Nei giorni solitamente sonnolenti tra Natale e Capodanno è arrivata la notizia di una nuova nomina: quella del direttore generale dell'Agenzia nazionale giovani, organismo pubblico creato qualche anno fa su input del Parlamento e del Consiglio europeo. L'Ang, dotata di autonomia organizzativa e finanziaria e vigilata dal governo italiano e dalla Commissione europea, ha sede a Roma in via Sabotino e conta ad oggi una trentina di dipendenti - tutti a tempo indeterminato tranne un contratto a progetto, e tutti sotto i cinquant'anni. Trentasette anni, messinese, Giacomo d'Arrigo arriva alla guida di questa Agenzia dopo varie esperienze tra cui quelle di consigliere comunale a Nizza di Sicilia e di coordinatore dell'Anci Giovani, la consulta che riunisce gli amministratori under 35 - una struttura interna all’Anci pensata con l’obiettivo di valorizzare e promuovere i giovani amministratori attivi in tutti i Comuni. Nel 2013 ha anche pubblicato per Marsilio L'Italia cambiata dai ragazzini, già alla prima ristampa.
La Repubblica degli Stagisti ha collaborato con d'Arrigo, ai tempi in cui era coordinatore dell'Anci Giovani, alla stesura e approvazione del protocollo per i tirocini di qualità negli enti pubblici; oggi fa il punto con lui sulla nomina e sugli obiettivi che si pone per la gestione dell'Agenzia nazionale giovani.
Sorpreso dalla nomina?
Sì, non era una cosa che avevo preventivato. La ministra Kyenge ha individuato nella mia persona il profilo che ha ritenuto più adatto per questo ruolo e di questo la ringrazio... e poi il Consiglio dei Ministri ha deliberato. Adesso per quel che riguarda la mia parte, massimo impegno.
Dunque è vero che la proposta del tuo nome è arrivata da Cecile Kyenge. Hai avuto modo di collaborare con lei in passato?
Sì, è lei che ha la delega alle politiche giovanili ed è lei il ministro a cui l'Agenzia fa riferimento. Non ho mai avuto modo di collaborarci in passato, a questi tre anni che ci sono davanti non dò solo il valore di attività istituzionale ma, per me, anche come un'occasione dal valore umano e personale perchè la ministra ha dimostrato con fatti e comportamenti di essere una bella persona.
Quando prenderai effettivo servizio e quali saranno i tuoi primi obiettivi?
Effettivo servizio già preso: il 27 dicembre ruolo deliberato e il 30 ero già operativo in ufficio. Obiettivi a breve periodo: fare il punto sulla e con la struttura e predisporre tutte le iniziative per essere pronti in vista della nuova programmazione europea. Obiettivi a medio-lungo periodo: rendere l'Ang una realtà forte, che sia all'altezza delle sfide che ci attendono e che si occupi di politiche pubbliche in favore dei giovani in maniera autorevole ed importante anche al di là delle risorse europee.
Cosa porti delle tue esperienze precedenti in questa tua nuova mansione?
Diverse cose: grazie all'esperienza di Anci giovane la possibilità di conoscere molto bene problematiche e potenzialità del territorio, di tutto il territorio. Inoltre aver visto il forte protagonismo attivo dei più giovani che oggi sfugge a politica, partiti e istituzioni: la realtà dei giovani presenti nelle istituzioni locali nell'associazionismo e nel volontariato, spesso funge da cinghia di trasmissione tra i giovani attivi, impegnati e propositivi ed i loro coetanei che invece sono fuori, non coinvolti, ai margini e trovano nel disinteresse e dissenso talvolta violento il solo "strumento utile" e che sono invece una parte di giovani importante con cui parlare e da coinvolgere. Questa esperienza mi ha anche offerto uno spaccato di contatti e spunti davvero utili. Infine l'essere amministratole locale ti obbliga a confrontarti con i problemi concreti del quotidiano e con quelli della programmazione delle attività.
