Categoria: Storie

Stage in Bosch pre e post laurea, e oggi Angelo ha un contratto a tempo indeterminato

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Angelo Colucci, 26 anni, oggi assunto con un contratto a tempo indeterminato in Bosch.Sono di Martina Franca, in provincia di Taranto, ho 26 anni e dal settembre 2009 mi sono trasferito a Bari dove mi sono iscritto al Politecnico al corso di laurea in Ingegneria Meccanica. Facoltà che ho scelto seguendo le mie passioni ed ambizioni. Perché proprio Bari? Avevo visto che quel Politecnico era da diversi anni in cima alle classifiche nazionali in termini di qualità dell’insegnamento e della ricerca. E chiaramente la comodità e la ridotta distanza da casa, quindi anche i costi minori, hanno contribuito a questa scelta. L’inserimento in città è stato rapido e indolore, tanto da costruire subito una cerchia di amicizie.Proprio quando ho dovuto scegliere l’argomento per la mia tesi di laurea c’è stato il primo contatto con Bosch. Tramite il professore del corso di motori a combustione interna del Politecnico ho infatti preso contatto con alcuni ingegneri del centro e svolto un primo stage di sei mesi in Bosch, dal gennaio al luglio 2015, con un rimborso spese di 550 euro al meseNon sono stato l’unico a fare un’esperienza del genere. Il politecnico, infatti, da diversi anni collabora con il centro studi Bosch di Bari e spesso arrivano ragazzi per stage semestrali mirati allo svolgimento di attività di ricerca che portano alla stesura della tesi di laurea e, molto spesso, a un ulteriore stage semestrale post laurea. Si organizzano anche giornate di presentazione della struttura in cui i ragazzi accompagnati dal professore di riferimento, visitano e apprendono le attività svolte nel centro.A distanza di due anni, oggi ricordo ancora il mio primo giorno di stage con piacere: la sensazione di entrare nel mondo del lavoro, anche se ancora da studente, ti fa prendere coscienza del fatto che gli anni di studio alle spalle si stanno concretizzando in qualcosa di utile. È stata una bella sensazione! L’intero stage e quindi tutte le attività svolte sono state finalizzate alla stesura della tesi, focalizzata sullo sviluppo di modelli di simulazione per sistemi di post trattamento di gas di scarico di motori diesel in ottica di normative anti-inquinamento sempre più stringenti. Finito lo stage, nel luglio di quell’anno mi sono laureato  in Ingegneria meccanica magistrale con 110.Due mesi dopo, a metà ottobre 2015, sempre da Bosch mi è stato proposto uno stage post laurea, in cui mi sono occupato di attività di ricerca e sviluppo seguendo i progetti in corso, con più responsabilità rispetto al primo stage. In questo caso avevo un rimborso spese di 770 euro al mese. Ho subito accettato e il mio tirocinio si è concluso anticipatamente, nel febbraio 2016, perché mi è stato proposto un contratto a tempo indeterminato! Oggi mi occupo, all’interno di un team, di progetti di ricerca e progetti cliente che coinvolgono attività nell’ambito dei motori diesel, sistemi di post trattamento e gestione motore. In pratica i progetti prevedono determinate attività da svolgere che possono essere appunto di ricerca, sviluppo eccetera e io insieme al mio team ci occupiamo di portare avanti le attività previste per il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal progetto o dal cliente. Oggi ho una retribuzione che si aggira intorno ai 1600 euro netti al mese.Fino ad oggi non ho mai mandato il mio curriculum all’estero. L’idea però non mi dispiace! L’ideale sarebbe spostarmi per un’esperienza all’estero rimanendo nel gruppo Bosch. L’azienda dà, infatti, la possibilità ai suoi dipendenti più meritevoli di sviluppare la propria carriera all’estero presso altre sue sedi. E se potessi scegliere andrei in Germania perché quel Paese mi ha sempre affascinato e penso lì ci siano migliori prospettive.Oggi penso di essere ancora agli inizi del mio cammino professionale ma vedo ampi margini di carriera. Mi piacerebbe continuare nello stesso ambito e arrivare a gestire un team di lavoro, perché le attività manageriali mi interesserebbero molto. E a chi volesse tentare la mia stessa strada consiglio di essere sempre attenti a quello che gli altri, più esperti, fanno: ogni dettaglio può essere punto di interesse e motivo di curiosità per nuove scoperte o ricerche. E poi non credersi mai arrivati, anzi continuare sempre a studiare con umiltà.Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

Ho scoperto Everis grazie a una onlus e oggi lavoro in un ambiente giovane e stimolante

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa del Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Saverio Runza, 27 anni, oggi con un contratto part time in Everis. Ho 27 anni e sono nato a Milano dove ho frequentato la scuola Galdus, un istituto professionale accreditato presso la regione Lombardia. Nel 2008 ho acquisito un certificato di competenze professionali per operatori dei servizi d’impresa e nel 2010 un certificato di idoneità alla classe quinta dell’ITAS indirizzo dirigente di comunità.I primi contatti con il mondo dello stage li ho avuti durante il mio periodo di formazione scolastica: il primo anno, nel 2006, ho svolto uno stage di quattro mesi presso l’Opera Cardinal Ferrari di Milano. Avevo il compito di stare al centralino, smistare la posta e aiutare in sala pranzo. L’anno seguente ho svolto un nuovo stage presso la Flir Systems di Bovisio Masciago da marzo a maggio 2007, un’azienda che si occupava di termocamere e dove avevo il compito di archiviare documenti e rispondere al telefono. Mentre il terzo stage è stato dal marzo al maggio 2008 presso AEM Casa dell’energia elettrica di Milano, dove mi sono occupato di archiviare dati al computer. Erano tutti stage proposti come attività formativa della scuola e, infatti, non ho avuto alcun rimborso spese. Solo nel primo caso ho avuto una proposta lavorativa che poi però non si è concretizzata.Dopo aver ottenuto il certificato della Galdus ho svolto attività di volontariato presso l’Oratorio di Varedo della chiesa santi Pietro e Paolo dal 2008 al 2014 come animatore e dal 2012 al 2015 come attività di accoglienza al pubblico presso il cinema Ideal sempre a Varedo. Nel frattempo dal maggio 2014 al febbraio 2015 ho partecipato al corso social media manager e gestione a supporto dell’utente organizzato da Informatica Solidale di Milano, una onlus che promuove lo sviluppo sociale attraverso l’uso delle tecnologie informatiche e il volontariato. Mio padre mi aveva suggerito questo corso e cercando informazioni su internet avevo scoperto che mi interessava. Era principalmente indirizzato a fornire competenze di tipo informatico sui vari programmi di office e per la creazione di siti.È stato proprio grazie a questo corso che sono venuto in contatto con Everis! Il mio responsabile mi aveva, infatti, parlato di questa multinazionale. Sono stato convocato per un colloquio e dal settembre 2015 sono stato preso come stagista per sei mesi con il compito di protocollare e scansionare fatture e con responsabilità di cancelleria.Terminato lo stage ho ottenuto una valutazione positiva per cui mi è stato rinnovato per altri sei mesi, fino al settembre 2016, sempre con un rimborso spese di circa 700 euro al mese.Poi, dopo un’ulteriore valutazione positiva della mia responsabile, a settembre dell’anno scorso mi è stato proposto un contratto di un anno part time, che ho subito accettato! Credo, infatti, nella politica di questa grande multinazionale che dà importanza ad ogni singola persona. Ho sempre desiderato di far parte di un gruppo come questo e qui mi sento in famiglia. Oggi guadagno circa 850 euro al mese e oltre ad essere responsabile della cancelleria e a protocollare fatture sono vice responsabile della manutenzione con proposta di progettare un’applicazione per gestirla.È passato un po’ di tempo ma ricordo ancora il mio primo giorno di stage in Everis: è stato molto emozionante anche perché era la mia prima esperienza lavorativa. Ma sono stato ben accolto sia dai colleghi sia dalla mia responsabile e questo mi ha subito tranquillizzato e fatto sentire a mio agio.Da poco mi è stato anche affidato il compito di monitorare le condizioni degli ambienti di lavoro rilevando le possibili criticità: in pratica devo valutare le temperature e la sicurezza dei vari ambienti con possibile sviluppo di un’applicazione che possa essere installata su smartphone in modo da avere un più rapido ed efficace controllo. Sono stato molto contento che mi fosse stato affidato questo incarico anche perché sono argomenti che mi interessavano già durante il periodo scolastico.Oggi continuo ad avere delle sensazioni positive verso Everis: l’azienda ha un personale molto giovane, stimolante e motivato. Ecco perché una volta terminato il contratto annuale spero di essere riconfermato a tempo indeterminato per continuare a lavorare qui ancora a lungo sempre con nuovi obiettivi e responsabilità.Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

