Dare vita a una politica più «giovane» non solo in Parlamento, ma anche nelle aule dei consigli regionali. I prossimi 24 e 25 febbraio, insieme alle elezioni politiche, si vota per eleggere il governatore e i consigli regionali di Lombardia, Lazio e Molise. Nel Lazio sono ben 13 i candidati alla carica di presidente e quasi 700 gli aspiranti consiglieri per 50 posti, eletti per l’80% con il sistema proporzionale e per il restante 20% con il maggioritario.
Ma quanti sono tra questi i candidati under 35? La Repubblica degli Stagisti è andata a «spulciare» le liste principali, per vedere se e in che misura i giovani hanno speranza di essere rappresentati dai propri coetanei in consiglio regionale per i prossimi cinque anni. A supportare la candidatura di Nicola Zingaretti (47 anni) sono sei liste: oltre al suo listino, quella del Partito Democratico la Lista Civica Zingaretti, Sinistra Ecologia e Libertà, Centro Democratico e Partito Socialista Italiano. Nei primi tre casi la rappresentanza under 35 è piuttosto scarsa: solo tre su 40 i candidati nati dopo il 1978. Si tratta di Gabriella Federici, classe 1982, attuale vice sindaco di Rocca di Cave, provincia di Roma; Simone Lupi, quasi trentaquattrenne (è nato il 26 febbraio del 1979), sindaco del Comune di Ciampino, e Daniele Ognibene, 32 anni a luglio, attuale assessore con deleghe alla cultura, ambiente, gestione rifiuti e politiche giovanili del Comune di Velletri, in provincia di Roma. Candidati, che, nonostante la giovane età, vantano già ruoli di spicco nelle istituzioni locali.
Per la lista di Sel la proporzione è di cinque a 29. I nomi sono quelli di Giorgia Bordoni, trentenne, ricercatrice all’università La Sapienza di Roma; Chiara Bussone, classe 1986, delegata Fp Cgil e addetta della Croce Rossa; Marco Furfaro, del 1980, laureato in Economia, già portavoce regionale del Lazio di Sel e, successivamente, responsabile nazionale politiche giovanili e movimenti; Veronica Hamed, la più giovane, appena 23 anni, e Maurizia Onori, ricercatrice nel campo dei beni culturali, classe 1980. Furfaro è, tra l'altro, il primo tra i candidati laziali ad aver sottoscritto il Patto per lo stage con la Repubblica degli Stagisti. Una scelta motivata dalla necessità di «voler dare a una generazione l’opportunità di vivere un’esperienza formativa, rimborsata e tutelata che tanti come me non hanno potuto fare».
Una coalizione formata da dieci liste appoggia, invece, la candidatura di Francesco Storace, 54 anni (listino, Popolo della Libertà, La Destra, Mir, Movimento cittadini e lavoratori, Fratelli d’Italia, Cristiano Popolari, Grande Sud, Lista civica Storace, Per il Lazio). E, neppure in questo caso, sembra esserci qualche prospettiva di ricambio generazionale. Scorrendo la lista dei candidati del PdL, ad esempio, l’unico under 35 su 29 candidati in corsa per una poltrona è Luca Gramazio, classe 1980, attuale capogruppo del partito in consiglio comunale.
Dando un’occhiata ai dati anagrafici degli altri candidati alla presidenza della regione, le notizie che arrivano non sono proprio confortanti. Davide Barillari, candidato del Movimento Cinque Stelle, 38 anni, è uno dei pochi a portare la media verso il basso. L’avvocato Giulia Bongiorno, ad esempio, che si candida con l’appoggio di un listino, di una lista civica e di partiti e movimenti centristi, ha 47 anni; Alessandra Baldassarri, imprenditrice, candidata per il movimento Fare per fermare il declino, che porta la firma di Oscar Giannino, è del 1960. Si tratta, tra l’altro, delle uniche due donne candidate alla Regione. Per il resto, solo uomini e nessun under 35: Luca Romagnoli, classe 1961, candidato per Fiamma Tricolore; Roberto Fiore, 44, è candidato per Forza Nuova; Giuseppe Rossodivita, 44 anni, è sostenuto da Aministia, giustizia e libertà; il giornalista Sandro Rutolo, 58 anni, si candida con il movimento Rivoluzione Civile. Chiudono la lista Simone di Stefano, 36 anni, di Casapound; Luigi Sorge, del Partito Comunista dei Lavoratori, Francesco Pasquali, di Ragione Lazio e Pino Strano, della Rete dei cittadini.
Insomma, anche questa volta sembra si stia perdendo un’occasione per abbassare l’età media dei nostri rappresentanti nella vita pubblica. Serve, però, ricordare che questi candidati giovani hanno ovviamente delle chance, se si decidesse di esprimere per loro la propria preferenza, dal momento che per le elezioni del consiglio regionale è ancora possibile. La speranza è che almeno in Parlamento le cose vadano diversamente e si possa iniziare concretamente a parlare di una partecipazione attiva in politica da parte dei giovani.
Chiara Del Priore
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