Anche quest'anno la Nato, una delle organizzazioni internazionali più importanti al mondo, apre le porte ai neolaureati con la decima edizione del suo Internship Programme. I selezionati – circa 40 suddivisi in due tornate - svolgeranno uno stage di sei mesi presso il quartier generale dell'istituzione, a Bruxelles, oppure in una delle sedi secondarie. E potranno contare su un buon emolumento: 800 euro lordi al mese (la percentuale di tassazione dipende dal Paese di origine dello stagista) più un rimborso spese per i viaggi di andata e ritorno per l'inizio e la fine dello stage fino a un totale di 1200 euro. C'è tempo fino al 19 aprile per inoltrare la domanda online; oltre alla compilazione dell'application form occorre allegare curriculum vitae e lettera di motivazione di 500 parole sul perché della propria candidatura.
Quanto ai requisiti di accesso, è necessaria un'età superiore ai 21 anni, la cittadinanza di uno stato membro della Nato, essere uno studente universitario (e in questo caso aver completato con profitto i primi due anni e essere iscritti al terzo) o un neolaureato (da non più di dodici mesi) e infine conoscere in maniera fluente una delle due lingue ufficiali dell'organizzazione, l'inglese o il francese. Non sono richiesti particolari indirizzi di laurea. Nella pagine del sito dedicata al recruitment si fa riferimento a studi che spaziano dalle scienze politiche e le relazioni internazionali al giornalismo e all'ingegneria. «La diversità è proprio quello che cerchiamo» spiega Virginia Keener, assistente nelle risorse umane in un'intervista sul sito. «A loro volta gli stagisti quando fanno ritorno nei loro Paesi d'origine, avendo acquisito informazioni sulla Nato, apportano una determinata conoscenza sull'organizzazione atlantica. Questo contribuisce a creare anche degli effetti post stage» commenta rispondendo alla domanda sui benefici che ottiene l'istituzione grazie al programma di tirocini.
C'è solo una possibilità all'anno di richiedere un tirocinio alla Nato. Le selezioni cominciano in genere in primavera, mentre gli stage hanno inizio a marzo e a settembre dell'anno successivo per una durata indicativa di sei mesi (che può variare ad esempio per necessità accademiche ma non potrà essere inferiore ai tre mesi). I primi a partire saranno operativi dunque da marzo 2014. Il processo di selezione è infatti piuttosto lungo. Terminata la prima scrematura, entro settembre 2013 verrà stilata la cosiddetta shortlist dei finalisti (che riceveranno una notifica da parte dei selezionatori). Gli ammessi, così come gli esclusi, saranno infine selezionati entro fine ottobre 2013 e a entrambi i gruppi verrà comunicata la decisione della commissione tramite mail. Gli interns prescelti avranno anche l'obbligo di sottoscrivere una security clearance, ovvero un nulla osta per la sicurezza rilasciato dal paese d'origine e dall'ufficio di sicurezza della Nato.
I criteri di selezione si basano sulla valutazione del curriculum e sulla congruità degli studi in base al dipartimento prescelto ma incide anche il cosiddetto nationality and gender balance, ovvero un sistema di riequilibrio in base alla provenienza geografica e al genere.
Quali dipartimenti scegliere e perché uno stage alla Nato. La gamma è molto vasta, si può optare per l'ufficio legale, il Segretariato generale, la sicurezza, gli affari politici, il controllo, solo per citarne alcuni. Sul sito sono elencati uno per uno con la spiegazione del funzionamento e i commenti degli ex stagisti. Per esempio, per la divisione Relazioni esterne, dipartimento dedicato alla comunicazione con il pubblico, gli ex tirocinanti – in genere con un background in giornalismo ed editing - raccontano di aver svolto lavori di scrittura e realizzazione video, e di aver appreso i meccanismi decisionali interni dell'Alleanza atlantica. Se si sceglie invece il settore Affari politici, che è un po' come il ministero degli Affari Esteri della Nato, uno dei lavori svolti, raccontano gli ex, è stato quello di «realizzare un workshop con esperti e think thank di settore per capire in quale modo la crisi finanziaria influisse sulle risorse a disposizione dell'organizzazione e quindi trovare soluzioni per porvi rimedio e garantire le capacità strategiche di difesa». Terminato l'evento, lo stagiaire si è infine occupato di compilare un documento ufficiale che riassumesse i punti trattati.
In generale comunque le tipiche mansioni di uno stagista - si specifica sulla pagina dedicata al programma - sono quelle di assistenza nella preparazione dei documenti, partecipazione e riassunti delle riunioni, attività di ricerca, supporto nelle pubbliche relazioni e nel lavoro amministrativo.
Le precedenti edizioni. La Nato, che ha un organico composto da circa 1300 dipendenti, riceve in media 3200 candidature ogni anno da giovani che hanno mediamente 23 anni. Nel 2012 le domande sono state circa 5000, registrando quindi un considerevole incremento: «gli applicants sono aumentati per via della crisi» commenta Yesim Yenrsoy, dell'ufficio internship della Nato. Tra questi gli italiani sono spesso una parte consistente: nell'edizione del 2011 sono stati 800 e l'anno successivo sono diventati 1300, circa il 35% del totale. A dimostrazione che la crisi finanziaria ha dispiegato i suoi effetti anche tra i nostri connazionali.
Quanto alle opportunità di lavoro post stage «non esiste un sistema che garantisca un'assunzione post stage», ci sono dei concorsi, ma poi «sta ai candidati vincerli», spiega alla Repubblica degli Stagisti Céline Shakouri-Dias del dipartimento risorse umane. Tuttavia questa possibilità non è esclusa secondo ciò che si legge nelle faq: «non c'è un collegamento tra lo stage e il lavoro, ma se tutte le condizioni richieste per un'assunzione sono rispettate dallo stagista, questo può entrare a far parte dell'organico». Una ragione in più per partecipare.
Ilaria Mariotti
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