Lombardia, giornate difficili per i neolaureati in cerca di stage. Per una settimana le università della regione hanno lavorato freneticamente per adeguarsi ai nuovi indirizzi regionali in materia di tirocini. E in alcuni casi hanno dovuto sospendere l’approvazione di nuovi stage per laureati.
Con il decreto della giunta regionale 3153 del 20 marzo scorso la Regione Lombardia aveva emanato gli indirizzi regionali in materia di tirocini, che rimandavano a un successivo decreto per l’approvazione degli schemi di convenzione e dei format dei progetti formativi. La Lombardia è stata una delle prime regioni a legiferare in materia dopo la nuova normativa sugli stage approvata nell’estate del 2011 (il famoso articolo 11 del decreto legge 138/2011, recentemente annullato dalla Corte costituzionale). In sintesi, gli indirizzi regionali distinguono tra stage curriculari ed extracurriculari, stabilendo poi che per la loro attivazione sia necessario un soggetto promotore, un soggetto ospitante, un tutor didattico organizzativo e un tutor aziendale (interno o esterno all’azienda).
Tutte misure ben note, in attesa però delle disposizioni attuative da parte della Regione. Tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, la giunta regionale ha quindi completato il percorso per rendere efficace la delibera: il 27 novembre è stato emanato il decreto 10956, che approva le indicazioni per l’avvio dei tirocini curriculari ed extracurriculari. E il decreto 365 del 23 gennaio ha infine precisato il metodo di applicazione delle indicazioni operative così emanate.
In particolare, il regolamento regionale modifica drasticamente il calcolo del rapporto tra stagisti extracurriculari e dipendenti assunti, includendo nel novero di questi ultimi anche i lavoratori con contratto a tempo determinato o di collaborazione non occasionale della durata di almeno 12 mesi, oltre ai liberi professionisti e i soci lavoratori. Ampliando, di fatto, il numero di tirocinanti che le aziende possono inserire a parità di lavoratori con contratto a tempo indeterminato. Proprio questo punto contrasta direttamente con le recenti linee guida in materia di tirocini, approvate dalla Conferenza Stato-Regioni il 24 gennaio. Che stabiliscono espressamente che la proporzione tra stagisti extracurriculari e dipendenti debba essere calcolata conteggiando solo i lavoratori assunti a tempo indeterminato dall'azienda in questione. Le Regioni sono chiamate a recepire le linee guida legiferando in materia di tirocini entro i prossimi 6 mesi; resta da vedere se la giunta regionale lombarda prossima ventura recepirà appieno anche le indicazioni sul calcolo del rapporto dipendenti/stagisti nella prossima legge regionale, o se piuttosto farà valere la competenza esclusiva di decidere in materia, riconosciuta costituzionalmente, distaccandosi dalle indicazioni concordate col ministero del Lavoro in sede di Conferenza Stato-Regioni. Di certo il fatto che la normativa locale del 2011 sia stata resa operativa nel giro di poche settimane, e proprio a ridosso dell'approvazione delle linee guida, lascia supporre che la volontà della giunta uscente non coincida pienamente con quanto stabilito nell'intesa con il governo, almeno su questo punto.
Il risultato più immediato del nuovo regolamento regionale è che gli atenei della regione si sono dovuti attivare per raccogliere nuove informazioni dalle aziende circa il numero di dipendenti secondo i criteri di calcolo riveduti e corretti, modificando al tempo stesso le procedure di attivazione dei tirocini per rispettare i nuovi requisiti. A farne le spese, però, sono stati i giovani che si sono trovati impossibilitati ad attivare stage nella settimana di pausa forzata.
Una lettrice della Repubblica degli Stagisti ha chiesto così aiuto attraverso il forum: «Sono una neolaureata della Bicocca, da noi hanno bloccato gli stage per i laureati con un avviso quantomeno vago: "Sospensione stage laureati: a seguito della pubblicazione del Regolamento Regionale Lombardia, per poter provvedere all'adeguamento normativo conseguente, con effetto immediato (9/1/2013) viene sospesa l'approvazione e la pubblicazione di stage per laureati". Ho chiamato più volte l'università ma nessuno sembra essere in grado di darmi informazioni precise a parte il fatto che "tra 2 giorni la situazione si sbloccherà di sicuro". Io però nel frattempo ho praticamente perso il posto di lavoro con contratto di stage che mi era stato offerto! Nelle altre università lombarde com'è la situazione? Qualcuno sa dirmi qualcosa?».
Una segnalazione importante, dato che solo le università milanesi, come emerso dalla mappatura effettuata l'anno scorso dalla Repubblica degli Stagisti per il Comune di Milano, attivano ogni anno la bellezza di 21mila tirocini tra curriculari ed extracurriculari.
Marisa Civardi, responsabile placement dell’università Bicocca di Milano, commenta così gli sviluppi degli ultimi giorni alla Repubblica degli Stagisti: «Purtroppo la sospensione degli stage è stata indispensabile per adeguarci al nuovo regolamento regionale. Le nuove norme avevano chiesto una serie di adeguamenti e di ridefinizione di tutte le procedure di attivazione dei tirocini. La Regione ha forse sottovalutato l’impatto del regolamento sugli atenei lombardi». L’aggiornamento ha quindi coinvolto tutte le università della Regione: «C’è stata sì un’interruzione di servizio, ma non di lavoro. I rappresentanti delle università e della Regione si sono incontrati e confrontati per procedere nel modo più celere possibile. Alcuni dei controlli richiesti dal regolamento avrebbero richiesto l’invio nelle aziende di veri e propri ispettori, di cui gli atenei non dispongono. Quindi abbiamo trovato un punto di incontro con la Regione e abbiamo inviato alle aziende formulari e questionari riformulati secondo le nuove esigenze».
Il blocco degli stage è durato una settimana e, assicura la responsabile Bicocca, è già terminato: «Mi dispiace che la nostra laureata abbia avuto dei disagi. Non abbiamo potuto dare comunicazioni più precise in merito perchè neanche noi sapevamo bene quanto tempo ci sarebbe voluto per adeguare le procedure di attivazione degli stage», conclude Civardi.
L'aspetto più preoccupante è però che questi indirizzi regionali sono molto distanti, in alcuni punti addirittura diametralmente opposti rispetto alle linee guida appena concordate a livello Stato-Regioni. E dunque c'è il rischio più che concreto che questo blocco, in sostanza, non sia servito a nulla: perchè in capo a sei mesi la Lombardia dovrebbe modificare i suoi indirizzi per renderli uniformi ai principi espressi nelle linee guida, modificando molti aspetti: in primis quello della proporzione tra stagisti e dipendenti.
di Andrea Curiat
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