«In Nestlé il dovere è piacere», anche perchè ben contrattualizzato e ben pagato
12 anni, 4 mesi fa di Giulia Cimpanelli
Link all'articolo originale: «In Nestlé il dovere è piacere», anche perchè ben contrattualizzato e ben pagato
Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Maria Chiara Poggio, assunta con contratto di apprendistato in Nestlè. Ho venticinque anni e sono felice. Perché fino ad oggi la vita mi ha regalato …
afrika83
12 anni, 4 mesi fa
Mi sono casualmente imbattuta in questa discussione e sono ben felice di riscontrare che vi siano giovani che come me preferiscono rinunciare ad un lavoro dai benefit d'oro pur di non infrangere quelle che sono le proprie sacrosante "convinzioni". Va anche sottolineato che il concetto di dignità umana in primis, e di dignità dei lavoratori in secondo luogo non si può ridurre a "convinzione". Tutti siamo liberi di essere d'accordo o meno con una economia capitalista piuttosto che il partito politico X, ma ahimè NON vi DEVE essere LIBERTA' di opinione nel momento in cui l'oggetto in questione diventa la libertà (intesa nel senso più puro del termine) , la dignità umana o il diritto al non essere sfruttati. Ritornando pertanto alla tanto decantata Nestlé, personalmente mi guarderei bene dal definirla "virtuosa", in quanto di virtuoso nella nestlé ci vedo soltanto i suoi profitti. E' un pò come il discorso delle numerosissime "banche armate", (delle quali è inutile fare i nomi perché i più le conoscono) che per dare un pò di lustro alla loro immagine decidono di finanziare progetti di cooperazione nei paesi in via di sviluppo! Mi viene perciò da pensare che nella crisi in cui siamo caduti dovremmo rimanerci il più a lungo possibile...perchè probabilmente è il "luogo" che ci meritiamo se continuiamo a leggere tutti gli eventi con la chiave di lettura sbagliata: l'ignoranza e la superficialità!
ziofranky
12 anni, 4 mesi fa
Buongiorno,
mi fa piacere avere una risposta critica al mio commento.
Sono d'accordo con voi quando dite che coloro che non sono d'accordo con la storia e con la policy dell'azienda ospitante sono semplicemente liberi di non candidarsi.
Io infatti sono disoccupato e non mi candiderò mai ad aziende come nestlè, semplicemente perché io personalmente ci credo alle accuse formulate dalle organizzazioni no profit citate.
Inoltre ho lavorato parecchio in Africa e mi documento il più dettegliatamente possibile a riguardo perché, proprio come fate voi, ci tengo molto alla dignità del lavoratore e, sopratutto, della persona.
Le condizioni di lavoro dei "colleghi" che lavorano nei campi africani in condizioni disumane per i nostri cioccolatini o la nostra tazzina di caffè sono ben note ormai, ma purtroppo la sensibilità a riguardo è ben al di sotto del livello di "conoscenza".
Il mio commento quindi non voleva assolutamente sminuire l'attività di "repubblica degli stagisti", vi leggo con interesse e ammirazione da anni ormai. La mia intenzione era quella di proporre ai lettori e a tutti gli eventuali candidati ad informarsi e a farsi un opinione sull'etica e sulla storia di alcune aziende.
Di certo lavorare con benefit, stipendi accettabili, trattamenti contrattuali favorevoli non significa lavorare in un'azienda "etica"; ed è ancor più certo che se una azienda tratti contrattualmente i suoi dipendenti del settore marketing in modo molto favorevole, non è detto che lo faccia per tutti.
Riassumendo ho espresso la mia opinione in una discussione aperta, proponendo di informarsi meglio prima di candidarsi a certe posizioni lavorative; ovviamente non perché lo dico io, ma perché credo fortemente nella policy di rispetto del lavoratore di "repubblica degli stagisti", che siano italiani o ivoriani.
Poi, a rigor di logica, chi non fosse assolutamente interessato all'argomentazione ulteriore da me proposta, è semplicemente libero di candidarsi dove gli pare.
Cordiali saluti
Francesco
Redazione_RdS
12 anni, 4 mesi fa
Gentile Franky
Questo forum è uno spazio aperto e quindi noi accettiamo e apprezziamo ogni genere di intervento e commento, anche critico, purché espresso - come in questo caso - con pacatezza.
