Nuova pagina per il programma superstage della Calabria. Quando la Repubblica degli Stagisti ha sollevato, nel lontano gennaio del 2009, la questione dell'anomalo programma di tirocini istituito dalla Regione Calabria, poi sfociata in varie interrogazioni parlamentari del giuslavorista e senatore Pietro Ichino, sarebbe stato difficile immaginare che si sarebbe arrivati al settembre 2012 con i (non più!) giovani stagisti ancora alle prese con il programma della Regione.
Ebbene sì: dopo tre anni e mezzo la vicenda non può ancora dirsi chiusa. Perchè è appena arrivato un nuovo stanziamento da parte della Regione per consentire il proseguimento del progetto per i 340 ragazzi ancora coinvolti. Non più con tirocini formativi, ma con contratti di collaborazione dalla remunerazione simile (intorno ai mille euro lordi al mese). Cambia la forma, resta il problema: i cococo non potranno comunque sfociare in un altro tipo di contratto. E nel frattempo 340 giovani con curriculum brillanti sono di fatto impiegati come dipendenti subordinati negli enti locali calabresi, in attesa dell'ennesima proroga.
La nuova puntata della "telenovela" è emersa con la richiesta del Comune di Cosenza, che ha sollecitato la Regione a prolungare ulteriormente il programma ex-stage - la cui durata era già stata aumentata di 12 mesi alla prima scadenza, nell’agosto 2011. La sollecitazione è stata prontamente recepita dalla Regione che con i soldi risparmiati grazie alla spending review ha indirizzato nuovi finanziamenti agli enti locali (e non solo al Comune di Cosenza) interessati a concedere una proroga ai propri stagisti: un nuovo stanziamento di un milione e 800mila euro.
Il consigliere comunale Marco Ambrogio, che ha sollevato la questione nella riunione consiliare del Comune di Cosenza, giura alla Repubblica degli Stagisti che non vi è ombra di assistenzialismo: «I ragazzi coinvolti nel programma della Regione sono usciti dall’università con 110 e lode e percepiscono uno stipendio di tutto rispetto, pari a 10mila euro lordi l’anno. Sono brillanti e non avrebbero difficoltà a vincere un concorso per essere assunti definitivamente. La proroga al programma, quindi, va letta in quest’ottica. Non è assolutamente una forma di assistenzialismo, tutto il contrario». Il consigliere suggerisce inoltre che «in futuro si potrebbe pensare di inserire, tra i criteri di valutazione di un eventuale concorso pubblico, anche il fatto di aver partecipato al programma della regione come criterio di merito».
Dalla Regione specificano che gli ex-superstage sarebbero stati convertiti in contratti a tempo determinato già da un anno. «Lo stage si è svolto nel periodo dal 20 ottobre 2008 al 20 ottobre 2010, senza alcuna interruzione» assicura alla Repubblica degli Stagisti il portavoce del presidente del consiglio regionale calabrese: «Successivamente a far data dal settembre 2011 gli ex stagisti hanno sottoscritto con enti pubblici calabresi contratti di lavoro a tempo determinato o contratti di collaborazione a termine per la durata di almeno dodici mesi. A seguito dell’approvazione della legge regionale n. 36 del 10 agosto 2012 verranno sottoscritti, tra i predetti enti e gli ex stagisti, contratti a tempo determinato di durata di almeno sei mesi». Ma il portavoce sostiene di non essere in grado di fornire ulteriori dettagli circa la natura dei contratti e la remunerazione dei ragazzi coinvolti, perchè la Regione non ha più alcun legame con la gestione pratica del progetto. Il consiglio si sarebbe limitato a stanziare il finanziamento, per poi lasciare tutto nelle mani degli enti locali.
Le affermazioni della Regione trovano conferma nelle notizie che giungono dai comuni: da Crotone assicurano che ci sono 9 giovani tuttora impiegati negli uffici con contratti di collaborazione continuativa e coordinata. A Catanzaro, nella "task force anti-evasione", lavorano 12 ex superstagisti con contratti di collaborazione retribuiti quasi interamente dalla Regione (fatta eccezione per un bonus variabile attribuito sulla base dei risultati) con uno stipendio annuo lordo di circa 12-13mila euro.
Il presidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, spiega così la decisione di prorogare i finanziamenti del progetto ex-superstage: «Vogliamo offrire un’opportunità a giovani brillanti che vogliono lavorare nella Regione Calabria e che, nonostante la difficile congiuntura economica, non si arrendono all’idea di allontanarsi dalla propria terra. Gli interventi adottati non costituiscono una soluzione definitiva; la Regione Calabria ha inteso erogare un contributo in favore di enti pubblici disponibili a sottoscrivere contratti di lavoro a tempo determinato con gli ex stagisti e non già a proseguire con questi ultimi attività di formazione e di stage. Tale soluzione rappresenta un’occasione per restare ancora un anno in Calabria nella speranza che nel frattempo l’esperienza acquisita permetta agli ex stagisti un inserimento occupazionale definitivo senza dover lasciare il territorio calabrese impoverendolo di un importante capitale umano».
All’epoca della loro istituzione, i tirocini furono ribattezzati “superstage” perchè sin dall’inizio presentavano una durata anomala: 24 mesi, ben al di sopra del limite di legge di 12 mesi consentito dalla legge per gli stagisti non portatori di handicap. Uno strappo alla regola già di per sè straordinario anche visto il target del programma costituito da laureati a pieni voti entro i 37 anni di età, residenti nella regione Calabria, da inviare a lavorare – pardon, a “formarsi” – presso gli enti pubblici e i soggetti istituzionali locali.
Il controsenso di un tirocinio formativo lungo due anni e destinato anche ad attempati ultratrentenni era diventato evidente anche al consiglio regionale, che a un certo punto aveva ribattezzato l'iniziativa “programma voucher” dismettendo il nome “stage” per placare le polemiche sugli aspetti più controversi. Un cambiamento solo formale, ovviamente non in grado di modificare la sostanza del programma. Nel 2010, in concomitanza con le elezioni regionali, era stata ventilata l’ipotesi di mettere un punto fermo ai tirocini e istituire un canale preferenziale per l’assunzione dei ragazzi con contratti a tempo indeterminato: impossibile fare a meno di un concorso pubblico, ma si era ipotizzato di attribuire punti in più ai tirocinanti per favorirli nella competizione. In realtà nell’autunno del 2010, scaduti i 24 mesi di stage, e dopo un periodo di stallo, ogni ipotesi di assunzione diretta o indiretta era caduta e il consiglio aveva optato per una proroga di altri 12 mesi, per non lasciare ancora casa i tirocinanti. Nel frattempo il senatore Ichino, uno dei pochi a seguire da vicino la vicenda, sollevava interrogazioni parlamentari a raffica per chiarire l'anomala (e illegale) questione degli stage infiniti. Senza purtroppo mai ricevere risposte dal ministero del Lavoro.
Oggi il problema si ripresenta, anche se non si parla più di stage ma di cococo. Il consigliere comunale Ambrogio torna a prospettare concorsi pubblici con punteggi bonus per gli ex stagisti, mentre dalla Regione si smentisce ogni intenzione di assistenzialismo e anzi presenta il programma come un piece de resistance contro l’emigrazione di ritorno. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole rispetto al 2011, al 2010, al 2009.
di Andrea Curiat
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