Tre donne nel nuovo governo, ma nessun under 50: peccato, Monti ha perso un'occasione per dimostrare che i giovani possono contare

Alessandro Rosina

Alessandro Rosina

Scritto il 17 Nov 2011 in Editoriali

L’albero si giudica dai frutti. Quello che conta è che questo esecutivo ora dimostri di essere davvero in grado di fare le riforme che servono al paese. L’obiettivo, è stato ben detto: coniugare crescita ed equità sociale. Ora Monti indichi la via e noi tutti a remare da quella parte.
stageMa, guardando all’età dei ministri, non possiamo esimerci dal fare qualche sconsolata considerazione. Il male italiano negli ultimi decenni è stato quello di sacrificare troppo spesso la qualità del futuro alla difesa dei privilegi e delle rendite del presente. Le componenti della società più portate per loro natura a fare da ponte virtuoso tra il presente e il futuro sono le nuove generazioni. Questo ponte in Italia risulta sempre più avvolto da una fitta nebbia. Ora il presidente Monti ha deciso che nel suo esecutivo non gli under 40, ma nemmeno gli under 50 potessero essere utili per diradare tale nebbia. La pressione sulla presenza femminile sembra sia servita. Il premier incaricato, letto l’elenco, ci ha tenuto a sottolineare che tre donne occupavano posti chiave. Implicitamente se ne deduce che i giovani non ci sono perché non ritenuti adatti per ruoli importanti o perché comunque non ne sono stati trovati all’altezza. Meglio lasciarli fuori che inserire belle presenze di comodo come nel precedente Governo. E allora abbiamo quantomeno perso un’occasione, quella di dimostrare con questo esecutivo che anche in Italia ci sono giovani di qualità da mettere in gioco.
Ma c’è di più. Di fatto si nega che nelle importanti scelte da adottare per rimettere in piedi il paese e avviarlo su un percorso solido di sviluppo, sia importante includere nella stanza dei bottoni la visione della realtà, l’interpretazione del cambiamento e delle sfide in atto, la capacità di innovare e trovare soluzioni inedite propria delle nuove generazioni
Ci troveremo alla fine con un presidente 68enne, ministri con età media di 64 anni, sottosegretari cinquantenni o forse anche quarantenni (con qualche collaboratore trentenne). Difficile trovare un altro paese in cui il merito riconosciuto e le capacità percepite sono così fortemente legate all’età anagrafica. Ma questi ragionamenti sono allo stato attuale un lusso. Monti ha messo assieme una squadra di qualità che probabilmente esprime il meglio che l’Italia over 50 ha a disposizione. Questa ora è la nostra squadra e con questa dobbiamo vincere.

Alessandro Rosina

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