Il tuo commento, tuttavia, secondo noi è complemente fuori fuoco. Questo infatti è un sito dedicato all'occupazione giovanile in Italia. Ci occupiamo del dramma dei giovani tra i 20 e i 30-35 anni che hanno grandi difficoltà a trovare lavoro, che passano da uno stage all'altro senza nemmeno garanzie minime di trattamento economico e qualità formativa. Che si sentono proporre contratti "farlocchi", nella maggior parte sottopagati, come i contratti a progetto senza progetto e le collaborazioni a partita IVA che mascherano normale lavoro dipendente.
Il mercato del lavoro italiano però fortunatamente non è tutto marcio. Vi sono luminose eccezioni, imprese che rispettano i propri stagisti e i propri dipendenti offrendo stage e contratti buoni: il che significa seri, tutelanti, correttamente remunerati (a volte, come nel caso degli stage, senza che nemmeno la normativa lo imponga).
Con alcune iniziative - Bollino Ok Stage, ChiaroStage, Milledodici - o articoli come questo, la Repubblica degli Stagisti mira a dare visibilità a queste imprese virtuose. Stimolando anche un processo di emulazione, che porti dunque un numero sempre maggiore di realtà a offrire buone condizioni di lavoro ai giovani italiani. Come nel caso descritto in prima persona dall'ex stagista Maria Chiara - in una realtà come Nestlé che offre ai dipendenti peraltro anche benefit inconsueti come asili nido e congedi di paternità retribuiti - e decine di altri raccontati in passato.
Per concludere, aggiungiamo una piccola nota in merito a quanto ci scrivi: come abbiamo detto più volte, bisogna stare sempre molto attenti alle dichiarazioni di purezza. Perchè si trova sempre "qualcuno più puro che ti epura". E secondo il ragionamento espresso nel post, nessun ragazzo dovrebbe essere interessato a lavorare in aziende con la seppur minima (e per giunta ipotetica!) macchia, il che già di per sé risulterebbe alquanto improbabile, tanto più quando il lavoro è merce rara.
Preferiamo fare affidamento sul libero arbitrio dei giovani, che consente a ciascuno di decidere a chi mandare il proprio curriculum: un animalista non lo invierà a un'impresa che produce pelletteria, un vegetariano a un marchio di carne in scatola, un pacifista a una fabbrica di armi. Una femminista non lo invierà a un'agenzia di modelle e un seguace delle terapie naturali a un'azienda farmaceutica.
Per quanto ci riguarda, essendo noi un giornale che si occupa di - buona - occupazione giovanile, l'importante è la qualità delle posizioni di stage e di lavoro offerte da una data azienda, l'apertura e l'investimento sui giovani, le opportunità di inserimento e di carriera messe in campo.
E pensiamo che questo sia anche l'interesse preminente del 99% dei lettori di questo sito.
ziofranky
12 anni, 4 mesi fa
Cari lettori di questo articolo, vorrei semplicemente invitare ad una riflessione che va ben oltre alla fortunata carriera della ragazza in questione.
In particolare vorrei invitare a pensare che repubblica degli stagisti ha come pilastro portante la dignità dei lavoratori, in quanto persone aventi diritti e doveri.
Il punto è il seguente: ma siamo davvero convinti che la su citata Nestlè, la più grande multinazionale alimentare del mondo, sia davvero così "sensibile" alla dignità dei lavoratori? Il cacao dei tanto amati cioccolatini, chi lo va a raccogliere?? E a quali condizioni???
cito l'articolo linkato, le cui fonti informative provengono da organizzazioni internazionali no profit:
"Non è la prima volta che l’azienda è oggetto di accuse così forti. Nel 2005 due Ong, la International Labor Rights Fund e la Global Exchange, denunciarono Nestlé e le sue aziende fornitrici di commodity e di uso di manodopera ridotta in schiavitù. Per testimoniare le accuse le Ong portarono anche un caso, quello dei minori, trafficati dal Mali alla Costa d’Avorio, dove venivano costretti a lavorare gratuitamente in piantagioni di cacao dalle 12 alle 14 ore al giorno, con poco cibo, poco sonno e frequenti percosse.
Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, infatti, più di 284.000 sono oggi i minori costretti a lavorare nelle coltivazioni di cacao nell’Africa Occidentale, soprattutto in Costa d’Avorio. Proprio in quel paese, Nestlé è la terza compratrice mondiale."
http://www.informarexresistere.fr/2012/07/02/nestle-accuse-di-sfruttamento-del-lavoro-minorile-nella-filiera-del-cacao/#axzz1zgDPrB5i
Ovviamente sono accuse che vanno dimostrate, ma intanto, sinceramente, non andrei tanto fiero di lavorare in modo "dignitoso" sapendo di rischiare la dignità altrui.
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