Il master di Bip xTech e Cefriel da quest'anno punta sull'intelligenza artificiale: subito assunzione in alto apprendistato

Scritto il 03 Mag 2024 in Notizie

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«Il mondo delle tecnologie sta cambiando: tra qualche anno non useremo più i cellulari come li usiamo oggi, internet come lo usiamo oggi. Avremo più agenti, più conversazione: e questa nuova trasformazione avrà bisogno di professionisti». A dirlo è Marco Pesarini, partner di Bip, multinazionale della consulenza manageriale specializzata nella trasformazione digitale. «Quindici anni fa servivano gli esperti di internet, adesso servono gli esperti di intelligenza artificiale» nel mondo del lavoro, continua Pesarini: per questo «specializzarsi su questo tema apre a carriere con molte opportunità internazionali e senza barriere, dato che con queste tecnologie si può lavorare da dovunque e per chiunque».

stage lavoro marco pesarini bipBip e Cefriel, due delle aziende virtuose dell'RdS network, stanno per partire con la sesta edizione del loro ormai consueto master dedicato alle nuove tecnologie. Alla quinta edizione hanno partecipato venti persone, un numero in crescita rispetto all precedenti, con un’età media di 27 anni e mezzo. E quest'anno cambia il nome: da “Cloud Data Engineering” il percorso formativo – interamente finanziato da Bip attraverso xTech, la sua divisione che mette 600 professionisti specializzati negli ambiti Data & AI, Cloud, Digital Platforms and Solutions a supporto delle aziende clienti nella trasformazione digitale con un approccio cloud e data-driven – diventa in “AI & Data Engineering”. «Una componente di intelligenza artificiale era già presente nel corso» specifica Pesarini, «ma l'abbiamo aumentata: e quindi abbiamo voluto esplicitarlo».

La scelta di intensificare il focus su questa tematica nasce dal fatto che «negli ultimi anni sono nate delle nuove forme di intelligenza artificiale – di cui abbiamo anche parlato nel nostro podcast – che richiedono competenze specialistiche aggiuntive rispetto a quelle che già c'erano» spiega Pesarini (ospite pochi mesi fa di un episodio del podcast della Repubblica degli Stagisti), tanto che «qualcuno ha iniziato a parlare di “prompt engineering ” come nuova professione». Il prompt engineering è la capacità di strutturare di un'istruzione in modo che possa essere interpretata e compresa al meglio da un modello di intelligenza artificiale generativa.

E se il manager non è completamente d'accordo sul concetto di “nuova” professione, è però convinto «che ci siano delle competenze da aggiungere al bagaglio di chi vuol fare questo lavoro. Abbiamo voluto evidenziare maggiormente la parola “AI” nel nome del master perché, rispetto al vecchio programma, con questo nuovo la quantità di ore che si fanno su tematiche più orientate all'AI è aumentata in modo importante». Se prima l'intelligenza artificiale rappresentava il 30-40% dei contenuti didattici, contro «un 60-70% di data engineering, adesso la percentuale si è invertita; e ci sono attività nuove – per esempio, come fare le domande giuste a ChatGPT».

Le “domande giuste” sono un fattore chiave, perché ogni strumento di intelligenza artificiale è un po' differente. «C'è un aspetto interessante, che alcuni chiamano la "personalità" di questi strumenti» sorride Pesarini: «Perché hanno un modo di rispondere diverso. Alcuni sono più bravi a rispondere alla domanda secca, come ChatGPT, che però ti segue meno nei ragionamenti in sequenza di domande. Altri, come Gemini di Google, non rispondono benissimo alla domanda secca, ma seguono meglio i ragionamenti. Perché lo facciano non è chiaro... però lo fanno! Questo, al di là delle battute sulla “personalità”, richiede formazione».

stage lavoro master intelligenza artificiale bip cefrielIl master, riconosciuto dal Politecnico di Milano e classificato come di II° livello, ha dunque adesso come titolo “AI & Data Engineering”. «E va bene, questo è quello che c'è scritto sulla pergamena» scherza Roberta Morici, Head of Education Team di Cefriel: «Però la verità, come dico sempre ai partecipanti, è che è un master in learning agility, che è oggi una delle skill più importanti. Nessuno di noi farà lo stesso lavoro per quarant'anni come i nostri genitori, tutti ci dobbiamo reinventare; e quindi abbiamo bisogno di questa agilità di apprendere mestieri nuovi, competenze nuove».

