fatto il colloquio telefonico e avuto l'ok, mi è arrivato il contratto con tutti i dettagli: retribuzione di 1.800 sterline lorde pari più o meno a 2.100 euro al mese, una settimana di vacanza (più le bank holidays) e rimborso per il trasferimento che se ti sposti dall'Italia vuol dire quasi una mensilità in più alla fine del tirocinio. Non sai prima in che settore andrai, perché ti mettono dove c'è bisogno, a meno che tu non sia specializzato in qualche ambito medico: l'Ema è un azienda non adattissima per i profili IT, anche se ha molti programmatori.Sono arrivato a Londra a metà settembre del 2011, e il mio primo consiglio è: se non si conosce Londra è meglio arrivare anche tre settimane prima per cercare casa. Io mi sono messo subito in contatto con altri tirocinanti: la responsabile tirocini aveva creato una mailing list per noi, cosa molto utile. Gli italiani erano i più numerosi, quindi non ho avuto problemi per la lingua, pur sentendomi un po' spaesato inizialmente. Il primo giorno di lavoro è stato stupendo: buffet di accoglienza, riunione con la responsabile dell'ufficio personale, presentazione di ognuno e contatto con la banca per il conto dove depositare i soldi. Una volta che si accetta lo stage bisogna pensare solo a trovar casa, per il resto non ci si deve preoccupare: pensano a tutto loro. Anche il tutor, un italiano, si è dimostrato gentile e disponibile per qualsiasi mia perplessità. Il reparto a cui sono stato affidato è l'IT-unified Communication, che segue tutte i meeting virtuali e dà supporto alle conferenze in streaming. All'agenzia le riunioni tra medici internazionali e industrie farmaceutiche sono veramente tantissime. All'Ema ho avuto l'impressione di vivere nel vero mondo del lavoro, dove le persone sono felici di lavorare e fanno ciò per cui sono nate. Il rimborso, checcé se ne possa pensare, non è altissimo considendo il costo della vita della città; comunque con una stanza a Canary Wharf - zona molto cara, pagavo 800 sterline al mese- non ho avuto problemi a mantenermi e spesso il weekend uscivo la sera a ballare o a cena fuori. Lavorare a Londra è totalmente diverso dall'Italia. Giusto per fare un esempio, due giorni dopo il mio arrivo è arrivato un medico per sistemarmi la sedia in maniera che non avessi problemi di postura. Inoltre gli orari flessibili funzionano, e nessuno ti guarda male se il venerdì vai a casa alle 15 dopo che il giorno prima hai lavorato due ore in più.Per problematiche personali, ho dovuto interrompere il tirocinio a metà febbraio 2012. L'esperienza è stata molto positiva, sia dal punto professionale che umano. Al termine mi hanno perfino proposto di fare domanda – tramite concorso – per qualche posizione aperta, spiegandomi che sarei stato avvantaggiato conoscendo già l'agenzia. Naturalmente con una remunerazione neanche paragonabile al nostro Paese.Ho scelto però di rientrare in Italia e adesso lavoro come programmatore mobile per un'azienda del Nord est. Il lavoro mi piace, il team è giovane - molti sono miei compagni all'università o amici – e ho un reddito di 33mila euro lordi annuali. Nonostante la nostalgia di Londra dal punto di vista professionale, mi ritengo fortunato: ho un contratto a tempo indeterminato e il mio campo è in grande evoluzione. Sto seguendo con molto interesse la scena delle startup italiane, perché ho alcune idee che vorrei sviluppare in futuro. La crisi economica è un buono stimolo per ripensare molte cose e ritengo che l'Italia abbia bisogno di un ringiovanimento sia di mentalità che di approccio al mondo del lavoro. Per questo mi sento di dire a chi sta per entrarci di scappare da qui e di tentare stage all'estero: oltre che una grande esperienza professionale rappresentano accrescimento culturale e personale.Testo raccolto da Ilaria Mariotti Per saperne di più su questo argomento leggi anche: - Agenzia europea del farmaco, quaranta tirocini con rimborso record: 1600 euro al mese- Dalla Spagna all'Irlanda, dalla Francia alla Lituania: oltre 120 tirocini Leonardo a bando- Solo un giovane su dieci viene assunto dopo lo stage: «il mondo deve sapere» anche questoE anche: - Un tarantino a Cambridge: «Qui in Inghilterra se vali ti assumono, perché in Italia no?»- «Non voglio fuggire all'estero, ma realizzarmi professionalmente qui in Italia»  

