Eleonora Voltolina
Scritto il 26 Lug 2013 in Notizie
diritti degli stagisti leggi regionali su stage Regione Lombardia
A seguito della lettura approfondita della bozza di dgr della Regione Lombardia in materia di tirocini, e sulla scorta dei contenuti emersi durante il dibattito del 25 luglio al Pirellone [nell'immagine, un momento dell'evento], ecco le proposte che la Repubblica degli Stagisti desidera inoltrare alla Direzione Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia, sperando che almeno qualcuna possa trovare spazio nel lavoro di revisione che in questi giorni verrà fatto sulla bozza in vista della approvazione definitiva, prevista entro venerdì 2 agosto. Anche perché la Lombardia ospita ogni anno ben un sesto degli stagisti di tutta Italia: fondamentale dunque che si doti della normativa migliore possibile, per assicurare percorsi di qualità ai circa 90mila giovani (e meno giovani) che fanno stage ogni anno sul suo territorio.
Proporzione stagisti-dipendenti / 1. Nel conteggio delle “risorse umane”, la bozza indica che si debbano ricomprendere: il o i titolari di impresa e i coadiuvanti, i liberi professionisti singoli o associati; i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, determinato o di collaborazione non occasionale, di durata pari almeno a 12 mesi; i soci lavoratori di cooperative (qui per i rapporti non a tempo indeterminato deve essere rispettato il limite minimo di durata di 12 mesi). Viene ignorata da parte della Regione l'indicazione delle linee guida - conteggiare solo gli assunti a tempo indeterminato - e mantenuto ciò che era già previsto dalla delibera regionale dell'anno scorso. Qui la proposta della RdS è di considerare invece tutti i contratti subordinati (tempo indeterminato, tempo determinato e apprendistato) di durata pari o superiore a 12 mesi. In questo modo non si permetterà di avere troppi stagisti alle aziende che utilizzano massicciamente contratti precari, parasubordinati, veramente o fintamente autonomi.
Proporzione stagisti-dipendenti / 2. Inoltre, rispetto al passaggio che riguarda le attività di carattere stagionale, RdS ritiene che la bozza entri in contraddizione nel prevedere che «lavoratori e collaboratori a tempo determinato potranno essere conteggiati [ai fini della proporzione stagisti / dipendenti, ndr] anche in caso di durate inferiori a 12 mesi, a condizione che il loro contratto abbia inizio prima dell’avvio del tirocinio e si concluda successivamente alla conclusione dello stesso«. Ciò si pone in contrasto con un altro passaggio della medesima bozza, quello in cui viene prescritto che «i tirocinanti non possono sostituire i lavoratori con contratti a termine nei periodi di picco delle attività». Essendo le attività stagionali per loro natura svolte solo in determinati periodi di picco, sembra poco lungimirante permettere la presenza di un numero superiore di stagisti. In alternativa, Regione Lombardia dovrebbe prevedere espressamente il divieto di utilizzare stagisti, in ognuna di queste attività, nei periodi di alta stagione.
Indennità assicurata anche per gli stagisti degli enti pubblici. La bozza non é chiara circa l'obbligo delle pubbliche amministrazioni di sottostare al vincolo del compenso minimo obbligatorio. Anzi nel paragrafo dedicato alla indennità al terzo comma recita «Qualora il soggetto ospitante sia una Pubblica Amministrazione, ai sensi dell’articolo 1 c. 39 della legge 92/2012 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Una frase preoccupante, perché avalla la tesi che quel passaggio della legge 92 esoneri automaticamente le amministrazioni pubbliche dall'erogare indennità ai propri stagisti. Invece la corretta interpretazione secondo la RdS è ben diversa; si deve dire agli enti pubblici che, per poter continuare ad ospitare stagisti extracurriculari, essi dovranno trovare all'interno dei propri bilanci fondi da destinare alle indennità, se necessario effettuando tagli sulle spese superflue.
