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Francia, stagisti retribuiti almeno 400 euro al mese: da oggi anche negli enti pubblici

15 anni, 6 mesi fa di Eleonora Voltolina

Link all'articolo originale: Francia, stagisti retribuiti almeno 400 euro al mese: da oggi anche negli enti pubblici Ancora passi avanti, in Francia, per la tutela degli stagisti. Già nel 2006 un accordo siglato da governo, imprenditori, sindacati, enti di formazione e associazioni studentesche - i cui contenuti erano stati ripresi in una legge e poi, nel 2008, in un decreto attuativo - aveva stabilito che, a partire dal quarto mese di tirocinio, scattasse il dovere di erogare una retribuzione mensile pari ad almeno un terzo del salario minimo garantito (lo SMIC, più o meno 1300 euro al …

stecrimi

15 anni, 6 mesi fa

Cara Eleonora, non credo che con degli obblighi di legge (e la retribuzione minima rientra in questa categoria) la situazione per gli stagisti possa migliorare. Anzi, sono in realtà convinto del contrario, e ti spiego perché. Oggi gli stage possono dividersi grossomodo in due categorie: quelli fatti da aziende che hanno posizioni aperte, che sono alla ricerca di un candidato da inserire e - sfruttando le maglie offerte dallo Stato - iniziano con uno stage, e quelli fatti da aziende che non hanno posizioni aperte, e che quindi vedono nello stage una opportunità di avere un persona che svolga una attività sostanzialmente in forma gratuita. Nel primo caso, proprio perché lo scopo dell'azienda è quello di cercare una persona da tenere, le condizioni proposte sono in genere "umane", ed includono anche un contributo spesso anche superiore ai 400€ individuati in Francia. Nel secondo caso, invece, siamo di fronte ad aziende che non hanno nessuna intenzione (a priori almeno) di tenere la persona, e quindi pensano ad una sola cosa: pagarla il meno possibile (eventualmente 0) e farle fare dei lavori semplici, per i quali non sia necessaria alcuna formazione specifica (così da renderla autonoma in pochissimo tempo). Un contributo minimo fissato per legge, a mio avviso, avrebbe questo effetto: per le aziende del primo tipo, livellerebbe verso il basso i contributi erogati (se lo Stato dice che bastano 400€... perché offrirne 500?), per quelle del secondo tipo semplicemente farebbe optare per non prendere lo stagista: meglio un po' di straordinario non pagato dei dipendenti già in organico (è un costume abbastanza diffuso, non ti pare?). Risultato? Gli stagisti della categoria A (che comunque sono e restano dei "privilegiati") percepiranno probabilmente di meno, mentre quelli della categoria B semplicemente smetteranno di fare stage. Vorrei soffermarmi su questo secondo punto: qualcuno potrebbe pensare che - visto che lo stage non era finalizzato ad una assunzione - allora meglio non averlo fatto! Non sono d'accordo, per due motivi: il primo è che una esperienza di stage, ancorché in un ruolo poco qualificato e con la certezza di essere mandato a casa alla fine, è pur sempre una esperienza professionale e umana importante e che può comunque essere poi rivenduta in seguito ad altre azienda. La seconda è che esistono casi, e sono probabilmente più di quelli che uno penserebbe, nei quali anche aziende che non prevedevano di assumere lo stagista hanno finito per offrirgli qualcosa alla fine del tirocinio, vuoi perché una persona è andata via, vuoi perché lo stagista si è dimostrato così in gamba da fare cambiare idea all'azienda, sono tante le persone che grazie ad uno stage "senza prospettive" hanno poi ottenuto un lavoro...

Est modus in rebus. Per quanto riguarda gli stage, aggiungere regole restrittive non credo che vada nella giusta direzione.

Una nota per Giancarlo: non credere che lavorare (e vivere) all'estero sia facile, perché ha un costo sociale elevatissimo, da pagare sotto forma di nostalgia e qualità della vita in generale più bassa (a parte i problemi della lingua, che non sempre si risolvono in tempi brevi, resta il fatto che usanze e costumi diversi pesano eccome: chi li nega probabilmente non ha mai vissuto all'estero...). Io ho lavorato un anno in Belgio nel 2000 e lo ricordo come una esperienza umana non positiva...

Giancarlo

15 anni, 6 mesi fa

E' incredibile quanto uno abbia l'impressione di vivere nel terzo mondo quando si affaccia al mercato europeo "normale": Francia, salario minimo a 1300 €, stagisti retribuiti per legge, Svizzera non ne parliamo, ecc... ma io perché rimango qua?

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