Può un corso di giornalismo promettere un'«iscrizione gratuita» e però poi essere a pagamento? Di offerte "trappola" e bandi più o meno ingannevoli è piena la rete. Ma i navigatori più smaliziati cominciano ad aguzzare la vista e a segnalare i casi ambigui. Il caso di un corso di giornalismo ad iscrizione gratuita ma con lezioni a pagamento per esempio ha fatto drizzare le orecchie a Mario Borghi, autore del blog Stranomaforte. In un suo post di inizio agosto, Borghi riassumeva tutti i punti contraddittori del caso Mgc Edizioni.
La casa editrice romana aveva appena annunciato infatti attraverso il proprio sito web il lancio della prima edizione di un corso avanzato di giornalismo. «La MGC Edizioni in collaborazione con la Siae e il Patrocinio della Regione Lazio organizza la I edizione del Corso di Giornalismo per carta stampata e on line che partirà il prossimo mese di novembre 2013», si leggeva nella news originaria, nella homepage della casa editrice. E poi ancora, tutto in maiuscolo: «L’iscrizione al corso è gratuita e deve essere effettuata on line all’indirizzo...». Grande enfasi, quindi, sulla gratuità dell’iscrizione e sulla presentazione della domanda per via telematica. E poi, ancora, si faceva riferimento a Delfina Ducci, insegnante del corso, come a una giornalista.
Nel post, Borghi contestava una a una le dichiarazioni di Mgc Edizioni, affermando che la Siae non sapesse nulla del corso avanzato di giornalismo, la partecipazione al corso costasse 1.000 euro, Delfina Ducci non fosse giornalista.
La titolare della casa editrice, Maria Grazia Catanzani, è intervenuta nel dibattito postando tra i commenti del blog e ottenendo infine la pubblicazione di una lettera di risposta. La premessa dell’editore è questo imperativo categorico: «L’immagine della titolare della Casa Editrice MGC Edizioni, Maria Grazia Catanzani, in primis, e quella della casa editrice, piccola sì, ma dignitosa, non devono uscirne "con una pubblicità negativa" visto che è solo al terzo anno di attività e gestita quasi esclusivamente dalla persona della Titolare e con non poche fatiche».
Poi si viene al cuore delle altre accuse. Riguardo ai patrocini, scrive Catanzani, «l’aver nominato determinate Istituzioni nasce esclusivamente dal fatto che dal mese di giugno scorso sono in corso degli appuntamenti per definire un progetto che coinvolge tutti i soggetti nominati. Gli accordi definitivi saranno ratificati ufficialmente entro i primi giorni di settembre p.v. Con l’umiltà che da sempre contraddistingue la Titolare, possiamo affermare che le Istituzioni e alcune persone citate, lo sono state “con un po’ di anticipo” sui tempi rispetto alle ratifiche ufficiali degli accordi, che verranno puntualmente pubblicati sui nostri siti man mano che verranno conclusi». Sul fronte del corpo docenti Catanzani si limita a ribadire che «sono persone con alti profili culturali in grado di sostenere qualunque lezione in qualunque corso essendo già insegnanti essi stessi di professione». In un altro post, si ammette che Delfina Ducci, l'insegnante del corso presentata originariamente come giornalista, non è iscritta all'ordine professionale ma è comunque scrittrice e autrice di testi e rubriche stampa.
C’è anche un’ultima nota con un tono più personale: «Forse per la maggior parte di chi legge questo potrebbe apparire un clamoroso "autogol" ma non è così. Si tratta solo di un uso corretto di 4 cose molto importanti: coscienza e, soprattutto, cervello, buon senso e professionalità».
In settembre la Repubblica degli Stagisti decide di occuparsi del caso e contatta Maria Grazia Catanzani per far commentare la vicenda a freddo. Bisogna premettere che nel frattempo le news e i bandi sono stati corretti eliminando più o meno le contraddizioni rilevate dai post di Borghi. Rimangono però alcuni punti poco chiari. Sebbene nel regolamento di bando compaiano chiaramente i costi di ogni fase del corso (sino a un totale di mille euro per nove mesi di lezioni), nel form da compilare per iscriversi spicca ancora oggi la frase: «Mi iscrivo GRATUITAMENTE [le maiuscole compaiono nel testo originale, NdR] alla I° Edizione del “Corso di Giornalismo – MGC Edizioni 2013/2014”. Dichiaro di essere a conoscenza del Regolamento il quale prevede la selezione dei partecipanti».
