35 euro al mese. È quanto offre un delle più famose Agenzie dell'Onu come rimborso spese per fare uno stage presso il suo ufficio di rappresentanza a Roma. 35 euro al mese, viene esplicitato, «corrispondente all’abbonamento Atac per la rete urbana», perché «tutti gli altri eventuali costi saranno a carico dello stagista o dell’università di riferimento». Improbabile però che le università italiane, dopo anni e anni di tagli, possano sostituirsi ai soggetti ospitanti nell'erogare il rimborso spese per gli stagisti. E dunque in sostanza, come al solito, saranno le famiglie dei prescelti a doversi fare carico di questo periodo di "training on the job" dei pargoli.
L'aspetto più preoccupante dell'annuncio (reperibile online sul sito ufficiale, a questo link, e valido ancora per una settimana) è che sembra porsi al di fuori del perimetro della legge. È infatti rivolto a laureati: persone, si legge, che abbiano «conseguito il diploma di laurea in materie inerenti a: comunicazione, scienze politiche, relazioni internazionali o in altri campi ad esse correlati». Se però si parla di laureati, e non di studenti universitari, automaticamente vuol dire che si parla di tirocini extracurricolari. E per questo tipo di tirocini ormai dall'anno scorso tutte le Regioni, ottemperando a un accordo della Conferenza Stato-Regioni, pongono l'obbligo di erogare una congrua indennità minima. Tale compenso per il Lazio, regione ove ha sede l'ufficio che si candida a ospitare lo stagista, è fissato in almeno 400 euro mensili. E né gli enti pubblici né le organizzazioni non profit sono esentati da tale vincolo.
Eppure per uno stage nel suo ufficio stampa l'Unhcr di Roma - con sede nella centralissima via Caroncini, in pieno quartiere Parioli - offre solo 35 euro al mese. Si tratta quell'agenzia delle Nazioni Unite che si batte perché non vengano calpestati i diritti degli ultimi, dei rifugiati, dei perseguitati, di chi fugge da guerre e discriminazioni. Con la Repubblica degli Stagisti lo abbiamo detto più volte: constatare che anche organizzazioni che portano avanti alti ideali poi offrano condizioni indignitose ai propri stagisti mette tristezza. Rendendo chiaro che, quando si tratta di poter avere un po' di manodopera o cervellodopera a bassissimo costo, anche alcuni tra gli enti più blasonati finiscono per ragionare con il cervello meschino che solitamente viene attribuito ai “cattivoni” dell'industria privata che pensano solo al profitto. E in effetti nell'annuncio pubblicato sul sito dell'Unhcr viene candidamente ammesso che lo stagista sarà impiegato «per fornire un aiuto concreto all’unità operativa».
Quest'aiuto durerà 6 mesi, dal prossimo 4 agosto fino al 30 gennaio dell'anno venturo. E varrà, come detto, 35 euro al mese. Tra i requisiti che devono esibire gli aspiranti stagisti, oltre alla laurea, vi sono le solite «abilità nell’uso di Internet Explorer e navigazione sul web», l'ormai indispensabile «familiarità con i social media quali Twitter, You Tube e Facebook», l'«ottima conoscenza e pratica nell’uso del pacchetto MS Office», le «spiccate doti comunicative», la «flessibilità» e l'irrinunciabile «ottima conoscenza dell’inglese». E sembra che non si debba sperare di essere seguiti più di tanto: nell'annuncio si richiede infatti anche di «essere in grado di lavorare in maniera autonoma e possedere spirito d’iniziativa e flessibilità» (di nuovo! Dev'essere davvero indispensabile essere flessibili per fare uno stage all'Onu...).
Di cose da fare, quantomeno dalla “job description”, sembrano essercene parecchie: «rassegna stampa quotidiana in versione elettronica tramite agenzie stampa online e quotidiani nazionali e internazionali e relativa archiviazione, gestione Social media su Facebook, Twitter, YouTube, Flickr, Instagram; aggiornamento sito web istituzionale; monitoraggio costante delle agenzie stampa; collaborazione allo sviluppo e alla gestione di contenuti multimediali; ricerche e raccolta d’informazioni; traduzioni dall’inglese all’italiano; supporto nelle attività di sviluppo e attuazione di progetti o eventi».
Il tutto per puro spirito di servizio e desiderio di imparare: «Non è prevista alcuna aspettativa di impiego all’interno dell’Unhcr alla fine dello stage» viene scritto a chiare lettere nell'annuncio. Anzi, fare uno stage comporta addirittura uno svantaggio: «Gli stagisti non possono, inoltre, presentare la propria candidatura per un posto all’interno dell’Unhcr, incluso quello di consulente, sia durante il loro stage sia nei 6 mesi immediatamente successivi alla fine del suddetto».
Cari dirigenti dell'Onu: fareste fare a vostro figlio tutto questo per 35 euro al mese? Io penso proprio di no. Allora, se volete fare del bene e agire per migliorare il mondo, fatelo fino in fondo. E trovate la copertura necessaria a dare almeno 400 miseri euro al mese ai vostri stagisti. Oppure utilizzate, per svolgere quelle mansioni, la categoria appropriata: quella dei volontari.
Eleonora Voltolina
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