Il 29 e 30 dicembre scorsi più di un milione di elettori in tutta Italia ha votato per gli oltre 900 candidati alle primarie parlamentari del Pd. Ciascuno poteva esprimere fino a un massimo di due preferenze differenti per genere: il risultato è stato un trionfo delle giovani donne. Miriam Cominelli, Anna Ascani e Sabrina Capozzolo sono tra le candidate under 32 più votate dal centrosinistra.
La riscossa precaria passa per il rinnovamento consapevole. In Lombardia Miriam Cominelli, 31 anni, ingegnere precario, con i suoi 6.423 voti ha battuto tutti, perfino un emergente del partito a livello nazionale come Pippo Civati. E ha staccato di 1800 voti Paolo Corsini, deputato e ex sindaco di Brescia. Non si tratta di un risultato da poco in una regione che, secondo i dati della Ragioneria di Stato, sarebbe quella con il numero più alto di lavoratori del settore pubblico, oltre 406 mila dipendenti dei 3,2 milioni totali nel 2011. La Cominelli, originaria di Nuvolera in provincia di Brescia, è laureata in ingegneria edile architettura, ha fatto l'Erasmus alla scuola superiore della Villette a Parigi, e fino al giorno prima del risultato elettorale lavorava in uno studio di urbanistica a Brescia per 500 euro al mese. A 31 anni Miriam Cominelli si considera ancora giovane, ma al limite: «In Italia l'età di coloro che sono considerati giovani è molto alta. Siamo un popolo vecchio rispetto al resto dell'Europa, soprattutto nell'espressione delle cariche istituzionali». Un po' per scherzo e un po' sul serio fa notare che Bersani è il più giovane dei candidati alla Presidenza del Consiglio e ha comunque la sua bella età. Ma alla domanda se si consideri una rottamatrice, risponde: «No affatto, ho sostenuto Bersani alle primarie. Rendo atto a Renzi di aver saputo esprimere un pensiero comune alla base del partito e non solo. Però io sono per il rinnovamento consapevole». Se dovesse arrivare a Montecitorio dice che la sua attenzione sarebbe rivolta soprattutto alle politiche giovanili con un occhio di riguardo per l'Europa. È critica sulla riforma Fornero: «Si sarebbe potuto fare molto di più», dice, «Si è puntato sull'apprendistato ma non sono state sfoltite le tipologie di contratti a tempo determinato. E poi bisognerebbe aumentare le tutele per la partita Iva: è molto usata dalle professioni come la mia ed è tutta a carico del lavoratore. Credo che intesa in questo modo sia un modo come un altro per sfruttare il lavoro non garantito». Infine sulle politiche per il lavoro femminile e il welfare la Cominelli è convinta che occorrano provvedimenti che diano più tempo alle donne in modo che siano libere di scegliere in cosa spenderlo: nella carriera lavorativa, nell'impegno nel sociale o nella politica. «Se si incentivasse il lavoro femminile girerebbe meglio tutta l'economia, si creerebbero nuovi servizi di cui usufruirebbero non solo le donne. Sarebbe un riscatto civile e non solo femminile».