Biagio, 26 anni e già a tempo indeterminato: «Non tutte le aziende ci trattano come kleenex»

“Sono molto soddisfatto del mio tenore di vita e di quello che faccio. Ho preso casa in affitto  con la mia ragazza, anche lei assunta a tempo indeterminato, quindi che dire? Ci riteniamo molto fortunati”Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex tirocinanti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Biagio Previte, assunto a tempo indeterminato in Everis, a Milano, con la qualifica di Solution Assistant. Tante aziende oggi, soprattutto se sei giovane,  ti fanno sentire costantemente in bilico - incerto, precario - e sono in grado di azzerare le tue motivazioni, non accorgendosi forse di danneggiare sè stesse quanto un'intera generazione. Anche io l'ho vissuto in prima persona, poi però la mia storia ha preso una piega molto diversa. Ho 26 anni e vengo da Messina. Qui dal 2000 al 2006 ho frequentato il liceo scientifico, passando più o meno tutte le estati impegnato in qualche tipo di lavoretto che mi permettesse di guadagnare qualcosa e di iniziare a fare un po' di esperienza nell'ambito che mi interessava, l'informatica. Ho la passione dei computer fin da bambino e dopo la maturità mi sono iscritto al corso triennale in Informatica all'università di Messina. In tutta onestà, me la sono presa piuttosto comoda e ho concluso la triennale dopo cinque anni, ma ha influito anche il fatto che di nuovo ho sempre cercato di abbinare studio e lavoro, mettendo in pratica quello che apprendevo dalla didattica. Ne ho guadagnato soprattutto in esperienza, perché i compensi spesso sono stati irrisori, li definirei piuttosto rimborsi spese, e non ero tutelato da contratti.Un paio di mesi prima della laurea, a maggio 2012, sono stato contattato da Everis, tramite segnalazione di un mio collega universitario che già lavorava lì. L'azienda, una multinazionale che si occupa di consulenza e servizi alle imprese e che in Italia ha sede a Milano, mi proponeva di iniziare le selezioni per uno stage semestrale nel settore IT, finalizzato all'assunzione e con un rimborso spese mensile di 750 euro netti più buoni pasto giornalieri da circa 5 euro l'uno. Per me, l'occasione giusta per entrare subito nel mondo del lavoro. In quel frangente, da laureando all'università di Messina, mi trovavo a 1200 chilometri di distanza dalla sede dello stage, Milano appunto, e con molte scadenze universitarie a cui far fronte, ma l'azienda è stata molto comprensiva e mi ha permesso di sostenere i colloqui preliminari su Skype. Quelli erano i miei primi contatti diretti con un'azienda così importante ed ero un po' teso, ma sono stato messo subito a mio agio, sia dalla referente HR sia dal senior manager, che valutava le mie competenze tecniche. Il feedback è stato veloce e... positivo, e mi è stato proposto di andare in sede per un'incontro di persona, di lì a una settimana circa. Devo dire che l'iter di selezione è stato piuttosto snello. Arrivato a Milano, nei pressi di piazza Duca d'Aosta, ho trovato un ambiente moderno e molto accogliente. Ho sostenuto il colloquio con un manager che mi ha spiegato in maniera dettagliata quale sarebbe stato il mio percorso di stage, in caso di esito finale positivo. E nel giro di poche ore sono stato ricontattato avendo la conferma che sì, ero stato scelto. Tempo un mese e avrei iniziato a far parte del mondo Everis. Ho iniziato a giugno 2012, quando mancavano ormai poche settimane alla discussione della mia tesi triennale, per la quale ho preso qualche giorno di pausa. Nella tesi ho ricostruito il mio percorso di elaborazione di un software aziendale per la gestione delle spese e proprio elaborare programmi è stata anche una parte consistente del mio stage; il progetto più lungo che