Il mio primo giorno di stage in Tetra Pak: sembrava stessero aspettando solo me

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Jessica Benetti, 28 anni, oggi assunta con un contratto a tempo indeterminato in Tetra Pak.Ho 28 anni e vivo a Campogalliano, in provincia di Modena. I miei genitori hanno un’autofficina e concessionaria auto ed entrambi hanno fermato i loro studi alle superiori: mia madre è ragioniera e mio padre è meccanico, e attualmente gestisce l’azienda di famiglia.Una volta diplomata, nel 2008, al liceo scientifico Wiligelmo di Modena, ho tentato il test di ingresso a Medicina a Modena, ma non l’ho superato; così, visto che mi piacciono molto le materie scientifiche ho deciso di iscrivermi all’università di ingegneria Enzo Ferrari. E di scegliere il ramo meccanico. Perché proprio questo indirizzo? Durante il liceo mi piaceva in particolare la fisica meccanica e cinematica, quindi la scelta tra i tanti rami di ingegneria a disposizione si è ristretta tra civile/edile e meccanica. E a quel punto ho voluto fare una scelta lungimirante, optando per quello che mi avrebbe dato meno problemi a trovare lavoro un domani. E visto che mio padre ha un’autofficina ho pensato che se non avessi capito qualcosa avrei avuto la possibilità di vederla materialmente.Mi sono quindi iscritta alla triennale di meccanica all’università di Modena e nel novembre 2011 mi sono laureata con 106/110 con una tesi sperimentale in meccanica fredda. Anche per la specialistica ho scelto Ingegneria meccanica, perché questo indirizzo permette di avere una preparazione più ad ampio raggio rispetto a veicolo. A dicembre 2013 mi sono laureata in specialistica con 110 e lode, con una tesi in meccanica calda sviluppata durante un tirocinio in azienda. Lo stage trovato tramite l’università è durato sette mesi: l'ho svolto presso la Case New Holland di San Matteo a Modena. Non avevo un rimborso spese, ma ero curiosa di capire cosa succedesse nel mondo del lavoro e volevo mettermi alla prova. Ho avuto un ottimo rapporto con i tutor, sia quello in azienda che quello in università, tanto che ancora oggi ci sentiamo nonostante l’azienda non abbia avuto la possibilità di tenermi dopo lo stage, pur volendo farlo, per mancanza di risorse.Subito dopo la laurea è iniziata la mia avventura in Tetra Pak! Ho trovato sul loro sito internet un annuncio per un tirocinio semestrale, 36 ore settimanali, con un compenso di 800 euro al mese. Dopo una selezione in tre fasi, a gennaio 2014 ho cominciato. Avevo due tutor che mi hanno seguita fin dall’inizio aiutandomi a far vedere quello che valevo.Ricordo molto bene il mio primo giorno di stage in Tetra Pak: sembrava stessero aspettando solo me! Mi hanno dato un computer, un telefono aziendale, una scrivania solo per me e la chiavetta per la macchinetta: è stato molto bello. Poi il mio manager mi ha mostrato l’azienda, i vari stabilimenti spiegandomi le funzioni di ognuno. Avrebbero potuto passivamente dirmi «questa è la tua scrivania, buon lavoro». E invece mi hanno dato una bellissima accoglienza.Finito il tirocinio mi è stato proposto un contratto determinato di un anno, prolungabile per un altro anno, da uno dei miei tutor del tirocinio e tramite agenzia del lavoro esterna. L’inquadramento contrattuale era impiegata di livello 5 e la retribuzione di circa 1400 euro al mese. Nel luglio del 2015 mi è stato rinnovato il contratto con lo stesso inquadramento fino a giugno 2016. Quando ho applicato per una posizione a tempo indeterminato aperta dalla mia manager e fatto una nuova selezione. Da giugno 2016 lavoro con un contratto a tempo indeterminato e uno stipendio mensile di circa 1800 euro.Oggi sono Package engineer nel dipartimento di ricerca e sviluppo a Modena: lavoro nel team di secondary packaging, quello che si occupa di come trasportare tutti i pacchetti che vengono ideati dall’azienda. Durante la mia giornata lavorativa mi occupo sia di attività di linea, quindi sviluppo nuovi metodi per misurare pacchetti, realizzazione specifiche eccetera, sia di attività di progetto per i nuovi pacchetti in via di sviluppo.Ho ancora tanto da imparare, ma l’importante penso sia sempre mettere del proprio nelle cose che si fanno. In futuro mi piacerebbe continuare a lavorare nel dipartimento ricerca e sviluppo di questa azienda, magari arrivando a gestire progetti o persone. Per il momento non penso all’estero: per fortuna la mia zona permette di trovare ancora un buon lavoro come ingegnere meccanico e anche tutti i miei amici che si sono laureati con me hanno trovato lavoro in Italia.Certo in Tetra Pak sono stata fortunata, nel mio ambito lo stage è stato molto utile: ho capito cosa il mondo del lavoro voleva da me e acquisito le basi per lavorare a pieno regime in azienda. La Repubblica degli Stagisti? Penso che sia utile e interessante perché dà una speranza a noi giovani che sentiamo solo storie tristi di coetanei che pur avendo studiato ed essendosi impegnati tanto non riescono a trovare un lavoro. O si trovano a fare tirocini in aziende che, a differenza di Tetra Pak, non danno un buon compenso.Questo demoralizza i giovani: si vedono sfruttati e percepiscono un solo messaggio, “il vostro lavoro non vale niente”. Quando invece il giovane che ha voglia di fare, lavora molto di più di persone che sono in azienda da anni. All’inizio impiega più tempo nello svolgere il lavoro rispetto a chi ha più esperienza, ma sono certa che ci mette il cuore. E proprio ai giovani che si apprestano a entrare nel  mio settore professionale consiglio di non pensare mai di aver imparato abbastanza: siate critici con voi stessi, curiosi e proattivi. Perché tutto, prima o poi, vi verrà riconosciuto.Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