Per i sette anni 2007-2013 il programma Gioventù in azione ha avuto a disposizione un budget complessivo di 885 milioni di euro, cifra decisa da Parlamento e Consiglio europei. Quale è stata la quota per l'Italia?
La ripartizione dei fondi tra Paesi dell'Unione avviene applicando diversi criteri tra questi spiccano quelli demografici. Le risorse finanziarie a valere su Gioventù in Azione sono state complessivamente, per l'Italia, pari a oltre 61 milioni di euro (la quasi totalità, ben oltre 56,7 milioni, per il finanziamento di progetti e solo il residuo per il funzionamento dell'Agenzia) e la percentuale di fondi impegnati negli ultimi quattro anni è stata sempre alta, di fatto 100%. Negli ultimi anni infine, grazie a risorse aggiuntive provenienti dal Fondo per le Politiche giovanili a carico del bilancio dello Stato, è stato possibile finanziare progetti aggiuntivi sempre nell'ambito di attività tipiche di Gioventù in Azione.
Cosa è stato fatto dall'Ang nei sette anni appena conclusi con il budget a disposizione?
I progetti finanziati dall'Agenzia nel corso del programma Gioventù in Azione 2007-2013 sono oltre 3mila, di questi più di 700 nel 2013. C'è da considerare che l'Agenzia ha iniziato la sua piena operatività solo alla fine del 2007 e che negli ultimi anni il numero di proposte progettuali presentate e approvate ha fatto registrare un forte incremento. Tra progetti già realizzati e quelli in procinto di esserlo sono oltre 50mila i giovani tra i tredici e i trent'anni coinvolti. Bisogna tener conto del fatto che la struttura solo nel 2010 ha consolidato la propria realtà organizzativa. In questi anni, oltre alla gestione del programma Gioventù in Azione, sono state realizzate anche diverse altre iniziative nell'ambito dei compiti istituzionali e in linea con priorità europee per il target di riferimento, tra queste: il NMC - Meeting mondiale dei Giovani; il TNT - Festival dei Giovani Talenti; il progetto Safari Job in collaborazione con Inps, Eurodesk, Web Radio; il SIIG - Sistema Informativo degli InformaGiovani; la Settimana Europea dei Giovani.
Quale sarà il budget per i sette anni a venire, 2014 - 2020?
Il regolamento istitutivo del programma Erasmus+, che dispiegherà i propri effetti nel periodo dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2020, è stato pubblicato un paio di settimane fa sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea e prevede lo stanziamento di un ammontare di risorse finanziarie pari a oltre 14,5 miliardi di euro di cui il 10% dedicato al finanziamento di progetti per la gioventù, con un incremento di oltre il 65% rispetto al precedente settennio. Per il 2014 all'Italia spettano circa 120 milioni di euro per l'intero programma - che viene gestito da Ang, Isfol e Indire - di cui oltre 12 milioni per il "capitolo Gioventù". Secondo quanto previsto dal quadro finanziario pluriennale dell'Ue, il livello di fondi da utilizzare sarà pressoché costante nel periodo 2014-2016 e registrerà un incremento deciso a decorrere dal 2017 e fino al 2020. In più, grazie alle sinergie che l'Ang è chiamata a realizzare con altri interlocutori a livello nazionale ed internazionale, le risorse a disposizione potranno ulteriormente aumentare, sia grazie all'approccio cross-settoriale che i progetti di Erasmus+ dovranno necessariamente avere, sia grazie ai cofinanziamenti con altre fonti finanziarie interne, pubbliche e private, ed internazionali: fondi strutturali, fondi di coesione, altri fondi pubblici e privati che i principi cui si ispira il regolamento del nuovo programma esortano a ricercare ed a porre in atto. Noi faremo la nostra parte, speriamo di trovare buona volontà e la predisposizione di tutti a collaborare.
Quali sono le azioni sulle quali vuoi puntare l'azione dell'Ang sotto la tua direzione generale?