Le selezioni per il master sono aperte da qualche settimana e chiuderanno il 5 giugno: i corsi prenderanno il via il 17 giugno (qui la brochure con tutti i dettagli e il video esplicativo). In particolare, tra i ruoli di Cefriel, centro di innovazione digitale fondato nel 1988 dal Politecnico di Milano, c'è anche quello di garantire la realizzazione di project work per l'applicazione degli apprendimenti. Negli anni passati, per esempio, questi project work sono consistiti in attività di ri-progettazione di piattaforme dati per grandi società di consumo; oppure data migration su Google Cloud di archivi di dati centralizzati per aziende del settore moda e lusso; sviluppo di barre di ricerca intelligenti utilizzando AI per i portali e-commerce di aziende operanti nella grande distribuzione; o ancora, nella creazione di piattaforme dati su AWS per integrazione dei dati SAP per aziende del comparto elettrodomestici. Questi sono solo alcuni esempi, per far capire quanto ai partecipanti venga immediatamente permesso di “mettere le mani in pasta”.

Come di consueto per questo master, non c’è una quota di iscrizione da pagare: anzi, ogni persona selezionata viene assunta fin dal primo giorno con un contratto di alto apprendistato. Il che vuol dire un vero contratto di lavoro subordinato, con retribuzione, contributi, ferie pagate e tutto il resto.

Roberta Morici non si stanca mai di «stressare quanto questa sia una formula contrattuale potente e win-win per tutti. È una cosa incredibile che pochi sanno». In effetti, l’alto apprendistato (o “di II° livello”) viene purtroppo utilizzato con contagocce, come evidenziato anche da un approfondimento della Repubblica degli Stagisti. Eppure, come dice Morici, è una formula vantaggiosa. Innanzitutto per la persona assunta – che «lavora, viene retribuita, e l'azienda le paga un titolo di terzo livello che comunque rimane nel suo curriculum, fa employability a lungo termine, e che è sicuramente un grandissimo valore».

stage lavoro Roberta Morici CefrielMa il vantaggio è anche per l’azienda, che si ritrova ad avere persone nuove che sono sì in formazione, ma già operative sul lavoro. Infatti il master ha una durata di due anni e prevede tredici settimane di formazione on line full immersion e poi, dal quarto mese, il coinvolgimento in attività di business. Ma per le aziende c'è anche un altro grande vantaggio, e cioè una maggiore capacità di trattenere i talenti. Un effetto confermato dai feedback di fine corso che Cefriel raccoglie da Bip e dalle altre aziende con cui organizza queste attività formative: «Sappiamo bene che di questi tempi c'è una volatilità molto alta, i ragazzi se ne vanno velocemente, danno le dimissioni» riassume Morici: ma «aver fatto un master crea classe, crea appartenenza: non solo con l’azienda, ma tra di loro. I partecipanti hanno fatto un'avventura importante insieme, lo studio è è stato molto coinvolgente. Sentirsi parte di una community di persone che studiano e imparano e lavorano contemporaneamente fa retention».

A livello di docenti, a fare lezione è un mix di professori del Politecnico (il direttore del master Pierluigi Plebani e poi Marco Brambilla, Luciano Baresi, Cinzia Cappiello, Emanuele Della Valle, Mattia Salnitri, Sebastian Troìa e Monica Vitali) e di professionisti esperti della galassia Bip. Tre nomi, giusto per fare qualche esempio di chi ha insegnato negli anni passati: Danilo Attuario, Andrea Lui, Alessandro Volpe. Attuario, che in Bip è Data & AI Director, «ha gestito un progetto molto avanzato in un contesto sfidante, l'assistenza psicologica, per la creazione di un assistente virtuale che tratti casi preliminari di disturbo psicologico» racconta Pesarini: «Una specie di strumento di auto-aiuto molto innovativo, che va al di là delle frontiere di queste tecnologie – che sono nate per rispondere; mentre un assistente deve anche essere in grado, nel caso particolare, di provare a proporre qualcosa. E quindi lì abbiamo dovuto affrontare come aiutare queste tecnologie a diventare propositive, e non soltanto reattive».

