Lavoro, una scelta consapevole con gli sportelli d'orientamento

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 25 Dic 2012 in Notizie

Scegliere cosa fare da grandi: è un problema che non riguarda solo i laureati alle prese con la ricerca di un lavoro, ma anche i diplomati dei licei e degli istituti tecnici che troppo spesso sono lasciati soli nel difficile passaggio verso l’età adulta. E che rischiano di scegliere a caso, senza avere una reale cognizione della formazione necessaria per cominciare a svolgere una determinata professione, degli sbocchi occupazionali e sopratutto delle prospettive di guadagno. Per questo motivo stanno nascendo centri dedicati ad accogliere e istruire i giovani e le loro famiglie sulle possibili scelte da fare per evitare la dispersione scolastica e l’abbandono. Uno degli ultimi sportelli di orientamento alla formazione è nato a Torino, presso il Centro Informagiovani di via delle Orfane 20: è Laborientarsi, un servizio gratuito per i ragazzi dai 16 ai 22 anni e per le loro famiglie, aperto tutti i martedì e i mercoledì dalle ore 15 alle 18. Qui lavorano (in coordinamento con gli altri sportelli) un referente di progetto che coordina il gruppo di lavoro, dieci orientatori per l'accoglienza e l'orientamento individuale e di gruppo (con esperienza quinquennale nel settore), dieci tutor coinvolti anche per la ricerca delle aziende e dieci formatori coinvolti nelle attività seminariali.  Già a maggio erano nati altri due sportelli nel capoluogo piemontese grazie alla collaborazione tra il Comune  e la Provincia di Torino con l’obiettivo di prevenire e contrastare la dispersione scolastica e di aiutare i giovani a fare scelte consapevoli negli studi e nel passaggio al mondo del lavoro. Da allora sono stati accolti quasi cinquecento giovani nella fascia d'età 16-22 e quasi duecento hanno potuto conoscere le aziende con visite e prove pratiche di mestiere. Puntare quindi su preparazione e formazione è la strategia adottata per arginare il crescente numero di giovani che non lavorano, non studiano e non investono nella formazione professionale. Sono circa 80mila i giovani disoccupati nella sola provincia di Torino e circa 20mila sono quelli che non cercano lavoro e non intendono seguire un corso di studi o formazione. Secondo i dati dei centri per l’impiego, il cinquanta per cento degli iscritti al collocamento non ha proseguito gli studi dopo la terza media o li ha abbandonati senza finire le superiori. Così in attuazione del Piano provinciale pluriennale 2010/2013, a maggio 2012 grazie alle risorse finanziarie del Fondo sociale europeo 2007/2013 sono stati aperti i primi due sportelli orientamento denominati Laborientarsi che vedono il coinvolgimento di istituzioni scolastiche e formative, della regione Piemonte, dei comuni, degli atenei e dei soggetti attuatori. Gli sportelli sono aperti dal lunedì al sabato e forniscono un aiuto nella scelta dei progetti professionali e formativi, attraverso consulenze individuali, seminari e incontri con professionisti e mondo delle imprese, esperienze concrete di conoscenza dei mestieri e delle professioni, specifiche attività laboratoriali di simulazione di mestieri. Un modo non solo per conoscere qualcosa in più sugli sbocchi professionali del lavoro che si è scelto, ma anche per verificare le competenze necessarie per svolgerlo.
L’indecisione è, infatti, uno dei fattori predominanti che caratterizza questi giovanissimi. Secondo il rapporto sul Profilo dei diplomati 2012 presentato al ministero dell’istruzione il 30 novembre da AlmaDiploma e AlmaLaurea, su quasi 40mila diplomati delle scuole prese in esame ben il 42% cambierebbe l’indirizzo di studio e/o la scuola frequentata, il più delle volte scelta in seguito alle influenze dell’ambiente familiare. Di questi, uno su quattro sceglierebbe un altro percorso per compiere studi che preparino meglio al mondo del lavoro. Il dato più importante è quello sugli incerti, i ragazzi che non sanno bene che strada prendere dopo il diploma e per cui le iniziative di orientamento possono giocare un ruolo fondamentale: sono il 16% del totale, sono più diffusi nei percorsi tecnici (25%) rispetto ai licei (7%), provengono da contesti socioculturali più svantaggiati e nel lavoro che cercheranno