Innanzitutto bisogna partire da un confronto con la ministra Kyenge che è competente per delega. Ho diverse idee e proposte ma penso che sia un passaggio di correttezza oltre che di sostanza, anche perchè ho già avuto modo di appurare da parte della ministra una attenzione davvero forte verso la realtà giovanile. Posso dire che va allargato il ventaglio delle attività realizzate dall'Agenzia, con collaborazioni e sinergie con tutte le istituzioni a tutti i livelli ed enti pubblici e soggetti privati, saranno fondamentali per poter consentire all'Agenzia di fare un ulteriore salto di qualità nel panorama delle politiche giovanili e delle politiche pubbliche e iniziative in favore delle giovani generazioni a livello nazionale e comunitario. L'implementazione del Programma Erasmus+ potrà sicuramente costituire lo zoccolo duro su cui impostare una nuova strategia dell'Agenzia come strumento utile per le nuove generazioni, sia tra i più giovani sia tra quanti si trovano nel difficile periodo di transizione tra istruzione e lavoro. L'Ang dovrà rivolgersi ai Neet, cioè i giovani che non lavorano, non studiano e non si stanno formando, provando a dare loro strumenti in più per acquisire nuove competenze legate all'educazione non formale in modo da poter costruire il proprio curriculum in modo nuovo, solido e competitivo come già avviene per i giovani di molti altri paesi europei. Obiettivi che potrebbero essere utili per incrementare il livello di occupabilità e che dovrebbero essere perseguiti sia attraverso l'implementazione di Erasmus+ sia attraverso le sinergie che l'Ang potrà mettere in atto. Nel programma di lavoro che l'Agenzia sta ultimando in questi giorni e che presenterà a breve alla Commissione europea è prevista l'articolazione delle nostre attività in obiettivi a ciascuno dei quali sono legati specifici indicatori di performance ai quali sono stati attribuiti valori da raggiungere sia nel breve sia nel medio-lungo periodo.
Per statuto l'Ang deve promuovere la cittadinanza attiva dei giovani, e in particolare la loro cittadinanza europea. Ma in questo momento di forte euroscetticismo i giovani italiani hanno più fiducia o risentimento nei confronti dell'Europa?
Io penso che i giovani abbiano più fiducia. Più fiducia di quella che hanno le altre generazioni: sono la parte di popolazione che ha vissuto e vive nel concreto l'Ue. I vantaggi ed il cambio di vita quotidiano che ha determinato, basti pensare all'Erasmus per gli studenti, alla mobilità per il lavoro, alle occasioni di "vivere" le grandi capitali con concerti, mostre e appuntamenti, esperienze che solo diversi anni fa erano da programmare con largo anticipo e che invece oggi, proprio grazie a strumenti e occasioni generate anche dell'Ue, sono all'ordine di ogni giorno. Si tratta delle prime generazioni che hanno conosciuto l'euro come sola moneta; che non hanno soltanto studiato l'Europa ma la vivono direttamente e concretamente.
L'Ang si occuperà, sotto la tua direzione generale, anche dei talenti in fuga? Quali sono i punti focali che vedi in questo fenomeno?
Pensare globale, agire locale. L'espressione è nota ma penso che aiuti a capire che tipo di impostazione dobbiamo tenere: avere uno sguardo largo sul globale e su ciò che accade nel mondo coinvolgendo i giovani che oggi giustamente si muovono in una dimensione che supera i confini e contemporaneamente determnare condizioni e iniziative perchè il livello locale di ciascuno sia quello in cui ciascuno trovi la propria dimensione concreta. In Italia o meno che sia. Io non sono preoccupato della fuga dei cervelli - in alcuni casi non è un male - quanto del fatto che poi l'Italia possa e debba valorizzare questo patrimonio di risorse umane.
L'Ang deve anche occuparsi di stimolare il dialogo tra il mondo giovanile, quello istituzionale e quello delle rappresentanze sociali. Vi occuperete di Youth Guarantee?
