Il primo tentativo, a fine luglio, non era andato a buon fine. Al secondo è andata meglio: così la Camera dei deputati porta a casa una piccola vittoria sul fronte dei tirocini Mae-Crui - e, più in generale, sulla prospettiva che presto anche gli stagisti in forza presso gli enti pubblici possano godere di un minimo di rimborso spese.
Il Mae-Crui è quel programma di stage, di cui la Repubblica degli Stagisti ha spesso parlato, che si svolgono alla Farnesina e nelle sedi del ministero degli Esteri dislocate in tutto il mondo - ambasciate, consolati, istituti di cultura - coinvolgendo ogni anno quasi 2mila giovani studenti universitari e neolaureati attraverso la mediazione della Fondazione Crui. I Mae-Crui sono assurti all'inizio dell'estate di quest'anno agli onori della cronaca perché uno dei bandi era stato inopinatamente sospeso, suscitando la preoccupazione e la rabbia dei ragazzi in procinto di partire, a causa di un malinteso tra ministero degli Esteri e ministero del Lavoro sull'immediata efficacia di quella parte della riforma Fornero che riguarda gli stage, e che dovrebbe introdurre l'obbligo di erogare una congrua indennità a favore dei tirocinanti. Ad oggi, invece, i maecruini non ricevono un euro: anzi devono sostenere di tasca propria tutte le spese legate allo stage, con l'eventuale trasferimento a Roma o all'estero.
Il caso, attraverso la Repubblica degli Stagisti e altri media ma sopratutto attraverso un agguerritissimo gruppo su Facebook, era arrivato fino in Parlamento grazie all'iniziativa della deputata del Partito democratico Marianna Madia, che aveva raccolto intorno a sé altri 13 parlamentari (i compagni di partito Oriano Giovannelli, Marialuisa Gnecchi, Donella Mattesini, Giovanna Melandri, Amalia Schirru, Guglielmo Vaccaro, Lucia Codurelli, la pattuglia radicale composta da Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci ed Elisabetta Zamparutti, più l'esponente di Fli Aldo di Biagio) presentando a metà luglio una interrogazione parlamentare indirizzata al ministro del Lavoro e a quello degli Esteri, e la settimana successiva un ordine del giorno legato alla proposta di legge 9/05312/007. Interrogazione rimasta senza risposta, ordine del giorno subito dichiarato inammissibile. Diversa la sorte dello stesso ordine del giorno a settembre: la settimana scorsa il documento, classificato con il codice AC 5325 e collegato al disegno di legge sull'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2012, è stato approvato. Nel testo viene riportato brevemente in premessa il fulcro del problema: «la recente approvazione della riforma del mercato del lavoro, […] in previsione della stesura e approvazione di linee guida concordate tra Ministero del lavoro e conferenza Stato-regioni relativamente ai tirocini formativi, preannuncia l'introduzione di un obbligo a riconoscere a ciascun tirocinante/stagista una congrua indennità [...] in relazione alla prestazione svolta; ma dall'altra, al comma 36, dispone che non debbano derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Come garantire, stanti queste premesse, la prosecuzione del programma di tirocini Mae-Crui? Per quantificare di quanti soldi ci sarebbe bisogno, l'ordine del giorno riprende un calcolo effettuato proprio dalla RdS: «la testata giornalistica online Repubblica degli Stagisti ha calcolato che per garantire 500 euro al mese a tutti gli stagisti Mae-Crui in forza presso la Farnesina e altre località europee, e 1000 euro al mese a tutti coloro che vengono assegnati a destinazioni extraeuropee, servirebbero tra i 3 milioni e 500 mila e i 4 milioni di euro».
Pochi spiccioli di fronte all'enorme bilancio del ministero degli Esteri: ma in tempi di spending review anche pochi spiccioli sembrano difficili da reperire. L'ordine del giorno, rispetto alla prima versione, contiene però un paragrafo nuovo: un riferimento tecnico che potrebbe essere molto importante per incentivare gli enti pubblici a reperire i fondi per la «congrua indennità» da dare ai propri stagisti una volta che - indicativamente a partire dall'inizio del 2013 - essa sarà stata resa obbligatoria dalle linee-guida che Stato e Regioni dovranno concordare in questi mesi. Il paragrafo si rifà alla «disciplina dell’istituto dell’assestamento del bilancio dello Stato […] recante la legge di contabilità e finanza pubblica» e in special modo alla «disposizione in materia di flessibilità di bilancio» che prevede «la possibilità di effettuare variazioni compensative, in corso d’anno, tra programmi della stessa missione, ivi comprese le spese predeterminate per legge, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica» e inoltre cita una circolare emanata a maggio di quest'anno dal ministero dell'Economia che ha esplicitamente previsto «che per il biennio 2012-2013 possano essere valutate e accolte in sede di assestamento anche proposte di rimodulazione di risorse tra programmi di missioni diverse».
L'ordine del giorno impegna il governo, ovviamente «nel rispetto degli equilibri di finanza», ad «adottare ulteriori iniziative, anche normative, volte a prevedere nell'attivazione dei futuri stage Mae-Crui [...] delle somme anche forfettarie a titolo di rimborso spese e/o indennità, da attingere, a risorse invariate, dagli stanziamenti rimodulabili». «Si tratta di un piccolo passo per rendere lo stage un percorso dignitoso per i giovani, a cominciare dal settore pubblico» commenta Marianna Madia alla Repubblica degli Stagisti: «Un modo concreto di far vivere ciò che di buono c'è nella riforma del mercato del lavoro, che almeno in principio introduce dei miglioramenti nella materia stage. Ora occorre vigilare per l'attuazione della volontà del Parlamento».
Eleonora Voltolina
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