Prestiti d’onore, bassissimi anche nel 2013 i finanziamenti agli studenti

Chiara Del Priore

Chiara Del Priore

Scritto il 03 Feb 2014 in Approfondimenti

diritto allo studio università e lavoro

Negli ultimi tempi il governo sta muovendo alcuni passi in avanti sul fronte diritto allo studio. Lo scorso novembre dal ministero dell’Istruzione è stato annunciato lo stanziamento di 100 milioni di euro per incrementare il fondo per le borse di studio a universitari a partire dal 2014. La legge di stabilità ha aggiunto a queste risorse altri 50 milioni di euro.

stage lavoroUn contributo importante, in un momento in cui studiare sta diventando sempre più un lusso, sia per chi vive con mamma e papà, ma soprattutto per i fuori sede. Da Federconsumatori è arrivato a ottobre l’allarme: le tasse universitarie annuali sono cresciute mediamente del 3% rispetto all’anno accademico 2012/2013, soprattutto nelle regioni del nord, dove pagarsi gli studi costa in media circa 748 euro l’anno.

In passato la Repubblica degli Stagisti aveva approfondito il tema dei prestiti d’onore, ossia i finanziamenti che i le banche possono concedere, in collaborazione con i singoli atenei, ai propri studenti per coprire i costi di un corso di laurea o di un master. Prestiti da estinguere successivamente con tempistiche variabili a seconda del reddito percepito. Uno strumento che non ha però riscosso particolare successo: nel 2012 sono stati concessi in media 660 prestiti l’anno, su una popolazione universitaria che secondo i dati ufficiali del Miur ammonta a un milione e 800mila iscritti.

Con l’obiettivo di incrementare il ricorso a questo tipo di finanziamento negli ultimi anni sono stati lanciati una serie di accordi tra atenei e istituti di credito. Ma come vanno le cose oggi? Attualmente non esiste un ente o una banca dati che raccoglie e monitora in modo sistematico i prestiti d'onore erogati, ma è possibile trovare informazioni sulle attività specifiche in tal senso di ciascuna banca.

Nell’agosto del 2011 è ripartito il Fondo per il credito destinato ai giovani, sequel del progetto «Diamogli credito», poi diventato «Diamogli futuro», promosso dall’allora ministero della Gioventù, che prevedeva lo stanziamento di 33 milioni di euro per tre anni per il diritto allo studio. A distanza di poco più di due anni, i finanziamenti erogati sono complessivamente 795 (poco meno di 400 l’anno), per un ammontare di 7,56 milioni di euro, a fronte di 1756 richieste pervenute. Dato, quest’ultimo, da non sottovalutare: significa infatti che più della metà delle domande di finanziamento non hanno ottenuto esito positivo e, di conseguenza, in molti non hanno potuto beneficiare dei contributi. A dicembre 2011 la Regione Toscana ha previsto fino al 30 aprile 2015 l’attivazione di prestiti d’onore (fino a un massimo di 50mila euro) indirizzati a laureati di età compresa tra 22 e 35 anni, residenti o domiciliati in Toscana da almeno due anni, per lo svolgimento di percorsi di alta formazione e specializzazione in Italia e all’estero. Dal lancio del progetto fino alla fine dello scorso anno sono stati erogati 54 prestiti d’onore per un totale di poco più di un milione di euro, con singoli importi variabili tra i cinquemila e i 50mila euro. Beneficiari giovani di età compresa tra i 23 e i 33 anni.

Nel 2012 l’
università di Venezia ha stipulato un accordo con due istituti di credito che nell’anno accademico 2012/2013 ha permesso a 63 studenti meritevoli (iscritti a corsi di laurea triennali, magistrali e master) con ridotte capacità economiche di ottenere prestiti fino a massimo di 5mila euro l’anno.

Il progetto avviato dall’
università di Urbino in collaborazione con Banca Marche si chiama Magna Charta e prevede, invece, la concessione di prestiti d’onore a studenti di corsi di laurea triennali e specialistici, master, lauree a ciclo unico e corsi di specializzazione. Gli importi variano tra i 6 e i 12mila euro, per un periodo massimo di erogazione di tre anni. Prestito da rimborsare entro cinque anni dalla conclusione degli studi. Nel 2012 sono stati 66 i finanziamenti complessivi concessi, per un importo complessivo di 330mila euro. Una cifra in calo lo scorso anno: a dicembre 2013 erano 48 i prestiti erogati, con un valore complessivo di 135mila euro.

A occhio e croce, quindi, i dati relativi all’anno appena concluso non sembrano discostarsi molto da quelli del 2012. Se non è un fallimento, poco ci manca. Dove si possono ricercare le ragioni? La Repubblica degli Stagisti lo ha chiesto a Daniele Terlizzese, dirigente della Banca d'Italia e autore, insieme ad Andrea Ichino, del libro 
«Facoltà di scelta. L'università salvata dagli studenti», sul tema del diritto allo studio. «I prestiti d'onore erogati finora sono indubbiamente molto pochi. E credo che il dato sia ancora più deludente se si misura l'ammontare complessivo prestato, rapportandolo al costo che gli studenti devono sostenere, invece che il semplice numero di prestiti. Un problema serio dei prestiti d'onore è il fatto che essi sono strutturati come un prestito tradizionale: l'ammontare della rata di rimborso è fissato a priori, senza tenere conto degli eventuali guadagni futuri dello studente. Non mi sorprende allora che, di fronte al rischio di una bancarotta individuale, molti ragazzi si ritraggano».

Nel libro scritto con Andrea Ichino Terlizzese fa una proposta che ricalca l'esperienza di paesi come Australia, Canada e Inghilterra, ossia rendere il rimborso del prestito proporzionale al reddito
: «La nostra proposta prevede che il rimborso sia pari al 10 per cento del reddito superiore ai 15mila euro annui. Questo rende l'onere del rimborso molto più accettabile, perché lo sposta nei periodi della vita in cui si guadagna di più, e in cui è meno penoso privarsi di una parte del reddito. Naturalmente, il prestito va rimborsato: quindi bisogna compensare la variabilità della data, che si adatta al rimborso, con la durata del periodo di rimborso, che si allunga quanto meno si paga. Ma nel complesso questa modalità mi sembra molto più accettabile e attraente per uno studente che è molto incerto su quanto guadagnerà».

Ma purtroppo oggi non sembra muoversi molto su questo fronte: «Mi sembra che i 50 milioni stanziati dalla legge di stabilità per il diritto allo studio riguardino esclusivamente le borse di studio. Sul tema prestiti d'onore non c'è nulla. Nel 2011 è stata istituita la Fondazione per il merito, con l'obiettivo di sostenere la formazione dei giovani attraverso un sistema di prestiti e borse di studio per gli studenti più meritevoli. Leggendo i documenti costitutivi di questa fondazione, ho trovato varie proposte condivisibili, che andavano nella direzione da me tratteggiata prima. Ho l'impressione, però, che si tratti di intenzioni rimaste sulla carta. Non mi sembra che in concreto sia stato fatto granché».

Chiara Del Priore


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