La Youth Guarantee è uno strumento dalla portata molto ampia: nel nostro Paese il ministero del Lavoro è considerato il centro di competenza primario per l'attuazione di questo strumento. Come previsto dal regolamento istitutivo di Erasmus+ noi seguiremo, insieme alle altre Agenzie, l'attività di promozione e informazione su quella parte di Youth Guarantee che si occupa delle "garanzie finanziarie" per i giovani. Si tratta cioè di fornire strumenti e garanzie per i prestiti a studenti che frequentano corsi di secondo livello, cioè master. Tutti gli studenti di ciascun Paese membro dovranno accedere a questo strumento in modo coerente e non discriminatorio. Sono certo che per realizzare concretamente l'obiettivo ed un servizio ai più giovani, anche grazie all'utilizzo della Youth Guarantee, sarà indispensabile un lavoro di gruppo che coinvolga una molteplicità di attori e rendere efficace ed efficiente la collaborazione già in atto tra istituzioni nel nostro Paese. Più in generale penso che diverse realtà istituzionali e rappresentanze sindacali oggi siano forse al punto di maggior distacco dalle nuove generazioni, rispetto a ciò l'Agenzia dovrà attivarsi per provare a mutare questa situazione ed aumentare il dialogo che non sia però solo qualcosa di formale ma che abbia sostanza e partecipazione.
L'Ang si compone di un "Board of directors" e da un "Board of statutory auditors": come sono scelti e qual è l'operatività di questi board?
Per un'informazione più completa dico subito che sul sito dell'Agenzia ci sono le descrizioni di tutte le funzioni e le attività di ciascun ruolo, anche in inglese considerato che il contesto di riferimento è quello europeo. Gli organi collegiali dell'Agenzia sono il Board of Statutory Auditors, cioè il Collegio dei revisori e il Board of Directors, cioè il Comitato direttivo. Le norme di funzionamento e i criteri di composizione dei due organi sono direttamente previsti dallo Statuto. In particolare il Collegio dei revisori si occupa dei controlli di regolarità amministrativa e contabile, vigila sulla legittimità e correttezza dell'azione amministrativa, esamina il budget ed il bilancio di esercizio dell'Agenzia. È composto da tre membri, di cui uno designato dal ministero dell'economia con funzioni di presidente; gli altri componenti del collegio sono nominati dal ministero vigilante scelti tra gli iscritti all'albo dei revisori dei conti. Il Comitato direttivo è un organo consultivo che coadiuva il direttore generale e svolge ulteriori funzioni; è composto da tre membri nominati anche questi con decreto del ministro vigilante e scelti tra i dirigenti dell'Agenzia o persone con comprovata esperienza e professionalità nel settore delle politiche giovanili.
Il "Board of directors" è attualmente formato da due uomini (Andrea Chirico e Alberto Ribolla) e il "Board of statutory auditors" da tre uomini (Pietro Floriddia, Giovanni Battista Provenzano, Leonardo Quagliata). Nella tua qualità di direttore generale potrai agire per riportare un po' di equità di genere in questi board, o la scelta dei componenti non ha a che fare col tuo ruolo?
Come dicevo, la nomina del Collegio dei revisori e del Comitato direttivo è di spettanza del ministro vigilante. Proprio per l'attenzione che so che la ministra Kyenge dedica alla parità di genere immagino che, alla naturale scadenza e nel momento in cui gli organi verranno rinnovati, nell'identificare i nuovi componenti verrà data attenzione a questa tematica nel rispetto di quanto previsto da Statuto e regolamenti dell'Agenzia. Personalmente ho anche l'auspicio che tante ragazze e giovani donne sappiano coinvolgersi nelle attività e nei programmi dell'Agenzia: non si tratta solo di essere presenti nei ruoli di responsabilità ma anche di avere una presenza nel quotidiano di quanto realizziamo e realizzeremo ed esserne protagoniste.
Il tuo predecessore è Paolo Di Caro: quali sono gli elementi di continuità che vuoi caratterizzino il tuo mandato rispetto al suo, e quali invece le innovazioni che vuoi portare?
Conosco Paolo Di Caro, ha gestito l'Agenzia in una fase importante, la continuità con lui starà nello spirito con cui si è impegnato: al massimo. L'innovazione sarà principalmente legata alla mission complessiva della struttura: andare oltre e diventare soggetto istituzionale delle giovani generazioni, interlocutore da un lato e di proposta dall'altro.