No a differenti definizioni di attività simili al tirocinio per sfuggire alla normativa. Nel passaggio «Non rientrano tra le materie oggetto dei presenti Indirizzi altri interventi e misure, aventi medesimi obiettivi e struttura dei tirocini, comunque denominati, se previsti e regolamentati da norme speciali» la bozza di Regione Lombardia va in direzione opposta rispetto a quanto espresso nelle linee guida, che al contrario mettevano in guardia dal cercare di fare i furbi, cambiando semplicemente nome agli stage nel tentativo di sfuggire alle prescrizioni: «Le presenti linee guida rappresentano standard minimi di riferimento anche per quanto riguarda gli interventi e le misure aventi medesimi obiettivi e struttura dei tirocini, anche se diversamente denominate». La Repubblica degli Stagisti chiede alla Regione Lombardia di intervenire su questo punto per fugare ogni dubbio sulla impossibilità di inventare nuovi nomi per attività simili ai tirocini con l'obiettivo di eludere la normativa prossima ventura. Su questo il direttore generale Gianni Bocchieri si è già espresso positivamente nel corso dell'evento pubblico del 25 luglio.
Sanzioni a chi abusa dello stage. Nella bozza non sono previste sanzioni specifiche rivolte ai soggetti ospitanti, come per esempio la sospensione della possibilità di accogliere stagisti per quelli inadempienti. Tale azione sanzionatoria é prevista da altre leggi regionali come per esempio quelle della Toscana e del Lazio.
Sostegno ai soggetti promotori che attivano un numero consistente di stage ogni anno, come per esempio gli uffici stage delle università. Questi uffici sono spesso sottostaffati e gli addetti si trovano a dover attivare annualmente anche centinaia di stage ciascuno, con ovvie ricadute negative sulla possibilità - anche solo temporale - di poter vigilare sulla qualità del progetto formativo individuale e sul corretto svolgimento degli stage. La Repubblica degli Stagisti suggerisce pertanto che la Regione Lombardia valuti la possibilità di sostenere tali uffici stage anche e sopratutto con finanziamenti che permettano di avere personale in più deputato all'attivazione di stage di qualità e al loro monitoraggio.
Tirocini curriculari. La Repubblica degli Stagisti nutre qualche dubbio circa l'opportunità che la Regione normi anche i curriculari, intravedendo profili di possibile conflitto se lo Stato - come a parti inverse hanno fatto le Regioni negli anni scorsi chiedendo l'intervento dirimente della Corte costituzionale - volesse rivendicare la competenza esclusiva in materia di tirocini curriculari. O anche se solo, più semplicemente (e come si auspica), il ministero dell'Istruzione intervenisse per colmare l'attuale vacatio legis sui curriculari, emettendo una normativa valida a livello nazionale, che evidentemente entrerebbe in conflitto con quella prevista da Regione Lombardia. Ma qui il direttore Bocchieri ha assicurato che la regolamentazione che Regione Lombardia ha deciso di predisporre per i curriculari sarà "cedevole", cesserà di avere valore qualora subentrasse una norma nazionale sul tema. A questo punto dunque la Repubblica degli Stagisti desidera fornire le sue indicazioni rispetto alla regolamentazione dei tirocini curriculari, chiedendo alla Regione Lombardia di ritirare tutta la lunga serie di "deroghe" che priverebbero di fatto i tirocinanti curriculari di ogni tipo di tutela e garanzia. In particolare nella bozza è previsto che:
- non si applichi il vincolo per il soggetto ospitante di poter realizzare con il medesimo tirocinante un solo tirocinio; la RdS chiede che invece sia ripristinato
- non si applichino i vincoli numerici parametrati alle risorse umane presenti nelle unità operative di svolgimento. Questo è punto è particolarmente grave perché permetterebbe a un'azienda di avere un numero potenzialmente infinito di stagisti curriculari. La Repubblica degli Stagisti qui che venga stabilito un massimo di stagisti curriculari, per esempio in proporzione pari al massimo di stagisti extracurriculari
- non si applichi il vincolo di non aver effettuato licenziamenti nei 12 mesi precedenti l’attivazione del tirocinio, o di avere in corso procedure di CIG per mansioni equivalenti a quelle del tirocinio. Anche qui la RdS chiede che il vincolo sia ripristinato. Un'azienda che sta effettuando riduzione di personale ha ben altri problemi da affrontare, che non investire il proprio tempo per la formazione dei giovani.