Andrea Lui, Cognitive and Generative AI Lead in Bip, è invece un esperto di strumenti di sintesi del contenuto: «Con lui abbiamo fatto diversi progetti di supporto nel mondo delle gare pubbliche, nel recupero delle informazioni in bandi complessi» dice Pesarini: «Con questi strumenti si riesce più facilmente a trovare i contenuti che servono dentro ai bandi», riducendo di molto il tempo necessario per individuare gli aspetti rilevanti e costruire proposte efficaci da presentare in gara. L’Head of Data Science di Bip Alessandro Volpe, infine, sta lavorando sull'utilizzo delle tecnologie AI nel mondo della computer vision: «Il video alla fine è sempre una forma diversa di numeri». In questo caso quindi si lavora con l'intelligenza artificiale «per leggere le immagini».

stage lavoro master bip cefriel intelligenza artificialeI nomi esatti di chi parteciperà come docente nell'edizione di quest'anno ancora non si conoscono con precisione, ma saranno comunque senior della struttura di intelligenza artificiale di Bip e realizzeranno lezioni con «l'ambizione di ripercorrere e discutere di progetti» realmente svolti, o in corso di svolgimento, «perché questo dà molta informazione su cosa si può fare oggi con le tecnologie, e che problemi si affrontano».

In generale, sono tre gli ambiti in cui le aziende cercano di più l'aiuto delle tecnologie di AI oggi: l'ottimizzazione delle chatbot, l'estrazione di informazioni da grandi moli di documenti, e la generazione di contenuti. «In tutti e tre i casi, ci vengono chiesti due tipi di professionisti: il data engineer, che porta i dati al modello, e l'AI engineer, che sceglie il modello giusto e poi sa come usarlo al meglio» spiega Pesarini: «Il primo è l'ingegnere che mette in piedi l'architettura, che ha essenzialmente il compito di fare in modo che l'azienda parli con questi strumenti: la persona che crea il “bocchettone” che collega l'azienda e le sue informazioni allo strumento. E poi c'è lo specialista che agisce sulla tecnologia di intelligenza artificiale per farla funzionare al meglio: quello che decide quale dei vari prodotti di intelligenza artificiale utilizzare, come fare le domande, se è necessario fare del training speciale oppure no».

Un altro aspetto interessante è quello linguistico. Gli strumenti di AI ad oggi funzionano essenzialmente in inglese, quindi bisogna imparare a padroneggiarli nella loro “madrelingua” (anche se, come quando si fa riferimento alla “personalità”, è un po’ strano usare il concetto di “madre” per una cosa…). «In realtà si possono usare questi strumenti anche in lingue che non siano l’inglese», precisa Marco Pesarini, «però il funzionamento base è quello dell'inglese. Questi strumenti sono addestrati in inglese e poi imparano la traduzione in italiano, che non è come addestrarsi in italiano. Infatti ci sono degli investimenti per fare addestramenti nei Paesi europei, perché si dice che è importante che ci siano strumenti più rappresentativi delle nostre lingue e del nostro modo di rispondere». Resta indubbio che oggi sapere l'inglese dà un vantaggio ad utilizzare ChatGPT e compagnia. «È un po' come cercare le cose su Wikipedia in inglese o in italiano» conferma Pesarini: «Si trovano in italiano, però la versione in inglese di solito è più ricca e più aggiornata».



Chi vuole provare a candidarsi per partecipare a questo master in alto apprendistato ha ancora poco più di un mese: le selezioni chiuderanno mercoledì 5 giugno.

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