Safari Job, luci e ombre dei tirocini riservati ai figli dei dipendenti pubblici
10 anni, 12 mesi fa di Ilaria Mariotti
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Sono stati presentati a fine ottobre i risultati del primo – e per ora unico – progetto Safari Job, realizzato nel 2011-2012: un programma di 400 tirocini all'estero di quattro o sei mesi finanziati dall'ex Inpdap, ora Gestione dipendenti pubblici dell'Inps, che ha coinvolto circa 300 figli di lavoratori statali. Requisiti: un diploma o una laurea con un buon voto, lo stato di disoccupazione, l'età inferiore ai 32 anni e un reddito che non superasse i 32mila euro. I dati …
Brando
10 anni, 11 mesi fa
Anch'io ho svolto un tirocinio SafariJob ed è stato molto positivo, sia dal punto di vista di crescita personale, sia in quello professionale! Anch'io ho avuto problemi iniziali con la lingua (nonostante credessi di conoscere abbastanza bene l'inglese): un conto è saperla in Italia, un conto è lavorare in un contesto culturale e linguistico diverso. Per ovviare a questo problema e non scoraggiarmi (il corso di lingua iniziale mi ha aiutato, ma non poteva certo darmi la fluidità e conoscenza perfetta - oltre al fatto, mio errore! - di aver passato molto tempo con i ragazzi del mio gruppo durante il primo mese, parlando quindi molto italiano invece che esercitarmi con l'inglese...), dall'inizio del mio tirocinio ho studiato inglese la sera (sopratutto la terminologia tecnica ed i modi di dire) e dopo 1 mese le mie mansioni in azienda sono cominciate a diventare sempre più interessanti e coinvolgenti.
Durante i 6 mesi del tirocinio ho incontrato anche altri ragazzi italiani, all'estero da soli o con altro tipo di tirocinio: mi sono così reso conto del valore anche economico della mia esperienza. Con circa 100 euro al mese (pari al contributo che ho versato all'Inpdap) ho avuto tutte le spese pagate (viaggio, assicurazione, vitto e alloggio, trasporti locali, assistenza): alcuni ragazzi di Leonardo pagavano 3 volte tanto al mese solo di trasporti locali!!!
Certo, il cibo era quello che era nella mia famiglia ospitante, ma ci avevano avvertiti su questi fattori prima della partenza.
Per fortuna io non mi sono scoraggiato di fronte alle difficoltà (e devo dire che la Struttura di Gestione italiana mi ha sempre aiutato quando ne ho avuto bisogno) e mandando in giro il mio cv prima della fine sono anche riuscito a trovare un lavoro qui.
Ho leto che Safari non è stato ancora rifinanziato: è un peccato, perché credo che sia una delle poche occasioni per andare all'estero a fare un'esperienza molto formativa con un costo esternamente contenuto e tutta una seire di vantaggi: rispetto all'unica esperienza di stage che feci in Italia, non c'è proprio paragone!
Musetta
10 anni, 11 mesi fa
Ho svolto il tirocinio Safari e a livello umano e di esperienza è stato sicuramente positivo, non posso dire lo stesso dal punto di vista formativo e lavorativo. Spesso tirocinanti con profili diversissimi vengono inseriti nelle stesse aziende a svolgere le stesse identiche mansioni perché i responsabili in loco usufruiscono sempre dello stesso portfolio di aziende, quindi accade che magari un architetto, un ingegnere o un giornalista finiscano a fare tutti lo stesso lavoro di segreteria o aggiornamento sito, in contesti dove magari non c'è nemmeno spazio per apprendere qualcosa di nuovo. I tirocini sono full time e non si ha tempo per trovarsi valide alternative, se ci si lamenta la risposta del Safari è sempre la stessa: "non sai bene la lingua", oppure "non hai sufficienti competenze per aspirare a qualcosa di meglio". Ci si scoraggia facilmente anche perché se il proprio cv è così inadeguato per fare un'esperienza lavorativa all'estero, non ci si spiega come mai non l'abbiano considerato in sede di selezione, senza contare che tutti abbiamo pagato una quota per partecipare...
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