La Lombardia da sola ospita circa 90mila stagisti ogni anno: un tirocinio su sei in Italia ha luogo in questa Regione. Un numero e una percentuale impressionanti, che rendono molto grave il ritardo che la giunta Maroni sta accumulando nel mettere a punto, come richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni, la nuova regolamentazione della materia secondo le linee guida sottoscritte a fine gennaio.
Questa settimana dovrebbe arrivare qualche novità: ma attenzione, si tratterà comunque solo di un passaggio intermedio. Verosimilmente la nuova regolamentazione regionale in materia di stage non sarà ultimata - e dunque operativa - prima di ottobre.
Sul sito della Regione Lombardia la pagina "Lavori della giunta" è ferma a prima della pausa agostana: l'ultima news riportata è il resoconto della seduta del 2 agosto, durante la quale sarebbe dovuto essere approvato anche il nuovo schema di regolamentazione dei tirocini, in linea (più o meno) con le linee guida. «Sarebbe», perché all'ultimo momento la giunta ha giudicato la materia «non urgente», rimandando la votazione alla prima seduta utile dopo le vacanze. Cioè a settembre. Cioè adesso.
Ci si potrebbe chiedere se davvero altri punti discussi e approvati il 2 agosto, come le «determinazioni in merito alla revisione del progetto “Luoghi e vie della fede in Provincia di Lecco”», oppure la «approvazione delle linee di indirizzo regionale recanti i criteri e le procedure per il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa a dirigenti sanitari», o ancora lo «schema di convenzione regolante i rapporti tra Regione Lombardia e la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia per il triennio 2013-2015», le «determinazioni in merito ai piani di indirizzo forestale della Valle Brembana» e quelle in merito «alla banca dati regionale dei richiami vivi di cattura e di allevamento detenuti dai cacciatori per la caccia da appostamento e in merito alle modalità di identificazione dei richiami vivi di cattura», fossero davvero più urgenti che dare un quadro normativo certo e tutelante alle decine di migliaia di giovani che ogni anno fanno stage sul territorio lombardo. Ma tant'è: ormai la seduta del 2 agosto è passata, e non c'è che da guardare al futuro.
«La regolamentazione dei tirocini sarà approvata dalla prossima Giunta attualmente prevista per il 6 settembre» conferma alla Repubblica degli Stagisti Gianni Bocchieri, a capo della Direzione generale Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia [nelle foto, in mezzo ai consiglieri regionali di opposizione Ambrosoli e Scandella, al momento di prendere la parola durante l'evento del 25 luglio]: «Il percorso di approvazione prevede un parere della competente Commissione consiliare ed una conseguente ri-deliberazione di Giunta finale ed immediatamente esecutiva». Quanto ci vorrà? «I tempi saranno definiti da autonoma calendarizzazione del Consiglio, prevedibilmente un mese».
E rispetto alle proposte che la Repubblica degli Stagisti aveva lanciato alla Regione Lombardia a fine luglio con l'obiettivo di migliorare il testo normativo in fase di approvazione? «I tirocini devono essere considerati un'opportunità importante per l'orientamento e per l'inserimento lavorativo, soprattutto in una situazione di difficoltà del mercato del lavoro. Certo vanno combattuti ed evitati gli abusi, proprio come ha iniziato a fare l'articolo 11 del decreto legge 138/2011». Ma, secondo la Regione, senza porre troppi limiti numerici all'utilizzo degli stage, come invece caldeggia la RdS: «Non abbiamo accolto quelle indicazioni che ritengo siano conseguenza di un approccio preventivamente disincentivante del ricorso ai tirocini».
Accolto invece il suggerimento che metteva in guardia dal permettere che, utilizzando differenti definizioni di attività simili allo stage, si potesse sfuggire alla normativa: «Abbiamo chiarito nel testo che il regolamento vale per tutte le attività di tirocinio, anche diversamente nominate, fatto salvo quelle disciplinate da norme specifiche».
