Prende il via questa settimana la misura 2 del Piano giovani 2011/2013 che, con un milione di euro messo a disposizione dalla Regione Piemonte, intende sostenere le strutture che aiutano i giovani a fare impresa. Imprenditori per i giovani sul territorio: questo il nome dato al nuovo bando che dovrebbe permettere, grazie ai consigli di “esperti”, di dare avvio a iniziative imprenditoriali dal potenziale risultato positivo.
Il finanziamento però non è destinato direttamente ai giovani che in prima persona vorrebbero provare a creare un’attività, bensì agli intermediari: cioè gli incubatori piemontesi di imprese, Piemontech, le fondazioni promosse da enti locali e le associazioni no profit del territorio. Sono questi i beneficiari diretti della misura: la Regione li sosterrà economicamente affinché aiutino gli under 35, nel bando definiti «destinatari finali». Come? Con attività di scouting per individuare l’idea imprenditoriale e di primo accompagnamento delle imprese. Sia quelle già attive nel registro della Camera di Commercio, sia quelle imprese non ancora costituite alla data di presentazione della domanda - in quel caso all’impresa “incubatrice” basterà indicare i nomi delle persone fisiche responsabili della nuova attività imprenditoriale da sostenere.
L’importo iniziale di un milione di euro potrebbe poi anche aumentare «in relazione all’andamento delle richieste, soprattutto se, come speriamo, arriveranno numerose», come ha commentato l’assessore regionale allo sviluppo economico Massimo Giordano. L’intervento, però, ha alcuni punti critici. Le cifre innanzitutto non sono cumulabili con altre forme di finanziamento e permettono una copertura dei costi di scouting e di primo accompagnamento fino a un massimo di soli 10mila euro. Una somma estremamente contenuta che tra l'altro - è bene ricordarlo - non andrà direttamente agli aspiranti imprenditori, ma agli intermediari. Il bando prevede, poi, 2mila euro aggiuntivi nel caso di «perfezionamento dell’investimento», cioè nel caso di intervento ufficiale da parte degli investitori istituzionali una volta concluse le attività di scouting e di primo accompagnamento, con la messa in attività dell’iniziativa imprenditoriale proposta nella domanda. Ma anche in questo caso la cifra è molto bassa, quasi impercettibile per l’avvio di un’impresa. Tra l’altro, se nella domanda di sostegno finanziario non si indica l’obiettivo di perfezionamento dell’investimento, si rischia anche di non usufruire di quest'ultima tranche.
Per partecipare è necessario che gli intermediari vadano sul sito di Finpiemonte e compilino il modulo telematico. Prima di fare questo si può anche scaricare, sempre dal sito di Finpiemonte, il manuale di presentazione della domanda per avere un aiuto passo dopo passo nella compilazione dei documenti.
Una volta riempiti i moduli online è necessario stampare il file testo, firmarlo e spedirlo tramite raccomandata o corriere espresso alla Finpiemonte entro cinque giorni lavorativi dall’invio telematico. Le domande saranno esaminate in ordine cronologico di presentazione sulla base dei criteri di ricevibilità, ammissibilità e merito, sui tempi di consegna e sulla completezza della documentazione, sul possesso dei requisiti previsti e sul cronoprogramma di realizzazione dell’intervento compatibile con i termini fissati dal bando, sulla congruità e pertinenza dei costi dell’intervento. Una volta ricevuto il finanziamento, i beneficiari hanno l’obbligo di concludere il progetto nei tempi previsti dal bando, di comunicare eventuali variazioni rispetto all’intervento approvato, di fornire le informazioni necessarie per il monitoraggio finanziario, fisico e procedurale e di consentire i controlli e le ispezioni che Finpiemonte può effettuare per verificare lo stato di attuazione, il rispetto degli obblighi previsti dalla normativa e la veridicità delle dichiarazioni rilasciate.
La misura Imprenditori per i giovani sul territorio rientra tra le dieci idee del Piano Giovani approvate dalla Regione nel luglio 2011 con l’obiettivo di combattere la disoccupazione giovanile e aumentare le opportunità lavorative e formative: il Piemonte, infatti, è tra le regioni maggiormente industrializzate quella che più ha subito l’aumento della disoccupazione giovanile passata, secondo dati Istat, dal 15% del 2008 al 24% del 2009. Proprio per far fronte a questi numeri allarmanti, a luglio del 2011 il presidente Roberto Cota [nella foto] ha presentato il Piano Giovani che con uno stanziamento iniziale di undici milioni, attraverso lo sviluppo di dieci punti fondamentali, intende favorire un «nuovo patto generazionale» con l’obiettivo di «difendere i diritti di chi non ha nessun diritto». Lo scopo, annunciato da Cota a luglio, è quello di «contrastare la disoccupazione giovanile, perché per un giovane non avere lavoro vuol dire non programmare il futuro e questo semina incertezza e disagio in tutte le famiglie».
Per ora però, a quasi un anno di distanza dall'annuncio, dei dieci punti del Piano giovani è stata approvata solamente - a metà dicembre - l’attribuzione delle risorse alle province per l’attivazione di tirocini formativi e di orientamento. Quasi 400mila euro a favore delle province per favorire l’occupabilità dei giovani neodiplomati e neolaureati attraverso l’attivazione di tirocini formativi e di orientamento. Il 50% delle risorse saranno attribuite alle province, come acconto, dopo la presentazione di un programma di attività e spesa, mentre la cifra a saldo arriverà dopo la presentazione del rapporto conclusivo delle attività e del rendiconto contabile. A breve poi - il bando dovrebbe uscire il 2 aprile - partirà la misura Incubatori non tecnologici, un sostegno finanziario per iniziative imprenditoriali giovanili a basso contenuto tecnologico.
Da ieri intanto è attiva l'azione Imprenditori per i giovani sul territorio: peccato che la Regione non abbia direttamente coinvolto i suoi cittadini under 35 realizzando un piano che facesse riferimento a loro, senza passare attraverso terze persone.
Marianna Lepore
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