Stage al Parlamento Ue: «A Lussemburgo una delle esperienze migliori che possano capitare a un neolaureato»

Chiudono il prossimo 15 ottobre le selezioni per i tirocini Schuman al Parlamento europeo. Circa 1.200 euro il rimborso spese in palio e tre le opzioni disponibili: generale, giornalismo e Premio Sacharov. Qui di seguito la testimonianza di di Ugo Cellamare, che ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza.Ugo Cellamare, 28 anni. Professione? Boh! No, non è uno scherzo: se mi chiedessero cosa faccia, non saprei rispondere in maniera più articolata. Laureato in Giurisprudenza all’università di Bari, la mia città natale, oggi sto svolgendo qui la pratica forense presso uno studio legale. Il tutto in attesa di tornare per un “vocational master” nel luogo dove ho vissuto l’esperienza più importante della mia vita. Troppe informazioni, peraltro confuse, tutte insieme: chiedo venia e ricomincio, mettendo un po’ di ordine.Una volta diplomato senza troppo brillare presso il liceo classico Socrate, uno dei due presenti in città, decisi di iscrivermi a Giurisprudenza, facoltà che consideravo uno sbocco fattibile per via dei miei interessi e delle mie attitudini. Si trattò di una scelta razionale, ma non “di cuore”. Abbastanza confuso sul da farsi, preferii optare per un indirizzo che potesse accontentarmi, piuttosto che concedermi un anno sabbatico per riflettere e ponderare la mossa successiva. A posteriori posso dire che fu un errore, ma il corso di studi è filato via in maniera piuttosto lineare, interrotto solo da due sbandate dovute alla poca convinzione di cui sopra. Una carriera universitaria ordinaria, conclusasi con un buon voto; non eccellente, ma tutto sommato soddisfacente.Chiuso il sipario sull’esperienza accademica mi sono ritrovato davanti all’annoso dilemma che affligge tanti ragazzi, soprattutto nel nostro Paese: cosa fare? Il prosieguo naturale sarebbe stato trovare uno studio legale presso cui svolgere il praticantato necessario per abilitarsi alla professione forense ma – sono sincero – non ho mai amato molto l’idea di diventare avvocato. In un’epoca di assoluta crisi per la professione, poi, la voglia era ancora meno. Ciò che ho fatto è cominciare a spulciare ogni sito possibile e immaginabile alla ricerca di annunci interessanti che potessero aprirmi le porte di qualche azienda. Come primo contratto, avrei accettato qualsiasi cosa – sempre nei limiti del dignitoso, s'intende. Nulla di nulla.Nel corso di una conversazione con un altro ragazzo laureato in Giurisprudenza venni a conoscenza della possibilità di svolgere un tirocinio presso una delle istituzioni comunitarie. Il giorno dopo, grazie ad una semplice “googlata” mi ritrovai sul sito ufficiale dell’Unione europea, per ciò che riguarda l’ambito “recruiting”. Tra i tanti annunci, scovai un link dedicato ai tirocini presso il Parlamento Europeo. Il primo pensiero fu: “Figurati se, tra i tanti, prenderanno proprio me!”. Il secondo, invece: “Diamine, devo sbrigarmi, perché oggi scade il bando!”. Dunque, senza troppa fiducia, inoltrai la mia candidatura per un tirocinio del tipo “Schuman”, corredata da un curriculum e una lettera motivazionale redatti in inglese, e qualche preferenza circa gli uffici in cui avrei voluto svolgere l’attività.Per qualche settimana dimenticai tutto, proseguendo la ricerca di lavoro. Una mattina di luglio, affaccendato nel disfare i bagagli di ritorno da un soggiorno in Germania, sento squillare il telefono. Numero anonimo. “Il solito call center”, penso. Nonostante ciò, rispondo e, nel giro di qualche secondo, vengo catapultato in uno stato di gioiosa confusione. «La chiamo dal Parlamento Europeo e questo è un colloquio conoscitivo che fa seguito alla sua candidatura per un posto da tirocinante». Venti minuti circa di telefonata con colui che sarebbe diventato il mio supervisor, qualche domanda sulla mia tesi – elemento che ha fatto la differenza nella sua scelta – e un piccolo test sulla mia conoscenza dell’inglese. Dopo un paio di settimane, ricevo la mail che non dimenticherò mai e che mi comunicava l’accettazione. Destinazione Lussemburgo, una città deliziosa, ma a molti quasi sconosciuta. Nel giro di un paio di mesi sono lì, al centro dell’Europa, pronto a vivere una delle esperienze migliori che possano capitare a un neolaureato. Per me si è trattato di un’esperienza pressoché perfetta. “Data Protection Service” era il nome dell’ufficio presso cui ho prestato servizio: una manna per me che avevo discusso la tesi in Diritto internazionale, concentrandomi proprio sull’ambito della privacy e della protezione dei dati personali in relazione alla minaccia terroristica. Non sono stato chiamato a svolgere un compito da 007, sia chiaro. Il mio normalissimo ma soddisfacente lavoro d’ufficio ha previsto un riordino generale del Registro delle notifiche del trattamento di dati personali.Passando all’ambito squisitamente organizzativo, tutto è studiato in maniera impeccabile. I tirocinanti sono messi a proprio agio fin dall’inizio, con i supervisor pronti ad aiutarli e guidarli in qualsiasi situazione. Inoltre l’ufficio addetto al programma di tirocinio ha personale attento, preparato e disponibilissimo. Onestamente non avrei potuto desiderare di meglio. Gli orari ed i ritmi di lavoro, poi, si sono rivelati tutt’altro che stressanti. Giornata lavorativa dalle 8:30 alle 17:45, con un’oretta a disposizione per il pranzo. La mia personale giornata iniziava alle 6:25, ora in cui suonava la sveglia. Un po’ prestino, certo, ma usando i mezzi pubblici occorre tener presente il traffico lussemburghese di prima mattina.Lussemburgo. Capitale di uno Stato minuscolo, ultimo Granducato al mondo. Città piccola, piccolissima, ma con uno charme da grande metropoli. Caotica in settimana, calma e godibile nei week-end. A fare la differenza è l'enorme quantità di transfrontalieri che ogni giorno passano i confini dei tre vicini Paesi per recarsi a lavorare nel centro finanziario, o nelle istituzioni. Il processo di ambientamento, per ciò che mi riguarda, è stato rapidissimo. Ho adorato la città e non ho avuto problemi a prendere confidenza con strade e locali. Per la mia stanza in affitto – neanche troppo grande e fornita – pagavo 680 euro al mese, una cifra non bassa, ma neanche il peggio che potesse capitarmi. La scholarship elargita dal Parlamento, 1225 euro al mese, mi ha permesso di vivere piuttosto tranquillamente e di mettere da parte qualcosina. Non ho navigato nell’oro, certo, ma non mi sono trovato affatto male.Gli aspetti positivi hanno di gran lunga superato quelli negativi. Consiglierei a qualunque neolaureato di svolgere un’esperienza di questo tipo, specie se non propriamente sicuro su cosa voglia dal proprio futuro. Al momento, come dicevo, sto svolgendo la pratica forense in uno studio legale della mia città, in attesa di volare nuovamente verso Lussemburgo per frequentare un corso organizzato dalla Camera di commercio italo-lussemburghese, istituzione prestigiosa e stimata per il ruolo che svolge sul territorio.Nulla contro il mio Paese, ma preferirei proseguire la mia carriera lavorativa all’estero. Non posso che rammaricarmi delle condizioni lavorative in cui versano tanti coetanei, impegnati in stage ed esperienze che dovrebbero formarli e che, troppo spesso, si rivelano autentici incubi. Purtroppo, troppi considerano stage e tirocini come occasioni per sfruttare il malcapitato, piuttosto che strumenti di formazione ed inserimento nel contesto lavorativo. Se ripenso ai cinque mesi trascorsi al Parlamento Europeo non posso che ritenermi fortunato.Testo raccolto da Rossella NoccaLa foto di apertura dell'articolo è di Cédric Puisney in modalità creative commons

