Eleonora Voltolina
Scritto il 26 Lug 2016 in Editoriali
assunzione post stage Garanzia giovani tirocinio
Uno dei modi per capire se la Garanzia Giovani è efficace o no è andare a vedere quanto i tirocini siano stati utili per l'inserimento lavorativo. Gli stage sono infatti in Italia lo strumento principe di questa iniziativa: secondo il recente rapporto dell'Isfol, tra le misure messe a disposizione, circa il 70% dei giovani iscritti ha beneficiato proprio di quella. E infatti a causa della Garanzia Giovani il numero dei tirocinanti extracurriculari è aumentato tra il 2014 e il 2015 di quasi il 60%.
La percentuale di assunzione post stage è però rimasta invariata: il risultato 2015, aiutato dagli incentivi, è identico a quella rilevato nel 2014, quando essi non erano ancora attivi. La differenza sta in centinaia di milioni di euro investiti – soldi pubblici, europei e nostrani – per coprire (in tutto o in parte) le indennità a favore degli stagisti, e poi per premiare le aziende che hanno assunto. Si sperava che assumessero di più: invece hanno assunto uguale a prima, ma intascando molti soldi.
In particolare, dall'ultimo Rapporto del ministero del lavoro sulle Comunicazioni obbligatorie emerge che nel 2015 gli stage extracurriculari sono aumentati in un solo anno del +53,5%. La notizia più incredibile è che in Sicilia si è registrato un +714,7%: in questa regione il numero degli stage è dunque letteralmente esploso con Garanzia Giovani. Ma una impennata si è verificata anche in in altre Regioni, prevalentemente del sud e centro Italia: Basilicata (+164,7%), Campania (+110,6%), Calabria (+92,1%), Umbria (+87,4%), Lazio (+79,3%), Molise (+75,8%), Abruzzo (+75,0%).
A questo punto la domanda è: quanti di questi tirocini extracurriculari si trasformano in lavoro? Certamente quasi nessuno nella pubblica amministrazione: ma in generale, invece?
La risposta è: un quarto. Nel 2015, su 348mila stage extracurriculari, «il numero dei rapporti di lavoro attivati a seguito di una precedente esperienza di tirocinio è stato pari a 92mila» – cioè una media del 26,4%. Non si tratta, di per sé, di una percentuale irrilevante: vuol dire appunto che uno stagista su quattro viene assunto, anche se dentro questo dato ci sono sia i contratti di lavoro intermittente di un giorno (“a chiamata”) sia i contratti a tempo indeterminato. Il ministero del Lavoro ha fornito però alla Repubblica degli Stagisti importanti dettagli in più: circa il 40% di queste assunzioni – dunque poco meno di 37mila – è stato realizzato attraverso contratti a tempo indeterminato, e la quota di contratti precari (collaborazioni o altre tipologie) è tutto sommato molto ridotta, poco più del 3%.
Questa percentuale di assunzione post stage però esisteva già, anche prima di Garanzia Giovani. La domanda è: è aumentata grazie a questo programma, parallelamente al decollo del numero dei tirocini attivati? La risposta, come anticipato, è no. Infatti l'anno precedente (2014), sui 227mila stage extracurriculari attivati, per 60mila c'era stata assunzione. La media fa 26,4%. È quasi impressionante che sia assolutamente identica da un anno all'altro, considerando che nel 2014 non erano ancora stati attivati, di fatto, gli incentivi economici alle assunzioni di stagisti – una delle "chiavi di successo" della Garanzia Giovani.
Certo, è possibile che i giovani che hanno visto attivare il loro stage nella seconda metà del 2015 possano aver ricevuto la proposta di assunzione nei primi mesi del 2016, uscendo dal raggio di monitoraggio del Rapporto sulle comunicazioni obbligatorie 2015. C'è ovviamente da sperarlo, ma questo si potrà sapere solo con rilevazioni successive. Del resto è inevitabile che, ogni anno, chi fa stage a cavallo tra un anno e l'altro sfugga alle rilevazioni che si basano sui dati dal 1° gennaio al 31 dicembre di uno stesso anno: dunque anche la rilevazione 2014 ha con tutta probabilità lasciato fuori degli stagisti 2014 assunti poi nel 2015. Perciò questo aspetto è irrilevante, in quanto il confronto con i dati del rapporto dell'anno precedente è omogeneo.
«Destinare i fondi della Youth Guarantee per un maxi-reclutamento di stagisti pagati dallo Stato non servirà a niente. Le aziende non li assumeranno, dopo. I giovani si ritroveranno, dopo 6 mesi, nella maggior parte dei casi ancora disoccupati: e lo Stato ci avrà perso centinaia di milioni di euro». Nell'ottobre del 2013, quasi tre anni fa, scrivevo su queste pagine un articolo diretto all'allora ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che stava avviando le pratiche per attivare Garanzia Giovani e aveva appena lanciato un appello alle aziende italiane: di fare un gesto di "responsabilità sociale" nei confronti del Paese attivando 100mila stage. Ricordavo al ministro che l'Italia aveva già mezzo milione di stagisti all'anno (metà curriculari e metà extracurriculari), e che concretamente lo stage aveva dimostrato di essere tutto tranne che un canale privilegiato per l'accesso al lavoro.
Se la percentuale di assunzione post stage fosse aumentata grazie al programma Garanzia Giovani, anche solo limitatamente ai tirocini extracurriculari, le mie profezie sarebbero state smentite dai fatti. Quanto vorrei aver avuto torto!
Invece si può calcolare che sia stato finora speso oltre mezzo miliardo di euro per "regalare" 170mila stagisti alle aziende e purtroppo anche agli enti pubblici italiani (in quanto l'indennità di 500 euro al mese, quantomeno nella prima fase di attuazione del programma, è stata quasi in tutte le Regioni pagata interamente dal programma Garanzia Giovani, senza co-finanziamento da parte dei soggetti ospitanti: e 3mila euro per 170mila stagisti fa 510 milioni), più qualche altro centinaio di milioni per i bonus all'assunzione, variabili da 1.500 a 6mila euro a seconda del grado di occupabilità del giovane. Un dispendio enorme di risorse, per un risultato tutto sommato modesto.
Un innegabile effetto positivo è però che circa 120mila giovani italiani hanno avuto una opportunità in più di fare uno stage extracurriculare, che probabilmente non avrebbero avuto se Garanzia Giovani non fosse esistita. Dunque, pur restando ferma la percentuale, in valori assoluti nel 2015 si sono realizzate 32mila assunzioni post stage in più rispetto al 2014, con una incidenza maggiore di contratti post stage a tempo indeterminato. Resta aperta la discussione: un tale dispendio di risorse non avrebbe dovuto avere come obiettivo anche quello di aumentare la propensione all'assunzione post stage?
Eleonora Voltolina
Community