ho seguito riguardava un pacchetto software per Eni, uno dei clienti Everis. In quei sei mesi sono stato messo subito a contatto con il lavoro "vero", niente fotocopie o lavoretti spiccioli. Mi sono state assegnate attività diversificate, ma sempre coerenti con il mio profilo tecnico-informatico, in prima linea con il cliente, e con affianco persone capaci, con alta seniority, che mi hanno seguito e aiutato fino a rendermi pressoché autonomo. Poi a dicembre 2012, quando mancava giusto un giorno alla scadenza dell'accordo di stage, sono stato chiamato dall'amministrazione ed è arrivata la mia prima grande soddisfazione lavorativa: la proposta di un contratto a tempo indeterminato, con uno stipendio annuo lordo di circa 22mila euro e molti benefit: rimborso delle principali spese mediche, assicurazioni per sè e la propria famiglia, buoni pasto da 8,50 euro l'uno... Sono ormai sei mesi che lavoro da dipendente e adesso mi occupo soprattutto di reportistica tecnica per la banca online ING Direct, anch'essa cliente di Everis. Riesco tranquillamente a mantenermi da solo a Milano, certo con un po' di sacrifici e  cercando di ammortizzare le spese, ma sono molto soddisfatto del mio tenore di vita e di quello che faccio. Ho preso casa in affitto  con la mia ragazza, anche lei assunta a tempo indeterminato, quindi che dire? Ci riteniamo molto fortunati. Da parte mia, cerco di impegnarmi il più possibile, intendo crescere all'interno dell'azienda e i miei sforzi sono tutti orientati non a diventare bravo, ma a diventare sempre migliore. Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Non sempre si inizia col lavoro dei sogni: ma poi tutto può cambiare

La Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità, e la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito. Di seguito quella di Fabrizio Legrottaglie, oggi IT Project Analyst a tempo indeterminato per ALD Automotive, a Roma. NB: al momento della pubblicazione di questo articolo ALD Automotive faceva parte dell'RdS network; dall'aprile del 2014 non ne fa più parte. Sono Fabrizio, ho 27 anni e vengo da Fasano, in provincia di Brindisi, ma ora vivo a Roma. Sono rimasto in Puglia fino al conseguimento della laurea triennale in Scienze Politiche a Bari e durante il mio secondo anno universitario, il 2006, ho vissuto a Londra per quattro mesi per frequentare un corso di inglese alla St. Gyles International School, grazie al quale ho ottenuto il First Certificate of English. Ho potuto farlo grazie ad una borsa ex Inpdap - l'ente previdenziale degli impiegati pubblici: mio padre è impiegato comunale - che mi ha permesso di soggiornare a prezzi agevolati in un residence del quartiere Angel, nella zona nord di Londra. La borsa dava diritto anche a pranzo e cena gratuite - o eventualmente a un rimborso monetario, qualora non si usufruisse del diritto - e a qualche visita culturale.A settembre 2007 ho discusso la tesi di primo livello e dopo qualche mese mi sono trasferito a Roma per frequentare la specialistica in Relazioni Internazionali alla Luiss. I costi sono stati piuttosto alti, 7500 euro all'anno solo di retta, ma è un ateneo che ha solidi legami con il mondo aziendale e un programma formativo molto ricco... che io ho arricchito ulteriormente, seguendo prima un master seminariale in Europrogettazione presso l'università del Salento - era il primo anno di specialistica - e poi ottenendo l'MBA in Executive master alla scuola di formazione professionale Tax Consulting Firm di Roma, durante il secondo anno, con lezioni due week end  al mese. A febbraio 2010 ho discusso la mia tesi specialistica, incentrata sui servizi finanziari disponibili per gli immigrati albanesi in Puglia e nel loro Paese. Poi sono tornato a casa e... mi sono rimesso a studiare. Volevo acquisire una formazione ancora più specifica per il mondo aziendale e, approfittando di una borsa "Ritorno al futuro", ho frequentato quasi gratuitamente il master in Marketing and Management alla Strategies Business School di Casamassima, vicino Bari, che