I giornalisti precari di tutta Italia si riuniscono oggi e domani a Firenze per parlare dei problemi della professione, a partire da quello più impellente e vergognoso: le retribuzioni al di sotto della soglia della dignità.
Due giorni organizzati dall'Ordine e dal sindacato dei giornalisti, al Teatro Odeon, per mettere sotto i riflettori una situazione troppo spesso taciuta: con il risultato paradossale che in questi ultimi anni molti articoli, inchieste, trasmissioni televisive, reportage che hanno avuto come tema lo scandalo del precariato e del lavoro gratuito sono stati scritti, girati, montati, realizzati da giornalisti precari e sottopagati.
Un primo segnale era già arrivato nel 2010 con la ricerca "Smascheriamo gli editori", condotta dall'allora segretario - oggi presidente - dell'Odg Enzo Iacopino, da cui era emerso che perfino le grandi testate pagavano i collaboratori esterni pochi spiccioli, fino a soli tre-quattro euro ad articolo. Per non parlare delle testate online, con compensi infimi e per giunta legati al numero di "clic". In particolare venerdì mattina è prevista una taola rotonda dal titolo «Cinquanta centesimi a pezzo: è dignità?» in cui si confronteranno il presidente della Fieg Carlo Malinconico, il deputato Enzo Carra relatore del disegno di legge sull'equo compenso giornalistico e il segretario della Fnsi Franco Siddi, con il segretario dell'Odg Giancarlo Ghirra come moderatore.
Perché questi due giorni fiorentini non restino fini a se stessi ma lascino il segno, è già pronta una bozza di Carta deontologica, subito battezzata Carta di Firenze, che verrà discussa e approvata tra oggi e domani. Vi si legge che «corrispondere un compenso inadeguato è in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione ed è lesivo non solo della dignità professionale ma anche della qualità e dell’indipendenza dell’informazione, essenza del ruolo sociale del giornalista», impegnando i Consigli Regionali dell'Ordine dei Giornalisti ad adottare e rendere pubblici «criteri e parametri di riferimento che tengano conto anche del mercato del lavoro su base territoriale». Cioè un nuovo Tariffario, con la speranza che stavolta venga rispettato.
La Carta sposta però anche parte della responsabilità sui singoli, che non devono rendersi complici del sistema: «Gli iscritti all’Ordine sono tenuti a non accettare corrispettivi inadeguati o indecorosi per il lavoro giornalistico prestato». Insomma, se qualcuno ti propone quattro euro per un articolo e tu accetti, il problema è lui che ti sottopaga ma sei anche tu che non pretendi un trattamento economico adeguato.
Un aspetto interessante della Carta è il tentativo di abbattere la divisione tra insiders e outsiders, creando un terreno comune di solidarietà in cui i giornalisti che hanno la fortuna di avere un contratto e di lavorare stabilmente in una redazione diventino alleati dei precari. A questo proposito tutti quelli che rivestono ruoli di coordinamento del lavoro giornalistico, a cominciare dai caporedattori e dai membri dei comitati di redazione, vengono chiamati a «non impiegare quei colleghi le cui condizioni lavorative prevedano compensi inadeguati», a garantire «che i lavoratori abbiano giorno di riposo, ferie, orari di lavoro compatibili con i contratti di riferimento della categoria», e ancora a «impegnarsi affinché il lavoro commissionato sia retribuito anche se non pubblicato o trasmesso».
Per evitare infine che la bella dichiarazione d'intenti non trovi poi applicazione pratica la Carta prevede che l’Ordine dei Giornalisti e la Fnsi promuovano «la costituzione di un “Osservatorio permanente per lo studio delle condizioni professionali dei giornalisti” legato alle presenti e future dinamiche dell’informazione, anche in rapporto alle innovazioni tecnologiche» che avrà tra le altre cose il compito esplicito di «segnalare quelle condizioni di sfruttamento della professione che ledano la dignità e la credibilità dei giornalisti, anche nei confronti dell’opinione pubblica».
Andando così a sanare una contraddizione non più tollerabile: e cioè che sui giornali si parli di precariato a 359 gradi, si denunci che gli artisti e i ricercatori e gli operatori dei call center lavorino per pochi euro e in condizioni di precarietà estrema, e si taccia sulla situazione di decine di migliaia di giornalisti che svolgono la professione a condizioni anticostituzionali.
Eleonora Voltolina
La diretta video del convegno
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