«I fondi per far assumere i ragazzi? Vengono da tagli alle indennità dei consiglieri e alla struttura del consiglio regionale». Così il consigliere regionale della Calabria Pietro Giamborino [nell'immagine], fra i promotori dell’emendamento che propone di finanziare la prosecuzione del rapporto lavorativo tra “superstagisti” ed enti locali, spiega la provenienza del maxi-fondo da 9 milioni di euro che sarebbe stanziato in caso di approvazione. «Abbiamo ridotto i nostri stipendi e quelli dei vari dipendenti e collaboratori sino anche al 25%, con un risparmio pari a circa 3,5 milioni di euro l'anno». I 10mila euro l’anno, previsti dall’emendamento come incentivo, costituiranno la base per lo stipendio di ciascun ex stagista: «Gli enti potranno aggiungere idealmente altri 2-3mila euro l’anno per garantire ai ragazzi uno stipendio dignitoso», aggiunge il consigliere.
«Certo, la stabilizzazione diretta è impossibile per legge. L’importante è che gli enti si impegnino concretamente a fare delle assunzioni a tempo indeterminato, indicendo concorsi che vadano a selezionare proprio le figure ricoperte dai ragazzi in fase di stage. Dopo aver lavorato per tanto tempo presso le pubbliche amministrazioni, i ragazzi del “Programma voucher”, già dotati di curriculum di eccellenza, avranno acquisito un’esperienza e un punteggio tali da essere praticamente inarrivabili in sede di concorso», afferma Giamborino.
Dello stesso avviso il consigliere del PD Antonio Borrello [qui a sinistra], che insieme a Giamborino ha firmato una nota congiunta per rispondere a chi ancora propone una proroga ufficiale dei superstage. «I tirocini devono avere un inizio e una fine», afferma. «La nostra proposta vuole incentivare gli enti locali ad assumere dei ragazzi che altrimenti potrebbero essere rimandati a casa allo scadere dei due anni di voucher. Ogni accusa di clientelismo in vista delle elezioni è ridicola e infondata, perché di fatto nessuno del consiglio conosce personalmente alcuno stagista. Il merito del progetto è anche di potenziare la burocrazia locale, andando a coprire dei posti vuoti e sostituendo il criterio dell'appartenenza politica con quello della meritocrazia».
Entrambi i consiglieri preferiscono liquidare le polemiche del passato. «La legge prevede una durata massima dei tirocini pari a 12 mesi, è vero. Ma anche la possibilità di chiedere una proroga. Quando è stato approvato un progetto formativo della durata di 24 mesi, avevamo già messo in conto questa dilazione», affermano concordi Borrello e Giamborino. Peccato che il decreto ministeriale 142 del 1998 preveda espressamente che «le eventuali proroghe dei tirocinio sono ammesse entro i limiti massimi di durata» già indicati, senza sommarsi ad essi. «è vero», ammette Giamborino, «i tirocini formativi dovrebbero avere dei limiti temporali precisi. Ragion di più per non ammettere alcuna proroga ulteriore». E il cambio di nome da “Programma stage” a “Programma voucher”? «Insignificante», secondo Giamborino.
Andrea Curiat
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