Insegnante per vocazione, in politica per servizio. Con i suoi 25 anni e 5.463 voti guadagnati alle primarie, Anna Ascani è candidata PD alla Camera in Umbria. Nell'ottobre scorso ha vinto il Tfa per l'abilitazione all'insegnamento, tra poco inizierà il tirocinio in attesa dei «famosi concorsoni previsti dal ministro Profumo» come li chiama lei. Il suo sogno è quello di fare l'insegnante di Storia e Filosofia e dice di vedere la politica solo come un impegno a tempo determinato, «un vero e proprio servizio». È convinta che quando si compiono i 30 anni una strada nella vita bisognerebbe averla presa. Ma poi specifica: «Anche se, per considerarsi davvero adulti e indipendenti, servirebbe una normativa sul lavoro un po' diversa da quella che c'è in Italia. A 25 anni io ho già cambiato tre mestieri, spero di farne un quarto che sia poi quello della vita. Ma le statistiche dicono che la mia generazione arriverà a cambiarne 15 o 16». Se dovesse arrivare a Montecitorio il lavoro giovanile sarebbe la sua priorità assoluta, a partire dalla formazione, «per evitare la fuga di competenze ed energie dall'Italia», fino alla regolamentazione dell'apprendistato, degli stage e dei tirocinî: «Ho fatto uno stage in passato in un'azienda metalmeccanica della mia zona, la Solfer. Avevo vinto un bando dei sistemi informativi confindustria Umbria mentre facevo l'università e ho così ho avuto accesso a uno dei pochi stage rimborsati. Dovrebbe essere la norma e invece in Italia mi devo considerare una privilegiata. Non dovrebbe andare così». Ecco cosa proporrebbe per cambiare le cose: «Servirebbero sistemi incentivanti per le imprese perché i ragazzi che si sono formati all'interno di un'azienda possano essere trattenuti grazie ad agevolazioni fiscali e alleggerimenti dei contributi. Bisognerebbe mettere l'imprenditore nelle condizioni di non coinvolgere in stage 10 o 15 ragazzi ogni 5 anni per poi cambiarli andando avanti nel tempo, ma, piuttosto, stabilizzare le competenze che si formano in azienda e che è bene che restino al suo interno». Sulla riforma Fornero la Ascani è più critica ancora della Cominelli non solo sui punti che riguardano l'introduzione nel mondo del lavoro ma anche sulle politiche attive per promuovere il lavoro femminile: «La legge Fornero stabilisce un giorno obbligatorio di congedo di paternità. È quasi ridicolo. Se vogliamo pensare di mettere sullo stesso piano i diritti e doveri della madre e del padre dobbiamo pensare a dei congedi che siano più seri da questo punto di vista, proprio per consentire alle donne di conciliare lavoro e famiglia». Come la Cominelli invece è favorevole sia ai matrimoni omosessuali che all'affido dei bambini alle coppie gay.
D'accordo sui matrimoni. Meno sui minori alle coppie omosessuali. Su quest'ultimo punto la pensa diversamente Sabrina Capozzolo, che con i suoi 5.251 voti è la più giovane candidata alla Camera dei deputati per il Partito democratico in Campania. Ha 26 anni ed è laureata in Scienze Cognitive a Messina. Proprio sulla base dei suoi studi la Capozzolo si dice meno favorevole all'affido del minore alle coppie omosessuali, perché è convinta che «un bambino abbia bisogno di due figure sessualmente definite per crescere in equilibrio». Ammette di non cercare nella politica un posto di lavoro e di non volere abbandonare i suoi obiettivi di studio e ricerca in università. «Per me la politica è e resta una passione». La Capozzolo aveva già in programma un percorso politico alle prossime amministrative del comune di Agropoli. «Poi», spiega, «si sono venute a creare una serie di circostanze tra cui la doppia votazione uomo donna. Così si è aperta per il mio territorio la possibilità di arrivare in Parlamento. La mia candidatura è stata una scelta locale appoggiata anche dal sindaco di Agropoli, che ha puntato su di me». Anche per Sabrina Capozzolo l'occupazione giovanile è una delle priorità da portare in Parlamento. «Il problema è anzitutto la mancanza di offerta per i giovani». Continuare a far spendere soldi, anni ed energie alle persone senza poi offrire loro qualcosa alla fine del percorso formativo non è solo un dispendio di energie e di capacità umane ma anche uno spreco in termini economici: «Bisognerebbe lavorare molto sulla ricerca e il passaggio da università e impresa». La Capozzolo insiste anche sul contrasto tra flessibilità e specializzazione: per cui ai giovani viene chiesto di specializzarsi ma poi non si prevede un lavoro adeguato alle competenze da loro acquisite. Per quanto riguarda il lavoro femminile rimanda la questione legislativa a quella culturale: «Non sono in grado di rispondere nello specifico perché si tratta anzitutto di un problema culturale e cambiare la mentalità è forse uno dei risultati più difficili da raggiungere».
Sofia Lorefice
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