Fair trade come opportunità di lavoro, ai giovani piace «fare la cosa giusta»

Valentina Navone

Valentina Navone

Scritto il 07 Apr 2012 in Notizie

Giovani imprenditori a caccia di nuove idee. La nona edizione di Fà la cosa giusta!, che dal 30 marzo al 1 aprile ha visto 700 espositori e migliaia di visitatori invadere gli spazi di Fieramilanocity, ha riconfermato questa fiera come il  riferimento italiano per «tutto ciò che viene consumato con il cervello» - definizione cara a Fausto Trucillo di Terre di mezzo, associazione organizzatrice dell’evento. A partecipare è da sempre un pubblico trasversale di cultura medio-alta, dai super esperti desiderosi di conoscere le ultime novità del consumo critico ai semplici curiosi. Tra venditori in coloratissimi abiti africani che propongono i libri e le riviste di Terre di mezzo e code per prendere l’acqua del rubinetto (vietato vendere bottigliette), si può assistere a un concerto etnico comodamente seduti su cassette della frutta riciclate o partecipare a presentazioni di libri - per esempio quella di Alice senza niente, romanzo di Pietro de Viola sulla precarietà giovanile. Trucillo, responsabile della sezione turismo, spiega che la tematica dell'occupazione dei giovani è fondamentale per Terre di mezzo ed è trasversale a tutte le attività della fiera, anche se non c’è una sezione dedicata.
Camminando attraverso le 11 sezioni (turismo consapevole – il tema speciale di quest’anno – e poi cibo, critical fashion, cosmesi, abitare green, mobilità sostenibile, bambini, commercio equo e solidale, pace e partecipazione, servizi per la sostenibilità e spazio narrativa), si nota come la manifestazione richiami sempre più aziende del sud Italia. E a settembre Palermo dovrebbe ospitare una nuova edizione dell’evento. Ci sono anche ditte straniere - dal Brasile, dall'Armenia, dalla Svizzera - e uno degli obiettivi dei prossimi anni è far conoscere sempre più Fà la cosa giusta! anche all’estero.
La realtà economica attuale pesa nel settore del consumo consapevole: «Questo non è un anno come gli altri»stage spiega Trucillo, «la crisi ha inciso sui produttori e sui consumatori. I numero di visitatori a occhio, senza numeri ufficiali, sembra simile alle precedenti edizioni. Ma hanno meno soldi da spendere quindi cercano soluzioni più economiche o più puntuali, investendo in un oggetto che duri nel tempo».
I giovani tra il pubblico sono molti, e secondo Trucillo costituiscono anche una fetta importante degli espositori: «Sono presenti soprattutto nell’agricoltura, che cerca di superare le difficoltà del momento eliminando gli intermediari, o nel critical fashion, dove usando elementi riciclati si può risparmiare sugli altissimi costi delle materie prime e allo stesso tempo fare qualcosa per l’ambiente». 
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Quando è nata, Fà la cosa giusta! era una festa: ora è l’espressione di un ambito economico» riassume Trucillo: «Espositori e visitatori vengono qui a cercare stimoli, che si trasformano in progetti imprenditoriali». Fiere come questa diventano quindi anche incubatori importanti per nuovi progetti, in un periodo nel quale i ragazzi più che trovare lavoro devono inventarselo.

Valentina Navone

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