Ho realizzato il sogno di lavorare in Europa: la storia di Santhosh Mariappan, junior project leader in Magneti Marelli

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa del Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Santhosh Mariappan, 28 anni, oggi technical project leader a tempo indeterminato all'interno di Magneti Marelli.Ho 28 anni e sono nato e cresciuto in India. Ho sempre avuto una grande passione per le macchine e il settore automobilistico. Per questo mi sono iscritto, nel giugno 2004, alla facoltà di Ingegneria meccanica presso la Anna University di Chennai, sempre in India, dove mi sono laureato nell’aprile 2008.Poco dopo ho cominciato a lavorare in una società privata, la International centre for automotive technology a New Delhi, come Automotive test engineer. Ero responsabile della verifica delle emissioni veicolari e dell’omologazione delle automobili. Ho lavorato lì per tre anni, fino all'agosto del 2011, acquistando conoscenza ed esperienza dell’industria automobilistica. È stata la mia prima esperienza aziendale e ho lavorato con clienti del calibro di BMW, Suzuki, Renault e Honda. Nel complesso è stata una grande opportunità e un’esperienza internazionale.   Poi è arrivato il momento di realizzare il mio piano a lungo termine per cominciare una nuova vita in Europa. Ho deciso di lasciare il mio lavoro per studiare nel continente europeo. Così, grazie a un po’ di risparmi messi da parte e a un prestito in banca, ho cominciato a cercare un’università dove iscrivermi. Ho scelto quest’area del mondo e non, per esempio, gli Stati Uniti perché l’Europa è il più grande centro automobilistico visto che proprio qui ci sono grandi colossi in questo settore come Volkswagen, Fiat, PSA, Daimler, Bmw. Credo sia sempre meglio studiare lì dove ci sono le aziende di cui si vuol far parte fin dall’infanzia: e poi l’Europa è famosa per la sua diversità culturale, per la storia antica e le lingue diverse e tutto questo mi ha attirato di più rispetto al continente americano.Tra i vari paesi ho deciso che la destinazione sarebbe stata l’Italia perché è uno dei centri più famosi del settore automobilistico in Europa. E per fortuna sono stato ammesso al Politecnico di Torino per seguire il corso di laurea magistrale in ingegneria dell’autoveicolo. Così ho lasciato il mio lavoro in India e mi sono trasferito in Italia nel settembre 2011. Ho studiato duramente e il mio professore mi ha dato la possibilità di svolgere la tesi in una famosa azienda di Torino, la Italdesign Giugiaro. Il tirocinio è durato sei mesi, a cavallo tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014. Purtroppo non avevo un rimborso spese, ma il rapporto con il tutor è stato buono e in generale è stata un’esperienza interessante.Mi sono poi laureato nel marzo 2014 e dopo la laurea mi è stato offerto uno stage in un laboratorio di metrologia. Il lavoro però non mi piaceva così ho rifiutato quest’opportunità. Poco dopo la laurea, nell’aprile 2014, il Politecnico ha organizzato un career day dove ho conosciuto l’Hr director di Magneti Marelli: era interessato al mio profilo e mi ha invitato per un colloquio! Alla fine sono stato selezionato e ho cominciato il mio tirocinio il 15 giugno, con un rimborso spese di mille euro lordi al mese. Dopo sei mesi di stage ecco la bella notizia: mi è stato offerto un contratto direttamente a tempo indeterminato per la posizione di Junior project leader con una retribuzione annuale di oltre 28mila euro!  Oggi sono il Technical project leader responsabile dello sviluppo dei sistemi di scarico per la regione APAC India per diversi produttori automobilistici. In pratica sono responsabile per il coordinamento del processo di sviluppo completo per soddisfare le richieste dei clienti, sono il punto di contatto unico per la ricerca, definisco e guido la progettazione e validazione con il supporto del team di sviluppo.Attualmente, quindi, lavoro nel campo dello sviluppo del prodotto dei componenti e sistemi per le auto. In futuro però mi piacerebbe lavorare più nella ricerca e sviluppo, in particolare nell’acustica e sicurezza delle auto, nelle macchine ibride e nei sistemi di telaio avanzati. E magari anche sullo sviluppo di nuove piattaforme di veicoli per il trasporto futuro come le macchine automatiche, i carburanti alternativi e le tecnologie sostenibili.Certo, l’India mi manca, ma ora mi sento europeo: ho imparato la lingua, la cultura, gli stili di vita e cominciano a piacermi! All’inizio ho avuto non pochi problemi con la lingua, in Italia. Ma adesso parlo italiano sufficientemente per comunicare. Credo però sia questo il problema dell’Europa: ogni paese ha la sua propria lingua e cultura. Impararle facilita la possibilità di trovare un lavoro ma diventa più complicato per chi viene da un altro continente. È un problema per gli studenti internazionali, ma alla fine anche questa è la bellezza dell’Europa! Per il momento io voglio rimanere in Europa e rafforzare le basi della mia carriera.  Reputo di essere stato fortunato: i colleghi in Magneti Marelli mi hanno accolto a braccia aperte e sostenuto, in un solo mese si era già creato un ottimo rapporto con tutti. Non è così per tutti gli stagisti. In questo senso credo che quello che fa la Repubblica degli Stagisti raccontando le storie di stage sia un’ottima iniziativa per condividere le esperienze con i futuri studenti universitari e dar loro un’idea della preparazione necessaria per un futuro lavoro.Proprio a questo proposito, ho qualche consiglio per chi vorrà intraprendere il mio stesso percorso lavorativo: innanzitutto bisogna essere in grado di gestire almeno due lingue internazionali, avere poi un’ampia conoscenza dei componenti e sistemi per auto e delle ultime tecnologie, è necessario avere buone competenze di project management e soprattutto avere fiducia in se stessi e una visione chiara dei propri obiettivi di carriera. Quelli che avevo io e che ho realizzato grazie a Magneti Marelli!  Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