sono meno interessati alla coerenza con gli studi intrapresi. Ed è proprio sugli indecisi che bisognerebbe puntare con dei corsi e incontri specifici, come fa Laborientarsi a Torino, per evitare di far perdere tempo prezioso ai giovani, anticipando l’orientamento prima della fine della scuola superiore. Non si tratta solo di situazioni episodiche come i saloni dell’orientamento presenti in più regioni. Ma di veri e propri centri dove poter raccogliere tutte le informazioni necessarie per capire prima quali sono le proprie capacità e dopo come sfruttarle in ambito lavorativo. Perché nonostante la crisi, secondo gli ultimi dati Excelsior Unioncamere nel 2012 ci sono 65mila posti di lavoro che restano scoperti, il 16,1% delle assunzioni non stagionali previste dalle imprese. Difficoltà che non riguardano solo il reperimento di laureati (quasi 12mila profili introvabili), ma anche di diplomati: ben 27mila.
I centri di orientamento acquisiscono un ruolo quindi sempre più centrale. E, infatti, iniziano a nascere su tutto il territorio. A Cagliari c’è lo sportello Informa e Orienta, per aiutare i giovani a scegliere le scuole medie secondarie e le offerte di lavoro. È un servizio nato dall’iniziativa di un gruppo di giovani su finanziamenti concessi al Comune di Cagliari dalla Regione autonoma della Sardegna nell’ambito della legge regionale 13/2003. Una scelta per favorire l’associazionismo tra i giovani, che in questo modo oltre alle classiche informazioni possono ascoltare anche opinioni ed esperienze dei coetanei. In Toscana c’è un sistema diverso: la Regione con i finanziamenti del Fondo sociale europeo ha creato il progetto Tuo dedicato agli studenti del quarto e quinto anno delle superiori e comprende questionari per conoscere il percorso orientativo più coerente alle proprie inclinazioni personali, giornate di colloqui orientativi e anche una full immersion di cinque giorni negli atenei toscani per entrare direttamente in contatto con la vita universitaria. A Bologna c'è il servizio Informagiovani del Comune che offre consulenza ai giovani tra i 14 e i 35 anni, è aperto tutti i giorni e rientra nel progetto Informazione multitasking cofinanziato dalla regione Emilia Romagna e realizzato in collaborazione con l'associazione SocialLab. Oltre al normale tutoraggio e alle consulenze individuali organizza incontri a cadenza settimanale sulle tematiche legate all'accesso al lavoro, dalla creazione delle imprese all'associazionismo, e da novembre ha attivo anche uno sportello di ascolto psicologico per i giovani che hanno difficoltà nell'area lavorativa. A Salerno c’è lo sportello Passwork, nato nel 2002 e gestito dall'Arci anche se da due anni è integrato nel servizio Informagiovani, rivolto alla fascia di età tra i 16 e i 29 anni con l'obiettivo di aiutare i giovani a trovare un lavoro valorizzando le potenzialità individuali. Si offrono colloqui personali con operatori specializzati, assistenza per la compilazione del curriculum e per i colloqui di lavoro,
informazioni sui finanziamenti disponibili, orientamento agli studi e alla formazione, ma anche disponibilità della sala internet e corsi di informatica gratuiti.
Da nord a sud, quindi, si inizia a puntare anche sull’orientamento dei ragazzi nella fascia di età tra la fine delle superiori e i primi anni della maggiore età. Con la convinzione che per avere dei lavoratori produttivi in futuro sia necessario proprio partire dagli ultimi anni di istruzione superiore e focalizzare sulle capacità individuali di ogni giovane. Riuscendo, magari, a colmare quei 27mila posti di lavoro disponibili per diplomati che quest’anno non sono riusciti a trovare risposta, nonostante la crisi economica, perché nessuno era adeguato alle figure richieste. Ripartire quindi dall’istruzione potrebbe essere il punto di svolta per risolvere il problema occupazionale e riportare in pareggio il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.



Marianna Lepore

 

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- Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, un problema sottovalutato
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- Istat, pubblicato il nuovo rapporto sull'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro: situazione preoccupante sopratutto al Sud

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