Fece scalpore qualche anno fa la pubblicazione dello stipendio di Di Caro in quanto direttore generale dell'Ang: 101mila euro lordi all'anno. Anche tu riceverai questa retribuzione? Pensi di decurtarla o di utilizzarne una parte per qualche progetto in particolare?
Per qualcuno sarà una sorpresa ma momento in cui rispondo a questa intervista non so quanto sarà l'importo: non è mai stato oggetto di discussione o trattativa. So che, per legge non stabilita da me, è prevista una indennità. Con molta malafede, scarse informazioni e obiettivi che poco hanno a che fare con l'Agenzia, qualcuno ha fatto circolare cifre e sparato numeri ed altre notizie sbagliate senza verificare o informarsi. Per parte mia indipendentemente da quello che sarà il quantum ho chiesto agli uffici se c'è la possibilità di aumentare al massimo la parte legata ai risultati che si raggiungono ed essere misurato su quelli; oppure se sia possibile destimare in modo automatico e con un meccanismo lecito, una quota a qualche progetto sensibile o speciale. Parliamo di tecnicismi che poco conosco e che stanno dentro leggi e vincoli dovuti a norme di settore e contratto collettivo di lavoro a cui le strutture pubbliche devono attenersi e tenerne conto. Preferisco capire bene prima di sbilancirmi a facili enunciazioni che poi non posso realizzare non per mia volontà.
Quale è e quale sarà il rapporto dell'Ang con il Forum nazionale dei giovani?
Penso buono, spero buono. So che già oggi lo è, per parte mia farò di tutto per intensificarlo così come anche con tutte le realtà rappresentative di interessi, passioni, aspettative e problematiche delle nuove generazioni.
"Giovani" è un termine molto generico e molto dibattuto, negli ultimi tempi. Secondo la tua interpretazione, quale deve essere la fascia anagrafica di età dei giovani, e dunque delle iniziative a loro dedicate? 15-24 come suggerisce l'Europa? Oppure fino ai 30, o ai 35?
La realtà in cui viviamo e operiamo ha per tanti motivi "allungato" di fatto l'età giovanile. La fascia indicata dall'Europa che pure è "giusta" non tiene conto delle condizioni di contesto in cui si trovano le nuove generazioni e noi oggi dobbiamo essere a sostegno di tutti. Spesso si smette di essere giovani in funzione di regole e condizioni economico-sociali; quello che sono oggi "i giovani" è diverso da quello che erano dieci anni fa o quando sono stati indicati alcuni parametri. Noi dobbiamo fare la nostra parte per cambiare regole, convenzioni, condizione economiche e sociali che hanno allungato l'età dei giovani.
Quali sono le priorità che oggi, come neo direttore generale dell'Ang, individui per i giovani italiani?
Non è facile rispondere a questa domanda, essere giovani non significa stare in una categoria ma vivere una fase della vita: essi non sono un gruppo statico ma una realtà dinamica, per questo le priorità sono diverse. In generale direi che sui giovani si investe poco; è questa forse la priorità principale da mettere all'altezza degli occhi. Investire su loro sia come soggetti singoli - per esempio con la formazione - sia come realtà collettiva; sulla loro fantasia, sulle capacità da affinare e mettere in campo e più in generale sulle loro aspettative e potenziale che se realizzati rendono migliori i singoli e ci aiutano a rendere migliore anche il nostro Paese. La priorità dovrebbe essere quella di offrire pari condizioni di partenza, di informazione, di formazione, di occasioni per tutti. Ripeto, non di arrivo ma di partenza: poi ciscuno in base alle proprie capacità ed a quello che è in grado di realizzare deve giocarsi la propria partita nella vita e fare il meglio per se stesso puntando in alto. Non individualismo esasperato ma un sano protagonismo dei singoli, troppe volte penalizzati proprio dalla mancanza di condizioni di partenza paritarie.
Intervista di Eleonora Voltolina
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