L'Italia è bellissima. Chi può dubitarne? Mille comuni, paesaggi straordinari, città d'arte senza eguali nel mondo, tradizione enogastronomica insuperabile. Ma l'Italia non funziona. È un concentrato di ingiustizie, inefficienze, arretratezze, corruzione, gerontocrazia, bigottismo. Per chi ci vive, specie se giovane, può essere peggio di una gabbia - perché è un Paese che non garantisce protezione ai più deboli, giustizia a chi non vuole piegarsi alla malavita o anche semplicemente al malcostume, meritocrazia ai tanti che studiano e che vorrebbero vedere riconosciuto e valorizzato il proprio talento.
E allora vale ancora la pena restare a vivere in Italia, oggi, e magari cercare di cambiarla? A questa domanda cerca di rispondere il documentario Italy: love it or leave it, che verrà proiettato mercoledì 25 aprile a Perugia nel giorno inaugurale del Festival del Giornalismo, dopo un dibattito che coinvolgerà i due autori - Gustav Hofer e Luca Ragazzi, registi e sceneggiatori oltre che protagonisti - insieme alle giornaliste Eleonora Voltolina e Caterina Soffici (la prima direttore della Repubblica degli Stagisti e autrice del libro Se potessi avere mille euro al mese - L'Italia sottopagata oltre che vicepresidente dell'associazione Italents, la seconda già responsabile delle pagine culturali de Il Giornale, oggi collaboratrice di Vanity Fair e del Fatto Quotidiano e autrice di Ma le donne no - Come si vive nel paese più maschilista d'Europa) e a John Peter Sloan, attore e autore di Instant English che ha calcato i palcoscenici di Zelig Off e partecipato con una rubrica al programma Report su RaiTre.
Gustav e Luca sono, nel documentario come nella realtà, una coppia di trentenni. Vivono insieme a Roma e alle spalle hanno un altro film, Improvvisamente l'inverno scorso, dedicato al tema dei diritti delle famiglie omosessuali, che nel 2009 è valso loro il Nastro d'Argento al Festival di Berlino. Due anni dopo hanno deciso di fare una radiografia dell'Italia e si sono imbarcati in un viaggio da nord a sud, dalle città ai paesini più sperduti, per capire se in questo Paese c'è ancora qualcosa da salvare, qualche motivo per restare.
Nel documentario Gustav, che è altoatesino dunque italiano "atipico" con accento tedesco e sprovvisto di cordone ombelicale, rappresenta la voce critica. Porta all'attenzione del suo compagno e degli spettatori i problemi, le storture, le iniquità, e fa impietosi confronti con l'estero. Luca invece, romano e più "mammone", è quello che resiste, che si impegna a trovare e dare visibilità al buono dell'Italia di oggi, a dimostrare che non tutto è perduto e che la soluzione non può essere quella di fuggire lontano lasciando il Paese a marcire.
Il docu-trip è costellato di incontri, per la maggior parte volti sconosciuti di giovani e meno giovani che si impegnano e lottano per la legalità, i diritti, la salvaguardia dell'ambiente, intrecciati a quelli di alcuni personaggi famosi - Andrea Camilleri, Carlin Petrini e Nichi Vendola. Presentato per la prima volta nel settembre 2011 al Milano Film Festival, ha sbancato portandosi a casa il premio per il miglior film e quello del pubblico; poi è stato selezionato per una dozzina di altri festival - da Rio de Janeiro a Zurigo, da Cape Town a Goteborg - vincendo anche il premio della giuria dei giovani al Festival di Annecy.
Dopo Perugia, Italy love it or leave it verrà proiettato nelle prossime settimane anche a Bologna (al Cinema Lumière dal 27 al 29 aprile), e a Soliera in provincia di Modena (al Cinemateatro Italia il 1° maggio). Dallo scorso dicembre è anche scaricabile su iTunes.
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