Ancora tirocini all'Europarlamento, questa volta per traduttori. Le selezioni si sono aperte a metà dicembre e chiuderanno il 15 febbraio a mezzanotte. Ma è solo uno dei quattro periodi di iscrizione previsti dall'organo europeo, intervallati ciascuno da un mese di pausa. Le domande, in pratica, possono essere inviate tutto l'anno (otto mesi su dodici). La convenienza non sta solo nelle tante chance dunque, ma anche nel rimborso spese, pari a 1220 euro al mese (cifra fissata per il 2014, come specifica il sito). A differenza degli altri stage nelle istituzioni europee, che prevedono un emolumento extra per le trasferte, ad esempio da Bruxelles a Strasburgo, «ciò non si verifica per i traduttori, la cui sede di servizio è sempre Lussemburgo» fa sapere Jorge Quaresma, del team dell'ufficio tirocini.
Vale invece la regola del rimborso delle spese di viaggio di andata e ritorno, un forfait che sarà saldato entro sei settimane dall'arrivo o dal rientro, e per distanze superiori a 50 chilometri (per ogni dettaglio, consultare il regolamento qui). Inoltre, «l'importo versato mensilmente è esentasse» chiariscono, ma per poter stabilire con certezza che la borsa non subisca una qualche tassazione anche in Italia è bene farsi consigliare da un commercialista. La durata del tirocinio è di tre mesi prorogabili - «eccezionalmente» puntualizzano sul sito – per altri tre. Per questa tranche, che avrà inizio il primo luglio, il termine coinciderà perciò con la fine dell'estate.
I tirocini per traduttori sono riservati ai diplomati universitari. Sottinteso è dunque che possa partecipare chiunque abbia conseguito un diploma accademico, dalla laurea triennale in su. Esistono tuttavia anche tirocini curriculari, la cui ricompensa mensile è però ben più scarna: solo 300 gli euro rimborsati, forse neppure sufficienti per sostenere anche il solo affitto.
Gli altri requisiti indicati sul sito sono, oltre alla maggiore età, «la perfetta conoscenza di una delle lingue ufficiali dell'Unione europea o della lingua ufficiale di uno dei paesi candidati e una conoscenza approfondita di altre due lingue ufficiali dell'Unione europea»: trattandosi di tirocini per traduttori, si esige un livello linguistico più alto. È poi richiesta la condizione di «non aver usufruito di un tirocinio o di un impiego retribuito di più di quattro settimane consecutive a carico del bilancio dell'Unione europea».
La candidatura si spedisce online (qui) e si può redigere solo in inglese o in francese. Sul sito si avverte che «se lasciato inattivo l'atto di candidatura per 30 minuti, i dati inseriti andranno perduti». Il consiglio è perciò di «leggere attentamente le norme interne relative ai tirocini di traduzione prima di compilare». Anche perché tra i contenuti dell'application c'è quello della lettera motivazionale, un testo da circa 2mila caratteri da preparare anzitempo.
Quanto al processo di selezione, premesso che in questa fase preliminare non è necessario l'invio di nessun materiale cartaceo, che andrà invece spedito in caso di buon esito della domanda, dopo la candidatura online, «l'unità formazione e tirocini esamina la loro ricevibilità», spiega il regolamento, quindi la corrispondenza con i requisiti. Dopodiché si passa la documentazione dei prescelti alla Direzione generale di traduzione, «tenendo conto della lingua madre del candidato». Per la scrematura i criteri sono «le qualifiche e attitudini dei candidati, le esigenze correlate alle attività previste dalla Direzione generale e alle capacità di accoglienza». A parità di titoli, si cerca di applicare «una ripartizione geografica dell'origine dei candidati quanto più equilibrata possibile», «nonché l'equilibrio tra uomini e donne», aggiunge il regolamento. L'esito della candidatura viene comunicato ai singoli per email.
Non è chiaro quale sia il tetto massimo degli ammessi a ogni tornata. Si sa solo che, come precisato nella normativa, il numero dipende sostanzialmente dalle esigenze delle singole unità di lavoro. Sulla base dei dati forniti dall'ufficio tirocini per le precedenti tranche, si possono dunque ipotizzare circa 200 posti all'anno (50 per ogni turno), su un numero di domande – anche queste tarate sulle statistiche del passato, non essendo stato in grado l'ufficio tirocini di fornirne di aggiornate – che si aggira attorno alle 6mila.
Considerata la situazione professionale media dei traduttori italiani (sotto i 15mila euro il reddito annuale lordo secondo il rapporto Ires), l'occasione potrebbe rivelarsi d'oro. Peccato che, come sempre per gli stage in organismi Ue e come confermano dall'ufficio tirocini, non si abbia pressoché speranza di ricevere una vera offerta di lavoro una volta concluso il tirocinio: «I funzionari sono reclutati sulla base dei concorsi pubblici banditi sul sito Epso». E purtroppo il tirocinio non costituisce nessun titolo che avvantaggi nella corsa per un posto di lavoro a Lussemburgo.
Ilaria Mariotti
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