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Elogio del vivere con poco: un altro libro di Simone Perotti spiega come il «downshifting» può combattere il consumismo

13 anni, 2 mesi fa di Ilaria Mariotti

Link all'articolo originale: Elogio del vivere con poco: un altro libro di Simone Perotti spiega come il «downshifting» può combattere il consumismo L’idea lanciata da Simone Perotti in Avanti tutta (Chiarelettere 2011, 14 euro) non sarà forse delle più nuove. Leggere questo pamphlet sull’abbandono dello status sociale e del consumismo a tutti i costi per dedicarsi alle proprie passioni è come un deja vu sul classico sogno di aprire un chiosco sulla spiaggia in Brasile. In barba a stipendio garantito, una posizione sociale stabile, una vita tutto sommato riuscita. Ma per Perotti [nella foto sotto], questo tipico stile di vita occidentale si …

LorenzoRebba

13 anni, 1 mese fa

Ciao volevo dire due parole sull'argomento: premetto che non ho ancora letto i libri di Simone Perotti, ma l'argomento mi interessa e lo farò di sicuro (sicuramente non li comprerò in libreria ma li affitterò in biblioteca risparmiandomi 14 euro!). Nerpetru ha ragione a dire che Simone Perotti ha avuto il "coraggio" di cambiare vita con le spalle ben coperte e un bel gruzzolo in banca, ma mi sembra che l'autore (e l'articolo su di lui in questo sito) specifichino bene che una scelta di vita del genere deve essere fatta con coscienza e calcolando molto bene le proprie possibilità economiche. Purtroppo per noi poveri italiani non c'è via di scampo (o quasi) dalla crisi che ci sta svuotando le tasche (e la testa). Credo anche, però, che i suoi consigli e le sue azioni possano essere prese come esempio da chi cerca perlomeno di avvicinarsi ad uno stile di vite meno consumistico (e quindi a spendere meno per vivere). Se tutti noi ci svegliassimo un po riusciremmo a capire che SI PUÒ VIVERE CON MENO, basta volerlo.
Io vivo in un paesino in Liguria e ho in progetto, tra qualche anno, dopo aver messo via un po di soldi con un lavoro d'ufficio, di aprire un'azienda agricola assieme a mio fratello, di allevare un po di bestiame, produrre latte e formaggio e venderli ai piccoli negozi locali; credo che sia una mossa azzardata in questo periodo, ma credo anche che per faticare 8 ore al giorno davanti ad un pc per un sistema (quello consumistico) che non riconosco come mio, allora tanto vale stare 8 (ma anche 10 o 11) ore al giorno in mezzo alla natura e agli animali, senza quello stress da vita frenetica e odiosa.
Con questo voglio dire che spesso partiamo dall'idea che alcune cose non si possano più fare perchè il sistema in cui viviamo ci impone di seguire una linea ben precisa, ma uscendo da questo sistema e tentando strade diverse forse ci accorgeremmo tutti che la vita a volte riserva delle belle sorprese!

Ilaria Mariotti

13 anni, 1 mese fa

Ciao a tutti. Sicuramente il downshifting non è per chiunque - e questo Perotti lo preannuncia nel suo libro - ma solo per chi abbia qualcosa da abbandonare, come un lavoro stabile che garantisce in qualche modo una vita agiata. L'idea da cogliere è però quella dell'importanza del perseguimento delle proprie passioni, piuttosto che passare tutto il nostro tempo a fare cose che non ci appagano. Il che evidentemene non sempre è possibile. Ma potrebbe essere facilitato da uno stile di vita che rinunci all'eccesso di consumismo e a soddisfare esigenze forse non così indispensabili per la felicità.

juliette104

13 anni, 1 mese fa

Purtroppo sono d'accordo con Nerpetru. Dico purtroppo perché in linea di principio anche io potrei essere una fan del downshifting: bella l'idea di poter mollare il consumismo e l'azienda, fare quello che ti piace e riuscire a camparci. Però a me sembra che la maggior parte degli italiani e soprattutto dei giovani non si possa permettere nemmeno di pensarci. Siamo qua a cercare lavoro (che non c'è) come dei disperati... sentirci dire che basta crederci per lasciare tutto e vivere felici mi suona un po' come una presa per i fondelli! Soprattutto detta da uno che ha costruito la sua possibilità di cambiamento sul consumismo e sui soldi avuti dalle aziende.