Ho scoperto la Repubblica degli Stagisti per prepararmi a un colloquio in PwC e oggi ho un contratto a tempo indeterminato

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Maria Carla Reale, 25 anni, oggi assunta con un contratto a tempo indeterminato in PwC.Ho 25 anni e sono nata e cresciuta a Messina, dove ho frequentato il liceo classico e la laurea triennale in Economia aziendale. Ho scelto questo indirizzo perché sono sempre stata interessata al mondo dell’economia, passione che condivido con i miei genitori. Pur essendo avvocati, infatti, sono entrambi appassionati di economia. Ho preso la laurea di primo livello nel luglio 2012 e a quel punto ho deciso iscrivermi alla laurea magistrale in Management per le risorse umane alla Cattolica di Milano. Volevo cambiare città per fare un’esperienza di vita e per inserirmi in un luogo che offre tante opportunità, specie lavorative. Non è una novità, infatti, che al Sud non si trovi lavoro. L’impatto con Milano è stato ottimo, mi sono subito trovata bene! Ho deciso di specializzarmi nel management per le risorse umane per unire la formazione economica e gli interessi umanistici. Penso, infatti, che l’aspetto relazionale sul lavoro sia importantissimo. Prima di terminare gli studi, durante l’ultimo semestre della specialistica, ho anche fatto un Erasmus di sei mesi a Vienna. Avevo una borsa di studio di 600 euro che purtroppo non sono sufficienti a vivere in una città particolarmente care come la capitale austriaca, quindi la mia famiglia ha dovuto aiutarmi. Ma l'esperienza è stata stupenda e vorrei poter tornare indietro per godermi ancora di più quel periodo! Una volta tornata in Italia ho fatto il mio primo stage, di sei mesi, nella funzione Hr di Unicredit dove mi occupavo di Global mobility, tema della mia tesi di laurea specialistica. Mi sono candidata attraverso il loro sito, dove avevo trovato l’annuncio di tirocinio. Avevo il compito di supporto al team di Global Mobility e ho ricevuto un rimborso spese di 600 euro netti al mese. È stata una grande esperienza e ho avuto la fortuna di avere come tutor un grande manager con cui ho avuto un ottimo rapporto. L’unica pecca è che lo stage, purtroppo, era finalizzato a se stesso e quindi al termine non mi è stata fatta nessuna proposta per continuare. Una volta laureata, nell’aprile 2015, ho iniziato a distribuire curriculum. Così sono andata a un career day del Politecnico di Milano, anche se non era la mia università, per dare qualche curriculum alle aziende presenti. Lì ho conosciuto PwC e con la consegna del cv ho iniziato il mio processo di recruiting.Proprio quando mi hanno contattata per il primo colloquio di gruppo che prevedeva l’analisi di un caso aziendale ho scoperto la Repubblica degli Stagisti! Cercavo informazioni sull'indennità degli stage in PwC e sono approdata sul sito, dove ho letto un po’ di storie di stage. È stato molto interessante e soprattutto di aiuto.  Superato il primo colloquio ne ho poi fatto un secondo, questa volta individuale. E alla fine sono stata selezionata per un tirocinio di sei mesi, dal giugno al dicembre 2015, per il team di performance Management e Compensation review. Avevo un rimborso spese di 800 euro lordi al mese più ticket restaurant da 5,20 euro. Ho avuto un buon rapporto con la mia tutor, responsabile dell’unità organizzativa, che ho supportato in tutte le attività legate al processo di valutazione. La bella notizia è arrivata sei mesi dopo quando nel novembre 2015 mi hanno assunta con un contratto a tempo indeterminato da 22mila euro l’anno più buoni pasto, cellulare e computer aziendale. Oggi supporto la responsabile del team di valutazione della prestazione e compensation review. Mi occupo di rivisitazione del processo, presentazioni del processo di valutazione ai nuovi assunti durante gli eventi on boarding, monitoraggio del turn over tramite interviste all’uscita e supporto alle attività di sviluppo dei dipendenti.   Sono soddisfatta di quello che faccio, ma so di essere solo all’inizio e di avere ancora tutto da imparare. Davanti a me, però, vedo discrete prospettive! Voglio continuare a lavorare nel settore della gestione delle risorse umane e ho forti aspirazioni di crescita a livello manageriale per il mio futuro. Mi piacerebbe fare un’esperienza lavorativa all’estero, magari grazie ai programmi di global mobility, però a dir la verità non ho mai pensato di cercare lavoro al di fuori dell’Italia.Sono stata fortunata con PwC, ma so che purtroppo non sempre è così: l’80% delle società, infatti, non concretizza in assunzione lo stage. Ed è questo il problema principale dei tirocini in Italia, oggi. Per questo ai giovani consiglio di andare alla ricerca costante di nuovi stimoli, fonte inesauribile di arricchimento personale e professionale.   Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

Controllo di gestione mon amour: da uno stage direttamente al lavoro grazie a un annuncio sulla Repubblica degli Stagisti!

