Non solo borse Schuman al Parlamento europeo: dal 15 settembre si è aperta la seconda tornata (ce ne sono quattro ogni anno) di selezioni 2013 per stagisti traduttori. Gli interessati hanno tempo fino al 15 novembre a mezzanotte per candidarsi a uno stage di tre mesi, con inizio il primo aprile 2014, prorogabile solo a titolo eccezionale – è specificato sul sito – per altri 3 mesi.
Di solito la base è a Bruxelles, anche se «non sono escluse destinazioni come Lussemburgo (10%) o Strasburgo, quest'ultima più raramente», come spiega alla Repubblica degli Stagisti Ivan Martelli, responsabile dell'ufficio milanese dell'Europarlamento.
Anche per questi tirocini, come di norma per questa istituzione, il rimborso spese è considerevole: 1200 euro lordi al mese, l'equivalente del 25% dello stipendio di un funzionario di grado AD5. Per la tassazione però ogni tirocinante dovrà rispondere al fisco nazionale e alle aliquote applicate nel proprio Paese di origine. In più c'è un rimborso spese per il viaggio di andata e ritorno per raggiungere la sede del Parlamento, nel caso in cui questa sia distante più di 50 chilometri dalla propria città, e con una tariffa stabilita in base al chilometraggio. Non solo: per le missione in uno dei tre luoghi di lavoro dell'istituzione, a ogni stagista è riconosciuto un importo forfettario di 180 euro per la prima giornata, e di 90 euro per quelle successive. Rispetto alle questioni economiche le disposizioni sono però stringenti, e per ogni dettaglio è consigliabile consultare le regole del tirocinio scaricabili dal sito.
Per partecipare, i requisiti sono quelli consueti: la maggiore età, il possesso di un diploma universitario (per gli italiani è necessaria almeno la laurea triennale), la cittadinanza di un Paese membro Ue o candidato a esserlo, non aver usufruito di una borsa a carico delle istituzioni europee per più di quattro settimane consecutive. Trattandosi di stage per traduttori, le richieste di conoscenza delle lingue sono un po' più severe. Sul sito si legge che occorre avere «una perfetta conoscenza» di una delle lingue ufficiali dell'Unione europea o della lingua ufficiale di uno dei Paesi candidati, e una «conoscenza approfondita» di altre due lingue ufficiali Ue. Tuttavia il compito dei tirocinanti è facilitato dal fatto che si traduce da una lingua straniera verso quella propria.
La candidatura si fa online cliccando a questo link, attraverso un form la cui compilazione, in inglese o francese, non può durare più di 30 minuti, pena la chiusura della sessione e la perdita di tutti i dati inseriti. La spedizione delle informazioni è però agevolata da un modulo (scaricabile qui) dove preparare l'atto di candidatura prima di procedere all'invio. Passo molto utile se si considera che uno dei punti da completare è la lettera motivazionale da 1550-2mila caratteri, da redigere nella propria lingua madre. Premuto il tasto 'submit' si riceve un numero di registrazione e una copia dell'atto di candidatura, da conservare con cura perché dovrà essere presentata in caso di preselezione. La domanda viene quindi accolta ed esaminata dall'Unità di formazione e tirocinio, che vaglia la presenza dei requisiti di ammissibilità e successivamente trasmette i dati ai Servizi di assegnazione della Direzione generale delle traduzioni. Questi a loro volta – sulla base delle necessità dei singoli dipartimenti – stilano un elenco di selezionati che rispediscono all'unità di partenza. Oltre ai criteri di merito, per la graduatoria vengono presi in considerazione il genere e la nazionalità dei candidati, in modo da stilare una classifica il più equilibrata possibile per Paese di origine e presenza di uomini e donne.
C'è poi il capitolo numero massimo di ammissioni. Ogni anno, dopo l'approvazione del bilancio del Parlamento europeo, è «l'autorità competente» si legge nelle rules, a stabilire la quota di tirocinanti da ammettere, che in genere sono tra i 40 e i 60 per sessione (ma non esiste una regola certa in questo senso). «Nel 2012 sono arrivate 6270 candidature» dice Martelli «di cui 177 andate a buon fine». Vale a dire che circa uno su quaranta dei giovani che si presentano ce la fa. Scalare la classifica è dunque un percorso non facile.
I primi risultati arriveranno agli aspiranti eurostagisti dopo il 15 dicembre: i candidati preselezionati vengono informati personalmente dell'esito attraverso una mail – non è prevista la pubblicazione della graduatoria – in cui si richiede la spedizione di una serie di documenti cartacei (atto di candidatura firmato, documento di identità, diploma di laurea, libretto esami etc.). L'obbligo è perentorio e senza i documenti l'esclusione è automatica. I finalisti che ricevono la proposta ufficiale di tirocinio, tramite lettera formale inviata per posta, devono invece inviare al Parlamento Ue il contratto di stage firmato e la dichiarazione di assenso al segreto professionale. Nel caso poi si venisse iscritti alla shortlist, ma non fossero disponibili per quel periodo sufficienti posti vacanti, la candidatura non si perde e rimane comunque valida per i successivi dodici mesi.
Nelle norme dei tirocini per traduttori si legge che obiettivo dell'esperienza è «consentire di completare le conoscenze acquisite durante gli studi e familiarizzarsi con l'attività dell'Unione europea». Sperimentare un tirocinio come questo significa infatti avere a che fare con tutta la documentazione europea, maneggiare dati e atti molto tecnici e approfonditi, talvolta addirittura confidenziali. Una via privilegiata dunque per vedere da vicino cosa accade nelle stanze degli... "eurobottoni".
Ilaria Mariotti
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