costava 9.600 euro [per i corsi all'interno della Puglia il costo massimo coperto dalla Regione è di 7500 euro, ndr] . Nel frattempo ho fatto anche il mio primo stage: non era previsto dal percorso, ma avevo voglia di fare esperienza nel marketing. Tramite conoscenze private ho ricevuto la disponibilità del San Domenico Hotel di Brindisi e ho sollecitato la convenzione con il mio ex ateneo, la Luiss. Però niente rimborso, lo stage era del tutto gratuito. Da giugno a dicembre 2010 ho collaborato alla redazione della rassegna stampa, alle attività di pubblicità; ho curato i rapporti con broker e agenzie di viaggio; ho lavorato alla partecipazione alle fiere di settore. Alla fine mi hanno proposto un contratto a tempo indeterminato come receptionist, ma ho rifiutato: lì non vedevo molte possibilità di crescita per un giovane desideroso di imparare. A giugno 2011, quando ho ottenuto il diploma del master, era da poco arrivata una piccola svolta: mi ero trasferito a Maastricht, dove da maggio a settembre ho lavorato come Customer Service Representative presso la Daimler, con un contratto a termine da 1.200 euro al mese - un'opportunità trovata sul sito della Luiss. È stata un'esperienza molto formativa, a cui è seguita la proposta di rimanere, ma ho deciso di non farlo per ragioni famigliari. In compenso quei mesi mi hanno aperto le porte di ALD Automotive: verso fine anno infatti, sempre sul sito del mio ex ateneo, mi sono candidato ad un'offerta di stage per il reparto Assistenza clienti, e sono stato contattato. L'iter di selezione è stato rapido e serio: in una decina di giorni ho sostenuto due colloqui - uno con le Risorse umane e uno con il manager del reparto - e ho ricevuto una risposta: positiva. Ed ecco la sorpresa: niente stage, sono stato assunto subito con contratto di sostituzione aspettativa, perché da un lato era appena cambiata la legge sullo stage - ed io, laureato ormai da più di 12 mesi, ero fuori dai giochi - e dall'altro si era creato un buco di organico. Ho iniziato la sostituzione a settembre, ma quattro mesi dopo mi è stato offerto un apprendistato triennale da 22mila euro lordi all'anno. Ho lavorato nel Customer Care per un anno e mezzo, occupandomi della mappatura dei processi e della redazione dei Key Performance Indicator di reparto, oltre che di assistenza telefonica e di back office ai clienti ALD, fino a quando a marzo 2013 ho partecipato alla selezione interna per IT Project Analyst. E l'ho passata, quindi dal 2 maggio ho cambiato attività e reparto. E contratto, passando all'indeterminato. Questi sono i miei primi giorni... Mi sento davvero fortunato: molti miei amici ancora studiano o lavoricchiano, pochi hanno la fortuna di lavorare in un'azienda solida come ALD; ma da parte mia ce l'ho messa tutta, anche iniziando da lavori non proprio su misura per me. Ogni lavoro è un ottimo punto di partenza. Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Tirocini Schuman, un giurista precario tra Napoli e resto del mondo: la storia di Giuliano

Domani, il 15 maggio, è l'ultimo giorno utile per candidarsi al nuovo bando Schuman per tirocini al Parlamento europeo. Le posizioni aperte sono più di 150 - si può scegliere tra l'opzione generale o quella giornalismo - e il rimborso spese è ottimo: 1200 euro mensili. Giuliano Vosa, trentenne di Napoli, ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza. Sono a un passo dai trent'anni - li compirò il primo giugno - e vengo da Napoli. Diciott'anni a Napoli non passano inosservati per le inevitabili sorprese che riserva: anche se vivi in un condominio elegante, basta girare l'angolo e ti scontri con i diecimila rivoli di una vita diversa. Ho vissuto al liceo Classico Umberto I un'adolescenza apparentemente tranquilla. Avevo un curriculum da primo della classe, ma mi sentivo sentimentalmente – a tutti i livelli – inappagato. Con il beneplacito dei miei, mi trasferisco a Roma, sponda Luiss, facoltà di Giurisprudenza, dove in due anni inizio a capire che devo ripartire. Erasmus a Stoccolma, dove