Aveva inserito una cinquantina di stagisti, ragazzi di 18 e 19 anni, per smaltire l'aumento del traffico aereo dovuto alla chiusura dell'aeroporto di Treviso. Ma ora la Save, la società che gestisce lo scalo di Venezia, rischia di pagare cara questa scelta: oltre a una multa di 45mila euro, dovrà versare gli stipendi non corrisposti. Una cifra che la Filt-Cgil stima intorno ai 400mila euro.
Tutto è cominciato nel giugno dello scorso anno, quando lo scalo trevigiano è stato chiuso per consentire il rifacimento della pista e soprattutto dell'impianto di illuminazione, operazione necessaria per consentire l'atterraggio in caso di nebbia. Durante la chiusura, ovvero da giugno a dicembre, tutti i voli sono stati spostati a Tessera, l'aeroporto di Venezia. Dove «sono arrivati a gestire fino a 35mila passeggeri in un giorno, specie il martedì ed il giovedì quando arrivano e partono le navi da crociera», spiega Umberto Tronchin [nella foto sotto], segretario generale della Filt-Cgil di Venezia. Proprio per far fronte a questo aumento di traffico la Save ha deciso di offrire uno stage a 45 studenti degli istituti ad indirizzo turistico della provincia di Venezia.
I ragazzi, che indossavano una t-shirt con la scritta «Airport staff» accoglievano i passeggeri in arrivo e fornivano loro informazioni per raggiungere le aree destinate al check-in. Un ruolo che richiedeva la conoscenza delle lingue straniere, visto che Treviso è uno degli scali raggiunti da Ryanair, compagnia low cost che porta in Veneto turisti da tutta Europa. «I ragazzi svolgevano turni da otto ore. La maggior parte di loro era impiegata tra le 7 e le 20, però teniamo conto che Tessera apre alle 4 del mattino e chiude all'una di notte», prosegue Tronchin. I progetti hanno avuto durate diverse: alcuni studenti sono stati impegnati solo per un mese, altri per sei. Il tutto a fronte di «un rimborso spese di 100 euro mensili».
Il sindacato ci tiene a sottolineare di aver protestato fin dal principio contro questa iniziativa: «Noi abbiamo fatto presente all'azienda, anche durante incontri ufficiali, che il tirocinio non è una formula di inserimento prevista dal contratto nazionale del trasporto aereo, che prevede tipologie come il lavoro somministrato e quello stagionale, ma non lo stage». Save, però, non ha modificato le proprie decisioni, e i sindacati hanno quindi chiamato in causa l'Ispettorato del lavoro. Dopo un'istruttoria durata quasi un anno, lo scorso 14 maggio la società di gestione dell'aeroporto ha ricevuto i verbali. «Noi non li abbiamo potuti consultare, ma le indiscrezioni sono circolate nel giro di pochi minuti». Stando a questi rumors, che l'azienda non ha confermato visto che il direttore del personale Umberto Zannier non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito a questa vicenda, Save avrebbe ricevuto una multa pari a 45mila euro, da saldare entro 60 giorni. Diversamente, l'importo verrà raddoppiato.
Non è finita. «Siccome lo stage è illegittimo, dovranno corrispondere gli stipendi non pagati e i contributi», spiega Tronchin, che stima in 176 le mensilità dovute dall'azienda ai tirocinanti. «Siamo intorno ai 400mila euro, cui bisognerà aggiungere le sanzioni dell'Inps per aver versato in ritardo i contributi». Al momento pare di capire che Save voglia ricorrere contro la sanzione. Gli avvocati dell'azienda avranno certamente da lavorare: se infatti la società non provvederà a versare ai tirocinanti quanto dovuto, i sindacati promettono infatti di procedere con una causa. «I ragazzi coinvolti possono contattare la Filt-Cgil di Mestre, ci stiamo organizzando per fornirgli assistenza legale». Di più: «siccome l'inserimento era illegittimo, siamo convinti che ci siano gli estremi per chiedere di essere assunti a tempo indeterminato».
Materia per i giudici del lavoro. Intanto però «Save vuole ripetere la stessa esperienza anche per la prossima estate. Questa volta però, proprio in virtù della multa dell'ispettorato, i ragazzi saranno inseriti con un contratto a tempo determinato». E non è la prima volta che al Marco Polo si abusa dei tirocinanti: una situazione analoga si verificò nel 2007. Allora non era coinvolta la società di gestione dello scalo, ma due aziende che si occupano di trasporto dei bagagli, la GH Venezia e la Sav Handling, società oggi incorporata da ATA Handling. «Avevano inserito 11 stagisti per due mesi attingendo a fondi regionali, ma gli facevano fare dei turni anche da soli, svolgendo le stesse mansioni dei dipendenti», ricorda Tronchin: «piuttosto che pagare una multa, conciliarono e li assunsero». La stessa soluzione che i sindacati propongono anche per i 45 stagisti che hanno lavorato da giugno a dicembre dello scorso anno.
Riccardo Saporiti
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