Al telefono, Maria Grazia Catanzani si dimostra molto disponibile. Premette subito che il suo più recente intervento sul blog Stranomaforte rappresenta la sua ultima parola in capitolo: «L’ultimo post chiarisce tutta la vicenda». Sui punti ancora controversi aggiunge: «L’iscrizione è gratuita, sì. Ma il corso è a pagamento, come è scritto a chiarissime lettere nel bando. Molti corsi, all’atto dell’iscrizione, fanno subito versare agli interessati un acconto per iscriversi. La ragione è chiara: molte persone potrebbero tirarsi indietro all’ultimo momento. Permettendo l’iscrizione gratuita, senza acconto, io mi sono assunta un rischio molto grande. Anche le mie tre persone di riferimento che saranno insegnanti del corso me l’hanno fatto notare: “stai correndo un rischio non da poco”».
Dinanzi all’ipotesi che l’espressione “iscrizione gratuita” possa prestarsi a equivoci, generando l’impressione di un corso a costo zero (smentita poi dal bando), Catanzani si limita a ricordare la propria carriera ventennale nell’ambito del giornalismo.
Il 16 settembre la Siae conferma alla Repubblica degli Stagisti che «al momento non c’è nessuna collaborazione tra la SIAE e la casa editrice Mgc per avviare un corso avanzato di giornalismo a pagamento». Anche su questo punto, la manager ribadisce: «Ho appuntamento con un responsabile della Siae, Francesco Ruggiero, per ratificare l’accordo. Avremmo dovuto incontrarci a fine agosto, ma purtroppo oggi la burocrazia ci mette tutti in difficoltà. Tra ferie e controferie, l’incontro è slittato a fine settembre». Probabilmente la collaborazione tra Mgc Edizioni e la Siae non è ancora andata in porto, poichè non se ne trova traccia alcuna tra le news della casa editrice.
C’è infine l’ultima questione, quella del patrocinio della Regione Lazio. Era davvero stato concesso per il corso di giornalismo avanzato a pagamento della Mgc Edizioni? Ecco una prima risposta ufficiale della Regione dinanzi alle verifiche della Repubblica degli Stagisti: «Da accertamenti con gli uffici regionali competenti in materia di patrocini purtroppo non risulta alcun rapporto con la suddetta casa editrice. Vi ringrazio per la segnalazione. Stiamo attivando gli uffici per una diffida ufficiale prevista in casi analoghi». Al telefono, Catanzani conferma la propria versione rivendicando il patrocinio: «Ne ho due. Sono stati rilasciati nel 2011 dalla sezione dello sviluppo economico. Sono nipote di un onorevole, tra i fondatori della Regione Lazio. La prima domanda per ottenere il Patrocinio era stata presentata all’assessore allo sviluppo economico Pietro di Paolo e, per conoscenza, a Romano Giovannetti, che era assistente di mio zio». La titolare fornisce i numeri di protocollo dei patrocini e le date di emissione (novembre 2010) e chiarisce che si tratta di patrocini a titolo gratuito, in base ai quali ha facoltà di usare il marchio della Regione Lazio per i progetti della casa editrice.
Le nuove informazioni esigono un secondo controllo da parte della Regione Lazio. Ci vuole parecchio tempo prima che giunga una risposta, perchè nel frattempo è cambiata l’amministrazione ed è difficile trovare traccia dei vecchi protocolli. Gli uffici competenti devono verificare direttamente con Mgc Edizioni. Alla fine, però, arriva il verdetto ufficiale: «Siamo riusciti a contattare la casa editrice. Il patrocinio risale al 2010 ed ovviamente non ha validità. Abbiamo invitato la stessa a inoltrare formale richiesta di nuovo patrocinio sottolineando che non è possibile per iniziativa con scopo di lucro», fa sapere la Regione alla Repubblica degli Stagisti.
Insomma, è possibile che Catanzani fosse in buona fede: i patrocini erano stati effettivamente concessi, ma erano semplicemente scaduti. Allo stesso modo, la questione dell’iscrizione “gratuita” può essere solo un problema di differenza di interpretazioni. In fondo, il regolamento del bando è molto chiaro. E sì, è anche possibile che la collaborazione con la Siae venga confermata a breve, e che all’origine vi fosse solo un peccato di “entusiasmo precoce”.
In ogni caso, il corso di giornalismo di Mgc Edizioni dovrebbe servire da lezione: agli editori e organizzatori, perchè cerchino di essere più chiari possibile, senza ambiguità e informazioni inesatte (seppur in buona fede). E soprattutto ai navigatori, perchè verifichino sempre i dettagli dei bandi e in ogni caso tengano un occhio aperto. Anzi, anche due.
di Andrea Curiat
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