quattro mesi diventano un anno; esperienza impagabile, eppure ancora qualcosa manca. Ritorno più ricco e più irrequieto di prima; parto per tre mesi a Madrid (siamo nel 2005), lavoro in un bar e respiro l'odore dei gazpachos malaguegni all'angolo di Alvarado. Malvolentieri torno e inizio a lavorare all'università come tutor per gli studenti Erasmus, escogito piani di studio improbabili e sprono tutti a partire, dentro di me sapendo che toccherà ancora a me. Gli anni della specialistica sono tutti un viaggio, alcuni di piacere, altri per studio come a New York, dove nel 2008 partecipo al Model United Nations, una simulazione diplomatica che ricalca i processi di negoziazione delle Nazioni Unite. È il viaggio più forte, sotto tutti gli aspetti.La tesi all'estero in diritto costituzionale, concepita grazie a un professore che ci crede, mi porta a Bruxelles, dove inizio per caso, gratis, a collaborare per una fondazione che segue le riforme istituzionali di Lisbona. Da lì entro in contatto con tutti i funzionari del Parlamento europeo e trovo porte spalancate. Alcuni di loro mi spingono a partecipare alla selezione per lo Schuman opzione generale. Mi prendono, e dopo la laurea in Diritto delle Istituzioni a maggio del 2008 passo cinque mesi belli ed intensi alla Commissione per gli affari giuridici: mi occupo di ricorsi alla Corte (insieme col Servizio Giuridico del Pe), basi giuridiche, procedure legislative ed esecutive, rifusione atti (cioè riunire in un unico atto tutta la disciplina di una materia, spuntando qua e là); e ottengo tanto, in termini umani e professionali: al punto che continuo a "campare di rendita" pubblicando gli aggiornamenti delle materie che ho imparato lassù. Seguono sei mesi, nell'ambito di un progetto di ricerca interno al Parlamento in materia di rapporti interistituzionali con il Consiglio Europeo, con una borsa di 900 euro. Nel frattempo supero anche l'omologazione della mia laurea in Spagna. È il piano B, nel caso decidessi di ripartire. Ma non ho mai voluto recidere il cordone ombelicale con la mia terra. Inizio poi a collaborare a distanza con le cattedre di diritto costituzionale e parlamentare della Luiss e nel 2009 – durante le elezioni al Pe - riesco a vincere un dottorato della Sapienza. Purtroppo però senza borsa di studio. Riparto alla volta di Bruxelles per studiare l'Unione Europea. Mi affeziono al candidato più “contro” su piazza, l'ex pm De Magistris, e quando viene eletto mi propongo per lavorare con lui. Collaboro con la sua commissione per un paio di progetti di rilievo europeo – stipendio circa 900 euro al mese – mentre entro a Firenze al Seminario di studi parlamentari e costituzionali “Tosi”, per sei mesi. Vivo senza fatiche, grazie ai settecento euro della borsa e ai gelati di fronte a viale del Fante, sostitutivi di uno o anche due pasti.Decido di continuare a Roma e inizio uno stage con l'Ufficio Rapporti Ue della Camera; un posto fantastico, per la qualità delle persone che ci lavorano e per lo splendore della palazzina,  isolata dal delirio montecitoriano. Li avevo incontrati per la tesi e, potendo scegliere uno stage nelle istituzioni grazie al Seminario, non ho avuto dubbi. Tuttavia prospettive future zero, salvo concorso che si celebra ogni dieci anni con 5/10 posti per un numero di candidati tale che non sanno più dove fare le prove, la prossima forse a Villa Pamphili. Mi sento preso fra la voglia di ripartire e la foga di cambiare qualcosa qua. A casa mia.Il momento in cui il neosindaco De Magistris mi chiama per chiedermi di lavorare nel suo staff al Comune di Napoli lo ricordo perfettamente: ero a San Lorenzo, verso mezzogiorno, per un pranzo al bar con una che volevo incontrare da tempo. Resto interdetto ma non discuto oltre e da due anni, dal 2011, mi dedico al patrimonio immobiliare napoletano per circa mille euro al mese. Roba da far accapponare la pelle, sia pure part time: torno a vivere coi miei, passo giornate intere in sopralluogo in quartieri di Napoli di cui ignoravo l'esistenza - la