Nerpetru

13 anni, 1 mese fa

Simone Perotti lo ha fatto perchè aveva i soldi (ecco la verità).

Ha una casa di prorietà in Liguria costata 150.000 euro, (lo ha detto sul suo blog, 50 per comprarla e 100 per ristrutturarla) ha una barca a vela di 11 metri (che se gli concediamo di averla comperata di seconda mano, costa attorno ai 20.000 euro) con cui porta in giro i turisti l'estate, e un gruzzolo su un apposito conto, per la pensione (stiamo mooolto stretti: 80.000 euro, anche se è probabile che sia di più perchè i conti sulla pensione se li era fatti quando pensava che gli sarebbero serviti 16.000 all'anno per vivere, ora dice 9000, ma vabeh).

Quindi, in 17 anni di carriera, ha messo da parte una cifra intorno ai 250.000 euro.

Adesso prendiamo lo stipendio medio italiano dichiarato dall'ISTAT, che è di circa 1300 euro mensili. Facciamo finta che uno, praticamente morendo di fame, riesca a mettere da parte ogni mese 800 euro. Per raccimolare 250.000 euro impiegherebbe circa 25 anni! Naturalmente non deve avere figli, genitori a carico, problemi di salute, macchina per andare al lavoro e nessun inconveniente particolare.

A me, e ai molti che la pensano così, Perotti non sembra ne un guru ne una persona che ha fatto una scelta coraggiosa, anzi! Tenete presente che quando nel 2009 ha mollato il lavoro aveva già scritto 5 libri, di cui alcuni di discreto successo (Zenzero e nuvole ha venduto 15.000 copie, che sono netti 15.000 euro), quindi oltre alle spalle ben coperte, aveva una mezza carriera da scrittore avviata.

Tutto questo per sottolineare che NON può essere un esempio per la gente comune, la sua strada è percorribile solo se guadagni 4000 o 5000 euro al mese. Adesso Basta quindi è una mera operazione commerciale, che ha avuto 19 ristampe e venduto 50.000 copie, così tante perchè il sottotitolo "Lasciare il lavoro e cambiare vita" è stato forgiato apposta per ingannare le persone, inducendole a credere che fosse un manuale universale con esempi e strategie buone un po per tutti, su come mollare il lavoro. Molto appetitoso venduto così, non credete?!

Invece non lo è, perchè nel libro parla della SUA esperienza, di come ha fatto LUI o di come fai tu se guadagni dai 3500 ai 5000 euro al mese, non certo i poveri operai, che però, speranzosi, 14 euro per il libro gle li hanno dati!! Non fatevi ingannare dal fatto che cerca di sminuire l'importanza dei soldi nel processo di downshifting, lo fa perchè se passa il messaggio che lui i soldi li aveva (e tanti), la gente capisce che il libro non può aiutarli a mollare il lavoro e smette di comprarlo, assieme ai sui libri futuri.

Simone Perotti è un comunissimo radical chic, che scrive articoli per Yacht & Sail, Yacht Capital, Dove, Style, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, quando è diventato popolare (con Adesso Basta), ha incominciato a vendere anche i libri passati che non avevano venduto molto. Ha già i soldi per la pensione in banca e un'agenda piena di presentazioni dei sui libiri in giro per l'Italia, in prestigiosi yacht club. E come ultima riflessione, credete che uno che ha abbracciato la filosofia del "basso consumo" si possa permettere un vizio così costoso come fumare?

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