Appeatit, la start-up che rende il pranzo una vera pausa

Riccardo Saporiti

Riccardo Saporiti

Scritto il 28 Ago 2013 in Approfondimenti

Fare la pausa pranzo con calma senza azzuffarsi per cercare un tavolo o aspettare per interminabili quarti d'ora che un cameriere oberato di lavoro abbia il tempo di prendere la comanda.Stagisti Si arriva nel ristorante scelto e si trova un posto riservato e, appena ci si siede, il personale di sala comincia a servire il pasto. Tutto possibile grazie ad un'applicazione lanciata dalla start-up cagliaritana Appeatit.
O almeno, questa è la direzione nella quale sta lavorando un team di otto membri che gravita intorno a questa realtà. «Noi potremmo partire anche adesso, ma ci siamo fermati per ragionare su come pianificare l'espansione commerciale, visto che con i ristoratori occorre avere un contatto diretto. Intanto abbiamo firmato un primo contratto con un locale di Roma, che utilizzeremo per testare l'applicazione». A parlare è Damiano Congedo, [nella foto a destra] 27enne come i suoi tre soci operativi in questa start-up, Marco Clemenza e Stefano Colella: «Ci conosciamo da vent'anni, dai tempi delle elementari». Laureato in Scienze della comunicazione il primo, grafico pubblicitario il secondo, diplomato al liceo scientifico il terzo, questi tre startupper hanno coinvolto nel loro progetto anche Antonio Mura, 58 anni, ex dirigente d'azienda. «È stato il nostro mentore», spiega Congedo, e forse anche per l'età non più verdissima «in questa fase è più distaccato».
Gli altri cinque collaboratori che si occupano di tutto, dallo sviluppo della piattaforma web alla grafica, dagli aspetti finanziari alla gestione dei social media, sono stati coinvolti direttamente nel progetto. «Abbiamo stretto un accordo tra gentiluomini, sulla base del quale dopo un anno di collaborazione riceveranno gratuitamente delle quote della società». Il meccanismo del work for equity è stato introdotto dal decreto Passera del dicembre scorso, anche se in realtà era pensato per abbattere i costi legati a commercialisti e notai, ai quali gli startupper avrebbero potuto concedere una quota delle azioni invece di pagare direttamente le prestazioni.Stagisti
L'idea del ministro non era certo quella di usarla al posto degli stipendi. «In realtà noi ci siamo mossi prima del decreto, abbiamo cercato tutte le figure che ci servivano e siamo partiti. Ovviamente, non sono tutti full time». Dovendosi mantenere, insomma, svolgono anche altre attività. Anche perché da qualche tempo Appeatit si è trasferita da Cagliari a Roma, dove è incubata all'interno di Enlabs e dove intende lanciare la propria applicazione. Qui Congedo e soci sono entrati dopo un vero e proprio pellegrinaggio attraverso le varie iniziative a sostegno delle start-up.
A settembre del 2012 hanno preso parte a Wind Business Factor, passando la prima selezione e partecipando a tre settimane di formazione, altre due le hanno fatte a Roma grazie al BarCamper di Gianluca Dettori. A giugno di quest'anno hanno vinto 6.500 dollari di servizi gratis da Microsoft nell'ambito del concorso Bizpark, mentre a luglio sono arrivati nell'incubatore romano e hanno raggiunto la finale dell'Ict Challenge, dove sono stati inseriti tra le migliori 15 su 144 start-up partecipanti. «Purtroppo ancora non siamo riusciti a trovare un investitore».
L'impegno nel cercarlo, non manca. Ai potenziali finanziatori Appeatit propone un'applicazione che permette di prenotare un tavolo ed ordinare un pranzo nei ristoranti convenzionati. Per il cliente non c'è alcun aggravio di spesa, mentre al locale viene chiesta una commissione di un euro. «Servizi analoghi chiedono tra il 10 ed il 12 per cento del costo del pranzo, che in media va dai 7 ai 12 euro. Per cui la quota da versare è tra i 70 centesimi e 1,20 euro. Noi abbiamo scelto una via di mezzo».Stagisti L'idea per un'azienda di questo tipo è nata quando «un giorno Marco [Clemenza, ndr] mi ha telefonato e mi ha raccontato che era in pullman e stava tornando a casa. Ma aveva molta fame e gli sarebbe piaciuto trovare tutto pronto». L'idea è che tagliando l'attesa, chi esce dall'ufficio possa godersi a pieno la pausa pranzo.
Nata come srl, con 10mila euro di capitale versato grazie ai risparmi dei quattro fondatori, all'inizio di gennaio Appeatit si è iscritta nel registro delle start-up innovative. «Ci hanno consigliato di farlo subito per trovare investitori interessati e in realtà quando li contattiamo questo è sempre un elemento che fa sempre piacere». Ad oggi però l'iscrizione come isrl non ha portato finanziamenti. Anzi, è costata 900 euro per modificare lo statuto. Tutti soldi attinti dai risparmi o dai ricavi di qualche “lavoretto”, come il ruolo di tutor che Congedo svolge all'università di Cagliari. Finora infatti i quattro founder non prendono uno stipendio. «Ci arrangiamo con altre attività e stando attenti alle offerte al supermercato. Io poi sono fortunato, vivo a Roma da un amico che mi farà pagare l'affitto solo quando avrò i soldi». Ci vorrà almeno un anno e mezzo, però. Almeno, questo dice il business plan, che fissa a fine 2014 il pareggio di bilancio. «So che sono scadenze aleatorie. In effetti il nostro piano prevedeva anche che trovassimo un finanziatore entro luglio, che però non è arrivato». Ma Congedo e soci non si arrendono e continuano a cercarlo.

Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it


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