Più di 13 milioni di euro destinati agli enti per il diritto allo studio della regione Campania che non sono mai stati utilizzati per la loro finalità - cioè appunto erogare borse di studio - lasciando a secco tra i 12 e i 13mila studenti: da queste cifre è partita la battaglia dell’Unione degli universitari per sapere che fine avessero fatto quei soldi e obbligare la Regione a darli ai legittimi destinatari. «Abbiamo chiesto più volte spiegazioni» racconta alla Repubblica degli Stagisti Gianluca Scuccimarra, (nella foto) coordinatore nazionale dell’Udu «ma dalla Regione hanno sempre tentato di negare, salvo nelle ultime dichiarazioni dell’assessore regionale che ha detto esplicitamente che questi soldi mancavano ma stavano arrivando. Ad oggi però non se ne ha ancora notizia e in ogni caso sarebbero dovuti arrivare un anno e mezzo fa».
In effetti la regione Campania, attraverso un comunicato dell’assessore all’istruzione Caterina Miraglia, ha precisato che la parziale «erogazione delle borse di studio per l’anno accademico 2012/2013, è derivata dalla modifica dell’importo della tassa così come disposta con il decreto legislativo 68/2012 che ha innalzato l’importo da 62 a 140 euro. L’assegnazione delle risorse» continua il comunicato «è stata invece effettuata moltiplicando la popolazione studentesca dell’anno accademico 2011-12 per il precedente importo di 62 euro, così come iscritto in bilancio». Il motivo sarebbe dovuto al fatto che non è stato possibile effettuare una variazione di bilancio ma, sempre nella nota del 12 marzo, si precisa che si stanno concludendo le operazioni di verifica per permettere l’assegnazione alle Adisu delle somme dovute e l’immediata erogazione.
Nel frattempo, però, l’Udu Campania ha depositato a inizio aprile un esposto alla Corte dei conti per chiedere spiegazioni e capire per cosa quei soldi, vincolati alle borse di studio, siano stati invece utilizzati. «Non è un ricorso amministrativo ma una denuncia su cui si svilupperanno delle indagini» precisa Scuccimarra «quindi prima di un mese è difficile che esca fuori qualcosa».
La Repubblica degli Stagisti ha contattato Michele Bonetti, legale dell’Udu, per avere qualche informazione in più sui tempi: il legale ha confermato che bisognerà aspettare cinque-sei mesi prima di avere una decisione della Corte. Considerando già i due anni di attesa trascorsi, però, non si tratta di un'attesa così lunga e l’Unione studenti universitari dalla sua ha il buon risultato ottenuto in Piemonte, altra regione in cui i fondi destinati per il diritto allo studio – in questo caso per l’anno accademico 2011/12 - erano stati impropriamente usati per altro. Anche in quel caso l’Udu aveva fatto ricorso al Tar per capire che fine avessero fatto i due milioni di euro. E alla fine ha vinto. «C’è voluto un anno per avere una sentenza del Tar, più un altro anno circa perché la Regione cominciasse a erogare le borse di studio. A partire dal 16 marzo 2014, però, sono state distribuite le borse ai destinatari», conferma con soddisfazione Scuccimarra, aggiungendo che per fortuna le uniche regioni ad aver «fatto questo gioco» sono solo Piemonte e Campania - quantomeno per quanto risulta all’Udu al momento attuale.
La scoperta dei soldi mancanti in Campania è stata fatta analizzando bene i dati «del ministero dell’istruzione che ogni anno pubblica i finanziamenti che le regioni mettono sul diritto allo studio» spiega ancora il coordinatore nazionale Udu. «Leggendoli, anche grazie alla presenza di alcuni ragazzi nei consigli di amministrazione degli enti per il diritto allo studio, ci siamo accorti che mancavano dei soldi dai fondi che di solito dovrebbero incamerare le università sulle tasse regionali. È facile calcolare l’ammontare complessivo perché ogni studente, tranne i borsisti, le paga. Così, facendo il calcolo tra quello che doveva essere l’ammontare e quanto invece è stato erogato in borse di studio ci siamo accorti di questo ammanco». Un taglio alle borse di studio che era ancora più difficile da giustificare visto che proprio il decreto legislativo 68, di cui parla l’assessore Miraglia nel suo comunicato, imponeva «di aumentare del 125% la tassa regionale per il diritto allo studio che però deve essere dedicata direttamente per l’erogazione delle borse: ci sono già sentenze del Tar a confermarlo», ricorda Scuccimarra.
La decisione del tribunale amministrativo è quindi molto attesa: secondo dati ministeriali, infatti, la copertura delle borse di studio nell’anno accademico 2012/13 è stata del 27% per gli studenti campani idonei, ma «se le borse fossero state erogate con i fondi ad esse destinati, saremmo arrivati a una copertura di oltre il 70%». Cifre importanti, soprattutto in tempi di crisi in cui sostenere tutte le spese connesse all'iscrizione di un corso di laurea, è diventato sempre più difficile per molte famiglie italiane. Ed è proprio su questo fronte che si indirizzano le richieste dell’Unione degli universitari al nuovo governo Renzi: «Chiediamo di cominciare a rimpinguare il fondo per il diritto allo studio. Mancano in totale 150 milioni di euro per poter coprire tutte le borse. È un investimento minimo rispetto a quelli che sono i bilanci del ministero dell’istruzione. E con quei 150 milioni noi riusciremmo a dare una borsa di studio a tutti coloro che ne hanno diritto».
Marianna Lepore
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