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella dI Mattia Sangiorgi, oggi assunto in Philips Ho 28 anni e sono nato a Pisa, dove mi sono diplomato ragioniere programmatore presso l’ITC Pacinotti nel luglio del 2006. Vista la mia passione per il computer e i dispositivi elettronici, mi sono poi iscritto alla facoltà di Informatica dell’università di Pisa ma, nel corso del primo anno accademico, ho realizzato che studiare informatica non era quello che volevo veramente. In parte hanno influito su questa scelta anche le difficoltà dovute alla mancanza di basi scientifiche dato che venivo da un istituto tecnico.Così nel 2007 ho cambiato facoltà e scelto Economia, sempre a Pisa, e preso la laurea triennale in Economia aziendale nel dicembre 2011. A quel punto avevo voglia di confrontarmi con il mondo del lavoro e di mettere in pratica quello che avevo studiato. Così ho cercato autonomamente uno studio che fosse alla ricerca di un praticante commercialista e revisore contabile. Dal marzo 2012 al gennaio 2013 ho fatto quindi pratica presso uno studio con un piccolo rimborso, intorno ai 200 euro al mese – giusto la copertura delle spese di viaggio - occupandomi di contabilità, chiusura di bilanci, reporting e assistenza durante i collegi sindacali. Un’esperienza che mi ha aiutato molto, perché ho imparato molto bene le tecniche di contabilità e di bilancio, alla base di ogni lavoro di tipo amministrativo, e mi ha consentito di continuare a studiare e seguire i corsi all’università. Ho scelto, infatti, la specialistica in Strategia management e controllo, sempre all’università di Pisa, sia perché è la “continuazione” della triennale in economia aziendale, sia perché mi piaceva la parte dell’economia che riguarda la gestione aziendale piuttosto che temi come finanza o marketing. A inizio 2013 ho deciso di interrompere il praticantato nello studio commercialista perché volevo riprendere a studiare in modo full time per la laurea magistrale. Non ho fatto l’Erasmus, ma nell’estate del 2013 sono stato per un mese a Londra, organizzandomi in maniera autonoma il viaggio. Ho seguito un corso intensivo di lingua inglese presso la Wimbledon School of English e ottenuto attraverso un esame di fine corso, il First certificate in English, livello B2. In quel mese ho vissuto presso una famiglia inglese, così la mia capacità linguistica è migliorata tantissimo perché potevo fare “speaking” in ogni momento della giornata! È stata un’esperienza che mi ha fatto crescere molto a livello personale, conoscere tanti giovani provenienti da ogni parte del mondo e vedere molte cose da una prospettiva diversa! Durante il corso di laurea magistrale mi sono appassionato al tema del controllo di gestione e ho deciso di avere un’esperienza lavorativa in questo ambito prima di laurearmi. Così finiti gli esami della specialistica, nel luglio 2014, mi sono autocandidato per uno stage curriculare presso una delle aziende convenzionate con l’università di Pisa. Ho fatto quindi il colloquio con lo Studio Eidos srl, una piccola azienda a Firenze che si occupa di consulenza in materia di controllo di gestione e finanza aziendale alle piccole e medie imprese del territorio toscano, e ho iniziato a ottobre dello stesso anno uno stage curriculare di tre mesi con il rimborso dell’abbonamento mensile del treno Pisa – Firenze.  È stata un’esperienza molto positiva che mi ha fatto mettere in pratica parte di ciò che avevo studiato durante la laurea magistrale. È stato in quel momento che ho realizzato veramente quello che mi piaceva fare: il controllo di gestione in azienda! Ed è stato allora che ho deciso che avrei cercato lavoro come controller. Penso che in Italia dovrebbero esistere solo stage come questo, quindi curriculari, e che ci dovrebbe essere più collaborazione tra datori di lavoro e università per definire dei veri programmi di formazione on the job. L’università è troppo teorica e lontana dalla realtà: si dovrebbero sostituire alcuni esami universitari con stage in modo che dopo la laurea si possa essere già in grado di lavorare. Perché l'università ti insegna le cose secondo modelli perfetti ma quando cominci a lavorare ti accorgi che di perfetto c’è ben poco e che la maggior parte delle cose che hai studiato sui libri non le metterai mai in pratica! Finito lo stage nello Studio Eidos ho cominciato a candidarmi per posizioni di stage controllo di gestione. È stato allora che ho scoperto la Repubblica degli Stagisti! L’utilità principale secondo me è proprio la “certificazione” delle aziende, quelle con il “bollino”: perché è un servizio molto utile per un giovane che cerca lavoro per scoprire chi si comporta correttamente. Proprio navigando sul sito della Repubblica degli Stagisti ho scoperto che anche Philips faceva parte di queste aziende virtuose e mi sono candidato all’offerta di stage tramite la RdS. L’offerta prevedeva uno stage nell’ufficio del controllo di gestione settore Healthcare della durata di sei mesi con un rimborso spese di 800 euro al mese lordi, all’incirca 775 netti, e mensa aziendale inclusa. Sono stato contattato telefonicamente e mi è stato fissato un primo colloquio telefonico. Dopo ho fatto un secondo colloquio presso la sede di Monza, totalmente in lingua inglese, con quella che sarebbe poi stata la mia futura responsabile, di nazionalità greca. Ho iniziato lo stage il 27 aprile 2015, pochi giorni prima di discutere la tesi, l’8 maggio. Presa la laurea magistrale ho continuato lo stage fino a metà novembre. Le mie mansioni prevedevano le attività di chiusura del bilancio mensile consolidato, l’analisi degli scostamenti di valori economici e patrimoniali, la pianificazione e il controllo dei costi e attività di reporting.   A fine stage mi è stato proposto di passare dall’ufficio del controllo di gestione Healthcare a quello del controllo di gestione Corporate perché si sarebbe aperta una posizione: l’offerta prevedeva il contratto di apprendistato per due anni con una RAL di 28mila euro annui. Lo stage è stato utile per ambientarmi e capire come funziona l’organizzazione però i compiti dopo il cambio dell’ufficio sono un po’ diversi: la logica del lavoro è la stessa, bilanci, costi, report, ma cambiano i destinatari. E poi prima ero di supporto ai controller dell’ufficio mentre adesso ho maggiori responsabilità. Credo che questo sia proprio il lavoro che fa per me! Far parte di un’azienda come Philips è una grande opportunità e un ottimo punto di partenza per la mia crescita professionale! Vorrei quindi affermarmi nel ruolo di controller e credo questa sia proprio la strada giusta.  Ai giovani che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro consiglio di cominciare a guardare le offerte già durante gli studi per capire quali siano i requisiti, dall’età a determinate competenze, e arrivare pronti dopo la laurea. Troppo spesso gli studenti focalizzano solo sugli esami e sottovalutano altri requisiti fondamentali come la conoscenza dell’inglese o l’utilizzo del computer. E poi mai dimenticarsi di essere curiosi e flessibili: i problemi e le difficoltà sul lavoro sono all’ordine del giorno e bisogna sapersi adattare alle varie situazioni. Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

Stage, l'importante è trovare aziende disposte a credere nei giovani: è capitato a Nicola in Magneti Marelli