sospettavo, ma vederli dal vivo è sempre peggio. Continuo anche all'università a Roma, avviandomi verso la fine del mio dottorato. E poi scrivo articoli scientifici, divulgazioni per il giornale del Comune, altro. Sostengo tutte le cause che mi paiono giuste, tipo il movimento delle Agende rosse. Prendo quattro treni a settimana ma sono contento. Ho qualche prospettiva, o mi illudo di averla. Studio un po' per i concorsi italiani, un po' per quelli europei. Sono iscritto alle newsletters di tutti, ma proprio tutti i siti che pubblicizzano offerte di lavoro all'estero, ma non mando più curricula dal 2010. Tengo rapporti con varie università straniere eppure, per ora, galleggio sul filo della domanda fatidica: vado o resto? In Italia il lavoro non esiste, nel senso che è rovesciato nei suoi presupposti: sei tu a pregare gli altri perché se ne avvantaggino. Lo stage è un cappio al collo, eppure è segno dei tempi, del precariato a tutto tondo. Anche se le condizioni sono buone, come a Bruxelles, è sempre instabile come un soffio di vento. Qualunque Carta dei diritti dello stagista non può prescindere da due cose: qualità delle persone e possibilità di sbocco lavorativo futuro in quell'ambiente. Nessuno può lavorare sapendo che tempo tre, sei mesi dovrà fare il fagotto. È semplicemente irragionevole pretenderlo ed altrettanto innaturale cimentarvisi. L'Italia, con tutto il rispetto perché anche mio, è un Paese premoderno. Testo raccolto da Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Tirocini Schuman al Parlamento europeo: 150 opportunità da 1200 euro al mese aperte anche ai giornalisti- «Nel bluebook della Commissione Ue si entra grazie al cv, ma per lo stage bisogna fare lobbying»- 25 anni di Erasmus: una scelta vincente, anche per l'occupabilità - Grazie all'Erasmus Placement ho trovato lavoro a Bruxelles: la testimonianza di Nicola Corridore

Il sogno di un lavoro nella comunicazione: una ex stagista Schuman a caccia della buona occasione

C'è tempo fino al 15 maggio per candidarsi al nuovo bando Schuman per tirocini al Parlamento europeo. Le posizioni aperte sono più di 150, si può scegliere tra l'opzione generale o quella giornalismo, e il rimborso spese è ottimo: 1200 euro mensili. Alessandra Paolini, 29enne di Ascoli Piceno, ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza. Mi chiamo Alessandra, ho 29 anni e vengo da un piccolo paese in provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche. Sono cresciuta qui, studiando al liceo scientifico della mia città per poi trasferirmi a Perugia dove ho frequentato la facoltà di Lettere moderne. Esterofila da sempre, con un tentativo fallito di volare negli States per frequentare lì il quarto anno di liceo, nel 2006 ho colto la prima occasione utile per un’esperienza all’estero e sono stata per sei mesi all’università di Leeds (Uk) come studentessa Erasmus.Nel 2008 è arrivato il momento di un’altra avventura europea, questa volta lavorativa, offerta dal ministero dell’Università (Miur), grazie al quale ho insegnato italiano per un anno nelle scuole superiori di Glasgow in Scozia: percepivo circa mille euro al mese per 12 ore lavorative alla settimana. L’insegnamento non era però la mia strada. L’anno seguente mi sono trasferita a Roma e ho continuato gli studi specialistici alla Sapienza, con un indirizzo in Comunicazione e giornalismo. Ho iniziato a collaborare con testate online in maniera più o meno retribuita... più meno che più: facevo lavoretti pagati per potermi mantenere mentre facevo gratis i lavori che mi interessavano sul serio, come purtroppo è ormai la realtà quotidiana di una larga fetta di miei coetanei. Contemporaneamente cercavo occasioni di alto profilo a livello internazionale: così ho fatto domanda per un tirocinio (ahimé, non retribuito) all’ufficio di corrispondenza della Rai a New York e per il bando Schuman opzione giornalismo, che offriva la possibilità di lavorare cinque mesi nel cuore delle istituzioni europee da giornalista, con uno compenso più che dignitoso (1.200 più