Una buona notizia è che anche gli enti pubblici in Lombardia saranno tenuti a erogare un compenso ai propri stagisti extracurriculari: «Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni, l'obbligo dell'indennità resta ed in nessun modo viene escluso dalla nostra proposta di regolamentazione» assicura Bocchieri.
Niente da fare invece per la questione delle sanzioni ai soggetti ospitanti (aziende private, uffici pubblici, associazioni non profit) scoperti ad abusare dello strumento dello stage: «Riteniamo che la competenza sanzionatoria riguardi la Direzione Regionale del Lavoro, a cui si segnaleranno le situazioni di irregolarità» ripete il direttore generale, confermando appieno l'impostazione indicata anche nel suo intervento nel convegno del 25 luglio: «Abbiamo posto la giusta attenzione al monitoraggio ed alla pubblicità degli esiti delle esperienze di tirocinio. Infatti ricordo che, essendo i tirocini soggetti alle comunicazioni obbligatorie, Regione Lombardia ha visione puntuale delle situazioni in essere e può monitorare il rispetto dei diversi parametri previsti dalla disciplina». In realtà la storia delle comunicazioni obbligatorie è un po' più complessa di così: basti qui dire che primo, le comunicazioni di avvio degli stage sono obbligatorie esclusivamente per quelli extracurriculari, e restano dunque fuori da questo potenziale "censimento" le decine di migliaia di stage classificati come curriculari svolti da studenti universitari, laureandi, allievi di master e di scuole di formazione; secondo, che queste comunicazioni obbligatorie contengono un numero piuttosto limitato di informazioni e sopratutto che queste informazioni restano in pratica "lettera morta" fintanto che non si decide di analizzarle in maniera organica, realizzando davvero un «monitoraggio».
Rrispetto alla decisione eccentrica della Regione Lombardia di andare a normare anche i tirocini curriculari, Bocchieri aggiunge: «Senza entrare nello specifico, ritengo che gli elementi di regolazione minima potranno ben essere compatibili con eventuali discipline nazionali che immagino saranno più orientate agli elementi di integrazione con i piani di studio, e comunque nel caso manterremo approccio di cedevolezza». L'intento della Regione è dunque di colmare la vacatio legis attualmente esistente rispetto a questa tipologia di tirocini: «In questo modo diamo chiarezza ad un ambito che ad oggi ne è privo».
La bozza, così come chiusa a fine luglio, è stata inviata alla Regione a tutte le parti sociali [qui il testo più aggiornato]. Uno dei passaggi più controversi prevede che non si applichino per gli stage curriculari i vincoli numerici parametrati alle risorse umane presenti nelle unità operative di svolgimento. Questo punto di fatto permetterà alle aziende e agli enti di avere un numero potenzialmente infinito di stagisti curriculari, peraltro già molto più "convenienti" perché non soggetti all'obbligo/diritto di vedersi riconoscere un rimborso spese.
Il rischio poi è che, una volta che la Regione Lombardia avrà licenziato la sua nuova normativa sugli stage, si realizzi sul suo territorio un fuggi-fuggi verso gli studenti di ogni ordine e grado, da avviare a stage curriculari che di fatto risultano completamente deregolamentati - non essendo per loro previsto un importo minimo di indennità di partecipazione, né il vincolo di non aver effettuato licenziamenti nei 12 mesi precedenti l’attivazione del tirocinio o di avere in corso procedure di cassa integrazione per mansioni equivalenti a quelle del tirocinio, né il vincolo per il soggetto ospitante di poter realizzare con il medesimo tirocinante un solo tirocinio; e ancora, appunto, che non si applichino i vincoli numerici parametrati alle risorse umane presenti nelle unità operative di svolgimento, né l'obbligo di specificazione della figura professionale di riferimento nel progetto formativo e di rilascio di attestazione specifica della formazione ricevuta o registrazione sul libretto formativo. Non resta che attendere gli ulteriori sviluppi.
Eleonora Voltolina
Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
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