- nel progetto formativo non serva che vi sia la specificazione della figura professionale di riferimento e non sia previsto rilascio di attestazione specifica della formazione ricevuta o registrazione sul Libretto formativo. La Repubblica degli Stagisti si chiede perché gli stagisti curriculari non dovrebbero avere specificata la figura professionale di riferimento e sopratutto perché non dovrebbero avere diritto a vedere registrata sul proprio Libretto formativo l'attestazione della formazione ricevuta, e dunque anche qui chiede che queste deroghe siano soppresse.
- non sia previsto importo minimo di indennità di partecipazione. La RdS chiede invece che anche per i tirocini curriculari venga prevista una indennità minima obbligatoria, e suggerisce che essa sia fissata dimezzando l'importo minimo previsto per i tirocini extracurriculari. Dunque almeno 200 euro al mese, che possono scendere a 150 in caso il soggetto ospitante eroghi anche buoni pasto o dia la possibilità allo stagista di accedere gratuitamente alla mensa aziendale. L'obbligo di erogare tale indennità dovrebbe venire meno solamente in due casi: il primo, che lo stage curriculare fosse realmente brevissimo, di durata inferiore a 250 ore (circa un mese e mezzo); il secondo, che lo stagista fosse giovanissimo (minorenne o comunque iscritto a un istituto di istruzione secondaria).
Monitoraggio. A questo proposito il testo prevede, in maniera piuttosto scarna, che la Regione promuova «un monitoraggio sistematico dei tirocini e degli eventuali inserimenti lavorativi post tirocinio, anche attraverso l’analisi delle comunicazioni obbligatorie» sulla base del quale redigere «un rapporto annuale, pubblicato sul sito Web della Direzione Generale competente». Qui la Repubblica degli Stagisti propone invece di istituire un sistema ben più innovativo e incisivo: un database regionale che raccolga tutte le informazioni relative all'attivazione di ogni stage. Il database dovrebbe coordinare il lavoro di uffici stage universitari, centri per l'impiego, scuole di formazione post diploma e post laurea, e tutti gli altri soggetti che fungono da enti promotori. Dovrebbe essere condiviso con camere di commercio, associazioni datoriali, Inps, Inail e Direzioni territoriali del lavoro per permettere di monitorare in maniera costante il rispetto della normativa (es. il numero di stagisti ospitabili contemporaneamente, correlato al numero di dipendenti di una data realtà). Il database, prevedendo campi specifici su data di inizio e di fine dello stage, data di inizio e di fine dell'eventuale proroga, entità del rimborso spese se presente e/o di altri benefit a favore dello stagista, e - cosa importantissima - esito dello stage, potrebbe anche fungere da osservatorio di fatto dell'universo stage regionale, diventando così lo strumento principale dell'azione di coordinamento e controllo dell'utilizzo dei tirocini. Con gli attuali strumenti informatici, la creazione del database comporterebbe per la Regione una spesa certamente contenuta, permettendo però risultati finora impensabili.
Queste le proposte che con la Repubblica degli Stagisti vogliamo lanciare al tavolo della Regione Lombardia: perché gli stage siano davvero un momento utile ai giovani, e venga scongiurato qualsiasi pericolo di abuso, e un momento utile alle aziende per avvicinare le nuove leve e scegliere magari nuovi talenti da inserire.
Eleonora Voltolina
[grazie a Simone Bergonzi per la foto]
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