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa del Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Nicola Pibi, 27 anni, oggi assunto a tempo indeterminato all'interno di Magneti Marelli. Sono di Cagliari, ho 27 anni e il mio percorso formativo è sempre stato puramente tecnico-scientifico. Dopo il diploma nel 2007 al liceo scientifico Alberti di Cagliari, mi sono iscritto al corso di laurea triennale in Ingegneria meccanica, sempre nella mia città, e laureato nel 2011. Come mai questo indirizzo? Sin da bambino sono sempre stato affascinato dalle automobili: addirittura giocavo a riconoscere le vetture in base alla visione dei fari nelle ore notturne! Ingegneria è stata una semplicissima conseguenza di questa passione.La tesi di laurea triennale l’ho svolta in collaborazione con un’azienda italiana, Centro Sviluppo Materiali (CSM) che ha una sede anche in Sardegna. È stata un’esperienza che mi ha permesso di avvicinarmi ad una realtà aziendale. Poi ho continuato con la laurea magistrale, sempre con lo stesso indirizzo, e a marzo 2016 ho discusso la mia tesi dal titolo “Il fenomeno del downsizing motoristico applicato a tre diverse motorizzazioni. L’analisi di Magneti Marelli After Market”. Durante la specialistica, dalla fine dell’agosto 2013 a metà gennaio 2014, ho partecipato al programma Erasmus e ho vissuto cinque mesi in Svezia dove ho frequentato la scuola ESES (European Solar Engineering School), un master mondiale sull’ingegneria solare. Ero coperto da una piccola borsa di studio, che ammontava all’incirca a 400 euro mensili.Che dire? L’Erasmus è stata un’esperienza altamente formativa sia dal punto di vista umano che accademico. Mi ha dato la possibilità di conoscere persone con abitudini culturali completamente diverse dalle mie e mi sono confrontato con il sistema accademico svedese, diametralmente opposto alla realtà italiana. Lì ci sono molte più attività di laboratorio a scapito del nostro studio puramente cartaceo.E poi questa esperienza è stata in un certo senso propedeutica al trasferimento in Lombardia per lavoro. Senza i mesi in Svezia probabilmente trasferirsi sarebbe stato molto più sentito a livello emotivo. Grazie all’Erasmus mi ero già abituato a vivere lontano da casa!Lo stage in Magneti Marelli è stato il mio primo approccio con il mondo del lavoro. Precedentemente infatti non avevo fatto altri stage. Certo, per togliermi qualche sfizio avevo sempre svolto dei lavoretti estivi, come l’assistente a persone con invalidità o il fotografo, ma nulla che avesse a che fare con il mio lavoro!Nel settembre del 2014 ho mandato la mia candidatura online per uno stage in Magneti Marelli: mi attirava la possibilità di lavorare in un’azienda leader nel settore automotive. Poi dopo due colloqui tecnico attitudinali e uno in inglese sono stato scelto per lo stage extracurriculare: sei mesi con un rimborso spese di 1000 euro lordi al mese più mensa aziendale inclusa. Ho cominciato ai primi di gennaio 2015 occupandomi della stesura dei manuali di aggiornamento automobilistico alle officine appartenenti alla rete Checkstar.Diciamo che il mio stage è stato caratterizzato da due fasi: la prima di continuo affiancamento ai colleghi e al mio responsabile, in cui sono cresciuto tantissimo da un punto di vista tecnico e professionale; la seconda in cui, raggiunto un adeguato sapere e conquistata la fiducia del reparto, ho avuto più libertà e indipendenza.Verso la fine dello stage, nel giugno 2015, mi è stato offerto un contratto a tempo determinato di un anno, con una retribuzione annua lorda di 28.200 euro. Ho subito accettato e il 6 luglio 2015 ho cominciato non più da stagista ma da dipendente! La vera sorpresa è arrivata qualche mese dopo, quando l’azienda ha deciso di confermare molto prima della scadenza il mio contratto. Da dicembre 2015 sono passato da un determinato a un tempo indeterminato con la stessa retribuzione.Mi occupo sempre della stesura dei manuali di aggiornamento automotive. Nell’anno solare progettiamo tre monografie, ognuna prevede l’aggiornamento tecnico di tutti i componenti di una o più autovetture: dal motore ai vari sistemi di bordo di cui sono equipaggiate. Alterno giornate dedicate alla scrittura del manuale ad altre di attività puramente da officina, quindi rilievi con gli strumenti di diagnosi, montaggi e smontaggi di componenti e simulazioni di malfunzionamenti sulle vetture.Ho poco più di un anno di esperienza lavorativa, quindi ho moltissimo da imparare, specie nell’ambito riparativo delle vetture. E infatti le giornate dedicate alle attività da officine mi aiutano tantissimo. Nel futuro spero di lavorare nel settore automotive e magari riuscire anche a gestire un reparto!Quanto al tornare nella mia terra, nel medio e lungo termine non lo prevedo: lì nel mio settore non c’è molta occupazione. Vorrei però, senza fretta, fare un’esperienza lavorativa all’estero; ma non ho mai mandato il mio curriculum per questo fine, anche perché ho il vantaggio di lavorare in una multinazionale, quindi potrebbe essere semplicemente il normale evolversi del mio lavoro. Riguardo alla Carta dei diritti dello stagista della Repubblica degli Stagisti, ne sottoscriverei tutti i punti... In particolare il rimborso spese adeguato! Credo, infatti, che il principale problema oggi degli stage sia l’entità del rimborso spese, soprattutto per chi deve trasferirsi lontano da casa. E la non certezza di essere assunti. Molte aziende, purtroppo, usano i tirocini per coprire posti vacanti. Non è stato il mio caso, anzi: in Magneti Marelli mi hanno addirittura supportato a continuare gli studi e portare a termine la laurea specialistica!Ai giovani consiglio di non aver paura di mettersi in gioco e di farsi conoscere per quello che si è. E poi bisogna essere disposti a un po’ di sacrificio. Certo i rimborsi spese non permettono di fare la “bella vita”, ma affrontato con lo spirito giusto, uno stage è il primo step per un posto di lavoro. Poi è ovvio, non è un’esperienza unilaterale e bisogna anche trovare un’azienda disposta a credere nei giovani. Ma in aiuto c’è sempre la Repubblica degli Stagisti che fa un po’ di “selezione” delle aziende... evidenziando quelle che offrono condizioni migliori ai tirocinanti!Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

«Università e mondo del lavoro sono lontanissimi, lo stage è cruciale»: parola di Chiara, ingegnera in Spindox

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa del Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Chiara Lai, 27 anni, Project Manager Office junior in Spindox, a Milano. Sono Chiara, ho 27 anni e vengo da Villanova Monteleone, un piccolo paesino della Sardegna. Mi sono diplomata al liceo scientifico nel 2007 e, senza pensarci troppo, ho deciso di intraprendere gli studi in Ingegneria gestionale al Politecnico di Torino. Mi affascinava il fatto che esistesse una facoltà di ingegneria orientata al mondo aziendale. Trasferirsi in una città, provenendo da un paesino di 2.500 abitanti, non è stato facile all'inizio: la nostalgia della mia famiglia era un vuoto incolmabile, ma ben presto ho imparato ad apprezzare i ritmi frenetici e le infinite opportunità che la magica Torino offre. I primi anni ho vissuto in un collegio universitario: un'esperienza magnifica grazie alla quale ho avuto la fortuna di conoscere tante persone provenienti da tutto il mondo.Durante l'università ho svolto due tirocini – il primo durante la triennale, il secondo durante la specialistica – grazie ai quali ho scritto le rispettive tesi di laurea. Nel primo caso si è trattato di un'esperienza non rimborsata di 3 mesi, su segnalazione dell'ateneo, presso un'azienda meccanica di Collegno: il mio compito era monitorare i tempi di produzione all'interno dell'officina al fine di pianificare meglio la capacità produttiva e usare in modo ottimale gli impianti di produzione. Mi recavo in azienda tutti i giorni dal lunedì al venerdì, per otto ore al giorno con un'ora di pausa pranzo. Alla fine del percorso ho scritto la tesi di laurea e conseguito la laurea triennale in Ingegneria dell’organizzazione di impresa a dicembre 2011.Poi mi sono iscritta alla biennale di Ingegneria gestionale e alla fine del secondo anno ho iniziato la tesi, basata sul secondo tirocinio, questa volta di un anno e sempre non retribuito, presso una centrale termoelettrica di Fiume Santo, in Sardegna. L'attività era incentrata sull'analisi e sullo sviluppo di una commessa, in particolare sulla riconversione di un prototipo alimentato a biomassa. L'esistente impianto alimentato con biomassa PKS  - cioè gusci ricavati dal frutto della palma da olio - è stato modificato in modo tale da poter bruciare anche altre biomasse, come il wood pellet e il cippato. Io ho affiancato il Project Manager per monitorare costantemente l'andamento del progetto in modo da valutarne tempistiche, qualità del lavoro e rispetto dei costi stabiliti. È stata una bella occasione per conoscere un impianto termoelettrico e vivere dall'interno una realtà aziendale. Ho quindi conseguito la laurea magistrale ad ottobre 2014 e un paio di settimane dopo ho iniziato a candidarmi per gli annunci di stage e lavoro pubblicati sulla bacheca del Politecnico. Data la crisi occupazionale, la paura di rimanere a lungo disoccupata era molta ma i colloqui non si fecero attendere: in sole due settimane ne sostenni una decina, tra cui quelli per Spindox,  tre: il primo conoscitivo, il secondo tecnico, il terzo presso il cliente per il quale sarei andata a lavorare. A  metà novembre, a solo un mese dalla laurea, per la gioia dei miei genitori e mia ebbi la conferma da Spindox che avrei iniziato uno stage di sei mesi nel ruolo di Project Manager Office junior, pagato 600 euro al mese più ticket restaurant, finalizzato all'inserimento in azienda. Mi sono occupata di raccolta e formalizzazione dei requisiti, stesura dell’analisi funzionale, coordinamento e documentazione delle riunioni di avanzamento lavori, pianificazione di progetto; e ancora monitoraggio delle attività di test e supporto nella fase di roll-out di applicazioni mobile. È stata un’esperienza altamente formativa, che come promesso ha aperto le porte ad un impiego. Le persone incontrate sono state un'opportunità preziosa di crescita personale e professionale. Il mondo del lavoro è completamente diverso dall'università, un periodo di training sul campo è essenziale. Adesso dunque lavoro ancora per Spindox, ma con un contratto a tempo indeterminato, firmato alla fine dello stage, e percepisco circa 1.450 euro al mese + ticket restaurant. Da quando sono stata assunta mi mantengo completamente da sola, senza il sostegno dei miei genitori, che in tutti questi anni hanno fatto molti sacrifici per permettermi di realizzare i miei sogni: è grazie a loro che sono arrivata a questo punto. Un anno di lavoro è volato, ma sono solo all'inizio. Spero di avere una brillante carriera e di raggiungere altri traguardi superando mille difficoltà: per aspera ad astra, come ho scritto nella pagina iniziale della mia tesi.Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo

Sei mesi di stage e poi subito un contratto di apprendistato per Salvatore in Philips

Ho 27 anni e sono di Carovigno, un paese in provincia di Brindisi. Dopo aver frequentato il liceo scientifico a Ostuni è arrivato il momento di scegliere l’università. Dato che da sempre ero interessato al settore sanitario e avevo una forte propensione verso le materie scientifiche, ho iniziato a studiare le offerte formative dei diversi atenei e alla fine ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Ingegneria Biomedica al Politecnico di Torino. Ho scelto questa università perché quello che offriva mi sembrava più vicino alle mie esigenze. Mi sono quindi trasferito nel capoluogo piemontese per frequentare l’università.   Dal novembre 2010 all’aprile 2011 ho svolto un tirocinio curriculare, senza rimborso spese, finalizzato alla stesura della tesi presso l’ospedale evangelico valdese di Torino. Insieme al tutor aziendale del reparto di ingegneria clinica mi sono occupato della stesura del capitolato tecnico e della valutazione delle offerte relative a gare d’appalto. È stata un’esperienza utile perché mi ha dato la possibilità di vedere il mondo sanitario anche dalla parte dell’azienda ospedaliera. Nel 2011 ho preso anche la laurea di primo livello e nello stesso anno mi sono iscritto alla specialistica in ingegneria biomedica sempre al Politecnico, laureandomi nel marzo del 2014.Alla fine del mio percorso universitario ho capito che volevo analizzare e comprendere in modo più approfondito il mondo sanitario. Così mi sono trasferito a Milano dove – grazie esclusivamente al sostegno economico della mia famiglia – ho frequentato dal novembre 2014 il Master in management del settore sanità, pharma e biomed presso la Business School del Sole 24 Ore. Il master è durato cinque mesi ed è stata un’esperienza importante grazie all’incontro con diversi professionisti di questo settore che sono riusciti a dare un taglio pratico alle conoscenze acquisite creando un ponte reale tra l’università e il mondo del lavoro. Certo, è stato un vero investimento visto che il costo totale era di 12mila euro. Ma credo che la difficoltà dei giovani italiani sia legata al fatto di vedere la propria formazione come un costo e non come un investimento, al contrario di quello che avviene in altri Paesi europei. Il master, utile sia dal punto di vista umano sia professionale, per me è stato, infatti, un vero e proprio investimento e fortunatamente sempre più neolaureati scelgono di intraprendere un percorso di questo tipo. A inizio 2015 ho superato anche l’esame di abilitazione all’esercizio della professione di ingegnere e mi sono quindi iscritto all’albo, per non escludere in futuro un possibile lavoro come libero professionista. Proprio mentre frequentavo la Business School del Sole 24 Ore ho iniziato a candidarmi attraverso il tutor del master per uno stage in Philips e sono stato contattato per un colloquio. La posizione era veramente interessante perché era uno stage nel Business development, settore di cui ero già curioso dai tempi dell’università.Per informarmi un po’ sulle varie aziende in Italia un amico mi ha inviato il link della Repubblica degli Stagisti, che non conoscevo, e da allora ad altri ragazzi che vogliono entrare nel mondo del lavoro ho dato lo stesso consiglio: cercare lì informazioni per orientarsi al meglio. Magari anche leggendo la Carta dei diritti dello stagista, che penso possa essere un passo avanti per la tutela dei tirocinanti. Sono davvero contento di sapere che Philips fa parte dell’RdS network! Pochi giorni dopo aver inviato la mia candidatura ho ricevuto una risposta: ed era affermativa! Così nel maggio 2015 ho iniziato uno stage di sei mesi con un rimborso di circa 800 euro netti al mese senza avere però, ovviamente, alcuna certezza di un’assunzione futura. L’esperienza è stata molto importante perché il rapporto sia con il tutor che con i colleghi è stato ottimo e tutto questo ha contribuito alla mia crescita umana e professionale. In Philips, infatti, ho trovato un ambiente dinamico e fortemente propenso all’innovazione, caratteristiche fondamentali per crescere da un punto di vista lavorativo. Finiti i sei mesi di stage, il 3 dicembre 2015 ho firmato un contratto di apprendistato professionalizzante della durata di due anni, con una retribuzione lorda annua di 28mila euro diventando Application specialist nello stesso settore dello stage. Da ex stagista sono convinto che i principali problemi degli stage in Italia, oggi, sono legati alla non uniformità delle università in Italia: solo alcune, infatti, propongono validi stage formativi durante il percorso universitario, creando quindi due diversi livelli di ingresso nel mondo del lavoro. E questo non è giusto! Lo dico perché sono stato fortunato e grazie al Politecnico ho potuto usufruire di servizi di placement molto efficienti. Opportunità che dovrebbe essere offerta a tutti gli studenti e neolaureati che solo in questo modo potrebbero entrare in contatto con aziende serie e avviare la propria carriera lavorativa. Testimonianza raccolta da Marianna Lepore