rimborsi e agevolazioni alla mensa del Parlamento).Ho avuto la fortuna di essere selezionata per entrambi, così sono partita per New York a dicembre del 2010 e a marzo ho sostituito il mio biglietto di ritorno per Roma con uno di solo andata per Bruxelles. Lo Schuman (marzo – agosto 2011) ha rappresentato un’occasione unica di crescita personale, ha consolidato il mio senso di appartenenza europea e mi ha formato professionalmente come poche esperienze (lavorative o di stage) prima di allora. Per non parlare del lato social e delle possibilità di svago che offre la location letteralmente nel cuore d’Europa, a due ore di treno da Parigi, Londra e Amsterdam. Una volta a Bruxelles, integrata nella squadra di creativi della divisione Web communication del Segretariato generale, sono stata incaricata – sotto supervisione della mia tutor - di seguire giornalmente i processi decisionali del Parlamento Ue, per poi scrivere articoli sulla pagina news ufficiale in Italiano. Il team web era composto da editori delle 22 lingue ufficiali che a turno scrivevano sinossi per i pezzi (poi tradotti e adattati in tutte le altre lingue) e curavano quotidianamente la pagina nella propria madrelingua. Oltre a interviste agli eurodeputati, partecipazioni a eventi e alle assemblee plenarie, è prevista per tutti gli stagisti un’esperienza - adeguatamente rimborsata - presso il Parlamento di Strasburgo, anch’essa utile per capire i meccanismi europei. Bisogna però sempre tenere a mente che questo non è un programma di stage a scopo di assunzione. Per firmare un contratto da officer al Parlamento europeo si devono superare concorsi pubblici estremamente selettivi: dunque già sapevo che non mi avrebbero offerto un contratto al termine del periodo di tirocinio. Tuttavia, a chi si accinge a fare questa esperienza mi sento di dire che Bruxelles offre davvero molte opportunità ed è una delle poche zone franche per il lavoro giovanile nel panorama europeo desolante che conosciamo ormai troppo bene. Molte possibilità sono legate alla vita delle istituzioni europee, che hanno qui il loro cuore pulsante, e altre al mondo dell’impresa privata che nella capitale d’Europa conta numerosi headquarter e sedi di coordinamento. Durante i cinque mesi da stagista-giornalista Schuman mi sono state sempre date responsabilità e sono stata trattata in tutto e per tutto come parte del team; è stato senz’altro un periodo determinante per capire che volevo lavorare nella comunicazione legata alle istituzioni e alle organizzazioni internazionali. Anche per questo ho scelto di trasferirmi in Spagna per perfezionare il mio cv europeo e imparare un’altra lingua; ho lavorato per una ong a Valencia, sempre nel campo della comunicazione, poi sono tornata a Roma dove ho abbinato un contratto a progetto come assistant editor per il branch italiano di una multinazionale francese (con uno stipendio di 900 euro lordi) a un master part-time, che frequentavo nei week-end, in Cooperazione internazionale, per il quale avevo vinto una borsa di studio Inpdap. Per il futuro guardo alle Nazioni Unite e all’Unione europea in cerca dell’occasione d’oro. Per il momento accetto contratti a breve termine a Roma, ma sono prontissima per partire ancora. Certo, sono una giovane precaria italiana con tutte le difficoltà del caso, ma mi ritengo anche una professionista con un background lavorativo alle spalle, che parla fluentemente tre lingue ed è fiduciosa in un futuro pieno di possibilità. In Europa e nel mondo.Testo raccolto da Ilaria Mariotti Per saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Tirocini Schuman al Parlamento europeo: 150 opportunità da 1200 euro al mese aperte anche ai giornalisti- «Nel bluebook della Commissione Ue si entra grazie al cv, ma per lo stage bisogna fare lobbying»E anche:- Tirocini Unipharma, il salto di Ester dall'università di Bologna a Cambridge passando per Barcellona- Tirocini Schuman, un lettore vince e ringrazia la Repubblica degli Stagisti: «Ho saputo del bando grazie alla vostra Newsletter»